Diciamolo subito: è stato un mondiale bello e combattuto.
Animato dal “solito” Zach Miller, che come da copione è partito a razzo per poi schiantare sul finale, così come, ricorderete, due anni fa all’UTMB.
Partenza intelligente invece di Luis Alberto Hernando (campione in carica dal 2016) e favorito da tutti i pronostici, che è rimasto coperto fino a metà gara, per poi avviare un’inarrestabile fase di recupero e sorpasso che lo ha portato a vincere con un buon distacco in 8h e 38’, ma costringendolo a dare davvero tutto.
Meno stanco invece è parso il connazionale Cristofer Clemente che, con 8’ di distacco, sembrava quasi che ne avesse ancora. Così come i due britannici Thomas Evans e Jonathan Albon, freschissimi e brillanti al traguardo, rispettivamente 3° e 4°, dopo aver condotto una gara molto regolare.
Primo francese all’arrivo, 5°, Ludovic Pommeret, seguito dallo statunitense Mendoza. Nelle prime 10 posizioni si registrano anche un atleta della Repubblica Ceca ed un tedesco. Mentre nelle prime 20 troviamo anche Lettonia, Giappone, Norvegia, Romania, Polonia, Svezia.
Primo degli italiani, Andrea Macchi, autore di una buona gara, ma in classifica “solo” 24°. 66° Fantuz, rallentato da problemi intestinali, 83° Pizzatti ostacolato da problemi muscolari, 104° Zanchi.
Borgialli e Wegher, partivano già acciaccati, ci hanno provato, ma si sono dovuti purtroppo fermare.
Dopo il forfait della Mauclaire, già prima del via, gli occhi erano tutti puntati sulle spagnole e sulle altre francesi. E infatti non hanno deluso, facendo davvero un’ottima gara e giocandosi le posizioni di vertice, dalla seconda alla quinta piazza. Sì perché la gara è stata vinta e dominata, un po’ a sorpresa, dalla olandese Ragna Debats, che ha impressionato tutti per la straordinaria condotta di gara e per la supremazia dimostrata.
9:55 il crono per lei ed un distacco di ben 16’ sulla spagnola Laia Cañes, e addirittura 28’ sulla francese Claire Mougel.
Tra le prime dieci posizioni di classifica figurano anche Polonia (con Magdalena Laczak), Stati Uniti (con Clare Gallagher e Kaytlyn Gerbin) e Regno Unito (Holly Page). Tra le prime 20 anche Argentina, Svezia, Germania, Austria e Portogallo. Per trovare l’Italia, anche qua dobbiamo scendere dopo le venti: Lidia Mongelli 23a, Alessandra Boifava 29a, e Chiara Bertino 63a. Lisa Borzani era forse la più attesa sulla carta, ma un fastidio ad un ginocchio l’ha gravemente limitata.
Come si diceva in apertura è stato un gran bel mondiale. Animato, combattuto, avvincente. È stato bello trovare anche nazionali emergenti e atleti capaci chi di confermare ancora una volta, chi di sorprendere e sconvolgere i pronostici.
Purtroppo però è stato anche un mondiale deludente per il Team Italia. 13a posizione per la squadra maschile, e 10a per quella femminile.
Ma non si può certo rimproverare alcunché né agli atleti, che ce l’hanno messa tutta, né ai tecnici perché quel che è mancato, e lo si sapeva anche prima di partire, è stata la partecipazione di atleti in grado di competere a livello internazionale. Forse un paio di nomi li avremmo anche avuti, ma avendo questi preferito non partecipare, rimane un discorso ipotetico e con i se e con i ma non si fa nulla. Speriamo in un futuro migliore. E che toccato il fondo si riesca a risalire almeno di qualche scalino.
Info: http://penyagolosatrails.com/
Risultati: https://penyagolosa.livetrail.net/classement.php?course=twc&cat=scratch