di Leonardo Soresi

Una vittoria fortissimamente voluta: così si può descrivere la prestazione di François D’Haene alla Madeira Ultra Trail che si è svolta nel fine settimana.

Il francese sapeva che avrebbe dovuto guardarsi soprattutto da Pau Capell che a inizio febbraio aveva dominato la TransGrancanaria. Giunto a Madeira una settimana fa, D’Haene ha provato e riprovato tutta la seconda parte del percorso, sapendo che è lì che avrebbe effettuato la rimonta sullo spagnolo. E così è stato: Capell è partito forte in testa fin dall’inizio come suo solito, ma già a metà percorso, D’Haene ha cambiato marcia, staccandolo nella durissima salita a Pico du Ruivo (1300 metri di dislivello in pochissimi km). Da lì François non ha smesso di incrementare il proprio vantaggio, chiudendo in 13h05’44’’, ben 47 minuti rispetto al precedente record (13h52’) ottenuto da Zach Miller nel 2016.

Livello altissimo quello raggiunto da questa edizione della Madeira Ultra Trail, dove anche Pau Capell, secondo, e Xavier Thevenard, terzo, sono scesi al di sotto del record precedente.

Per noi italiani le buone notizie vengono da Daniel Jung e Giulio Ornati, rispettivamente sesto e ottavo, lascandosi dietro atleti come Fabien Antolinos, Javier Dominguez Ledo, Erik Clavery.

Daniel è partito fortissimo, ed è stato terzo per i primi cinquanta km, ma non ha potuto fare niente contro il ritorno del lituano Gediminas Grinius ed essere beffato nel finale dallo spagnolo Jordi Gamito, che gli ha soffiato il quinto posto per una manciata di secondi.

Giulio Ornati invece ha optato per una gara tutta in rimonta: attorno alla ventesima posizione per i primi trenta km, ha messo il turbo dopo Estanquinhos, portandosi a ridosso della decima posizione, per poi migliorare ancora nell’ultima grande discesa che portava a Portela.

Fra le donne pronostici rispettati con Andrea Huser che ha condotto la corsa fin dall’inizio e ha chiuso in 16h30, davanti all’inglese Beth Pascall (17h11’) e alla nostra Lisa Borzani (18h19’).