
Prima gara veramente tosta della mia vita. Avevo fatto la Trans d'Havet (80km / 5300+) l'anno scorso, ma la DXT 100 è su un altro livello.
Arrivo alla partenza pronto, le gambe stanno bene e sono cariche come molle. Mi riscaldo un po' correndo su e giù per gli ultimi 500m della gara senza praticamente fare fatica.

Nel giro di pochi minuti si parte. Guardo l'orologio, stiamo andando a 4'10"/km. :nonzo: Forse un po' troppo e lascio andare gli altri concorrenti. Arriviamo all'inizio della prima salita e intorno a me c'è già gente con il fiatone. Io sono fresco, i battiti bassi e sono tranquillo. Prendo la salita camminando, intorno a me gente che continua a correre a 1000 e mi supera: fuori di testa, come faranno ad arrivare all'arrivo loro? Mah.

Fino al primo ristoro il sentiero è molto divertente, con alcuni attraversamenti tecnici, ma spettacolari, davanti e dietro di me vedo le frontali degli altri. Dopo il primo il ristoro mi ritrovo improvvisamente da solo nel buio pesto. Arrivo ad un ultima forcelletta, dopo aver superato alcuni ripidi pendii in salita, dove trovo un volontario che mi informa che in 15-20 Min c'è il Rif. pramperet, dove in effetti arrivo in poco: primo tratto tecnico superato. In altri 5 Min di sentiero tranquillo arrivo al primo ristoro vero: malga Pramper, 19 km, 3h:15. Eh sì, il tratto affrontato era bello tecnico e mai corribile. Inizia a fare freddo, ma mi sento ancora pieno di energie. Al ristoro, capisco che ho preso la quarta donna e capisco, quindi, che sto correndo bene, come volevo.
Da lì, breve tratto di sterrato tranquillo, che dura però troppo poco. Infatti subito dopo parte un sentierino su cenge strapiombanti in mezzo ai mughi. Verso valle si vedo le luci di Forno e dei lampi in lontananza. Il tratto mi sta divertendo e sto molto bene, quando all'improvviso il sentiero si impenna nel bosco con pendenze proibitive, bestemmie.

Arrivo al Duran in 5h:20. 30km, 2500m+. Mi fermo quasi 10 Min per recuperare un po' e fare un paio di operazioni che mi ero programmato, ma mi rendo conto che mi sto raffreddando troppo. Riparto e sento il freddo che mi prende all'improvviso ed inizio a tremare, così accelero il passo per cercare di scaldarmi e la cosa sembra funzionare. Tuttavia, iniziando la salita al Grisetti mi inizia la prima vera crisi di giornata: sonno, ipoglicemia e freddo. Mi regolo e prendo due gel di glucosio nel giro di 15 Min, bevo tanto e dopo un po' mi copro meglio. Tuttavia la salita a gradini sulle rocce non aiuta, per fortuna la conosco e so che è breve. Così riesco ad arrivare al Grisetti che inizia ad albeggiare e vedo che il gruppetto che mi aveva staccato dopo il Duran è in realtà un minuto più avanti. La discesa dal Grisetti mi diverte molto, recupero bene le forze e la stanchezza svanisce, alla fine della discesa recupero il gruppetto con la quarta donna e mi accodo a loro fino a malga Grava. È l'alba, sto di nuovo bene e le montagne iniziano a fare capolino tra le nubi e le foschie. 37 km, 7h:27 di gara.
Da lì fino allo Staulanza procede tutto senza intoppi: la solita Vertical nel bosco dopo le palanche la faccio bene, poi corro fino alla Vertical del fertazza e il tratto da fertazza allo Staulanza lo faccio veloce in un' ora spaccata e mi sembra addirittura godibile. Allo Staulanza ci sono in 10h:58. Mi riposo circa 15 Min in cui mi cambio e rifocillo.
Il tratto fino a Zoppè lo prendo con calma prima camminando e poi cercando di correrlo di più e la discesa fino a Zoppè scorre via veloce. In perfetta tabella di marcia: 13h spaccate di gara e solo 1h:45 dalla mia ripartenza dallo Staulanza. Ottimo. :smoked: Tratto che ricordavo bene e che sapevo che doveva essere fatto senza fretta e senza soffrire il caldo.
Da Zoppè al Talamini è in buona parte corribile: risalita ripida dopo il ristoro e poi 3km di asfalto corsi quasi tutti. Al Talamini, la volontaria del ristoro mi offre un po' di brodo di carne resuscita morti, ma molto stupidamente rifiuto: forse inizio a perdere di lucidità, ma credevo di stare ancora bene.
Da lì attacco la salita al Rite, ultima salita lunga di giornata: 600m+ che calcolo di fare in circa 1h.
Inizio e sento subito salire l'afa dal terreno umido: inizio a partire il caldo e mi parte di botto la stanchezza. La salita dopo circa 1km di piccoli saliscendi, parte ripida nel bosco. Arrivo subito sotto Forcella Deona: il bosco finisce, c'è il sole a picco e il mio corpo si "spegne" all'improvviso. Riconosco subito i sintomi: mi sta partendo un colpo di calore. Mi fermo e mi butto mezza borraccia d'acqua in testa. In pochi secondi mi riprendo e a fatica faccio gli ultimi 50m per la forcella, dove un po' di vento mi aiuta a riprendermi meglio. Riprendo a camminare con passo regolare ed arrivo in cima sofferente dove mi aspetta la mia compagna. Le dico che arrivo al Cibiana e lì decido se ritirarmi o continuare. Sono a pezzi. A salire il Rite alla fine ci ho messo 1h:40!
Per fortuna la discesa non è tecnica e in 45 minuti sono al cibiana: 16h:15 di gara, 82km. Nella discesa mi sono ripreso, al ristoro mi fermo 10 minuti e mi ricarico un po'. Decidi di continuare: la prossima salita la conosco bene ed è tranquilla, poi si vedrà: dovrei farcela in 5h al massimo ad arrivare a forno anche se la camino tutta. Cosa vuoi che siano 20km...

Come da programma la salita la faccio tranquillo e rilassato, nel bosco si sta bene e mi sembra di recuperare un po' di energie. In 50' sono all'inizio della Calada, che mi dà il benvenuto con una bella folata di aria calda e secca che risale dalla valle. Panorama stupendo. Inizio a scendere, le gambe girano bene e non mi sembra poi così difficile: ogni tanto qualche radice, qualche piccolo balzo roccioso, qualche passo più esposto da fare con attenzione, ma sembra filare tutto liscio e si perde quota velocemente. All'improvviso sento uno arrivarmi da dietro velocemente, così mi fermo per farlo passare. Come mi fermo parte un crampo terribile al polpaccio e mi butto a terra. Il tizio mi vede crollare a terra e si ferma subito ad aiutarmi: mi solleva la gamba e mi tira il piede. Inizio a sudare copiosamente e mi butto l'acqua in testa per raffreddarmi. Passa un tipo americano che offre una bomba di sale: accetto e mi scolo anche metà flask da 500. Per fortuna mi passa: ringrazio i miei due salvatori e riprendo ad andare giù. Fortunatamente il crampo non si ripresenta e il resto della discesa lo affronto bene: alla fine in 25' l'ho scesa tutta, di cui tre persi steso per terra causa crampo. Quindi penso che nonostante tutto sto bene ed il peggio è passato. Magari...

Alla fine della discesa c'è un ristoro provvisorio dove offrono dell'acqua e mi avvertono che ad un km c'è il ristoro del Bosconero. Ottimo: riempio la flask vuota, sorso d'acqua e riparto. Entro nel bosco e vedo una serie di balise che salgono su dritte per il pendio. Penso: "e mo' che ca*** faccio? Maledetti..."


Comunque inizio a salire: ogni passo fai tipo mezzo metro di dislivello. La gamba cede, la testa cede, sale la nausea. Fiatone. Provo a continuare: non mi reggo in piedi. Mi stendo vicino ad un albero e chiudo gli occhi. Appena chiudi gli occhi mi calmo, il fiatone passa, la nausea si ferma. In due/tre minuti mi sento rigenerato. Bevo un sorso d'acqua e mi rimetto in piedi. Alzo lo sguardo e mi rendo conto che mancano due-tre tornantini ripidi: delle ragazze che avevano iniziato la salita con me sono arrivate alla fine dei tornantini e adesso stavano correndo in piano. Manca poco: il morale torna alto e riparto. In effetti in poco e senza soffrire finisco questa maledetta Vertical. Al Bosconero ci arrivo in alto 15 minuti senza problemi, dove incontro altri concorrenti che si rifocillano e chiaccherano con i gestori. 89km e 18h:29 di gara. Non male.
Le discesa del Bosconero è molto soft e tranquilla e la corro tutta senza problemi. Finita la discesa inizia a piovere seriamente, ma è quasi piacevole e non mi copro. Da lì sono tutti saliscendi, un altro paio di salitine che mi portano all'ultima discesa. Ormai ho capito che posso terminare sotto le 21h anche andando tranquillo e quindi evito di sforzarmi inutilmente. L'ultima discesa in pochi minuti mi porta alla strada che scende dal Cibiana, e da lì parto a corricchiare un po': la gambe vanno ancora, almeno in piano. Comunque gli ultimi due km passano senza intoppi. L'orologio si è spento ai 96km alla fine dell'ultimo strappo sotto i tralicci ed è da un po' che non ho più idea di che ore sono. 500m prima del traguardo incontro mio padre: "Che ore sono?" "Le sette meno cinque" "Ah c**** devo andare!!" E ricomincio a correre, ultima discesa, svolta e rettilineo del traguardo. Emozione immensa, mi godo appieno questo ultimi 200m e taglio il traguardo felicissimo di avercela fatta.
20h:57
Che avventura! Che dura. Extreme di nome e di fatto.
Da rifare gestendo meglio gli ultimi 20km. La gambe c'erano, mi mancava solo un po' di esperienza.
