Tempo d'estate, tempo di Lavaredo Ultra Trail

di Davide Grazielli

Arriva l'ultimo weekend di giugno ed il cuore di ogni ultrarunning geek è diviso tra la Sierra Nevada e le Dolomiti.

Quest'anno più che mai, se uno come Dylan Bowman twitta che il pack alla Lavaredo può tranquillamente fare concorrenza alla Western States!

 

(c)JordiSaragossa LUT 009

 

E allora andiamo a vedere cosa aspettarci attorno alle Tre Cime, partendo dalle ladies.

Bel contingente americano, che cala qualche nome pesante sui sentieri ampezzani. Clare Gallagher ha già dimostrato ampiamente di amare il terreno alpino alla CCC 2017, e con la sua visita in Italia di marzo ha conquistato il cuore di parecchi appassionati ed un redattore con i suoi modi schietti e buffi. Al Campionato del Mondo ha avuto una giornata solo così così, ma qui alla Lavaredo Ultra Trail la vedo bene, se saprà fare la sua gara. Da dietro a spingere c'è Keely Henninger, che piano piano sta facendo esperienza, ma soprattutto Kelly Wolf, autrice di un inizio stagione esaltante (vedi Tarawera) e competitor feroce. A me piace tanto anche Darcy Piceu, una che non molla davvero mai e che sicuramente sarà a suo agio nella seconda metà di gara: mancherà la velocità delle nuove leve... ma se le condizioni saranno dure, Darcy rientra in gioco in pieno. Amy Sproston non mi sembra invece in grado di inserirsi nella lotta per il podio, ma ha esperienza da vendere e nelle dieci potrebbe finirci agevolmente.

 

(c)JordiSaragossa LUT 068

 

Parlando di facce conosciute, per me il trio da osservare è quello Nuria Picas/Emma Roca/Fernanda Maciel: la Maciel conosce il percorso come le sue tasche, la Roca è un tank inarrestabile e la Picas... beh, Nuria resta sempre Nuria, su questa distanza è una garanzia assoluta. Per la serie “esperienza insegna” anche il duo down under Lou Clifton/Marie Mcnaughton non scherza: non protagoniste, ma dietro alle prime ci stanno. Come Ildiko Wermescher, garanzia assoluta. E mettiamoci anche l'inglesina Beth Pascall, ai Mondiali se l'è cavata egregiamente, alla Transgrancanaria meglio ancora.

Mancano quest'anno le francesi, che lasciano alla bella Audrey Bassac il compito di difendersi: ha iniziato bene l'anno, ma su un palcoscenico di questa portata deve ancora provarsi.

I nomi esotici? Due, ma pesantissimi: Mira Rai e Miao Yao. Diverse come tipologia ed approccio, ma entrambe candidate protagoniste. Anche al gradino più alto.

A difendere i colori italiani avremo alla partenza Lisa Borzani, Elisabetta Mazzocco, Katia Fori, Yulia Baykova e Chiara Bertino: sono tutti bei nomi, con la possibilità di fare davvero molto bene. Lisa e Katia hanno già dimostrato di valere su palcoscenici internazionali, Elisabetta è attesissima dopo un inizio stagione da protagonista a Dolomiti Extreme, Prealpi Trevigiane e Mugello, Yulia sembra in grande forma e Chiara dopo la soddisfazione della partecipazione al Mondiale ha sicuramente qualche carta da giocarsi. In bocca al lupo alle nostre ragazze!

 

(c)JordiSaragossa LUT 051

 

Passando agli uomini, la faccenda si fa ancora più complessa.

Il duo yankee Hayden Hawks/Tim Tollefson conquista la copertina con il loro sorriso da bravi ragazzi ed il ciuffo ribelle da college americano. Più che Tollefson, che oramai è una garanzia, sarà curioso vedere cosa combinerà Hawks alle prese con una gara lunga, dura e soprattutto molto battagliata. Alla CCC ha fatto benissimo, ma ha dato l'impressione di non aver dovuto davvero forzare, qui gli servirà tutto per difendersi da gente come Pau Capell (che ha ancora il dente avvelenato per UTMF ed il sorpasso all'ultimo respiro di Dbo), il bello di Savoia Michel Lanne (il Buff più stirato del circuito trail mondiale), il polacco Marcin Swierc o il tedesco Stephen Hugenschmidt.

A me piace come possibile outsider Aurelien Collet, e perché no il suo compaesano Sasha Devillaz. Ma attenzione a non dimenticare il simpaticissimo Scotty Hawker che qui alla Lavaredo tira sempre fuori prestazioni maiuscole.

E Paddy O'Leary, l'irlandese trapiantato a Marin County? Bella bestia, forse la lunghezza non gli si adatta in pieno, ma ha un motore niente male.

Qualche bel nome uscito dai Mondiali: se Diego Pazos è oramai un veterano, Hélio Fumo, dal Portogallo, è due anni che mette il suo nome davanti. E occhio a Robert Hajnal dalla Romania, prima o poi beccherà la grande giornata e sorprenderà tanti.

Il nome esotico c'è anche qui, viene dall'Oriente ed è Min Qi. Partenza a razzo garantita, vediamo come riuscirà a gestire un percorso non tecnico, ma sicuramente duro.

E ora, con malcelato orgoglio, gli italiani. Credo che mai come quest'anno ci sia stata una partecipazione di qualità così. Partendo da Fulvio Dapit, la nostra punta di diamante: conosce la gara, sa come fare, e gli piace stare nel vivo dell'azione. A seguire Stefano Fantuz ed Andrea Macchi, le nostre maglie azzurre, ma dobbiamo mettere anche Emanuele Ludovisi, che dopo la TDS dello scorso anno e la bella prestazione a MIUT non può nascondersi. Carlo Salvetti ha piazzato due belle gare in Istria e alla Abbots, la gamba c'è e sui tratti veloci e corribili sa sempre dire la sua. Fabio Di Giacomo cercherà di sorprendere il suo compagno di team Andrea Macchi? Chissà, la distanza è la sua e anche lui dovrebbe avvantaggiarsi dei lunghi tratti corribili. E poi non dimentichiamo Stefano Ruzza: alla Maremontana aveva dimostrato di essere in gran forma, ad UROC è stato sfortunato, ma è cresciuto molto in consapevolezza ed è più maturo in gara. Lo tengo per ultimo perché secondo il sottoscritto farà una bella gara: attenzione a Roberto Mastrotto.

 

(c)JordiSaragossa LUT 010

 

Solita partenza alle 23 di venerdì 22, qualcuno dice che sia stata creata apposta per permettere a noi tifosi da tastiera di sintonizzarci direttamente sulla Western States che parte nel pomeriggio italiano: sarà un lungo weekend per mariti/mogli/conviventi non runner...