A guardare fuori dalla finestra sembra di essere ancora in pieno inverno, eppure il calendario ci dice che siamo già a Marzo, momento di esplosione degli eventi Trail. È già ora di scegliere la squadra italiana che ci rappresenterà al prossimo mondiale a Penyagolosa, quest’anno sulla distanza di 80 km.
Come l’anno scorso, la maglia azzurra si guadagna sul campo, più precisamente sugli 80 km dell’EcoTrail di Firenze. I primi 3 classificati, uomini e donne, sono dentro (ad oggi solo Stefano Fantuz e Lidia Mongelli, vincitori dal Campo dei Fiori Trail, sono sicuri).
La qualificazione è ambita e ha portato tanti top-runners nostrani alla partenza di Piazza Michelangelo.
80 km sono tanti, il percorso veloce una novità, il periodo della stagione un’incognita. Prepariamoci a sorprese, ritiri e nomi nuovi.
Partiamo dai pezzi da novanta. Giulio Ornati sono due anni che staziona regolarmente tra i piani alti delle Ultra internazionali, ha tanta esperienza e solitamente lo troviamo in forma da febbraio a novembre, chissà come si adatterà ad un percorso particolarmente veloce.
Christian Pizzatti ha dimostrato come la maglia della nazionale possa donare nuove energie. L’anno scorso nessuno avrebbe scommesso su di lui, e al mondiale è arrivato 12°, migliore degli azzurri. Questo giro sarà l’osservato numero uno. Altro uomo di esperienza e ottimi piazzamenti internazionali è Marco Zanchi, se fosse il 2016 sarebbe l’uomo da battere, tuttavia l’ultimo anno di Marco è stato pieno di imprevisti. Il suo stato di forma non è noto, ma sappiamo che zitto zitto sta facendo la formichina, si allena con cura e dopo 40 km potrebbe colpire alle spalle molti atleti. Per le sue doti tecniche potrebbe essere il più felice del terreno reso pesante da neve e fango.
Carlo Salvetti sugli 80 km si trova proprio a suo agio, e proprio su questa distanza si è preso la prima presenza in nazionale nell’anno del suo debutto alle corse. Anche lui ha avuto un 2017 traballante ma sembra che negli ultimi mesi si sia rimesso sotto con allenamenti e corse lunghe.
Poi ci sono quelli veloci. Quelli che 80 km sono tanti perché sui 40-50 km darebbero fuoco ai sentieri. Christian Modena sappiamo che è veloce e che a Marzo solitamente arriva già bello carico e in forma (giusto per arrivare ad essere imbattibile sulla TCE!). Di solito sulle gare lunghe soffre problemi di stomaco ma questo giro i primi potrebbero arrivare in 6 ore e mezza. Ultrabericus e Pastrengo hanno dimostrato che è una durata che ha già nella gambe e nella pancia.
Riccardo Borgialli ha già dimostrato di che pasta è fatto vincendo l’anno scorso la 45 qui a Firenze, con tanto di record del percorso e primi dieci km a 3.35 min/km. Cercherà di fare nuovamente il vuoto sul tratto di lungarno. Attenzione a cercare di seguirlo.
Matteo Lucchese è sicuramente quello che tra tutti ha più velocità nelle gambe, come dimostrato poche settimane fa al Brunello Crossing. Fosse tutto asfalto non ci sarebbe neanche competizione, tuttavia Matteo ha nella discesa e nei tratti tecnici il suo tallone d’Achille. Il fondo molto fangoso potrebbe creargli più di un problema.
Roberto Mastrotto è un altro che dove c’è da correre tanto e forte non si tira mai indietro. Ancora non è chiaro quando finisca la sua stagione e quando ricominci. Per sicurezza lo diamo in forma sempre, da tenere d’occhio.
A settembre 2017 Stefano Rinaldi si è giocato, fino all’ultimo metro, il titolo italiano con Stefano Fantuz, arrivando secondo per meno di un minuto. Cerca quella qualificazione che gli è sfuggita per pochi secondi nelle sue montagne.
Gare di 80 km a inizio marzo è difficile trovarne e complicato prepararle. L’esperienza in gare lunghe può essere molto utile quindi occhio a Andrea Macchi, Alexander Rabensteiner e Stefano Ruzza.
Un nome da giocare come sorpresa? Gabriele Abate, classe ’79, piemontese, uomo da 1h06 sulla mezza maratona e già azzurro di corsa in montagna. Poi non dite che non vi avevamo avvertiti.
Tra le donne la competizione sembra molto più ristretta, ma solitamente è proprio qui che vengono fuori soprese e nomi nuovi.
Lisa Borzani non ha bisogno di presentazioni. La distanza non la spaventa, l’incognita è il percorso veloce e filante ma se Lisa viene a correre a Firenze vuol dire che fa sul serio.
Come lei, Francesca Canepa ha un curriculum infinito di gare e vittorie. Avrà il dente avvelenato dopo il ritiro a Transcanaria per una lente a contatto persa.
Francesca Pretto è stata la rivelazione dello scorso anno, ha la velocità sulle gare corte, ma anche la tenacia per le sfide più lunghe (10° alla CCC). L’anno scorso ci aveva provato a prendersi la qualificazione, quest’anno sarà ancora più determinata.
Nome ancor più nuovo è quello di Giulia Vinco, ha già fatto incetta di podi (AIM, Corsa della Bora, Ecomaratona Clivius) e di chilometri (TOR). Chissà non ci prenda ancora più gusto dopo Firenze. Maglia azzurra e distanze lunghe sono cosa già nota a Virginia Oliveri che sempre su questa distanza ci aveva rappresentato a Gerês nel 2016. Per chi è habituè delle 24 ore su strada il fondo corribile non dovrebbe essere un problema.