@motosega
A parte che ci sono zone e zone. Ad esempio nella zona monte Baldo mi pare che la situazione sia più tranquilla. Già sulla dorsale Stivo-Cornetto-monte Bondone o Gazza-Paganella, io non mi rilasso più, se poi sono con la famiglia...
@Cianix
Secondo me le due situazioni: pericolo investimento pedoni vs. pericolo orso, non sono paragonabili.
Tutta Italia é pedone o potenziale investitore, quindi la situazione è vissuta da tutti, nel corso degli anni si sono applicate svariate contromisure per ridurre il pericolo (limiti di velocità, semafori, dossi, educazione stradale, ecc. ecc.). Tutti accettano/convivono con questo rischio perché è il “prezzo” da pagare per “godere” del nostro sistema di mobilità. Comunque ci sono molte persone che vivono questo pericolo con maggior intensità del sentire comune, persone anziane, bambini o persone che vivono su una strada molto trafficata, quindi escono di casa con una certa preoccupazione.
L’orso lo subisce un territorio limitato, gli altri italiani non lo vivono direttamente. Tra l’altro se si fa una proporzione all’ingrosso con i numeri che hai scritto tu, i due rischi di morte sono vicini come ordine di grandezza: 340 su 60.000.000 contro 1 su 250.000 (circa abitanti del Trentino occidentale). Per ora qui si sta pagando un “prezzo” molto maggiore del supposto “beneficio”.
Il problema diventa critico perché non si possono prendere provvedimenti che limitano questo rischio in modo strutturale, cioè limitandone il numero in un modo o nell'altro.
Se l’orso non fosse un rischio con il suddetto “prezzo”, in questi giorni non ci sarebbe stati problemi ad avviare il ricollocamento in altri territori. Non mi sembra che ci sia la corsa ad accaparrarsi la propria quota-orso. Buon per voi che siamo in Italia e dopo dibattiti e polemiche (v. il ricorso al Tar) per qualche settimana, poi non se ne farà nulla. Tutto resterà come è adesso, sperando nella buona stella. Nel mio piccolo orticello di egoismo sono pure sollevato, perché io vivo a est dell’autostrada del Brennero che, a quanto pare, fino ad ora ha salvato appunto la parte est del Trentino dall’espansione dell’orso. Infatti credo che se si portasse un gruppetto di orsi sulle alpi bellunesi, per esempio, in breve tempo ce li ritroveremo a scorazzare anche in val di Fassa, Fiemme, Lagorai fino a Trento.
Se continua questo trend di crescita della popolazione di orsi, tra qualche anno ai ristori del Brenta Trail oltre che ricaricare le borracce, ricaricheranno anche le bombolette di spray anti-orso (sempre che le rendano legali)