… e il materiale obbligatorio, con saggia decisione, è stato aggiornato e ridimensionato, ottimo. Infatti le previsioni erano molto buone, sono partito ed arrivato in calzoncini e maglietta.
… e i luoghi, a parte la strada asfaltata e poi sterrata che riporta in quota dopo il primo anello, sono STUPENDI, non solo per la maestosità del Re Bianco che ti ricorda quanto sei nulla ma anche perché percorri valli ampie e poco frequentate ricche di bellezze naturali.
… e ho fatto bene a non iscrivermi alla VUT nonostante il “rimprovero” di andard perché al 65esimo la bandelletta ha incominciato ad infiammarsi.
... e la sosta a La Thuile mi ha fatto apprezzare ancora di più i paesaggi incontrati dopo.
Finalmente arrivo alla partenza di una gara in forma e senza acciacchi, sto bene anche di testa, mi sento rilassato e riposato nonostante la notte agitata passata sul materasso steso in macchina in un parcheggio. Alle 3 e mezza sono sveglio come un grillo pensando all’incontro di qualche ora prima con un tizio francese a spasso fra i monti da 13 giorni con due cavalli e il suo giovane figlio di 9/10 anni. Anche loro stavano dormento al parcheggio, sotto le stelle, a proposito di Audi A salcavolo.
Non mi sono posto alcun obbiettivo, neanche quello di finire la gara, voglio solo essere lì cercando di vivere ogni momento accettando tutto senza brontolare come al solito.
Alla prima salita su asfalto dopo pochi km quasi tutti cercano di correre, mi chiedo, ma io, fra 15km, quella salita lì la correrò o la camminerò? L’ovvia risposta mi induce a stendere i bastoncini.
Per tutta la gara sono convinto di essere tra gli ultimi non ho prestato attenzione agli altri e, riconosco il popolo degli ultimi. Maudellevette mi supera correndo in discesa leggero come uno scoiattolo, con passi corti e sicuri. La sera prima ipotizzava di chiuderla in 16 ore. “Mo me lo segno” gli ho risposto.
Quasi subito incontro AP che conobbi l’anno scorso al TMS in compagnia di Augusto. Una coppia di pericolosi pusher spacciatori di sogni. Gente da tenere a debita distanza alla quale non dare troppa confidenza perché se da un lato vorresti fare quello che fanno loro dall’altro li respingi con tutte le forze per non diventare come loro. Giusto per dare un’idea AP ha partecipato alla UTLAC 250 di maggio e alla 100 miglia del Monviso la settima scorsa
. Roba pesante.
Le sensazioni buone continuano, il ghiacciaio del Rutor si fa ammirare ma non è sempre un piacere: un tizio è appena caduto e si tiene una spalla con smorfie di dolore.
Bella la lunga discesa verso La Thuile. Tecnica all’inizio e liscia fino al “traguardo”, “vai piano, cazzo, vai piano che altrimenti poi la paghi, ne mancano ancora 45!”. Correre in mezzo ai turisti e alle automobili è un po’ imbarazzante, invece di sentirmi un ammirato atleta super uomo che corre le ultra fra i monti
mi sento un povero fesso. Così almeno mi suggeriscono gli sguardi che incrocio.
Fa caldo, si riparte con una salita che sarà percepita da molti come unica ed infinita, sì esatto, la sensazione che si ha è che questa gara sia tutta in salita. Le discese, tranne quella finale sembrano non esistere, l’altimetro le segnala ma le gambe no! Maledette aspettative, prima di tirare il fiato passano 4 ore, 4 ore di salita e falsipiani conditi da passaggi fra ripidi colli e creste che si affacciano sul Re.
Non mi trattengo dallo scattare foto e video. Qualche tratto esposto e una ripida rampa canale di neve che vista da lontano ti fa ripensare al materiale obbligatorio “ma la piccozza era prevista?”.
Finalmente entro nello stato di grazia nel quale spero sempre di immergermi durante le gare, quella combinazione di sensazioni positive e negative di yin e di yiang il cui effetto combinato è la percezione di fare parte di un qualcosa, di ritornare bambino, di esserci. La dimensione temporale non esiste più, guardo l’orologio e sono le 17 e 35. Incredulo lo riguardo, non è possibile, l’ultima volta segnava circa le 10 e 30 ed era poco fa.
Continua questa infinita salita intervalla da false discese, le poche vere discese mannaggia sono in un profondo e stretto solco nel terreno. Avere un piede misura 47 non è certo un vantaggio, va bene così, rallento, amen. Al km 65 incomincio a sentire bruciore alla bandelletta, non ci voleva, stava procedendo tutto troppo bene. Ricorro subito alla chimica, l’arcoxia mi aiuterà a terminare. Fankulo all’etica e allo spirito trail
, secondo rimprovero di andard post gara commentando su strava
. Non so se attribuire la colpa alle salite mai ripide e costanti che impongono movimenti ripetitivi oppure alle discese nel solco che obbligano a movimenti costretti, ma la verità sarà che io sono così: vecchio, pesante e fragile
Però l’ambiente continua ad essere meraviglioso, alcuni ruscelli devono essere guadati perché i passaggi sui sassi restano sotto il livello dell’acqua, al pomeriggio lo scioglimento delle nevi è più abbondante ma la sensazione di fresco ai piedi è piacevolissima.
Dal km 25 al traguardo i ristori solidi sono solo due e francamente un po’ poveri e monotoni per fortuna mi son portato un po’ di tutto, dai torroncini alle focaccine.
A meno 10km fa effetto sia l’arcoxia che il pensiero rivolto al dispositivo posto all’arrivo da wedosport, incomincio a spingere sia in salita che in discesa, penso di avere un sassolino nella scarpa, infatti c’è, ma il fastidio è dato da una vescica che incomincia a formarsi, e te pareva.
Distacco il gruppetto col quale ho condiviso gran parte del percorso tranne un giovane che in pochissimo tempo mi raggiunge e mi supera, vabbè lui è giovane… Supero due che camminano in discesa, i tetti delle case sono lì, la fatica sta finendo, la discesa ripida per campi da sci mi fa rallentare e camminare, sento passi veloci dietro di me e vengo superato ad una velocità da gara campestre da un altro del gruppetto ma lui, non è giovane...
Ma dove cacchio è l’arrivo? Vedo il gonfiabile ma non c’è nessuno, cazzo è tardi, se ne sono andati tutti
. Invece i “maledetti” hanno posizionato l’arrivo poco sopra. Musica, tifo e una fetente rampetta finale mi fa sorridere, devo correre per l’orgoglio? No! Finisce la rampetta, 20m di corsa. Fine.
14h 47', 127esimo su 198, ma dai, non male.