Corsa e camminata
Moderatore: blackmagic
Re: Corsa e camminata
Senza voler argomentare con competenze scientifiche che assolutamente non ho, penso che una camminata veloce sia un talento come la corsa in discesa, allenabile ma chi ce l’ha per natura ha un’altra marcia (mia moglie quando passeggiamo mi deve sempre aspettare, nella corsa il contrario). In salita ho sempre notato che faccio meno fatica a corricchiare lento ma frequente, che a camminare veloce con passi lunghi…
Re: Corsa e camminata
Secondo me, dato che intervengono fattori genetici e fisiologici (la lunghezza delle gambe), è una qualità poco allenabile, e, probabilmente, come dice Martin, abbiamo anche poca voglia di spenderci del tempo. Per sopperire alla mia carenza, sto adottando questo sistema: usando i bastoncini, quando spingo con le braccia faccio 3 - 4 passettini di corsa, poi cammino per altri 3 - 4 passi, poi spingo con le braccia e altri passettini di corsa e via dicendo. In questo modo mantengo una andatura "allegra", più veloce della sola camminata, senza alzare troppo i battiti come avverrebbe se corressi continuamente.
Chissà se qualcuno ha calcolato quanti passi in più deve fare, in una maratona, un piccoletto come me, rispetto ad un atleta longilineo, alto 1.80 o 1.90. Chissà se ci sono delle compensazioni nella bassa statura. È anche vero che ci sono atleti piccolini con falcate incredibili!
Chissà se qualcuno ha calcolato quanti passi in più deve fare, in una maratona, un piccoletto come me, rispetto ad un atleta longilineo, alto 1.80 o 1.90. Chissà se ci sono delle compensazioni nella bassa statura. È anche vero che ci sono atleti piccolini con falcate incredibili!
Re: Corsa e camminata
Confermo Martin....prima di essere runner sono escursionista, e nella parte di camminata non perdo nulla, anzi, rispetto a quelli del mio livello, piuttosto perdo appena si inizia a scendere, soprattutto se la discesa non è tecnica ma corribile.
A volte utilizzo anch'io la tecnica di Mircuz, alternando corsa a camminata ogni qualche passo.
Ciao
A.
A volte utilizzo anch'io la tecnica di Mircuz, alternando corsa a camminata ogni qualche passo.
Ciao
A.
Re: Corsa e camminata
Non credo c’entri molto l’altezza: Kipchoge è alto 167 cm…mircuz ha scritto: ↑07/09/2023, 7:41 Secondo me, dato che intervengono fattori genetici e fisiologici (la lunghezza delle gambe), è una qualità poco allenabile, e, probabilmente, come dice Martin, abbiamo anche poca voglia di spenderci del tempo. Per sopperire alla mia carenza, sto adottando questo sistema: usando i bastoncini, quando spingo con le braccia faccio 3 - 4 passettini di corsa, poi cammino per altri 3 - 4 passi, poi spingo con le braccia e altri passettini di corsa e via dicendo. In questo modo mantengo una andatura "allegra", più veloce della sola camminata, senza alzare troppo i battiti come avverrebbe se corressi continuamente.
Chissà se qualcuno ha calcolato quanti passi in più deve fare, in una maratona, un piccoletto come me, rispetto ad un atleta longilineo, alto 1.80 o 1.90. Chissà se ci sono delle compensazioni nella bassa statura. È anche vero che ci sono atleti piccolini con falcate incredibili!

Re: Corsa e camminata
Ma Kipchoge corre (anzi vola), non cammina 

Re: Corsa e camminata
Il discorso era: lunghezza della gamba=ampiezza falcata indipendentemente da corsa/camminata. A parte che non c’è una relazione matematica: posso avere una gamba più lunga ma avere comunque una falcata corta. Inoltre posso avere una gamba più corta ma compensare naturalmente senza particolare sforzo con una frequenza maggiore (caso di mia moglie, più bassa di 10 cm di me ma che mi svernicia puntualmente nella camminata).
Re: Corsa e camminata
Mi sorge un quesito.
Probabilmente oltre alla genetica (motore) conta l'efficienza. Credo che per ciascuno c'è una giusta combinazione di frequenza e ampiezza del passo con la quale ad ogni velocità si è più veloci (in relazione anche alla durata). Migliorando questa combinazione migliora l'efficienza.
Ma per migliorarla basta fare pratica?
Come si fa a capire se bisogna allenarsi sulla cadenza o la lunghezza del passo?
Probabilmente oltre alla genetica (motore) conta l'efficienza. Credo che per ciascuno c'è una giusta combinazione di frequenza e ampiezza del passo con la quale ad ogni velocità si è più veloci (in relazione anche alla durata). Migliorando questa combinazione migliora l'efficienza.
Ma per migliorarla basta fare pratica?
Come si fa a capire se bisogna allenarsi sulla cadenza o la lunghezza del passo?
Re: Corsa e camminata
secondo me i fattori in gioco sono molteplici. Come indica Giorgio Aprà, istruttore di corsa naturale, di cui si possono trovare video su Youtube, se si prende in considerazione il record mondiale di marcia della 50km è di 3:32:33, anche considerando il doppio del tempo per coprire la stessa distanza è comunque un bel passo.
Penso che per migliorare le medie di percorrenza, è più che altro questione di aumentare la cadenza. Magari può aiutare concentrarsi sul potenziamento e mobilità di piedi, caviglie e i tibiali
Penso che per migliorare le medie di percorrenza, è più che altro questione di aumentare la cadenza. Magari può aiutare concentrarsi sul potenziamento e mobilità di piedi, caviglie e i tibiali
Re: Corsa e camminata
Credo anch'io che è più una questione di aumentare la cadenza che non la lunghezza di passo. Anche perché essendo camminata non c'è la fase di volo, o almeno molto poco, come nella corsa e quindi qualsiasi aumento della lunghezza di passo tenderà verso il "over striding". Cosa che sappiamo è assolutamente negativo nella corsa, anche per via dei infortuni, e credo anche nella camminata (probabilmente meno per il fattore infortuni se non al livello del bacino e tendini frontali fra bacino e gambe).
Re: Corsa e camminata
Osservando quelli che "vanno" ho notato e subito copiato che loro distendono completamente la gamba, quella che va indietro. Passi veloci ma completi, il ginocchio non resta piegato: si piega, fa il passo e si distende completamente indietro.
Così facendo presumo che lo sforzo venga ben distribuito su tutti i muscoli interessati con i relativi vantaggi.
Così facendo presumo che lo sforzo venga ben distribuito su tutti i muscoli interessati con i relativi vantaggi.