Traversata dei Colli Euganei 2016

di Francesco Rigodanza e Maurizio Scilla

TCE, tra innovazione e tradizione

 

Prima della TCE

Cesco: Sveglia all’alba e anche quest’anno si torna a Teolo. Obbiettivo TCE. Tra i colli in cui si saltava lezione all’Università preferendo le grigliate selvagge alle aule studio affollate. Oggi in compagnia del babbo. Lui è emozionato, io sto ancora dormendo. A quest’ora della mattina, Villa di Teolo è l’unico posto pieno di vita nel raggio di chilometri. Come ogni volta che torno a fare una gara vicino a casa, passo tutto il tempo a salutare amici e facce conosciute invece di riscaldarmi. Non ho fatto neanche in tempo a prendere una brioche al bar! A cinque minuti dalla partenza mi intrufolo tra le prime file (non starò diventando troppo serio?). Un aroma misto di tensione e vaselina sta svegliando le gambe. Per quattro orette sarò su questi cucuzzoli verdi a fare fatica. Aiuto!

Mau: I pensieri corrono velocemente indietro, era l’anno 2006, a quel tempo era difficile trovare gare in Italia ad aprile, bisognava “emigrare” in Francia, trovai per caso la TCE, una FIASP dove quasi non era prevista una classifica. Diedi un’occhiata a una cartina del Veneto e visti i 600 m di quota massima, pensai “sicuramente non ci saranno quei 2.000 m di dislivello positivo!”. A quel tempo correvo praticamente solo in Francia e la TCE non era legata al trail, era qualcosa di anomalo. Da parte mia, non avevo mai partecipato a una FIASP, visto che in Piemonte non ce n’erano in versione “trail”, ed ero curioso di vedere che “clima” si respirasse.
E trovai una signora gara, con tutti i suoi duemila metri positivi e tratti tecnici che non mi aspettavo, rimasi positivamente colpito da un’organizzazione “popolare” ed efficiente. Vinse Valter Belluco in 4h02’40” e io finii quarto in 4h10’. Tornai poi su Colli nel 2013 quando ormai la TCE era ben conosciuta anche in Piemonte. Quest’anno si torna in versione “sportiva”, dormendo in parrocchia con il materassino al termine di una bella serata passata in compagnia al ristorante a pochi metri dal nostro “letto”.

Dal via al Ponte del Riposo (33 km)

Cesco: Fra Martino Campanaro suona le campane e si dà il via alla corsa! L’altimetria dice che dovrebbe essere tre volte su e tre volte giù. La particolarità di questa gara è che c’è proprio di tutto. Parto con calma, risveglio muscolare mentre Christian mi ha già dato 500 metri in 600 che stiamo correndo. No, non ho fretta, anzi dopo la scoppola dell’Ultrabericus ho paura del caldo e la prima parte mi impunto a farla molto tranquillo.
Dopo qualche chilometro siamo in tre, e i due fiatoni che ho alle mie spalle li conosco bene, perché vengono da chi correva con me quando ero piccolo e da chi, invece, corre con me adesso a Trieste. Andrea e Gabriele.
Tra storie di vita e aneddoti i chilometri e i saliscendi passano veloci. Il fisico si è abituato al caldo e alla fatica. Che bene che si sta senza maglietta! È il segno che adesso si può accelerare. Anche perché al mio ristoro del 23° chilometro ci voglio arrivare figo e rilassato (più o meno). Almeno tre minuti in meno sul mio tempo sono dovuti all’adrenalina del tifo di queste ragazze del rifornimento!

Mau: Quest’anno la campana della chiesa ha giocato un brutto scherzo, ha giocato d’anticipo, così non è stato possibile partire come tradizione vuole al suo primo rintocco. Ben presto il gruppo si allunga nelle vie di Villa di Teolo. Dopo le piogge del giorno prima, il clima è ideale per correre in pantaloncini e maglietta.
Nei primi 9 km in gran parte si sale, alternando strade sterrate a single track nel bosco e con un bel intermezzo di una discesa impegnativa ma “attrezzatissima” con corde fisse, dove si forma un bel tappo visto che qualcuno si trova decisamente in difficoltà. In alcuni momenti la visuale si apre verso la pianura e verso Rocca Pendice, parentesi rocciosa tra il verde dominante dei Colli. Le rocce vulcaniche della Rocca sono frequentate da diversi tipi di volatili, primo tra tutti il falco pellegrino. È possibile anche vedere altri frequentatori molto più colorati arrampicare su quelle pareti, ben conosciute da free climber/scalatori.
Dopo una bella discesa a tornantini si passa all’interno di un’azienda vinicola, alcuni scorci sono degni degli angoli più belli della Toscana, tra vigneti e ulivi. Poi sono i mandorli a farla da protagonisti e non si può dimenticare il passaggio a Villa Beatrice d’Este sul Monte Gemola, dove la vista spazia fino ai Colli Berici e alle Prealpi. Emozionante correre nelle viuzze con i muri di cinta ad altezza d’uomo e godersi la pace del luogo. Dopo una bella discesa inizia attorno al 22 km la seconda salita della giornata che termina attorno al 27 km per poi iniziare la discesa verso il 33 km, senza annoiarsi mai, visto l’alternarsi del terreno, dalla strada bianca, al sentiero.

Il Calvario del Monte della Madonna

Cesco: Saranno due orette che sono solo. Con la testa continuo a scrutare in avanti. Mi piacerebbe vedere il profilo di Christian per avere lo stimolo ad accelerare, ma niente. Dietro invece non si guarda mai! Un atleta della mezza mi dice che il primo è a circa 25 minuti da me. Cavolo, queste rivelazioni del tempo a “cazzo” riescono veramente ad ucciderti le gambe!
Il lato positivo è che adesso ho davanti a me la salita e discesa che mi piacciono di più e posso godermeli senza fretta (i quadricipiti ringraziano molto). Che bella la ripida verticalità del monte della Madonna e il single track finale con triplice sforzo. Stare in piedi, evitare le radici e dribblare i trailer della mezza.
Sento il campanile. Curva a gomito a destra e poi la striscione d’arrivo. Ciao TCE. Anche quest’anno è fatta!

Mau: Lasciato il ristoro si inizia a salire prima su asfalto, poi su strada bianca che diventa sentiero in un bosco di castagni, per passare poi al vigneto, la salita diventa impegnativa su sentiero roccioso, con piccoli fichi d’india a fare da contorno, poi immersi nel bosco ci si trova davanti all’Eremo di Sant’Antonio, un luogo che trasmette una sensazione di “magia e pace”, ma subito dopo il sentiero si inerpica “cattivo” fino al colle.
Veloce discesa al Passo delle Fiorine, qui l’atmosfera è completamente diversa, si attraversa una zona picnic molto frequentata, una strada bianca ci accompagna fino sul Monte Grande da cui poi inizia la discesa, ma c’è ancora da divertirsi, perché il sentiero è bello nervoso e tecnico, poi l’asfalto ti “spara” direttamente sul rettilineo d’arrivo, è fatta!

Relax post gara

Cesco: Abbasso la sportività. Invece di fare i complimenti al vincitore gli rubo la birra! Scambi di racconti e di progetti futuri. Ho paura che questo per un mese me lo trovo a tutte le gare! Poi mi siedo sull’ultima curva e, ancora “puzzoso”, aspetto lui. Papà. L’ho convinto a venire qui e non mi voglio muovere finché non lo vedo. Arrivano tutti con i bambini piccoli, perché lui non può? Eccolo là in fondo. Gli corro incontro. Altro che gambe dure. Adesso mi sento anch’io uno dei partecipanti della mini TCE. Lo prendo, guardo lui, guardo me, ed esulto. Scemi, stanchi e felici. Una volta pulite le endorfine con una bella doccia l’ho ritrovato lì, in mezzo a tutti, a prendere il sole con una birra in mano e lo sguardo beato. Si vede che nel terzo tempo si cala già a meraviglia!

Mau: Nel post gara, il clima è di quelli giusti, con tanta gente sorridente, d’altronde come non si potrebbe esserlo? Condizioni del terreno ideali, altrettanto si può dire del clima e come non parlare della gentilezza delle persone ai ristori e sul percorso. Un plauso eccezionale al ristoro del 23 km, veramente mitiche le signore!

On the road “Il magone”

Cesco: È già finita. Rimane solo la nostalgia dei boschi, dei sentieri e dell’adrenalina. Anche se le gambe non sono d’accordo vorrei tornare di nuovo su quelle salite, su quei single track, e lanciarmi ancora tra i concorrenti impauriti della mezza TCE e il tifo selvaggio dei ristori. Invece domani è lunedì. Lontano dai miei monti, da tanti amici, dalla fidanzata e dalla famiglia. Però oggi ho un ricordo negli occhi e tanti nuovi sogni. Che bello il Trail!

Mau: Siamo già sulla A4 in viaggio verso casa, peccato scappar via così, lasciare gli amici veneti e l’aria di festa. La TCE non mi ha deluso, anzi in questa edizione mi è sembrata più bella che mai, dieci anni dopo, ringiovanita, ha indossato il migliore dei suoi vestiti, quello da gran galà e ci ha lasciati danzare felici sui suoi sentieri! E che bello per una volta, visto il meteo, poter correre senza zainetti o simili e sentirsi ancora più liberi!

***

MINITRAIL

Mai come questa volta, si può dire che il lavoro paga!
Matteo Grassi l’anno scorso ha creato un circuito di gare di Minitrail e ha proseguito quest’anno il lavoro, dedicando molte energie al coinvolgimento dei più piccoli nel nostro sport. Alla TCE si sono toccati numeri incredibili, ben 174 tra bimbi e ragazzi erano presenti. Stupendo ed emozionante vedere due fratelli tredicenni tagliare il traguardo mano nella mano nel primo Junior Trail. I più piccoli ridono, scherzano, giocano, ma quando si tratta di stringere i denti non sono secondi a nessuno, sono stati coinvolgenti e contagiosi!

CHRISTIAN MODENA

È decisamente la sua gara, alla TCE si scatena, tre vittorie negli ultimi tre anni! Nonostante una settimana prima fosse con sci e pelli ai piedi al Tour du Rutor e avesse avuto una settimana lavorativa niente male, ha sbalordito tutti con una prestazione eccezionale. In testa, solitario sin dai primi metri, ha fermato il crono nel favoloso tempo di 3h29’25”, un missile!
Questo il suo commento: “La TCE rimane sempre una brutta bestia, perché veloce, e a tratti tecnica al tempo stesso. Però devo ammetterlo, son soddisfazioni, mai avrei pensato di rimanere competitivo per 3 anni di fila. Mai avrei pensato di trovare così tanto tifo (che non merito), mai avrei pensato di divertirmi così. Faccio tutto a caso, tutto a sensazione, e con un pizzico di “culo” a volte ne esce un bel risultato!”

ANGELO

Poche ore prima che andasse in scena questa 32a riuscitissima edizione, si spegneva Angelo Polato, già presidente della Giovane Montagna Padova nonché patron della corsa dai suoi esordi fino a poche edizioni fa. Per la prima volta quest’anno Angelo non è stato presente alla TCE, ma uno dei suoi ultimi pensieri è andato proprio alla buona riuscita della manifestazione e alcune delle sue ultime parole sono state per salutare e ringraziare tutto il gruppo dei volontari.

***

CLASSIFICHE

42 KM UOMINI
1 Christian Modena 3:29:25
2 Francesco Rigodanza 3:40:09
3 Andrea Furlani 3:58:19

42 KM DONNE
1 Anna Conti 4:21:12
2 Silvia Serafini 4:22:44
3 Isabella Lucchini 4:24:02


21 KM UOMINI
1 Stefano Benetton 1:55:47
2 Francesco Cazzola 2:01:10
3 Giovanni Raimondi 2:02:34

21 KM DONNE
1 Tiziana Scorzato 2:18:32
2 Lucia Forte 2:24:48
3 Elisabetta Mengato 2:25:03

***

SCHEDA GARA

Traversata dei Colli Euganei (TCE)
10/04/2016
42 km 2000 m+ / 21 km 1200 m+
www.traversatacollieuganei.it

costo: 25 €
pasta party: incluso
Tempo del vincitore: 03:29
Tempo massimo: 9h
Tempo medio: 6h
Percentuale di finisher: 95%
Numero ristori: 12 ristori
Difficoltà: 3 stelle su 6
Altezza massima: 550 mt
Numero iscritti totale: 850
Percentuale di asfalto: 12%
Punti forti: Una classica di primavera, un appuntamento fisso per cominciare la stagione divertendosi su e giù per le ripide salite dei colli, attraverso incantevoli paesaggi. Ma anche per far festa con gli amici nel piccolo borgo di Villa di Teolo.

 

Spiritotrail 88 maggio 2016