Tor Des Geants (Ao) 08-14.09.2024

Anteprime e cronache

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Questa sezione è dedicata alle anteprime e ai racconti delle gare.
Nel titolo scrivete il nome della gara, la provincia e la data di svolgimento.
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Boborosso
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Re: Tor Des Geants (Ao) 08-14.09.2024

Messaggio da Boborosso »

motosega ha scritto: 20/09/2024, 14:35 Bobo, penso solo al cibo...... :? :? :? :?
mmmma io ho fame... :D

Grande Corry!!!
Avevo paura che non raccontaste niente. Alléz! Alléz!
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Corry
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Re: Tor Des Geants (Ao) 08-14.09.2024

Messaggio da Corry »

Non ho cambiato le scarpe come da programma perché non ha ancora smesso di piovere e soprattutto il terreno è bagnato e scivoloso. So che in questa tappa negli altri anni ho perso davvero troppo tempo, quindi cerco, nonostante il buio e il sonno, di continuare a spingere in salita. A dire il vero mi sento leggero, gli allenamenti fatti sempre con zaino sempre strapieno stanno funzionando, anche in discesa dal Fenetre riesco a corricchiare e arrivo a Rhems con oltre un’ora suoi miei tempi. L’Entrelor è la salita che ho sempre sofferto di più ma questa volta riesco a farla con passo regolare e arrivo in cima quando qualche raggio di sole inizia a bucare le nuvole. Invece non mi ricordavo più la lunga discesa verso Eaux Rousse, mi fermo più volte a togliere strati di vestiti e perdo forse troppo tempo perché non riesco a correre nei tratti dove si dovrebbe. Alla base vita è un mortorio, tanti dormono sui tavoli, gente che sta male, uno vomita, un altro addirittura sviene e vene subito soccorso dai medici. Io ho lo stomaco sottosopra e so che prima di ripartire devo sistemarmelo. Ci metto un bel po’, trovo un ragazzo che ha addirittura due assistenti e dopo due ore di stop vuole provare a ripartire, mi chiede di andare insieme. Perché no? Fino ad ora sono sempre stato da solo e la salita al Loson mi ha sempre provocato allucinazioni da sonno. Saliamo bene, perlomeno nessuno ci sorpassa. Alle baite ci fermiamo a vestirci perché il vento inizia a picchiare. Anche l’ultimo tratto lo faccio senza rallentamenti, sbaglio solo a non mettere i guanti e arrivo in cima con le mani congelate, non riesco nemmeno a fare la foto e scappo in discesa. Adesso l’obiettivo è arrivare a Cogne prima del buio. Al Sella sono in anticipo di un’ora e mezza, faccio lo sborone, ordino caffè espresso, fetta di crostata e mi prendo una tavoletta di cioccolato bianco. Aggiungo qualcosa dal ristoro, forse della moccetta. Uscendo dal rifugio rimango sorpreso perché trovo uno che dorme su una panca, fa abbastanza freddo e non capisco perché non sia entrato, credo abbiano anche letti liberi. Avviso un volontario e vado.
Arrivo a Cogne alle 19’15 e qui forse faccio un errore. Anziché mangiare ed uscire veloce mi faccio la doccia provo a dormire, senza riuscirci ovviamente. Così riparto con il buio per quello che, lo so, sarà un tratto molto duro, non per il percorso ma per la testa.
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Corry
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Re: Tor Des Geants (Ao) 08-14.09.2024

Messaggio da Corry »

Iniziano le mutazioni dello spazio-tempo, infatti arrivo al bel ristoro di Lillaz, dove ci sono bambini entusiasti che mi offrono il loro super caffè, in meno di mezz’ora del mio orologio interno, in realtà verificherò poi di averci messo un’ora e un quarto. Da qui inizia un sentiero infinito su e giù destra e sinistra, fatto apposta per fare perdere il senso dell’orientamento e distruggere la forza di volontà di noi poveri concorrenti. Ma io lo so e non mi faccio fregare, so che lì non è finita, so che lassù non è l’ultimo dosso, so che il rifugio Sogno non esiste e continuo imperterrito a camminare. Non so come arrivo all’attacco del Fenetre di Champorcher, non si sale ma si fanno lunghi avanti e indietro alla base della montagna, credo una cinquantina, ma forse sono cinquemila, prima di attaccare la bocchetta.
Sono sicuro che la discesa è veloce e arriverò facilmente al Dondena, il problema è che la faccio tutta in dormiveglia e non riesco a quantificare le distanze tra luci e bandierine. Passo il rifugio Miserin, chiuso, vedo subito il Dondena, aperto, pensavo più distante…entro e chiedo subito un letto, dopo avermi squadrato un ragazzo mi chiede quanto sonno ho, “tanto” e mi accompagna in camera.
Quest’anno sono attrezzato, tappini super insonorizzanti, metto il conto alla rovescia su 2 ore e più o meno mi addormento. Mi sveglio dopo un’ora e mezza, chiedo da mangiare ma non hanno quasi nulla. Chiedo se c’è un ristoro prima della fine della discesa e mi rispondono “il Dondena”. “Ma il Dondena non è questo?” “No siamo il Miserin” “ah”. E vado.
Arrivo al Dondena giusto a faccio colazione, il mio stomaco però fa fatica a lavorare durante la notte, così arrivo a Chardonney con la nausea. Mi metto 15 minuti su una sdraio sotto ad un fungo riscaldante.
Cerco sempre di non perdere troppo tempo e corricchio tutte le discese. Ovviamente senza forzature ma senza mai rallentare troppo. Arrivo a Pontboset che sto molto meglio, mi spoglio e riparto, il caldo inizialmente fa piacere ma poi inizia a dar fastidio, solito giro assurdo a arrivo a Donnas alle 11’30. Mangio, sistemo i piedi e incontro Simona che mi chiede se ho voglia di salire al Coda insieme. Lei va più forte di me in salita ma se mi aspetta si può fare. Esco dalla base vita con due ore di vantaggio.
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Corry
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Re: Tor Des Geants (Ao) 08-14.09.2024

Messaggio da Corry »

Fa caldissimo, ma caz abbiamo preso freddo fino a stamattina e adesso si muore dal caldo, al Tor non ci sono vie di mezzo, saliamo piano pianino, Simona ci sta mettendo un po’ a carburare ma almeno non faccio fatica, Perloz arriva veloce, faccio merenda e bevo una bella spremuta d’arancia, non so proprio come facciano i volontari a farci trovare queste sorprese. In discesa stacco un pochino Simona, tanto so già che mi riprenderà, infatti prima della Sassa arriva come un treno. Al ristoro ho una fame bestiale, molto bene. Si riparte con l’obbiettivo di vedere il Coda con la luce del sole, ne io ne lei ce l’abbiamo mai fatta. Arriviamo sulla cresta al tramonto, foto stratosferica. Io mi fermo a mettere il goretex con il risultato che a 50 metri dal rifugio mi fermano 10 minuti perché deve arrivare l’elicottero (tra l’altro anche al Dondena l’avevo visto scendere proprio davanti a me) con il risultato che mi raffreddo e arrivo al ristoro intirizzito. Fortuna vuole che il volontario sta accendendo il cannone stufa così mi preparo per la notte indossando indumenti belli caldi, che lusso. Si esce con l’idea di andare a dormire al Barma, in discesa rimango ancora da solo, in questo Tor sarà quasi sempre così, eppur ogni tanto mi lavo. Al Barma non ci sono letti liberi e i due poveri volontari impazziscono per accontentare tutti, devono anche dare la priorità a quelli della 450, io mi metto in lista, vado a a mangiare e scopro con grande gioia che hanno la polenta con lo spezzatino! Torno alle camere ma mi dicono che manca ancora tanto, allora mi trovo una panca imboscata e dormo secco mezz’ora. Mi sveglio e finalmente mi danno un letto, un’ora mezza, nelle altre edizioni mai avevo fatto due ore di sonno in una sola notte! Mangio ancora qualcosa, saluto Simona ed esco bello carico.
Al lago chiaro niente grigliata, colpa mia che sono arrivato troppo presto, punto tutto alla polenta del colle della Vecchia, entro nel tendone augurando a tutti “buon Natale!”, se non faccio il pirla non sono contento. Polenta eccelsa, faccio il bis. Arrivo a Niel bello cotto, non so perché ma non c’è stato un Tor dove sono arrivato in condizioni decenti in questo splendido borgo. Comunque stavolta non ho sonno, non ho acciacchi particolari, devo solo mangiare, andare in bagno e rimettermi in cammino, le simpatiche volontarie mi aiutano con qualche chiacchiera. Mi sono accorto che un elastico della ghetta si è rotto facendola scivolare sopra la scarpa, mi ha pizzicato il tendine e si sta formando una vescica. Sento dolore ma so che è una cosa superficiale, niente a che vedere con il collo bloccato del 22. Chiedo qualcosa al medico e mi da un cerottino microscopico, alla mia faccia perplessa risponde subito con un cerottone, non sono convinto e lo metto nello zaino, butto la ghetta e parto per il Lasoney. A Loo sto meglio ma non sono ancora a 100, non riesco a gustarmi tutte le prelibatezze che mi offrono ma comunque mi faccio una macedonia e qualche tramezzino, poi gestisco la discesa su Gressoney e ci arrivo in buone condizioni.
Marietto
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Re: Tor Des Geants (Ao) 08-14.09.2024

Messaggio da Marietto »

Boborosso ha scritto: 20/09/2024, 13:47 L'ansia più grande che ho verso questa gara è che devi gestire anche l'orientamento, oltre al problema del sonno, del terreno tecnico, delle pendenze, della mancanza di ristori e basi vita sufficienti.
Il fatto che si seguano sentieri poco calpestati e da indovinare, unito alla stanchezza, è un bell'impegno per chi non conosce la zona. Sarà per quello che più del 60% degli iscritti è italiano o francese.
Presumo che chi partecipa sia obbligato a sfruttare il "menù alla carta" dei rifugi, per riuscire ad arrivare in fondo.
Se uno è già pratico di navigazione non ha grossi problemi....salvo forse un paio di punti in cui il segnale GPS prende poco e potresti avere qualche difficoltà.
Per quanto riguarda i ristori (o meglio i rifugi) l'accoglienza è ottima e ti danno quello che ti possono offrire...e quindi passi dal piatto di pasta o minestra (nei casi peggiori...ma sono rifugi piccoli, difficilmente raggiungibili) ad altri rifugi che sono dei veri e propri ristoranti dove quando entri ti dicono "Quello è il cuoco chiedi tutto quello che vuoi"!
Da notare che l'organizzazione riconosce un costo "forfait" per ogni corridore che transita...ma è un costo quasi ridicolo....i rifugisti fanno molto di più e di tasca loro.
Questa è la cosa più bella che apprezzo del Glaciers e che non trovi in nessuna altra gara...un pò come i primi tor des Geants ecco...
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Boborosso
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Re: Tor Des Geants (Ao) 08-14.09.2024

Messaggio da Boborosso »

Corry ha scritto: 22/09/2024, 18:29 eppur ogni tanto mi lavo
probabilmente non così bene come credi :lol:

Vai Corradoooo!!!
Marietto
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Re: Tor Des Geants (Ao) 08-14.09.2024

Messaggio da Marietto »

motosega ha scritto: 20/09/2024, 14:37 Io invece vorrei segnalarvi, qualora non l'aveste fatto magari ai fini del Fantatrail, la debacle totale di quelli che alla Barkley si sono rivelati indiscussi protagonisti e che invece al TOR sono stati un fiasco: Kelly e Paris
Come ve lo spiegate ? Poco avezzi a salite così lunghe e alle condizioni di alta montagna ?
Beh...a parità di "cilindrata" dei corridori stai paragonando due corse completamente diverse....e quindi non è scontato che se sei forte da una parte lo sei anche dall'altra.
Kelly cmq in passato mi pare abbia ottenuto anche buoni piazzamenti al TOR.
Il Tor e la Barkley richiedono attitudini molto diverse...e non solo un ottimo motore.
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augusto losio
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Re: Tor Des Geants (Ao) 08-14.09.2024

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uh mama, è più dura scrivere il resoconto che finire la gara.
forse è il mettere in fila le emozioni che ancora mi rimbalzano in testa, o forse la certezza di non riuscire a riprendere tutto quello che mi è capitato in quei sei giorni e quattro ore di viaggio, perché è di questo che si è trattato come ogni volonTOR ti ribadisce quando dal primo all’ultimo rifugio ti augura “buon viaggio”.
per me è un viaggio che riprende da due anni fa, quando fui fermato al frassati e mi dissi che una cosa era essere considerato finisher, un’altra era tagliare il traguardo a courmayeur.
questo pensiero mi ha accompagnato per tutto il tragitto e mi ha aiutato (in maniera un po’ inaspettata devo dire) a trovare in me le energie per infilare un passo dopo l’altro.
la partenza è sempre qualcosa di epico, con il tifo che spinge involontariamente dalla volontà reale, non è possibile corricchiare, anche solo per rendere grazie alle persone che sono lì con te, che non possono immaginare il guazzabuglio in cui ti stai andare a inforcare ma ugualmente diventano parte del grande quadro di cui adesso intravedo solo la cornice.
essere andato in bagno cinque volte nelle ultime 24 ore vorrà pur significare qualcosa circa la mia agitazione; ma è qualcosa di positivo, una sensazione alla bocca dello stomaco che è contemporaneamente vuoto pneumatico e densità da buco nero, fame e sensazione di pienezza.
i primi tre colli vanno via benissimo, grazie anche alla compagnia di martin, la discesa a planaval è come me la ricordavo da due settimane prima in camminata e mi rassicura circa le mie condizioni.
mi fa invece paura quello che vedo a valgrisenche, mi faccio rifare i bendaggi ai piedi (voglio evitare vesciche a tutti i costi) e vedo di già un sacco di gente dormire, o stravaccata, o peggio sui lettini di emergenza e prossima al ritiro.
ecco, il fenetre invece rimarrà l’ostacolo più cattivo, quella notte col vento che sbatte in faccia minuscoli pezzi di ghiaccio mentre mi isso a forza sulla salita e poi rotolo giù dalla discesa con l’agilità e l’eleganza di un tricheco in frac e scarpe a punta.
segue l’alba e la salita all’entrelor mi rilassa. è dura, questo è certo, ma almeno sono franco sulle gambe e km e dislivello passano senza colpi ferire.
sulla salita al loson (che non è la bestia più nera del tracciato) lascio martin e ciascuno fa la sua strada. riesco a arrivare a tardo pomeriggio (l’ho già detto che sono lento? ecco, bene, non dimenticatelo) e a scendere senza perdere tempo.
poi, a cogne, mi fermo troppo ma almeno dormo bene.
già qui mi rendo conto di una cosa che poi troverà mesta conferma: il tor non si improvvisa, cosa che io invece faccio in ogni gara. il tor ha bisogno di essere programmato almeno un minimo, andare a sensazione ti porta assai vicino al punto di rottura se qualche improvviso affanno o problema imprevisto ti si avvinghiano, incluse crisi e perdita di lucidità.
però riparto mantenendo per tutta la salita la stessa voglia consapevole, lucida, e quindi irrazionale di andare completamente da solo.
accellero, riesco a tenere un buon ritmo e mi diverto fino alle finestre di champorcher, ripassando dal sogno dove qualche settimana prima ho dormito fuori dal portone in sacco a pelo non potendo montare la tenda a causa di un acquazzone.
incredibile, anche la discesa a donnas mi piace, soprattutto il tendone del ristoro dove parlo con un sacco di persone e incontro una infermiera che mi dice che spesso consiglia, per infrancare lo spirito, una buona birra a chi se lo può permettere.
io a quella tipa là voglio ancora bene.
donnas mi accoglie, non dormo preferendo farlo brevemente nei rifugi e riparto dopo un po’.
sicuramente non mi faccio mancare il giusto riposo dato che la salita al coda è per me uno spauracchio. infatti me la ricordavo e arrivo decisamente stanco; purtroppo quest’anno non permettono di dormire (due anni fa sì), così mi rimetto in cammino.
la tratta al barma mi prostra, e con me tanti altri, non lo ricordavo così duro. qui non aspetto un letto ma dormo in una coperta che ha certamente visto tempi migliori, ma che mi accoglie per circa un’ora di sonno ininiterrotto.
e si riparte, con i piedi che stanno bene assai, finalmente con un meteo più decente, anche se devo dire che (da qui alla fine) il mio abbigliamento e la mia attrezzatura non rappresentano mai un problema di inadeguatezza o inefficacia.
la cosa che più mi piace di questo tor è la sensazione di appagamento: sono qui, adesso, sto facendo qualcosa che mi sta piacendo, ho la prospettiva di continuare così ancora per molto, non sono preoccupato, penso spesso al figlio con cui vorrei fare il tor tra qualche tempo. tutto questo addirittura mi spinge a volte verso un vero e proprio stato di euforia, che però non mi consuma ma anzi mi carica e mi ricarica.
sono bellissimo, sorrido al mondo e il mondo mi sorride.
bon, basta, questa è la conferma definitiva: perfino la discesa a niel mi aggrada, arrivo poco o punto consunto, mangio la solita polenta più buona del mondo e dormo in tenda.
il colle successivo è bello come sempre, 50 minuti e sono in cima, poi l’altopiano e infine il ristoro della azienda agricola dove l’anno scorso dormii in una stalla riattata. mi faccio riconoscere dal titolare (un matto raro) e lui mi fa: “certi incontri si devono festeggiare” tirando fuori una caraffa di gin tonic per i volontari.
io anche a quel tipo là voglio ancora bene.
scendo a gressoney di buona lena, mangio e dormo (viva l’originaità…).
pinter, caro amico che salgo per la sesta volta, sei una pietra miliare perché al passarti ho la sensazione che buona parte del tor sia ormai depositata nel fiume carsico dei ricordi e che una volta qui la prospettiva di arrivare a compimento sia alla mia portata.
ho relativamente poco sonno, riesco a gestirmi bene, vado avanti e non vedo l’ora di arrivare alla parte valdostana che secondo me è la più bella in assoluto: col di nannaz.
l’attesa non tradisce le aspettative, panorami stupendi sotto a un cielo maestoso, mi fa venire voglia di tornare con mia moglie.
e quando vengo pervaso da desideri simili, vuole davvero dire che sto girando a millemila…
valtournanche è il punto di non ritorno, ma anche la parte che più temo dato che è quella che meno mi ricordo.
infatti il tratto dal barmasse al magià si fa sentire e picchia. a un certo punto sbaglio completamente i conti, diciamo che per me in quei momenti due più due dava come risutato baionetta, e io ero lory del santo che ballava al drive in.
insomma, certezza di essere fuori dai cancelli e io che inizio a correre. come uno scemo.
raggiungo un conoscente che so essere decisamente più forte di me, che infatti mi guarda un po’ stralunato e mi rassicura su tutto.
al magià ci informano delle condizioni proibitive del meteo più in alto, io non parto con la compagnia che avevo deciso (si parlava di andare su insieme come un gruppo, invece partono al galoppo: e allora ciao) e mi unisco a altri.
cuney-clermont tratta dura sotto alla neve, poi sosta prolungata e prospettiva di scendere dal vessona come un orso ubriaco.
ecco, la discesa. augusto è questo coso qui, lo giuro: “allora, l’aereo è precipitato, però sono vivo. adesso è questione di scendere e cercare aiuti. ma guarda, altre frontali, allora non sono l’unico sopravvissuto, molto bene”.
oh, così fino a oyace…dove per fortuna mi riprendo e parto verso ollomont. certo con l’ennesimo colle in mezzo.
a ollomont arrivo in condizioni mentali non ottimali, è come se avessi un peso aggiuntivo, un torpore che non mi permette di essere adeguatmente reattivo e di prendere decisioni attivamente, non invece farmi portare dagli eventi.
per fortuna lo champillon mi rigenera e riesco a scavallare prima del buio dell’ultima notte, trovando di nuovo neve ma senza avere bisogno dei ramponcini.
arrivo alla salita al frassati, dove due anni fa tutto finì. non me la ricordavo così ostica, ma quando deve finire finisce. purtroppo dormo e non sento la sveglia, riparto in fretta e furia un’ora in ritardo con il sole alto.
poco male, sto decisamente bene e il malatrà prima e la balconata poi sono di una bellezza struggente, tutto innevato e aspro, con un vento fortissimo che mi sposta letteralmente sul sentiero.
poi, a un certo punto, tutto finisce e inizia il tratto finale di sentiero.
sono di nuovo felice: certo, un asteroide, un fattorino di deliveroo, oppure godzilla farebbero in tempo a fermarmi. ma le probabilità, a questo punto, direi che sono a mio favore.
l’ho già fatta troppo lunga: entro a courmayeur e a sorpresa trovo mia moglie e mio figlio, con la borsa frigo e quattro birre.
ringrazio e riparto correndo (sì: correndo!) per il paese con pietro attaccato e una birra in mano.
passo sotto al gonfiabile e il sogno tracima nella realtà.
sono felice come quando da bambino andavo in spiaggia di primo mattino, mi tengo tutto quanto e lo rimesto continuamente, come farò nei giorni successivi rendendomi conto che tutto questo è mio, e che lo resterà per sempre.
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Corry
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Re: Tor Des Geants (Ao) 08-14.09.2024

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augusto losio
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Re: Tor Des Geants (Ao) 08-14.09.2024

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uomo, tu sei arrivato circa due ore prima di me, ma perché ti hanno fermato una VALANGATA di ore al frassati.
per quanto possa valere una classifica, tu mi sei avanti di anni luce.
altro che "fuoriclasse"...io e te finiamo lo stesso viaggio, ma tu hai quella marcia che io invidio.
domani sera ce la facciamo davanti a qualche birra con gli altri scalmanati.
ah sì, ringrazia ilaria, il suo augurio alla partenza mi ha portato bene.
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