Testo di Maurizio Scilla
Questo è l’anno delle imprese e dei record particolari, non essendoci gare, ma per il piemontese Nico Valsesia è quasi routine inventarsi ogni anno qualcosa di assurdo, di unico.
Il suo progetto “From 0 to” l’ha portato in giro per il mondo, utilizzando nella prima parte dei percorsi la bici, per passare alla parte di corsa e in certi casi ad una parte alpinistica.
Un piccolo riepilogo delle sue imprese per conoscerlo meglio:
From 0 to Monte Bianco
Da Genova al Monte Bianco / 316 km 7211m+ / 16h 35’
From 0 to Aconcagua
Da Viña del Mar (Cile) all’Aconcagua (6963 m) / 235 km 7000 m+ / 22h 41’ (massimo dislivello nel minor numero di km al mondo)
From 0 to Elbrus
Da Sulak (Mar Caspio) al Monte Elbrus (5642 m) / 510 km 6542 m+ / 31h 51’
From 0 to Kilimangiaro
Da Tanga (Tanzania) al Kilimangiaro ( 5885 m) 400 km 8000 m+ / 27h
In questi giorni aveva in cantiere il quinto tassello di questi “From 0 to”, diciamo che ha giocato in casa, infatti è partito dal Golfo di Genova, ha pedalato fino ad Alagna per salire poi ai 4554 m della Capanna Margherita sul Monte Rosa, 245 km, il tutto in 14h 18’ battendo un record che resisteva da 28 anni, fatto registrare da chi ha reinventato la storia della corsa in montagna, inventandosi lo skyrunning, Marino Giacometti.
Abbiamo chiesto un commento a Marino e anche un ricordo di quell’impresa.
“Quest’anno ci avevano già provato in tre, son contento che sia stato Nico a migliorare il mio tempo a 49 anni!
Nico ha raccolto per primo questa mia seconda passione alpinistica non solo migliorando i miei record come Genova Monte Bianco, ma realizzando vere imprese altrove, una su tutte all’Aconcagua dal mare!
Nei nostri record siamo stati entrambi over 40, al Bianco avevo già 46 anni anch’io.
Il mio record l’avevo fatto in occasione del 150° anniversario della prima salita. Un’avventura improvvisata con l’assistenza meccanica di 2 nipoti ventenni e mia figlia Viola di 15 anni. Già la partenza è stata da “oggi le comiche”. In autostrada sbaglio deviazione e si parte con 40’ di ritardo. Poi tutto ok fino ad Alagna, zaino in spalla, sono finalmente solo per continuare la salita senza altri stress. Fa già caldo e presto sono in riserva d’acqua .Alle 17.10 arrivo cotto alla Capanna Margherita. Il rifugista avvisa del mio arrivo. Rifiuto persino un tè e scendo come un sonnambulo. Appena incontro il ghiaccio verde e bagnato i ramponcini di alluminio fatti in casa si piegano, ma in discesa vanno anche i sassi. Arrivo ad Alagna in tempo per partecipare alla serata con Riccardo Cassin in onore del Parroco di Alagna Giovanni Gnifetti salito per primo in vetta nel 1842. Dopo la presentazione organizzata, l’ultimo atto della 24h è quello di arrivare miracolosamente a casa a notte fonda, guidando a “fari spenti”.
Nico, sembra esser filato tutto liscio, nessun momento di difficoltà?
È andata abbastanza bene, doveva salire con me l’amico Marzio Deho, fortissimo mountain biker, ma quando è arrivato alla Capanna Gnifetti è stato male ed è dovuto scendere. Diego Vinzia ha contribuito alla riuscita studiando e correndo il tratto da Alagna alla Indren. Alla Capanna alla Gnifetti, c’era Mattia Torraco con mio figlio Felipe, che avevano dormito lì. Mi ha fatto piacere che ci fosse mio figlio a farmi da supporto, poi sono salito con Mattia in sicurezza visto che le condizioni con tanti crepacci aperti consigliano di legarsi.
Questo era lo “stage 5”, ora cosa bolle in pentola?
Riproverò dalla foce del Po al Monviso, anche se so che c’è tutta quella strada nella Pianura Padana, che è lunga e noiosa. Poi dovrei fare da Genova al Cervino con l’aiuto di François Cazzanelli.
Quanto è nei tuoi pensieri l’Everest e i suoi 8848 m?
Adesso non è nei miei pensieri, intanto da qui a un altr’anno magari succede qualcos’altro