COLLÉ E TURINI VINCONO LO SWISSPEAKS TRAIL

Testo di Maurizio Scilla

I compagni nella vita, Franco Collé e Giuditta Turini, valicano il Colle del Gran San Bernardo e conquistano lo SwissPeaks Trail.

La stagione 2020 delle competizioni oltre le 100 miglia, orfana del Tor des Geants, vedeva tutte le attenzioni rivolte alla Svizzera con lo SwissPeaks Trail. Quattro le gare previste: 360, 170, 90 e Marathon.

 

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Il percorso della gara più lunga, prevedeva la partenza in origine a Oberwald nell’Obergoms, nel Cantone Vallese, ma il tracciato è stato accorciato passando dai 360 km iniziali ai 314 km e ben 22.800 m di dislivello positivo, con partenza spostata a Bettmeralp, non lontano da Briga.

Un percorso veramente esigente, tecnico, le montagne non sono aggirate, ma affrontate con innumerevoli passaggi sui colli, con parecchi passaggi in quota, la gara è stata ideata da Julien Voeffray, tre volte finisher al Tor des Géants.
Partenza a mezzanotte e già sin dalle prime battute si è capito che sarebbe stata una sfida tra il nostro Franco Collé, già due volte vincitore del Tor, e lo svizzero Jonas Russi, secondo l’anno scorso in questa gara.

Alla fine, dopo una lunga battaglia che si è protratta per ore, anche sotto la pioggia e la neve, i due atleti hanno deciso di tagliare il traguardo a Le Bouveret, sul Lago Lemano insieme dopo 62 ore 46 minuti e 33 secondi. Grande prova anche per l’altro italiano Andrea Mattiato che conquistava il terzo posto in 70:33:15.

Tra le donne vittoria per la svizzera Anita Lehmann (85:11:46), seconda la francese Claire Bannwarth (86:16:45) e podio completato dall’altra svizzera Emily Vaudan (89:06:42).

 

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© Guillaume Allet

 

Nella 170 km con 11300 m+, con partenza ai piedi della diga della Grande Dixence in Val d’Hérens, tra gli uomini vittoria per il francese Maxime Grenot (26:47:03), secondo posto per il nepalese, trapiantato in Francia Sangé Sherpa (27:41:37), completava il podio l’iberico David Calero Rodriguez (27:41:37).

Tra le donne, per gran parte della gara, al comando, la francese Manon Boahrd, che si ritirava nella parte finale, così la nostra Giuditta Turini al termine di una corsa regolare, si presentava per prima al bordo del lago in 34:36:02. Secondo gradino del podio per la svizzera Kerstin Dusch (35:32:40), terza posizione per la francese Laurence Georges (40:22:17).

 

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Nella 96 km e 6000 m+ vittorie per gli svizzeri Walter Manser e Sara Escobar Carron, mentre nella Marathon si sono imposti il francese Kevin Vermeulen (settimo Mathieu Brunod) e la valdostana Marina Cugnetto. Vittoria italiana nella 360 Tandem con Francesco Saviozzi e Marcello Villani.

https://swisspeakstrail.com/

 

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Abbiamo contattato Franco Collé e Giuditta Turini nel post gara.

Franco, cosa ci dici del percorso, decisamente tosto e tecnico?

Le montagne sono molto simili a quelle valdostane, pertanto l’ambiente è paragonabile. Tuttavia, i sentieri di gara sono molto più tecnici e tosti di quelli che si trovano generalmente in Italia. Passaggi più esposti e fondo molto più accidentato. Un trail adatto a chi vuole veramente una gara tosta.

Che differenze ci sono tra Tor e Swiss Peaks?

Lo SwissPeaks è più tecnico, selvaggio, le montagne strada facendo si addolciscono visto che si arriva a bordo lago (magnifico!), quindi non ti trovi un Malatra come ultima salita.
Le distanze tra i ristori sono maggiori e c’è meno possibilità di assistenza.
L’atmosfera è più rilassata, simile a quella del Tor dei primi anni e il pubblico è più ridotto.

Quando avete deciso di arrivare insieme?

La prima giornata ci siamo scannati a vicenda. Il secondo giorno abbiamo accettato il fatto di andare alla stessa velocità e nel terzo giorno ci siamo aiutati a vicenda per dare del nostro meglio in questa gara. A 15 km dall’arrivo abbiamo iniziato a scornarci in salita,poi ci siamo guardati esausti e ci siamo detti: che facciamo? Così la decisione di concludere il viaggio insieme a circa 1 ora dal traguardo.

 

franco&giuditta

 

Giudy sei contenta della tua gestione di gara?

Sono molto contenta della mia gara. La gara più lunga che abbia mai concluso. Per adesso il mio limite erano i 130 km (Tot Dret), quindi avevo un po’ di timore ad affrontarla. Ancora più timore mi è venuto quando ho visto la durezza di alcune salite e la tecnicità dei percorsi.
Ho cercato di dosare le mie energie nel migliore dei modi. Al via c’era anche la francese Manon Bohard (che nel 2019 era arrivata qualche minuto davanti a me alla 90 km di Chamonix). Siamo partite e lei ha fatto un ritmo impressionante correndo tra i primi 5 della classifica generale. Io ho preferito fare il mio ritmo e seguire quella che era la mia tabella di marcia. Sono riuscita a tenere un buon ritmo costante in tutta la gara. A circa 40 km dall’arrivo si è ritirata e così mi sono trovata al comando. Da lì in poi ho solo cercato di amministrare il vantaggio sulle inseguitrici e coronare quello che per me è un piccolo sogno.