SPIRITO TRAIL • Tor Des Geants (Ao) 08-14.09.2024 - Pagina 41
Pagina 41 di 96

Re: Tor Des Geants (Ao) 11.09.2022

Inviato: 04/10/2022, 20:52
da Offriends
COGNE - DONNAS

Sottotitolo: "Alla ricerca della branda perduta...e forse anche dello spirito del Tor!"

Esco dalla base vita incazzato...e avviandomi verso Goilles mi incazzo ancora di più!
Non ci sono quasi balisse all'interno del paese, per fortuna conosco la strada.
Una volta fuori dal paese continuano a non esserci balise.
Continuo a conoscere la strada, ma comunque così non va bene.
Man mano che mi allontano da Cogne la preoccupazione per la ricerca di un posto per dormire cresce.
Sono così agitato che senza nemmeno accorgermene arrivo al ristoro di Goilles.
Come sempre Goilles è un ristoro piccolo ma fantastico,
con volontari incredibilmente gentili e simpatici e con della fantastica frutta fresca.
Conosco il proprietario della baita di vista e azzardo un bluff:
"A Cogne non c'erano brande per dormire, non è che mi fai dormire dentro da qualche parte?"
La risposta è perentoria:"No, se mi scoprono quelli dell'organizzazione si incazzano!
Però anche se il rifugio Sogno è chiuso, il locale invernale è sicuramente aperto.
Puoi dormire lì, ci sono pure le coperte. Io ci dormo esso quando vado su d'inverno con la motoslitta!"
Mi si lluminano gli occhi..., problema branda per dormire risolto! Saluto e parto di slancio gasato dalla prospettiva
di una dormita in solitaria senza scocciatori.
Due concorrenti sentono e decidono di aggregarsi, non posso dirgli di no. Dormire bene anche in tre.
La salita al Sogno pur essendo dolce è molto più lunga di quanto mi ricordassi, non si arriva mai
Sono poco vestito e comincia a tirare un vento gelido. Sono mezzo congelato ma non voglio fermarmi per coprirmi,
tanto manca poco al desiderato giaciglio. Il sonno è tenuto a bada dal vento freddo che mi tiene ben sveglio.
Finalmente dopo una serie di saliscendi infinito arriviamo al rifugio. È tutto buio.
Il locale invernale dovrebbe essere sul retro. Individuiamo la porta di entrata, abbassiamo la maniglia...ma non si apre.
Io e i miei 2 compagni di sventura ci guardiamo sbigottiti...poi noto che c'è un chiavistello in cima alla porta in legno.
Lo faccio scorrere e le ante della porta in legno si aprono...nooooo!
L'entusiasmo si spegne immediatamente di fronte ad una porta a vetri chiusa a chiave!!! Vanfanculass, come direbbe Marco Galletto...mi viene la tentazione di rompere il vetro, ma mi trattengo!
Mi sento come un bambino che non ha ricevuto doni la mattina di Natale...
La delusione è tanta, forse è angoscia...ma ormai non resta che coprirsi e partire per il Dondena,
sperando che, magari, almeno il locale invernale del rifugio Miserin sia aperto...
Partiamo svogliati verso la finestra di Champorcher che raggiungiamo dopo una breve ma intensa ultima parte di salita.
Ogni volta che scollino la finestra di Champorcher maledico la razza umana che ha distrutto questo piccolo angolo di paradiso
piazzandoci un serie di enormi tralicci dell'alta tensione. È il mostruoso elettrodotto che porta in Italia l'elettricità prodotta
dalle centrali nucleari francesi! Andate tutti a cagare...non era meglio tenercele in Italia le centrali?!
Comincio a scendere e perdo di vista i miei 2 compagni di sventura...ognuno per sé, ognuno con i suoi pensieri e suoi fantasmi,
che la buia notte del lago Miserin rivela come malefici spettri.
Come si dice piove sul bagnato e Il rifugio Miserin è chiuso e anche il locale invernale.
Mi sembra di vedere un vecchio seduto sulla panchina di fronte al santuario, ma appena mi avvicino scopro che è solo un'allucinazione. Ho un colpo di sonno tremendo, barcollo. Fa troppo freddo per dormire all'aperto, anche con il sacco da bivacco rischierei l'ipotermia. Eh no, questa cazzata, almeno questa oggi non la faccio!
Non ho scelta, mi trascino fino al Dondena, anzi perdo lentamente quota verso il Dondena.
Cammino come in trance, faccio lunghi tratti dormendo in piedi come alla Swiss Peaks lo scorso anno. Me ne rendo conto perché all'improvviso mi ritrovo in un punto molto più in basso ma non so come ci sono arrivato. Di nuovo, non so come mi viene in aiuto mio padre: mi viene in mente una canzone popolare sconcia che mi aveva insegnato da ragazzino. Comincio a cantarla ossessivamente a squarciagola. Sembro un pazzo, ma funziona. Rimango sveglio quel che basta per raggiungere il Dondena...
Entro e chiedo subito se c'è una branda. Non c'è bisogno di raccontare la gioia che segue la risposta affermativa della volontaria che gestisce i posti per dormire. "Mi puoi svegliare tra due ore? Grazie, mi hai salvato la vita"
Mi guarda perplessa, ma un po' ci crede...e fa bene!
Dormo come se non avessi mai dormito prima, anche se quando mi svegliano mi sembra di aver dormito solo un quarto d'ora.
Sono perfettamente riposato, pieno di energie. Bevo un caffè latte/capuccino gentilmente offerto dai gestori del rifugio con una marea di biscotti e crostatine. Ora mi sento da dio, sono pronto a ripartire. Mi aspetta il tratto di percorso che tutti ritengono il più noioso del Tor. Per me non è così, corrichio tranquillo tutta la discesa fino a Chardoney. Mi fermo al ristoro e chiacchiero a lungo con i volontari, sto bene e sono felice. Riparto corrucciando e non mi accorgo quasi del piccolo ma bastardo tratto di salita dopo il ristoro di Pontbosset. Come al solito tutto dipende dalla testa...se stai bene, vedi tutto bello anche certe salite!
E così dopo essere passato correndo (solo per il fotografo) sul tratto di via romana delle Gallie dopo Bard,
alle 10.43 entro alla base vita di Donnas e mi getto tra le braccia di Silvia. È bello rivedere le persone che ami dopo tanta fatica.
Sono in leggero ritardo rispetto alla tabella di marcia, ma mi sento bene...e comincio ad essere più felice che durante la prima parte della gara. Solito rituale: doccia, cambio vestiti e calze, manutenzione bendaggio ai piedi (sempre senza vesciche per adesso) e mangiata pantagruelica con birretta (ah già, Elena non vuole...ok, con tutto il bene, vaffanculo Elena! TVB).
Ad un tratto la pace e la serenità del momento viene infranta da uno dei momenti più tristi del mio Tor.
Un concorrente (italiano) e la sua accompagnatrice si mettono ad inveire e insultare contro i volontari all'entrata della base vita,
rei di non permettere l'entrata all'accompagnatrice. Si sfiora la rissa...devono intervenire diverse persone per calmare gli animi.
Ritorna la calma, rimane la scena vergognosa, che non mi sarei mai aspettato di vedere al Tor, soprattutto contro dei volontari.
Proprio i VolonTOR, persone ECCEZIONALI che fanno di tutto per aiutarci, che non solo non sono pagati, ma che spesso ci mettono del proprio per sopperire a qualche mancanza dell'organizzazione! Loro che passano le notti al freddo per assisterci ai ristori!
La cosa mi lascia scosso, ma mi fa anche riflettere. Esco dalla base vita alle 12:12 insieme a Silvia con un pensiero fisso:
"è questo il Tor che voglio? il Tor è una gara o un viaggio? forse se punto ad un obbiettivo cronometrico sto sbagliando tutto...
non voglio diventare come quel concorrente ingrato!"

Immagine
Immagine

(terza tappa - continua)

Re: Tor Des Geants (Ao) 11.09.2022

Inviato: 06/10/2022, 17:33
da Dariogrizzly_1981
Anche io ho avuto un pò di difficoltà con le bandierine per uscire da Cogne, poi una volta sul sentiero me le ricordo messe abbastanza bene tranne in 2 o 3 punti poco dopo Goilles.
Io mi sono beccato la scena del concorrente che inveiva contro i volontari quando sono arrivato a Donnas alle 11.45, davvero un peccato.
Comunque anche a me è abbastanza piaciuta la discesa fino a Donnas, non l'ho trovata monotona e si passa anche in dei posti molto belli che non conoscevo.

Re: Tor Des Geants (Ao) 11.09.2022

Inviato: 06/10/2022, 19:39
da tambem
Scusate l'OT, ma si sa con buona approssimazione km e dislivello del TOR? no perchè su internet si dice di tutto ed il contrario di tutto.. qualcuno lo ha misurato con accuratezza?

Re: Tor Des Geants (Ao) 11.09.2022

Inviato: 06/10/2022, 22:35
da Corry
Il garmin fino al Frassati con rientro a Bosses mi ha dato 330 km + 23’000.
Passo 19’53/km

Re: Tor Des Geants (Ao) 11.09.2022

Inviato: 07/10/2022, 10:16
da Boborosso
tambem ha scritto: 06/10/2022, 19:39 Scusate l'OT, ma si sa con buona approssimazione km e dislivello del TOR? no perchè su internet si dice di tutto ed il contrario di tutto.. qualcuno lo ha misurato con accuratezza?
E' una domanda che mi ero fatto anche io l'anno scorso.
In base alle varie risposte che ho letto qua e là e in base al mio garmin posso dirti che la misura corretta nel 2021 era tra 350-355 km e 24000-24800 D+.
Quest'anno avevano variato leggermente il percorso.

La valutazione di 31000 D+ è assurda. I 330 km erano veri nelle prime edizioni e li hanno conservati nel nome della gara, anche se il percorso adesso è diverso e più lungo.

Re: Tor Des Geants (Ao) 11.09.2022

Inviato: 07/10/2022, 10:39
da biglux
tambem ha scritto: 06/10/2022, 19:39 Scusate l'OT, ma si sa con buona approssimazione km e dislivello del TOR? no perchè su internet si dice di tutto ed il contrario di tutto.. qualcuno lo ha misurato con accuratezza?
Il roadbook del Tor da 349.3 km per 30879 m+. Considerata la pendenza media delle salite del Tor non penso si discosti troppo dalla realtà.
https://torxtrail.com/it/system/files_f ... download=1

Re: Tor Des Geants (Ao) 11.09.2022

Inviato: 07/10/2022, 11:04
da martin
Io ho avuto un riassunto da qualcuno che ha messo insieme i vari pezzi (invece che avere un totale singolo) fatti in momenti diversi.
Questa tabella da un totale di 341km e 25800m+.

Però quest’anno si saltava il Lago Vargno andando direttamente dal Rif. Coda al Rif. Barma (credo che fa poco differenza) e saltando il Col Brison che aggiungeva alcuni km ma toglieva

Elenco dei Settori
51,9 e 4140m
52,8 e 4120m
45,1 e 1790m
56,6 e 5230m
34 e 2840m
50 e 4320m
49,9 e 3360m

Re: Tor Des Geants (Ao) 11.09.2022

Inviato: 07/10/2022, 12:27
da Corry
martin ha scritto: 07/10/2022, 11:04 Io ho avuto un riassunto da qualcuno che ha messo insieme i vari pezzi (invece che avere un totale singolo) fatti in momenti diversi.
Questa tabella da un totale di 341km e 25800m+.

Però quest’anno si saltava il Lago Vargno andando direttamente dal Rif. Coda al Rif. Barma (credo che fa poco differenza) e saltando il Col Brison che aggiungeva alcuni km ma toglieva

Elenco dei Settori
51,9 e 4140m
52,8 e 4120m
45,1 e 1790m
56,6 e 5230m
34 e 2840m
50 e 4320m
49,9 e 3360m
Non mi torna il dislivello. Troppo. Dal Frassati all’arrivo non ci saranno più di +1’000. Credo sia più giusto il dato di Bobo che in pratica coinciderebbe con il mio più il Brison.

Re: Tor Des Geants (Ao) 11.09.2022

Inviato: 07/10/2022, 14:34
da Dariogrizzly_1981
31000d+ è sicuramente sbagliato.

Io ho provato a farlo con komoot seguendo minuziosamente il percorso originale e mi sono venuti fuori 340km e 23900d+ (considerando anche il Col Brison).

Re: Tor Des Geants (Ao) 11.09.2022

Inviato: 11/10/2022, 8:08
da Offriends
DONNAS - GRESSONEY

Sottotitolo: "Vale la pena fare il Tor solo perché ad un certo punto arrivi al ristoro di Perloz,
poi sali fino al Col Carisey e andando verso il Coda, guardi a destra e vedi la pianura Padana
e pensi che purtroppo sei già a metà strada!"

Cammino svogliato sulla statale fino a Point Saint Martin.
Qui scopro con tristezza che quest'anno non c'è neanche il diavolo...sì, il diavolo,
ovvero un volontor vestito da Diavolo che tenta di comprarti l'anima...!
Per fortuna c'è ancora il ponte del Diavolo...altrimenti Pont Saint Martin non si chiamerebbe più così.
Penso alla leggenda legata a questo ponte e rifletto su come il Tor sia un viaggio nella cultura della Valle d'Aosta,
non solo un viaggio attraverso il suo territorio:
Pont-Saint-Martin, deve il suo nome a un ponte romano, il più grande a campata unica ancora esistente, costruito nel I secolo d.C. per scavalcare il torrente Lys. Secondo la leggenda, San Martino sfidò Satana a costruire in una sola notte un ponte che fosse in grado di superare il torrente. Il santo promise al diavolo che gli avrebbe concesso l'anima di colui che lo avrebbe attraversato per primo.
Satana, come stabilito, costruì il ponte, ma fu imbrogliato da San Martino, che per primo fece passare un cane.
Il diavolo, con un diavolo per capello...se ne andò umiliato!
Ricordo con piacere il ragazzo danese che nel 2018 mi ha raccontato decine di storie, curiosità e leggende degli alpeggi, dei colli, delle valli e dei villaggi attraversati dal percorso del Tor. Sapeva più segreti e storie valdostane lui di un vero valdostano.
Forse anch'io stavo vendendo l'anima al diavolo, alla competizione, al cronometro...ma ho fregato il diavolo, ora mi godo il viaggio!
Comincio a salire tra i vigneti. La prima parte della salita è molto dura con gradini in pietra irregolari. Temo il caldo.
Quest'anno fa caldo, ma non ci sono i trenta e passa gradi del 2018, quando su questa salita avevo avuto la mia prima vera grande crisi.
Speravo di affrontare questa parte della salita di prima mattina, ma purtroppo sono stato troppo lento nel tratto Cogne/Donnas.
Intelligentemente (per una volta) affronto la salita con calma e senza affanno e in breve arrivo alla Madonna della Guardia dove trovo grandissimo sollievo bagnandomi e bevendo la freschissima acqua della fontana del Santuario.
Continuo la salita verso Perloz senza fretta, il mio passo è deciso ma tranquillo...mi sto godendo il Tor!
Arrivo a Perloz con una inaspettata felicità interiore e urlo a squarciagola:
"E allora? Mi fate i sentire i campanacci del ristoro migliore del Tor?!?!?"
La risposta è immediata, vengo accolto da un'ovazione di campanacci, neanche fossi Franco Colle!
Una videomaker mi riprende come fossi un top runner.
Mi fermo al ristoro più di mezz'ora. I volontari mi coccolano in tutti i modi e faccio foto praticamente con tutto il paese.
Come ciliegina sulla torta mi riempiono le borracce con spremuta fresca di arance fatta apposta per me.
Alla fine riparto solo perché Silvano (Gadin, speaker ufficiale del Tor) mi obbliga.
Riparto così carico che quasi non mi accorgo di passare il suggestivo e scenografico ponte di Moretta e che la salita alla Sassa, che ho sempre sofferto (anche in allenamento), passa in un baleno, senza fatica...miracoli della mente!
Al ristoro del rifugio della Sassa mangio due porzioni di pasta al ragù che mi cucinano al momento. Devo attenderla più di un quarto d'ora,
ma non mi importa. Sono felice, qualcosa si è riacceso dentro di me...forse è il drago del Tor.
Salgo fino al col di Carisey spedito, non fa caldo e sono pieno di energie. Al colle tira vento, ma mi fermo a mangiare un po' di pane e mocetta (non dimentico i consigli di Elena Casiraghi: "Mangia di continuo...poco ma di continuo!").
Seduto sul cippo piramidale del colle guardo verso il basso, il bellissimo panorama di Biella e della pianura Padana.
Ad un tratto un pensiero un po' triste si fa largo nella mia testa...sono quasi a metà del viaggio...purtroppo non manca molto alla fine!
Una folata di vento gelido e impetuoso mi riporta alla realtà e mi fa capire che è meglio ripartire verso il Coda.
Approfitto della compagnia di Marino, un ragazzo valdostano di Hone, simpatico e chiacchierone e mi aggrego a lui.
Per combattere il vento freddo ci lanciamo, come in un gioco (incuranti dei 170km che abbiamo nelle gambe), all'inseguimento di una gruppetto di sei/sette concorrenti che alla fine, superiamo di slancio proprio all'entrata del tendone del ristoro fuori dal Coda.
Sone le 19:39 di martedì e sono proprio di buon umore.
Come tradizione ci divoriamo due porzioni super abbondanti di pasta panna e prosciutto (la rinomata specialità della casa).
Dopo aver giocato un po' con il cane del rifugio, scambiato 4 chiacchiere con Lalla (la gestrice del rifugio)per informarci delle previsioni del tempo, io e Marino decidiamo di ripartire prima che faccia buio. Lalla gentilmente ci consiglia di dormire un paio d'ore visto che ci sono diverse brande libere, ma noi (secondo grande errore del mio Tor 2022) decliniamo l'offerta. Partiamo verso il colle Sella scomparendo in una leggera coltre di nuvole basse che forma una nebbia densa che però appare e scompare al ritmo delle raffiche di vento.
raggiunto il colle scendiamo sul sentiero pietroso e poco corribile senza affanni. Io e Marino parliamo continuamente, un po' di tutti gli argomenti: dal Covid che gli ha provocato un problema cardiaco ora risolto, alla situazione politica italiana, dalla brutta storia capitata alla mia grande amica Francesca (Canepa) nel Tor di qualche anno fa, al ritiro del suo amico Franco (Colle) al Tor di quest'anno.
Durante la discesa scopriamo che il percorso è cambiato (in realtà già dallo scorso anno)e non si scende più al lago Vargno, ma si passa su un sentiero abbastanza rognoso in costa (con qualche piccolo tratto esposto e attrezzato).
Come sempre quando ci si ritrova di fronte a qualcosa di inaspettato, sembra di non arrivare più e
la mancanza di sonno comincia a farsi sentire prepotente, togliendoci lucidità ed energie.
Il sentiero sembra non finire mai, un continuo alternarsi di saliscendi, ma poi finalmente ecco il rifugio della Barma che,
come se giocasse a un crudele nascondino, si rivela solo all'ultimo momento. Praticamente lo vediamo solo quando siamo sulla sua porta d'entrata. Appena entrati, stravolti dal sonno, chiediamo 2 posti per dormire, ma scopriamo con terrore che non ci sono posti per dormire. Questo tratto del percorso è in comune con il Tor des Glaciers e le brande sono quasi tutte occupate dai suoi concorrenti.
Non siamo gli unici concorrenti del Tor che vorrebbero dormire...non ci sono brande e non ci sono coperte per dormire per terra.
I volontari ci propongono di svegliare chi sta dormendo dopo solo un'ora di sonno e non dopo due come previsto dal regolamento.
Noi non ce la sentiamo di togliere un'ora di sonno a qualcun altro e decliniamo con decisione l'offerta.
Marino trova un'amaca vicino all'entrata e decide di dormire lì. A me viene in mente che ho il sacco da bivacco di emergenza,
così decido di dormire per terra sotto un tavolo. Il sacco da bivacco è un telo termico a forma di sacco a pelo: conserva il calore del corpo,
ma non isola dal freddo del pavimento. Mi sveglio dopo un'ora e mezza sudato ma con la schiena gelata.
Onestamente non riesco a capire se mi sono riposato o no, ma dobbiamo ripartire.
Mi faccio un caffè-latte con una tonnellata di biscotti e mi preparo velocemente per ripartire.
Mi sembra di vedere Marino uscire (in realtà è andato in bagno...la stanchezza e la mancanza di lucidità giocano brutti scherzi).
Esco di corsa. Vedo una frontale a circa 150/200 metri dal rifugio, penso sia lui e mi lancio all'inseguimento.
Dopo un'ora raggiungo la frontale che mi precede e il suo proprietario ma non è Marino...è un cinese, pure antipatico!
Non mi resta che continuare...colle Marmontana...colpo di sonno, barcollo, arranco! Per fortuna arrivo al ristoro del lago Chiaro
(la mia salvezza) e dormo mezz'ora (come un sasso) in un piccolo prefabbricato di 3 mq.
Al risveglio rifiuto cortesemente la grigliata di salamelle e costine offerta dai gentili volontari e riparto per la suggestiva Crenna dou Leui:
una spettacolare breccia nella roccia (probabilmente uno dei passaggi più belli del Tor) che apre la via verso il colle della Vecchia.
Dal colle il percorso continua con la panoramica e bellissima discesa verso Niel.
Nel tratto finale la discesa è resa difficile e faticosa dal terreno sempre umido, infido e scivoloso.
L'arrivo a Niel è una vera festa (un po' come a Perloz) grazie ai campanacci e al tifo da stadio dei volontor.
Sono le 10:05 di mercoledì quando metto piede nel ristoro e registrano il mio arrivo.
Alla fine sono abbastanza in tabella di marcia, forse ho qualche ora di ritardo, ma non mi importa.
Il sonno non accenna a diminuire, so di aver dormito poco e male, così decido di dormire un'altra oretta.
Prima di dormire mi sbaffo due porzioni di polenta concia con il sugo (da sempre la più buona del Tor) accompagnata
da una bella birra e da una telefonata a Silvia. Le racconto che so che sto perdendo tempo sulla tabella prevista,
ma sto bene e, finalmente, mi sto godendo sto' cavolo di Tor!
È bello sentire la voce di una persona amata prima di addormentarsi. Dormo un'ora nella tenda igloo fuori dal ristoro,
sotto una pioggia incessante e intensa. Al risveglio penso che ho scelto proprio il momento giusto per dormire: ho riposato da solo con una tendatutta per me e ho evitato la pioggia.
Ora mi aspetta uno dei miei tratti preferiti: la salita al Col de Lazoney e il vallone di Loo,
uno dei luoghi con l'energia più positiva al mondo.
Arrivo al colle velocemente e a sorpresa trovo un amico, Francesco, un ragazzo bergamasco conosciuto alla SwissPeaks 360 lo scorso anno.
Sta aspettando un suo amico a cui fa assistenza. Gli è venuto incontro da Gressoney, ma è da 2 ore che aspetta l'amico e ormai ha freddo.
Decide di accompagnarmi, è mezzo congelato e stufo di aspettare. Scendiamo velocemente, correndo sciolti ma senza forzare il ritmo
e in breve (lui è molto più forte di me e in realtà mi fa da lepre) arriviamo al ristoro di Loo.
Con un po' di delusione scopriamo che non ci sono più i fantastici tortellini degli scorsi anni,
ma in compenso, il proprietario della baita dove c'è il ristoro ci fa un'eccezionale zuppa di verdura con pane e toma stagionata
e ci offre una freschissima birra artigianale. Facendo bene i conti, rispetto agli scorsi anni, ci guadagniamo con gli interessi.
Se il Tor non fosse anche una gara (perché va bene il viaggio, ma alla fine bisogna anche arrivare entro una certa ora a Courmayeur), probabilmente rimarrei a Loo per qualche giorno...
Così ci diamo una mossa e ripartiamo. Scendo corricchiando tranquillo e saltando da un gradino di pietra all'altro fino a Gressoney.
Ripenso al 2018, quando arrivai qua con i piedi devastati dalle vesciche e con i quadricipiti praticamente bloccati.
Quest'anno sto benissimo, le gambe non mi fanno quasi male e sono abbastanza riposato.
Entro al palazzetto di Gressoney alle 15:51, sono in ritardo sulla tabella di marcia di almeno 4 ore, ma sono sorridente e rilassato...
e quasi riposato! 4 anni fa avevo due ore di vantaggio, ma ero quasi in lacrime ed ero deciso a ritirarmi.
Non male, sono orgoglioso di me e grato ad andrea, il mio coach! Ora mi sono meritato un bel pranzetto e un bel massaggio...

Immagine
Immagine
Immagine
Immagine
Immagine
Immagine
Immagine
Immagine
Immagine
Immagine
online photo

(quarta tappa - continua)