Inizio il mio racconto, doveroso un preambolo.
Posto a puntate, visto che altrimenti sbianchereste a vedere quanto scrivo in tutto
Nel 2022
Martedì sera del 30 agosto 2022, sono le 23:30 circa, mi sono appena ritirato dalla gara Swiss Peaks 2022. Non si può fare una gara tanto put..na.
Torno a casa sconfitto, leccandomi le ferite. So che ho fatto il mio meglio in gara, che non avrei potuto continuare. Ma mi sento comunque male, fa male. Al di là del mal di pancia che mi ha fatto ritirare.
Raccontare che sì, ce l’hai messa tutta, sì, come te altri 140 corridori si sono ritirati, sì, la gara era impossibile, non aiuta. Si sente l’amaro in bocca.
La scelta quel giorno era solo una, ed era quella giusta: ritirarmi.
Rientro a casa, seguo chi è rimasto sui sentieri dal PC, un po’ sono geloso ma sono decisamente sollevato dal non dover più essere lì, a combattere contro pietroni, radici, freddo e sonno.
Passa una settimana e già sto vedendo quando è prevista la prossima edizione. Non voglio rifarla, però un desiderio di riscatto comincia a delinearsi nella mia mente.
Decido di pianificare l’anno di corsa, poi vedrò quali saranno gli obiettivi.
Da ottobre inizio a fare esercizi di core-stability (per addominali, braccia, giunture), a dicembre inizio ad aumentare chilometri.
Da gennaio mi impegno e trovo delle soluzioni ai motivi per cui mi sono ritirato:
- Aumento i km/mese da fare
- Aumento il dislivello/mese da fare
- Cercherò di correre in solitaria durante le gare, per evitare di farmi tirare troppo in salita e andare in stress. Devo solo parlare di meno con tutti ed essere più antipatico…
- Mi metto a dieta (perderò 8 kg, avrei voluto fare qualcosa in più, ma dopo 3-4 mesi di dieta ero stufo);
- Proverò a mangiare di più durante lo sforzo delle gare, imponendomi di ingollare qualcosa ogni ora;
- Proverò prodotti alternativi alla cioccolata e frutta secca da mangiare durante le gare.
Entro marzo ho fatto tantissimo fondo in piano e concluso il periodo di esercizi di core-stability. Ho fatto anche varie uscite con dislivello e ormai è da 1 mese che mi sono iscritto a quella brutta bestia dello Swiss Peaks 2023: mi sono deciso e sono incacchioso.
Da marzo a luglio ho programmato molte salite e gare lunghe, per fortuna non mi stufo e mi piace stare in montagna a lungo. Esco anche più del programmato.
Ad agosto cerco di staccare, per non presentarmi alla partenza ad Oberwald con poca voglia. Faccio qualche uscita, blanda. L’ultima la faccio una settimana prima della gara, non ho proprio buone sensazioni… speriamo bene.
In partenza
Ho usato il borsone dell’anno scorso per provare a far stare tutto. Le misure del borsone non sono quelle indicate dal regolamento, ma se spingi bene tutto e metti bene in tensione le cuciture della sacca, i 50 L di materiale ci stanno. Opto per 3 cambi superiori completi, 8 paia di calzini, 3 mutande, 1 maglia, 1 pantalone, 1 pantaloncino. Poi ho un beautycase destinato all’elettronica, agli integratori, a creme e medicamenti, 1 paio di scarpe, i ramponcini, 1 piuminio, le ciabatte. Non ci sta altro, a parte i miei snack: di questi ne ho per circa 40 volte, dalla cioccolata alle noccioline, passando per buste di riso, biscotti, polpa di frutta e scatolette di tonno. Quest’anno non mi fregano e avrò da mangiare quello che serve. Effettivamente il borsone avrebbe ancora un po’ di spazio, ma preferisco non dover fare a pugni con i sacchetti in base vita.
Il 1° settembre è il compleanno di mia figlia, quindi sono tutto per lei.
Il 2 settembre viaggio in treno, 8 treni… a Sesto Calende salta la coincidenza e il viaggio si fa frizzante… proseguo e arrivo al ritiro dei pettorali a Fiesch ma scendo nella stazione sbagliata, come me ci ritroviamo in 4 concorrenti, due in macchina e 2 in treno, le indicazioni non erano chiarissime. Salgo in macchina con una concorrente e arriviamo all’area ritiro. Il posto è peggio di un labirinto e la legenda narra che si siano ritirati almeno 10 concorrenti perché era troppo difficile trovare il posto dove prelevare il pettorale.
Arrivo in albergo e incontro altri italiani, tra cui 2 friulani (Paolo e Pascal) e il friulano adottato Giulio. Sarò in buona compagnia quest’anno. Mi fanno varie domande, le mie risposte non piacciono molto, le risposte devono far percepire una gara da rispettare e che è caratterizzata da un’autonomia maggiore in confronto ad altre gare. (riporto certe domande per far capire l’apprensione: “ti svegliano se glielo chiedi?”, no, “obbligano a portare 2 litri d’acqua, io ne porto solo mezzo litro” non ti basterà… “non ho snack, ma servono veramente?”, morirai.). Consegno 2 bandiere del Friuli ai due friulani, che me le avevano commissionate.
3 settembre giorno della partenza, ho dormito benissimo e sono carico, vado a consegnare il borsone e incontro altri italiani, tra cui Augusto e Luca (che ho conosciuto tramite il forum). Siamo tutti ammucchiati, come dei pulcini rimasti senza la chioccia. Parliamo del più e del meno, con la tensione della gara che sta montando. Io mi sento sereno, conosco la prima parte della gara, prevedono una settimana di bel tempo e non vedo l’ora di partire!
Con l’atteggiamento spartano svizzero che ho imparato a conoscere, dalle 8 alle 9 montano le strutture zona partenza, dalle 9 c’è il live e alle 10 si parte!