TRANSALPINE RUN "4 STAGIONI"

Testo di Dario Pedrotti


Immagina di attraversare le Alpi, dalla Germania all’Italia, passando per l’Austria e la Svizzera, ma lontano dai passi e dai fondovalle. Immagina di farlo ad inizio settembre, quando l’estate inizia a tramontare e lassù fra le montagne l’autunno ha già iniziato a sfoggiare quella luce tutta sua. Immagina di farlo di corsa, tirando fuori tutto quello che hai per sette giorni di seguito, ma dormendo ogni sera in un letto vero e facendo almeno un pasto al giorno come Dio comanda.

 

La Dynafit Transalpine Run è questo e molto altro, e dopo l’esperimento del 2023, anche quest’anno era possibile correrla, oltre che nella tradizionale versione a coppie, anche in modalità “solo”. Fra i 250 al via della TAR 2024 a Garmisch-Partenkirchen, c’ero anch’io.

La sera prima, alla prima cena collettiva dove è stata anche presentata la gara, sembrava di essere in una piccola Oktoberfest, per il clima e l’allegria, ma in giro si vedevano pochissime birre e ancora meno “pance da birra”. Pochissimi italiani, e quasi tutti sudtirolesi, un po’ di olandesi, un po’ di cechi, e il resto per lo più germanofoni di vari tipi, che, come si sa, sono tutti fortissimi.

La gara è stata una “quattro stagioni”, con un paio di calde tappe estive all’inizio, una umida primavera a metà, un breve autunno nuvoloso a tre quarti, e un giorno sotto una nevicata invernale per finire. Il meteo ha costretto gli organizzatori a modificare varie tappe, tagliando una ventina di chilometri in tutto, ma soprattutto evitando alcuni dei punti più alti previsti, fra cui il Mutterle, che con i suoi 3.000 metri doveva essere l’altezza massima raggiunta. Abbiamo dovuto accontentarci di andare un paio di volte oltre i 2.800, ma è stato decisamente bello comunque.

Correndo le sette tappe fra i 22 e i 45 km di lunghezza, con dislivelli compresi fra i 1.200 e i 2.800 metri D+, abbiamo attraversato una infinità di posti bellissimi, con la sensazione che intorno ce ne sarebbero stati centinaia di altrettanto belli (e infatti la TAR, giunta quest’anno alla diciannovesima edizione, cambia ogni anno percorso). E questo nonostante non abbiamo neanche sfiorato i luoghi più famosi e le cime più “iconiche” delle Alpi, a conferma di come, da quelle parti, sia davvero tutto bello. 

klaus fengler©Klaus Fengler

Dovessi scegliere i miei personali “highlights” (quelli ufficiali li trovate sul sito della gara, in sette filmati uno più bello dell’altro) le mie preferenze sarebbero un mix di bellezze “di posti” e di bellezze “di momenti”:

  • La Grünsteinscharte, la “forcella della pietra verde”, è un passo a 2.270 metri che si trova in Austria e noi lo abbiamo affrontato durante la prima tappa. Gli ultimi 5 km prima di arrivarci, accompagnati da due laghi verde smeraldo, ghiaioni dolomitici, qualche corda fissa per eccesso di prudenza, e guglie appuntite tutto intorno, sono stati, complice anche un cielo di un azzurro clamoroso, i più belli di tutta la settimana.

  • La Lareintal è una valletta deliziosa che abbiamo percorso all’inizio della quinta tappa, noi ancora immersi nell’ombra, le cime intorno già baciate dal sole. Al nostro fianco, oltre alle mucche al pascolo, un torrente gorgogliante che ci ha accompagnato su e su per poi diventare cascata, unico rumore oltre a quello dei bastoncini. Uno di quei posti dove correre sembra non costare nessuna fatica.

  • La lunga discesa verso il paesino svizzero di Samnaun, arrivo della quinta tappa, da correre lungo una strada forestale a pendenza perfetta che non ti lasciava altra scelta se non sputarci sopra l’anima, nella mia gara sono stati resi indimenticabili dall’epilogo al traguardo, dove lo speaker mi ha inaspettatamente proclamato terzo nella categoria Senior Master Men.

  • Il lago Verde e il lago Nero, nascosti in mezzo ai boschi a sud-ovest di Nauders, Austria, che noi abbiamo raggiunto quasi in cima all’ultima salita della sesta tappa. La luce fioca per il cielo coperto, la foschia che aleggiava sulla loro superficie, il colore scuro delle acque, ci hanno fatto entrare in una atmosfera dove vedere apparire Nessy al centro di uno dei due, non sarebbe parso per nulla strano.

  • La nevicata dell’ultima tappa: il concorrente del Texas, che la neve non l’aveva mai vista, era profondamente commosso, ma anche per chi al vedere i bianchi fiocchi scendere dal cielo ci è più abituato, correrci in mezzo è stato fiabesco. Uno dei concorrenti, lo ha fatto a petto nudo.

Una settimana in cui la mattina si corre, la notte si dorme e il pomeriggio si fa quello che ti va, a me sembrava dovesse essere una vacanza rilassante, ma la realtà è stata completamente diversa: i ritmi molto più sostenuti di una 250 km no stop, le questioni logistiche da affrontare, la necessità di arrivare al giorno dopo con il materiale che ti serviva non proprio pulito ma almeno asciutto, e il bisogno di procacciarsi almeno le calorie spese correndo, mi hanno fatto arrivare al lago di Resia decisamente spompato. Ma è stato qualcosa di talmente diverso dalla solita routine quotidiana, che me ne ha fatto smaltire le tossine, e mi ha fatto tornare a casa con le gambe da buttare, ma con l’anima e il cervello come nuovi.

I tappa - Garmisch-Partenkirchen (GER) ➞ Nassereith (AUT) – 44,5 km – 2.590 m D+ - 2.460 m D-

II tappa - Nassereith (AUT) ➞ Imst (AUT) – 31 km – 1.770 m D+ - 1.840 m D-

III tappa - Imst (AUT) ➞ See (AUT) – 46 km – 2.850 m D+ - 2.600 m D-

IV tappa - See (AUT) ➞ Ischgl (AUT) – 41 km – 2.600 m D+ - 2.280 m D-

V tappa - Ischgl (AUT) ➞ Samnaun (CH) – 30 km – 2.100 m D+ - 1.650 m D-

VI tappa - Martina (CH) ➞ Nauders (AUT) – 35 km – 1.960 m D+ - 1.680 m D-

VII tappa - Nauders (AUT) ➞ Reschensee (ITA) – 22 km – 1.200 m D+ - 1.110 m D-
sito: www.transalpine-run.com

AndiFrank 4©Andi Frank