Mah, personalmente alla sfortuna ci credo poco, ma preferisco non commentare il caso specifico, più in generale credo che abbia ragione Martin quando parla di trappole euristiche. Per sfortuna intendo (ad esempio) quando stai guardando una vetrina e ti arriva addosso la macchina guidata da un ubriaco, vale a dire un evento imprevedibile di fronte al quale non hai alcuna possibilità di difenderti, vieni investito tu, come poteva accadere a chiunque altro nei paraggi. Nel 99.9% dei casi non è questo lo scenario di chi fa attività estreme, il resto sono scusanti che hanno lo scopo di attenuare, ammorbidire il dolore.biglux ha scritto:https://www.ilfattoquotidiano.it/2022/0 ... 62191/amp/
Come scrivevo anni fa esiste anche la sfortuna e non sono solo gli sprovveduti a lasciarci…
Stiamo attenti!
Moderatore: leosorry
Re: Stiamo attenti!
Re: Stiamo attenti!
Può essere esagerato ma spesso le guide (Guida Alpina, Guide Ambientale Escursionistica) svolgono un ruolo che non è solo quello di condurre i partecipanti in sicurezza. Servono (o almeno dovrebbero) da educatori - anche su un percorso facile è possibile illustrare il modo corretto di approciarsi alla montagna - attrezzatura (averla e saperla usare), informarsi sulle condizioni (bollettino, meteo) già a casa, osservare le condizioni sul posto mettendoli in confronto con quelli dei bollettini, attenzione ai compagni, ecc. Inoltre molto gente si affidano alle guide perché è un modo di andare in compagnia e, se la guida è brava, possono imparare storie sui luoghi, la flora e la fauna del posto (questo più le GAE che non le GA).cianix ha scritto: D'altra parte, sempre tra questa nuova massa di turisti, ci sono quelli super prudenti, che per percorrere un anello di 5 km in piano con le ciaspole (dove peraltro c'era pochissima neve) si affidano ad una guida!
L'ammetto, come GAE sto tirando acqua al mio mulino

Avevo dimenticato di questo discussione. Sempre interessante e di grande attualità secondo me.
Re: Stiamo attenti!
Ah bene! Se questo tipo di escursionismo non impattante crea posti di lavoro diversi da quelli della filiera dello sci di pista, mi fa solo piacere! Comunque volevo solo sottolineare la differenza di approccio tra persone che si affacciano ad una nuova attività della quale conoscono poco o nulla.martin ha scritto:Può essere esagerato ma spesso le guide (Guida Alpina, Guide Ambientale Escursionistica) svolgono un ruolo che non è solo quello di condurre i partecipanti in sicurezza. Servono (o almeno dovrebbero) da educatori - anche su un percorso facile è possibile illustrare il modo corretto di approciarsi alla montagna - attrezzatura (averla e saperla usare), informarsi sulle condizioni (bollettino, meteo) già a casa, osservare le condizioni sul posto mettendoli in confronto con quelli dei bollettini, attenzione ai compagni, ecc. Inoltre molto gente si affidano alle guide perché è un modo di andare in compagnia e, se la guida è brava, possono imparare storie sui luoghi, la flora e la fauna del posto (questo più le GAE che non le GA).cianix ha scritto: D'altra parte, sempre tra questa nuova massa di turisti, ci sono quelli super prudenti, che per percorrere un anello di 5 km in piano con le ciaspole (dove peraltro c'era pochissima neve) si affidano ad una guida!
L'ammetto, come GAE sto tirando acqua al mio mulino
Avevo dimenticato di questo discussione. Sempre interessante e di grande attualità secondo me.
Re: Stiamo attenti!
Aggiungo all'intervento del caro Cianix che proprio l'affidarsi acriticamente ai social, senza sufficienti approfondimenti ulteriori, può portare a gravi conseguenze.cianix ha scritto:Tralasciando il caso di cronaca specifico, a mio parere oltre a quanto già scritto nei post precedenti, c'è da aggiungere un fattore nuovo che si è concretizzato a seguito della pandemia: c'è stata una crescita esponenziale di turismo montano, costituito talvolta da persone che la montagna l'avevano vista solo in foto prima del 2020. Molti di questi "nuovi" frequentatori si informano quasi esclusivamente su facebook (anche se non sono iscritto, a volte dò un'occhiata in un gruppo pubblico dove l'importante è postare selfie in posti bellissimi e dove la quantità di richieste di informazioni per così dire "bizzarre" è notevole) e spesso improvvisano escursioni rischiose senza la minima preparazione. D'altra parte, sempre tra questa nuova massa di turisti, ci sono quelli super prudenti, che per percorrere un anello di 5 km in piano con le ciaspole (dove peraltro c'era pochissima neve) si affidano ad una guida! Ricordo che da giovane (ormai 40 anni fa) era molto più sentita la necessità di passare attraverso il CAI (con tutti i suoi pregi e difetti) per poter praticare qualsiasi attività in montagna ed eventualmente approfondire iscrivendosi a vari corsi. Oggi ci si illude di poter acquisire l'indipendenza con le app e che con queste si possa andare dappertutto.
Personalmente credo (purtroppo) che non abbiamo ancora visto nulla, nel senso che il peggio deve ancora arrivare.
Due esempi qui dal Friuli di itinerarti che ho percorso quest'anno: un utente riporta la sua esperienza sull'Alta Via dei Rondoi come una "passeggiatona". Beh l'itinerario in questione tocca cinque cime ed è attrezzato, esposto, in alcuni tratti molto esposto e non concede tregua, fisicamente e mentalmente (un escursionista precipitato nel 2021). Se dai retta all'utente e alle sue belle foto prendi e vai con famigliola al seguito.
Sul monte Taiet è possibile fare un percorso ad anello abbastanza selvaggio; il solito utente riporta l'unico tratto "bello" cioè la cresta, anche qui con belle foto e commenti entusiasti, non menzionando il ritorno, da percorrere su traccia strettissima, scivolosa, poco visibile e esposta su alti salti non visibili, che io ho notato solo quando sono tornato a valle. Anche qui pensi: ma che bel posto, ma che bel racconto, prendo e ci vado domani...
Re: Stiamo attenti!
Il momento stesso che vai in montagna devi accettare che qualcosa può succedere anche a te, esperto o meno che sia. Il rischio zero non esiste, al massimo lo puoi limitare, specialmente nella pratica dello scialpinismo. Per questo ho parlato di sfiga, chiamala come vuoi, ma è questa quella (più o meno) piccola percentuale di rischio che sei costretto ad accettare per fare quello che ti piace.cianix ha scritto:Mah, personalmente alla sfortuna ci credo poco, ma preferisco non commentare il caso specifico, più in generale credo che abbia ragione Martin quando parla di trappole euristiche. Per sfortuna intendo (ad esempio) quando stai guardando una vetrina e ti arriva addosso la macchina guidata da un ubriaco, vale a dire un evento imprevedibile di fronte al quale non hai alcuna possibilità di difenderti, vieni investito tu, come poteva accadere a chiunque altro nei paraggi. Nel 99.9% dei casi non è questo lo scenario di chi fa attività estreme, il resto sono scusanti che hanno lo scopo di attenuare, ammorbidire il dolore.biglux ha scritto:https://www.ilfattoquotidiano.it/2022/0 ... 62191/amp/
Come scrivevo anni fa esiste anche la sfortuna e non sono solo gli sprovveduti a lasciarci…
Re: Stiamo attenti!
Ciao!
Tutto vero quello che dite, è capitato anche a me di trovare comportamenti scriteriati in montagna, anche se non sono così convinto che la situazione sia peggiorata. La tecnologia, come dice Fifty, può essere dannosa, ma anche molto utile, se utilizzata bene. Pensate alle varie applicazioni di sentieristica che ti permettono di non perderti, o solo al fatto di avere un cellulare per poter chiamare i soccorsi.
In più la mia personale esperienza sull' argomento è esattamente al contrario.
Premesso che, per il mio scarso coraggio, non solo solito frequentare alta montagna o creste o vie ferrate o comunque situazioni pericolose in genere, mi è capitato più volte di essere sgridato ed etichettato come sprovveduto (o incosciente) da presunti montanari.
Due volte solo quest' estate (sul Pasubio e a Chamonix), e vi assicuro che è veramente antipatico.
Probabilmente per il fatto che non sono solito usare abbigliamento ultra tecnico (ma ripeto, faccio poco più che semplici escursioni), ma mi sono trovato a essere sgridato da perfetti sconosciuti completamente ignari della mia reale esperienza (non sono Bonatti, ma di km in montagna ne ho fatti tanti) per comportamenti dove non c' era realmente pericolo.
Ciao!
Enrico
Tutto vero quello che dite, è capitato anche a me di trovare comportamenti scriteriati in montagna, anche se non sono così convinto che la situazione sia peggiorata. La tecnologia, come dice Fifty, può essere dannosa, ma anche molto utile, se utilizzata bene. Pensate alle varie applicazioni di sentieristica che ti permettono di non perderti, o solo al fatto di avere un cellulare per poter chiamare i soccorsi.
In più la mia personale esperienza sull' argomento è esattamente al contrario.
Premesso che, per il mio scarso coraggio, non solo solito frequentare alta montagna o creste o vie ferrate o comunque situazioni pericolose in genere, mi è capitato più volte di essere sgridato ed etichettato come sprovveduto (o incosciente) da presunti montanari.
Due volte solo quest' estate (sul Pasubio e a Chamonix), e vi assicuro che è veramente antipatico.
Probabilmente per il fatto che non sono solito usare abbigliamento ultra tecnico (ma ripeto, faccio poco più che semplici escursioni), ma mi sono trovato a essere sgridato da perfetti sconosciuti completamente ignari della mia reale esperienza (non sono Bonatti, ma di km in montagna ne ho fatti tanti) per comportamenti dove non c' era realmente pericolo.
Ciao!
Enrico
Re: Stiamo attenti!
Ciao Enrico,enrico pc ha scritto:ma mi sono trovato a essere sgridato da perfetti sconosciuti completamente ignari della mia reale esperienza (non sono Bonatti, ma di km in montagna ne ho fatti tanti) per comportamenti dove non c' era realmente pericolo.
Il fatto di esser sgridato da perfetti sconosciuti è capitato pure a me diverse volte, e non lo capisco proprio. Non riesco a capire come una persona possa permettersi di giudicare un altro senza saperne assolutamente niente
Nel mio caso specifico, ero a correre in montagna verso una cima su un sentiero innevato, nel pomeriggio, con un amico. Una coppia che procedeva (lentissima) in discesa ci ha sgridato dicendo che non saremmo tornati riusciti a tornare indietro prima del buio, che c'era troppa neve, eccetera. Io ero più preoccupato per loro

Però comunque, a meno che la situazione non sia oggettivamente pericolosa, non capisco proprio sta gente che commenta/inveisce/sgrida....
Re: Stiamo attenti!
Qualche anno fa ho fatto una gitarella al rifugio Pradidali sulle Pale di San Martino. Dopo aver pranzato, decidiamo di rientrare per un sentiero diverso, usando come mappa la tovaglietta che ti danno come sottopiatto, su cui erano tracciati alcuni sentieri! Ci siamo trovati su forti pendenze e tratti di ferrata! Però ho l'esperienza e l'attrezzatura, e, se decido di tornare indietro, posso usare il mio allenamento per rientrare velocemente. Però quando si tratta di consigliare una escursione, evidenzio bene le difficoltà, se non conosco il livello alpinistico di chi mi sta davanti. Come detto sopra, se si vuole fare qualcosa in montagna una certa percentuale di rischio bisogna accettarla.
Re: Stiamo attenti!
La litania "una volta.. oggi invece" è applicabile da almeno 2500 anni ad ogni campo della realtà umana e nel mentre mi pare che si sia fatto qualche progressocianix ha scritto:Tralasciando il caso di cronaca specifico, a mio parere oltre a quanto già scritto nei post precedenti, c'è da aggiungere un fattore nuovo che si è concretizzato a seguito della pandemia: c'è stata una crescita esponenziale di turismo montano, costituito talvolta da persone che la montagna l'avevano vista solo in foto prima del 2020. Molti di questi "nuovi" frequentatori si informano quasi esclusivamente su facebook (anche se non sono iscritto, a volte dò un'occhiata in un gruppo pubblico dove l'importante è postare selfie in posti bellissimi e dove la quantità di richieste di informazioni per così dire "bizzarre" è notevole) e spesso improvvisano escursioni rischiose senza la minima preparazione. D'altra parte, sempre tra questa nuova massa di turisti, ci sono quelli super prudenti, che per percorrere un anello di 5 km in piano con le ciaspole (dove peraltro c'era pochissima neve) si affidano ad una guida! Ricordo che da giovane (ormai 40 anni fa) era molto più sentita la necessità di passare attraverso il CAI (con tutti i suoi pregi e difetti) per poter praticare qualsiasi attività in montagna ed eventualmente approfondire iscrivendosi a vari corsi. Oggi ci si illude di poter acquisire l'indipendenza con le app e che con queste si possa andare dappertutto.
Personalmente credo (purtroppo) che non abbiamo ancora visto nulla, nel senso che il peggio deve ancora arrivare.

Secondo me, fidarsi di un racconto al bar o del racconto su FB e poi trovarsi in difficoltà è sbagliato alla stessa maniera.
Concordo che queste condizioni sono a volte paradossalmente pericolose: zero neve, ma se per caso attraversi un versante a nord, o un colatoio che non prende il sole, diventa pericolosissimo. Inverno supersecco, ennesima anomalia meteorologica.
Re: Stiamo attenti!
Se racconti la tua gita al bar ti ascoltano in 3, se la racconti sul gruppo Dolomitici la leggono in 200mila, dei quali la maggior parte sono lì per caso, se la racconti qui non so in quanti la leggano, ma nella maggior parte dei casi si tratterà di individui che hanno almeno una pallida idea di cosa stanno leggendo. Mi pare che una minima differenza ci sia.deeago ha scritto:La litania "una volta.. oggi invece" è applicabile da almeno 2500 anni ad ogni campo della realtà umana e nel mentre mi pare che si sia fatto qualche progressocianix ha scritto:Tralasciando il caso di cronaca specifico, a mio parere oltre a quanto già scritto nei post precedenti, c'è da aggiungere un fattore nuovo che si è concretizzato a seguito della pandemia: c'è stata una crescita esponenziale di turismo montano, costituito talvolta da persone che la montagna l'avevano vista solo in foto prima del 2020. Molti di questi "nuovi" frequentatori si informano quasi esclusivamente su facebook (anche se non sono iscritto, a volte dò un'occhiata in un gruppo pubblico dove l'importante è postare selfie in posti bellissimi e dove la quantità di richieste di informazioni per così dire "bizzarre" è notevole) e spesso improvvisano escursioni rischiose senza la minima preparazione. D'altra parte, sempre tra questa nuova massa di turisti, ci sono quelli super prudenti, che per percorrere un anello di 5 km in piano con le ciaspole (dove peraltro c'era pochissima neve) si affidano ad una guida! Ricordo che da giovane (ormai 40 anni fa) era molto più sentita la necessità di passare attraverso il CAI (con tutti i suoi pregi e difetti) per poter praticare qualsiasi attività in montagna ed eventualmente approfondire iscrivendosi a vari corsi. Oggi ci si illude di poter acquisire l'indipendenza con le app e che con queste si possa andare dappertutto.
Personalmente credo (purtroppo) che non abbiamo ancora visto nulla, nel senso che il peggio deve ancora arrivare.![]()
Secondo me, fidarsi di un racconto al bar o del racconto su FB e poi trovarsi in difficoltà è sbagliato alla stessa maniera.
Concordo che queste condizioni sono a volte paradossalmente pericolose: zero neve, ma se per caso attraversi un versante a nord, o un colatoio che non prende il sole, diventa pericolosissimo. Inverno supersecco, ennesima anomalia meteorologica.
Dopodichè non ho scritto che "una volta era meglio", ho semplicemente preso atto della realtà attuale e l'ho confrontata con il vecchio.