Swisspeaks Trail (Svizzera) 03-10.09.2023

Anteprime e cronache

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Questa sezione è dedicata alle anteprime e ai racconti delle gare.
Nel titolo scrivete il nome della gara, la provincia e la data di svolgimento.
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Corry
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Re: Swisspeaks Trail (Svizzera) 03-10.09.2023

Messaggio da Corry »

E direi che anche Bobo ce l’ha fatta! A meno che non gli sparino! :lol:
Dall’ultimo ristoro all’arrivo è tutta una strada sterrata in discesa, tranne un breve falsopiano, brutta ma veloce.
Io l’avevo addirittura corsa tutta ma erano 170km in meno :D
Credo comunque che, andando piano, in un paio di ore al massimo ce la possa fare, è passato circa a mezzogiorno quindi dovrebbe arrivare intorno alle due!

👏🏼 Bravo!
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motosega
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Re: Swisspeaks Trail (Svizzera) 03-10.09.2023

Messaggio da motosega »

Confermo
In massimo due ore arrivi, e la corri tutta per disperazione :lol: :lol:
Bravissimo Bobo. Nel suo caso, se non chiacchierasse con tutti, potrebbe chiuderla in 100 ore al massimo
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Corry
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Re: Swisspeaks Trail (Svizzera) 03-10.09.2023

Messaggio da Corry »

Ha chiaccherato tanto, ci ha messo tre ore e mezza! :mrgreen: :lol: :lol: :lol:
Luca64
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Re: Swisspeaks Trail (Svizzera) 03-10.09.2023

Messaggio da Luca64 »

Grazie ragazzi
Arrivato a casa da poco.
Per me prima gara oltre 170. E’ stata durissima perché dal terzo giorno le vesciche ai piedi mi rallentavano tantissimo. Mi dicono che in discesa ero veloce come in salita.
Mi spiace tanrissimo per Augusto incrociato alla Dixance e si vedeva che era preoccupato però il tendine. Ha fatto la cosa giusta.
Contentissimo per Fabiano. È stato un grande e aveva un conto in sospeso …
Io purtroppo ho perso un quanto d’ora a Bouveret perché mi sono perso ( ma si può essere.così coglioni?) e poi prima dell’ultima base vita ho perso circa 45 minuti per avere conferma della traccia da uno spagnolo perché purtroppo il mio COROS non la digeriva. Meglio: fatto circa 200d+ poi dubbio, ritorno indietro e aspetto lo spagnolo per avere la conferma che ero in traccia.
Ho chiuso la gara grazie a tutti i consigli di Fabiano, Augusto e motosega. Mi hanno fatto partire con il giusto timore reverenziale per la Swiss Peak.
Se qualcuno volesse consigli pratici me lo faccia saper perché sono aspetti molto soggettivi. Come pericolosità supera la Diagonale perché le sezione attrezzate non sono presidiate da a una guida e alcune corse fisse erano poche sicure.
Le tratte più dure dipendono dalle circostanze fisiche del momento. Io avrei fatto solo salite perché avevo i piedi talmente andati che sono dovuto rientrare subito a casa. Che dire poi: una gara molto cattiva e ne esci con la testa specie se sei senza traccia sull’orologio. La lunghezza è sicuramente oltre 370 e alcuni ristori troppo distanziati. Io non ho fatto il Tor ma tutti quelli che hanno fatto entrambi non hanno dubbi a mettere la Swiss Peak come decisamente più dura e selettiva
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Boborosso
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Re: Swisspeaks Trail (Svizzera) 03-10.09.2023

Messaggio da Boborosso »

Ciao a tutti! Pian piano sto rientrando a casa. Sono nervoso perché non ho più i campanacci delle mucche a riempire gli spazi e i silenzi. Sto rientrando nella cacofonia della civiltà.
Non poteva, ovviamente, durare per sempre. Nell'ultima vallata si poteva vedere il lago di Ginevra. Mi sono seduto, assieme al mio nuovo compagno Oliver, abbiamo guardato il lago e il casino che ci aspettava, poi abbiamo guardato il paesaggio montano attorno a noi e siamo rimasti in silenzio.
Non so se l abbiamo detto, magari assieme, o lo abbiamo pensato entrambi e nessuno lo ha espresso: non possiamo rimanere qui? Siamo rimasti a lungo in silenzio a godere del posto, dell'aria fresca e dell'esperienza.
Ormai la gara era finita il giorno prima visto che i tempi dei cancelli non erano più un problema. Non ho guardato l orologio dopo le 22 di venerdì, non chiedetemi quanto o quando sono arrivato.
So per certo che l ultima salita con pendenza del 40% l ho fatta correndo tutta perché sì e perché ne avevo. Ridendo. Forse sono un po' pazzo. Ma mi sono goduto l'ultimo giorno di ferie.

Per questo ringrazio Motosega che me lo ha consigliato.

E, visto che avevo messo da parte lo spirito competitivo, quando sono arrivato al traguardo mi sono sentito addirittura un po' in colpa quando mi dicevano "bravo", non stavo più facendo la gara...

Però la medaglia ce l'ho su.
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Corry
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Re: Swisspeaks Trail (Svizzera) 03-10.09.2023

Messaggio da Corry »

Bravo Bobo! Bisognerebbe riuscire sempre ad affrontare questo tipo di gare con il tuo spirito.
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andard
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Re: Swisspeaks Trail (Svizzera) 03-10.09.2023

Messaggio da andard »

complimenti a tutti! Dev'essere stata una gran bella esperienza! ;)
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Boborosso
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Re: Swisspeaks Trail (Svizzera) 03-10.09.2023

Messaggio da Boborosso »

Inizio il mio racconto, doveroso un preambolo.
Posto a puntate, visto che altrimenti sbianchereste a vedere quanto scrivo in tutto :?


Nel 2022

Martedì sera del 30 agosto 2022, sono le 23:30 circa, mi sono appena ritirato dalla gara Swiss Peaks 2022. Non si può fare una gara tanto put..na.
Torno a casa sconfitto, leccandomi le ferite. So che ho fatto il mio meglio in gara, che non avrei potuto continuare. Ma mi sento comunque male, fa male. Al di là del mal di pancia che mi ha fatto ritirare.
Raccontare che sì, ce l’hai messa tutta, sì, come te altri 140 corridori si sono ritirati, sì, la gara era impossibile, non aiuta. Si sente l’amaro in bocca.
La scelta quel giorno era solo una, ed era quella giusta: ritirarmi.
Rientro a casa, seguo chi è rimasto sui sentieri dal PC, un po’ sono geloso ma sono decisamente sollevato dal non dover più essere lì, a combattere contro pietroni, radici, freddo e sonno.

Passa una settimana e già sto vedendo quando è prevista la prossima edizione. Non voglio rifarla, però un desiderio di riscatto comincia a delinearsi nella mia mente.

Decido di pianificare l’anno di corsa, poi vedrò quali saranno gli obiettivi.
Da ottobre inizio a fare esercizi di core-stability (per addominali, braccia, giunture), a dicembre inizio ad aumentare chilometri.
Da gennaio mi impegno e trovo delle soluzioni ai motivi per cui mi sono ritirato:
- Aumento i km/mese da fare
- Aumento il dislivello/mese da fare
- Cercherò di correre in solitaria durante le gare, per evitare di farmi tirare troppo in salita e andare in stress. Devo solo parlare di meno con tutti ed essere più antipatico…
- Mi metto a dieta (perderò 8 kg, avrei voluto fare qualcosa in più, ma dopo 3-4 mesi di dieta ero stufo);
- Proverò a mangiare di più durante lo sforzo delle gare, imponendomi di ingollare qualcosa ogni ora;
- Proverò prodotti alternativi alla cioccolata e frutta secca da mangiare durante le gare.
Entro marzo ho fatto tantissimo fondo in piano e concluso il periodo di esercizi di core-stability. Ho fatto anche varie uscite con dislivello e ormai è da 1 mese che mi sono iscritto a quella brutta bestia dello Swiss Peaks 2023: mi sono deciso e sono incacchioso.
Da marzo a luglio ho programmato molte salite e gare lunghe, per fortuna non mi stufo e mi piace stare in montagna a lungo. Esco anche più del programmato.
Ad agosto cerco di staccare, per non presentarmi alla partenza ad Oberwald con poca voglia. Faccio qualche uscita, blanda. L’ultima la faccio una settimana prima della gara, non ho proprio buone sensazioni… speriamo bene.

In partenza
Ho usato il borsone dell’anno scorso per provare a far stare tutto. Le misure del borsone non sono quelle indicate dal regolamento, ma se spingi bene tutto e metti bene in tensione le cuciture della sacca, i 50 L di materiale ci stanno. Opto per 3 cambi superiori completi, 8 paia di calzini, 3 mutande, 1 maglia, 1 pantalone, 1 pantaloncino. Poi ho un beautycase destinato all’elettronica, agli integratori, a creme e medicamenti, 1 paio di scarpe, i ramponcini, 1 piuminio, le ciabatte. Non ci sta altro, a parte i miei snack: di questi ne ho per circa 40 volte, dalla cioccolata alle noccioline, passando per buste di riso, biscotti, polpa di frutta e scatolette di tonno. Quest’anno non mi fregano e avrò da mangiare quello che serve. Effettivamente il borsone avrebbe ancora un po’ di spazio, ma preferisco non dover fare a pugni con i sacchetti in base vita.
Il 1° settembre è il compleanno di mia figlia, quindi sono tutto per lei.
Il 2 settembre viaggio in treno, 8 treni… a Sesto Calende salta la coincidenza e il viaggio si fa frizzante… proseguo e arrivo al ritiro dei pettorali a Fiesch ma scendo nella stazione sbagliata, come me ci ritroviamo in 4 concorrenti, due in macchina e 2 in treno, le indicazioni non erano chiarissime. Salgo in macchina con una concorrente e arriviamo all’area ritiro. Il posto è peggio di un labirinto e la legenda narra che si siano ritirati almeno 10 concorrenti perché era troppo difficile trovare il posto dove prelevare il pettorale.
Arrivo in albergo e incontro altri italiani, tra cui 2 friulani (Paolo e Pascal) e il friulano adottato Giulio. Sarò in buona compagnia quest’anno. Mi fanno varie domande, le mie risposte non piacciono molto, le risposte devono far percepire una gara da rispettare e che è caratterizzata da un’autonomia maggiore in confronto ad altre gare. (riporto certe domande per far capire l’apprensione: “ti svegliano se glielo chiedi?”, no, “obbligano a portare 2 litri d’acqua, io ne porto solo mezzo litro” non ti basterà… “non ho snack, ma servono veramente?”, morirai.). Consegno 2 bandiere del Friuli ai due friulani, che me le avevano commissionate.
3 settembre giorno della partenza, ho dormito benissimo e sono carico, vado a consegnare il borsone e incontro altri italiani, tra cui Augusto e Luca (che ho conosciuto tramite il forum). Siamo tutti ammucchiati, come dei pulcini rimasti senza la chioccia. Parliamo del più e del meno, con la tensione della gara che sta montando. Io mi sento sereno, conosco la prima parte della gara, prevedono una settimana di bel tempo e non vedo l’ora di partire!
Con l’atteggiamento spartano svizzero che ho imparato a conoscere, dalle 8 alle 9 montano le strutture zona partenza, dalle 9 c’è il live e alle 10 si parte!
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Boborosso
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Re: Swisspeaks Trail (Svizzera) 03-10.09.2023

Messaggio da Boborosso »

Prima tappa Oberwald-Fiesch
Partiamo in 330, molti fanno la gara singola e una 30ina di coppie fanno la gara in DUO. Il percorso è lo stesso, la classifica distinta.
Mi tengo indietro come mio solito, quasi ultimo. C’è più tifo rispetto all’anno scorso. Scatta il via, fumogeni, musica a palla, gente che urla, sento l’adrenalina, sono felice. Il friulano Pascal (a 200 metri dalla partenza) mi dice che deve pagarmi la bandiera. Adesso??? Ma come… comincia a cercare i soldi e io mi dileguo nel gruppo per non dovermi fermare dopo nemmeno 1 minuto di corsa… non lo rivedrò fino a giovedì per fortuna.
Parte la prima salita, comincio a superare involontariamente, poi discesa e salita e abbiamo già fatto 1700 metri di dislivello in 20 km senza aver ancora assaporato i percorsi tecnici di questa gara. Ma ora ci si tuffa sul primo sentiero con pendenza al 40 % e si comincia ad entrare nel mondo Swiss Peaks. Scendo veloce, senza esagerare, supero solo se mi lasciano passare, senza spingere troppo. Poi la discesa torna ad essere blanda e riprendo ad alternare corsa e camminata per non spomparmi. L’obiettivo di oggi è di guadagnare qualcosa sui tempi previsti, per ottimizzare la nanna della 3^ notte. Pian piano mi sto riabituando a pensare in termini di ore e giorni e non di minuti e secondi.
Primo ristoro, sono in anticipo di 1 h sul cancello orario e di 20 min sui tempi dell’anno scorso. Sono anche meno spaventato, sto prendendo tutto a piccole dosi senza ansia.
Incontro Augusto, che aveva paura di non riuscire ad arrivare prima del cancello… bhe, se sei già qui mi prendevi in giro… in realtà ne ha più di me.
La terza e ultima salita è una bella bestia, si sale piano all’inizio e poi, dopo aver guadato quello che quest’anno è un fiume, ci si trasferirà su un sentiero molto pendente.
Il fiume l’anno prima era un ruscello di poco conto, quest’anno è largo 5 metri e c’è una forte corrente, hanno teso una corda tra le due rive per aiutare nell’attraversamento. Alcuni entrano in acqua correndo, altri cercano di saltare tra una pietra e l’altra rischiando la vita. Io tolgo le scarpe e i calzini e le tengo in mano, attraverso lentamente, mi asciugo e rimetto le scarpe. Augusto guada assieme a me, con la versione salta-pietre. Attraversa quasi indenne, inzuppando una scarpa su due. E poi se ne va, mentre io sto litigando con i calzini. Arriva il genio: si toglie le scarpe, le lancia sull’altra sponda: tic… toc… pluf! Scarpa caduta nell’acqua! (per fortuna dove non c’è troppa corrente).
Mi mangio uno snack, questa salita da ora in poi è tosta.
Si suda tantissimo, fa caldissimo. Dalla mia, so dove potrò riempire le borracce e quindi non mi risparmio e bevo tanto. Altro snack, mancano ancora 400 metri D+. Sento le gambe in tensione, mi sta per partire un crampo… ma come cacchio… Non ne soffro mai, ho bevuto 4 litri di liquidi in 8 ore, peccato che ne avrò sudati 8! Mi fermo e prendo il tubetto di crema all’arnica che ho nello zaino, me la spalmo sui quadricipiti della coscia sinistra, senza troppe speranze. Riparto e sento che quella zona non mi dà più molto fastidio, ma il resto delle gambe è comunque sollecitato. Fancuore, mi fermo di nuovo e mi spalmo tutte le gambe di crema. E vado leggero, trotterellando… cosa ci sia in questa crema non si sa, ma è miracolosa e sono rinato.
Arrivo in cima al Chummeferge, 2656 mslm, sono in anticipo rispetto all’anno scorso e ho addirittura 2 h di luce in più, visto che quest’anno si partiva 2 h prima.
Discesa, cerco di non esagerare, un paio di corridori mi superano ma mancano ancora 330 km, non siamo al momento della volata finale, andate pure. La vista è mozzafiato, c’è una skyline da paura, l’anno scorso non l’avevo vista perché ormai era buio: montagne, ghiacciai, boschi, e il sole che sta calando rendendo tutto più magico.
Il sentiero diventa di terra battuta con molti sassi esposti e io accelero! A quanto pare secondo le mie gambe siamo al momento della volata finale, visto che mancano solo 328 km… supero almeno 10 persone… kekkoglione… per fortuna arrivo al ristoro dei 44 km e mi fermo.
Raclette fatta sul momento, patate lesse e birra. Sono felice. Mi godo lo show dei corridori cinesi, non sembra siano abituati ad avere una birra gratis e saltellano sul posto inscenando una danza pazza che esprime molta gioia. Quest’anno ci sono in effetti una 20ina di cinesi, iscritti nella gara DUO, la maggior parte si ritirerà nei primi 50 km, sono venuti qui probabilmente per caso, non aspettandosi di dover anche correre… chissà che pacchetto vacanze gli hanno propinato!
Riparto, ho qualche concorrente vicino, tra cui un greco, che dall’inizio della gara non fa che urlare una filastrocca in francese a me incomprensibile, tipo “fra Martino, campanaro… SWISS PEAKS!!!” Quando dice Swiss Peaks tutti ridono, ma è quel tipo di ridere che si concede per compassione ai matti, quindi non mi preoccupo di capire.
7 km alla base vita, potrei arrivarci prima che venga buio, spingo un po’, sempre senza esagerare.
Riprendo e saluto Augusto. Ci rivedremo in base vita.
Attraverso il ponte pedonale sul fiume di 300 metri aspettando di essere da solo, per evitare l’effetto mare mosso che l’anno scorso mi ha smosso le budella. Asfalto e poi mi butto nel sentiero, sarebbe il caso di mettere la frontale, ma l’ambiente è così intimo e ho così fretta che insisto nel semibuio. La frontale renderebbe più visibili le balise del percorso, visto che sono catarifrangenti. Raggiungo e supero altri due concorrenti, anche loro che arrancano nella penombra. Arriviamo a Fiesch assieme, ormai ci sono i lampioni della strada ad illuminare il cammino e procediamo così, aiutandoci a vicenda a trovare il percorso. Conosco un americano-iuessei, scambiamo 2 battute e arriviamo alla base vita.
Sono in anticipo di 1 h rispetto all’anno scorso e di 1h e mezza rispetto alla programmazione.
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Boborosso
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Re: Swisspeaks Trail (Svizzera) 03-10.09.2023

Messaggio da Boborosso »

Seconda tappa Fiesch-Eisten
Dopo 1h e mezza di pausa, in cui ho fatto doccia, mangiato, cambiato e cremato, sistemato lo zaino, sono pronto.
Augusto è già partito da mezz’ora.
Incontro Paolo e Giulio (friulano e mezzofriulano d’adozione, che d’ora in poi chiamerò friulani per semplicità, anche se pure io sono friulanissimo) che hanno dormito un’oretta perché erano in anticipo sulla tabella. Li saluto e parto.
La prossima salita è una brutta bestia di 2000 D+, con un paio di saliscendi nel mezzo. E gli ultimi 500 D+ hanno una pendenza del 35% continua e senza sosta.
Programmo di spezzare i primi 1500 in 2 parti, poi prevedo altre 2 micro-soste negli ultimi 500 m D+.
Oh, non che i primi 1500 siano facilissimi, ci sono strappetti che fanno quasi piangere, ma durano per fortuna poco. Il sentiero non è sempre bellissimo, si attraversano vari tratti esposti, per cambiare montagna si scende a picco verso una mega-cascata, si attraversa un ponte di legno a 1 metro dal muro d’acqua e si guadagna velocemente quota dall’altra parte. Se si dovesse scivolare, si finirebbe nel turbinio delle acque che solo a vederle sembra ti vogliano strappare un braccio. Per fortuna col buio non si vede il fondo dei burroni.
Arrivo indenne e felice all’attacco degli ultimi 500 metri. Supero una ragazza, mi guarda e mi chiede: “ma tu, che hai l’orologio, quanti metri di dislivello mancano?” 500 metri, tutti così. Non so se le rispondo con tono masochistico… preferisco essere chiaro piuttosto che dire che ormai siamo arrivati se non è così.
Supero un concorrente disteso, faccio 50 metri ed è il momento della mia micropausetta di 2 minuti. Il concorrente si alza e mi guarda perplesso mentre mi supera, come se fosse strano che anche gli altri si distendano.
Scollino, adesso c’è una strada carrabile facile facile in piano, sarebbe normale correre, ma nessuno lo fa e nemmeno io ne ho voglia. Mangio un altro snack, per gratificare il mio corpo per la fatica fatta. Metto l’impermeabile, c’è vento anche se fa caldo. Tengo un buon passo, poi dopo 4 km di strada e sentiero leggermente in salita comincio a corricchiare dove posso. Senza accorgermi arrivo alla sella e mi fermo, dietro a me ho la coppia dei friulani, non so quando li ho passati. Scambiamo due chiacchiere e poi parto correndo, tra un attimo c’è il ristoro. In questa zona l’anno scorso correvo bene, c’era luce. Adesso è ancora buio quindi la mia corsa è di 5 metri ogni tanto, quando ne ho voglia, per il resto cammino spedito. E’ comunque un’andatura lodevole e veloce che mi permette di distanziare chi avevo dietro.
Arrivo al ristoro, facce di gente stralunata, c’è un corridore per ogni sedia, occhi sbarrati che non si sa se stanno guardando qualcosa o sono persi nel sonno di una notte che non arriverà mai.
Un ragazzo è avvolto in una coperta e non dà l’impressione di voler continuare la gara, lo rivedrò invece nei giorni seguenti, sempre zoppicante, sempre avvolto in qualcosa durante le pause, pronto a ripartire. Non so se finirà la gara ma ha affrontato a lungo i suoi mostri.
Adesso sono un po’ provato anch’io, mangio avidamente, prendo the caldo per ingerire pancetta e biscotti (quello di cui avevo voglia in quel momento). Assaggio anche brie e bresaola mentre arrivano i due friulani. Uno si mette subito a dormire su una lastra di cemento rialzata, scambio due chiacchiere con l’altro e riparto, tanto adesso c’è discesa.
Cerco di non strafare, perché non serve e perché il mio amico Motosega, da casa, mi suggerisce cautela in questa discesa.
Arrivo quasi in fondo alla vallata, supero uno con la frontale che fa poca luce che subito mi si affianca. Presumo abbia un problema con la luce, dopo 2 km che mi sta attaccato mi giro verso di lui ma lui si gira di contro dall’altra parte, come per ignorarmi. Riprovo un paio di volte a girarmi verso di lui per proporgli aiuto, ma schiva la mia vista, alla fine si ferma e mi lascia andare. Spero abbia le pile di riserva nello zaino, come da regolamento… sennò è al buio e fregato. E’ ancora la prima notte…
Arrivo al punto più basso del percorso, mi fermo, mi siedo e mi ri-cremo tutto, sento la pelle dei piedi lessa che comincia a lacerarsi, non fa male ma la sento… delicata, diciamo.
Durante tutta la notte ho cercato di bere molto, per rimediare alla disidratazione della giornata precedente.
Parto in salita, adesso ho 1400 D+ su 5 km, l’anno scorso ho avuto un calo di zuccheri a 2/3 di salita. Come ogni salita, decido di spezzarla. Questa necessità di spezzare le salite mi lascia un po’ perplesso, ho come l’impressione che sia una scusa perché nel lungo periodo non sono in grado di fare questo sport, cosa ci sono venuto a fare qui… forse sono fuori luogo. Ma spezzando la salita con 2 minuti di pausa ce la faccio, magari mi superano 2-5 persone, ma arrivo in cima. E allora? Cosa volete da me? Vedremo chi arriva in fondo, e poi parliamo… speriamo…
Il percorso non mi sembra in tutto e per tutto quello dell’anno scorso, in fondo è ancora buio e l’anno scorso era giorno, magari è una percezione. Sono decisamente in anticipo sulla tabella e questo lascia intendere che non sono proprio male. Arrivo a poco più di metà della salita, c’è un caseggiato con una fontana, faccio merenda e bevo. C’è vento. Sarebbe il momento giusto per il primo microsonno della gara. In parte a una casa trovo un carro con un telo plasticato sopra che sborda fino a terra sui lati, mi ci infilo sotto, metto la sveglia e provo ad addormentarmi. Il vento riesce ad insinuarsi sotto al telo ma poco male, ho l’impermeabile addosso.
Dopo meno di un minuto sento arrivare un concorrente. Si ferma davanti a me con la frontale puntata sulla mia faccia… non si sposta… io muovo le mani per mandarlo via ma lui insiste nella sua posizione. Dopo 2 minuti mi alzo e riparto… ggggrrrazziemille.
Sta schiarendo, la luce di un sole che si sta preparando ad illuminare il mondo dissipa le ombre della notte e dà nuove energie, pian pianino mi avvicino alla cima, l’ultimo km è ancora più pendente ma ci sono cespugli di mirtilli sui lati, ogni volta che ciondolo con la mano in basso ne arraffo 1, per mangiarne una 30ina passa un secolo ma l’acidità dei mirtilli mi fa bene. Gli amici da casa si stanno svegliando e mi arrivano vari messaggi. Il telefono è in modalità “silenzioso”, ma mi concedo 2 minuti seduto in cui leggo i vari messaggi, mentre arraffo i mirtilli a portata di mano. Manca poco, ma quello che manca è molto verticale. La prendo di petto e avanzo spedito e regolare. Arrivo in cima al ristoro di Lengritz, qui l’anno scorso non avevo una bella cera, quest’anno continuo a non essere bellissimo ma non per colpa della corsa, purtroppo sono brutto di mio.
Mangio brodo e cioccolata (cosa mi dica di mangiare il mio stomaco ogni volta non lo capirò mai, ma le mie mani ubbidiscono). Bevo almeno mezzo litro di acqua frizzante. Riparto mandando qualche messaggio, mi sento bene e ho passato la mia prima notte insonne. Salita leggera attraversando un paesaggio lunare, a terra c’è erba secca e poco altro, attraverso quella che deve essere una sorgente tra l’erba bagnando leggermente i piedi. Arrivo al Nanzliche Pass, ora ho un bel po’ di discesa da gestire, vado a curiosare il cesso di legno a quota 2600: è proprio un bel cesso, con dentro una panca in legno per sedersi, un buco con un tappo in legno. Evito di usarlo per non rovinare una così bella costruzione, ma fa piacere che questa Svizzera abbia un tale livello di agi e servizi a queste quote.
Scendo, dapprima sono con il telefono in mano, vorrei rimanere a smessaggiare invece di procedere con la gara, ho quell’atteggiamento da “non sono del tutto sveglio e voglio il mio caffè” ma poi mi riprendo, tolgo l’impermeabile e parto veloce, cerco di non esagerare ma faccio 500 metri correndo e 100 camminando, alternando. Supero 2 persone, mi raggiunge il greco urlatore e mi dice di non esagerare in inglese, io rallento e lo lascio andare. Arrivo in valle e ho la mia prima allucinazione visiva… di giorno… dei tronchi abbinati a dei fiori rosa mi sembrano due mucche con grosse mammelle, avvicinandomi capisco che me lo sono immaginato… certo che se comincio così… di giorno…
E’ mattina, non sono nemmeno le 10 ma fa già caldissimo, adesso passo nel versante al sole e sarà salita, non verticale ma per 2 ore prenderò il sole. Metto la crema protettiva. Cerco di mantenere un ritmo decente, mi superano i due che avevo superato in discesa. Accellero al sole, rallento sotto l’ombra degli alberi. Questo caldo in montagna era decisamente inaspettato… Mi avvicino al ristoro di Giwx, cercando di pensare come si pronunci in francese: juics, uxc, asdf mlkj, alla fine in realtà il nome era Giw e siamo nella Svizzera tedesca, quindi si pronuncia Ghiv, ma ho passato una bella mezz’ora della mia vita a godere di questo nome. Mangio muesli (che si pronuncia “asdf mlkj”) e mi danno una birra analcolica calda. Che gara di m… la birra non riesco a buttarla giù.
Arrivano i miei amici friulani… quando li ho sorpassati? Eh, in tutti i ristori si fermano a dormire, quindi li ho sorpassati mentre dormivano non so dove. Paolo si butta sull’erba al sole e si addormenta di nuovo, una francese si preoccupa che non prenda un’insolazione, Giulio si cruccia perché non sa dire in francese “mafattiicazzituoi”. Quante risse si risolvono solo perché non si conoscono a sufficienza le lingue…
Riparto sotto il sole cocente, voglio arrivare per tempo alla base vita per evitare di fare la prima salita della prossima tappa al buio.
Su e giù, ormai sento di essere arrivato anche se mancano 11 km e 500 D+. Vorrei andare più veloce di così, mi sento di dover camminare spesso, ho la sensazione di andare troppo piano. Ma nessuno mi supera, quindi in realtà sto andando bene. Si vede Eisten in fondo alla valle, raggiungo un corridore che zoppica, gli chiedo se va tutto bene e mi fermo a prestargli un po’ della mia crema miracolosa all’arnica per il ginocchio bloccato, lui vorrebbe un antidolorifico ma gli dico che se lo faccia dare in base vita. Riparto e arrivo alla base vita, sono in anticipo di quasi due ore e ho intenzione di dormire poco qui per sfruttare la luce, dormirò di nuovo al prossimo ristoro. Sono ancora a 0 ore di sonno, dopo 27 ore di marcia dall’inizio, 105km e 7500D+ fatti.
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