seacat ha scritto: ↑24/05/2023, 16:50
mircuz, ma hai settato tu le zone o lasciato fare al garmin?
Quelle automatiche del garmin non sono molto razionali
Secondo voi la soglia che calcola il Garmin è abbastanza affidabile?
Io poi faccio determinare la zona automaticamente basandosi sulla soglia rilevata....
Grazie
Andrea
se come ho capito la soglia anaerobica la calcola utilizzando anche una variazione della HRV che statisticamente si rileva a quel passaggio di stato, a patto che usi una buona fascia cardio, credo sia un'ottima approssimazione alla realtà.
considera anche che le soglie, più la aerobica della anaerobica, non sono un dato fisso, ma possono un poco variare ogni giorno in base allo stato dell'organismo
biglux ha scritto: ↑25/05/2023, 13:40
Da quando ho scoperto che c’è una differenza sostanziale tra la FC presa dall’ECG (durante test medico-sportivo) e quella rilevata dalla fascia toracica (nella quale ho sempre riposto la fiducia più cieca) la FC che mi restituisce il cardio da polso del Suunto la guardo con tenerezza…
Cioè indossavi la fascia toracica e i elettrodi del ECG contemporaneamente mentre facevi il test?
mircuz ha scritto: ↑25/05/2023, 13:02
Boborosso, a me di solito succede il contrario, cioè di solito mi pare di avere pulsazioni più alte nella seconda fase di gara. Poi magari dipende dall'altimetria e dalla lunghezza della gara.
Il fenomeno di "cardiac drift" è ben documentato. Cioè la tendenza del cuore di aumentare la frequenza, anche mantenendo la medesima velocità e su percorsi piatti, con l'avanzamento del tempo di attività.
Questo succede per diversi motivi.
Aumento della temperatura corporea e quindi necessità di pompare più sangue verso la superficie dove può essere raffreddato dall'aria che fluisce sulla pelle e la presenza di sudore. Quindi il cuore deve pompare sangue sia verso i muscoli che la superficie.
Il progressivo disidratazione (anche se beviamo) durante la corsa fa si che il volume plasmatico del sangue è minore. Quindi il sangue è meno fluido e il cuore deve pompare di più per creare il flusso.
Ci possa essere un elemento di stanchezza polmonare e quindi la quantità di ossigeno che entra nel corpo diventa minore. Il sangue che trasporta l'ossigeno verso i muscoli è meno carico di ossigeno al rapporto del suo volume e quindi c'è bisogno di un volume più grande di sangue per avere la stessa quantità di ossigeno nei muscoli.
mircuz ha scritto: ↑25/05/2023, 8:15
Sto usando Coros. Le zone suggerite sono abbastanza il linea con quelle calcolate con vari sistemi. Comunque anche l'allenamento di ieri una stranezza:
primi sette km in salita, cercando di non spingere troppo, frequenza tra 131 e 161 battiti, poi cinque km in discesa, senza spingere con respirazione solo nasale, quindi tranquillo, battiti tra 173 e 181, con punte sopra i 190.
Sinceramente mi aspettavo il contrario!
Non ci sto capendo molto
Stai attento perché in discesa se la fascia non aderisce bene oppure è scarica o è molto secco potrebbero essere valori sballati.
Mi capitava spesso con quella vecchia
biglux ha scritto: ↑25/05/2023, 13:40
Da quando ho scoperto che c’è una differenza sostanziale tra la FC presa dall’ECG (durante test medico-sportivo) e quella rilevata dalla fascia toracica (nella quale ho sempre riposto la fiducia più cieca) la FC che mi restituisce il cardio da polso del Suunto la guardo con tenerezza…
Cioè indossavi la fascia toracica e i elettrodi del ECG contemporaneamente mentre facevi il test?
Esattamente, per essere preciso una fascia della Polar con circa 15 bpm di discrepanza (fascia 195, ECG 180)
mircuz ha scritto: ↑25/05/2023, 13:02
Boborosso, a me di solito succede il contrario, cioè di solito mi pare di avere pulsazioni più alte nella seconda fase di gara. Poi magari dipende dall'altimetria e dalla lunghezza della gara.
Il fenomeno di "cardiac drift" è ben documentato. Cioè la tendenza del cuore di aumentare la frequenza, anche mantenendo la medesima velocità e su percorsi piatti, con l'avanzamento del tempo di attività.
Questo succede per diversi motivi.
Aumento della temperatura corporea e quindi necessità di pompare più sangue verso la superficie dove può essere raffreddato dall'aria che fluisce sulla pelle e la presenza di sudore. Quindi il cuore deve pompare sangue sia verso i muscoli che la superficie.
Il progressivo disidratazione (anche se beviamo) durante la corsa fa si che il volume plasmatico del sangue è minore. Quindi il sangue è meno fluido e il cuore deve pompare di più per creare il flusso.
Ci possa essere un elemento di stanchezza polmonare e quindi la quantità di ossigeno che entra nel corpo diventa minore. Il sangue che trasporta l'ossigeno verso i muscoli è meno carico di ossigeno al rapporto del suo volume e quindi c'è bisogno di un volume più grande di sangue per avere la stessa quantità di ossigeno nei muscoli.
Si chiama anche deriva cardiaca o disaccoppiamento aerobico: meno si è allenati, prima inizia. Ad esempio un maratoneta di livello mondiale in teoria presenta una differenza modesta di FC tra l’inizio e la fine della gara. Oltre ai fattori giustamente elencati da Martin intervengono anche il calo di glicogeno e l’utilizzo di grassi (con maggior consumo di ossigeno) e la perdita dell’efficienza muscolotendinea e del gesto della corsa col passare dei km.
Vado un attimo OT
Io ho un Garmin 945, frequenza misurata sempre al polso, salvo rarissimamente che sbarella per qualche minuto ( poi magari lo spengo a fine attività per resettarlo) lo trovo molto preciso. L’ho testato durante la visita sportiva ( massimale e con tutti gli elettrodi attaccati) due volte e dava 1-2 battiti di differenza….