Mai come quest'anno un'edizione piena zeppa di talento, sia tra le donne che tra gli uomini.
Partendo dal gentil sesso, il nome da battere è quello di Rory Bosio da Truckee, California. Vincitrice a Cortina nel 2015, si ripresenta dopo un anno passato a fare le cose più diverse, compreso un reality show. Su questi terreni si è dimostrata incontenibile quando è in forma, chissà se la sosta prolungata ha influito sul suo stato di forma.
A darle filo da torcere troviamo un nome storico dell'ultratrail, Lizzy Hawker: negli ultimi anni è stata vittima di infortuni continui e si è concentrata sulla sua gara attorno al Rosa. Ma sia all'UTMB che in altre gare Lizzy ha sempre dimostrato di potersela giocare con tutti, uomini o donne che siano: un ritorno che stimola la fantasia di tutti quelli che l'hanno vista gareggiare.
Tra le aficionados di Lavaredo, il duo brasiliano Fernanda Maciel e Manuela Villaseca. Se la Maciel difficilmente qui è scesa dal podio (ed ha dimostrato alla MdS che è in stato di forma assoluto), anche la Villaseca a Lavaredo ha sempre fatto bene: entrambe conoscono il percorso ed hanno il tifo dei locali.
Uxue Fraile l'abbiamo definita più volte il trattore basco: non sbaglia mai gara, e l'andatura con cui parte se la porta fino all'ultimo chilometro. Se le condizioni meteo saranno dure, è un nome da tenere presente anche per la vittoria, ma sul podio può finire sempre e comunque.
Accoppiata svizzera per Andrea Huser e Denise Zimmermann. La Zimmermann manca forse qualcosa in velocità (ma garantisce sulla durata), mentre la Huser sta rapidamente salendo al vertice della specialità. Viene dalla vittoria ad Annecy e da due secondi posti a Transgrancanaria e Madeira Island Ultra Trail e rispetto all'anno scorso ha gareggiato meno, con risultati immediati.
La kiwi trapiantata a Londra Sophie Grant potrebbe essere un nome da spendere, visto che ha avuto una crescita incredibile negli ultimi due anni, altrettanto pericolosa Holly Rush, che nonostante sembri più a suo agio su percorsi veloci e scorrevoli (o sull'asfalto della Comrades) ha lavorato molto per essere all'altezza anche off-road: la sua velocità le verrà sicuramente comoda nei lunghi tratti corribili della seconda parte di gara.
Le italiane? Tanta roba. La Canepa risulta iscritta, ma ha gareggiato questo weekend alla Mozart 100... se bisserà a Lavaredo sicuramente non sarà freschissima.
Ci si aspetta di vedere Federica Boifava al debutto stagionale: sappiamo tutti dove può arrivare, e ci auguriamo di vederla battagliare davanti con le prime. Lisa Borzani deve vendicare una LUT 2015 non alla sua altezza, ed ha dimostrato di essere in forma quest'anno. Ci sarà anche Yulia Baykova. E' bellissimo rivederla finalmente pronta a battagliare, dopo che alla LUT 2015 aveva ricominciato un percorso.
Il nome più atteso, è inutile nasconderlo, è quello di Cristiana Follador: nel 2016 è stata pressochè imbattibile, con un secondo alla Corsa della Bora e tutte vittorie a Maremontana, Alpago, Soglio, 3 Castelli e Mugello. Alle prese con la tripla cifra sarà tutta da vedere, ma il talento c'è.
Uomini. Uh, che ammucchiata.
Andiamo con ordine, partendo dagli statunitensi. Primo nome da segnare è Mike Foote, che qui alla Lavaredo ha già fatto bene, e lo stesso vale per il britannico trapiantato in Colorado Nick Clark: l'anno scorso ha studiato, quest'anno torna incattivito, e che sia in forma l'ha fatto vedere a Jemez 50 che è comunque una gara dura per gli standard USA. Occhio anche a Jorge Maravilla, proprietario di San Francisco Running Company: è uno tosto.
Il plotone europeo lo guida Gedeminas Grinius: terzo ad Hong Kong, secondo a Gran Canaria, forse non ha ancora l'esplosività che aveva dimostrato nel 2015, ma conosce la gara e sa dove mordere. Occhio che sta crescendo anche un connazionale, Andrius Ramonas, che promette benissimo!
Tra gli spagnoli Yeray Duran aveva fatto il botto l'anno scorso con un ottimo terzo posto ed una gara gestita al meglio. Ma non ha più brillato come a Lavaredo se non ad Hong Kong con un buon quinto. La carta che potrebbe scompigliare il mazzo è Pau Capell, con un 2016 stellare in tutte le gare UTWT: Hong Kong quarto, transgrancanaria terzo, Australia primo. In forma strepitosa. Anche Pau Bartolo alla TDS ha dominato... qui è un percorso meno tecnico e sulla carta ha davanti parecchia gente. Javi Dominguez non ha tenuto la forma che lo aveva portato sul podio all'UTMB quattro anni fa: l'anno scorso si era ritirato a Federavecchia ed anche all'UTMB non aveva finito, non lo vedo a giocarsi le posizioni che contano. Heras, invece, è oramai è diventato uno spauracchio da agitare pre gara, ma non parte mai: che abbia i mezzi per fare quello che vuole è assodato, ma oramai è tanto che non fa vedere il suo talento.
Passiamo ai cugini d'oltralpe che scendono come sempre con una colonia nutrita.
Sylvain Court e Julien Chorier dovrebbero essere le punte di diamante, con il secondo che rinuncia alla WS per fare Lavaredo. Poi Buffard, che ha da vendicare il ritiro del 2015 e i reunnionais Thevenin e Horau possibili protagonisti. Ci piace segnalare anche Guillame Peretti, ex recordman del GR20 che in queste settimane è tornato nelle news grazie al nuovo record di D'Haene.
Per Sua Maestà Elisabetta correranno un ritrovato Jez Bragg, e soprattutto Andy Symonds che ci sta prendendo gusto con le lunghe distanze: Andy è destinato a vincerne una a breve, e se fosse proprio qui a Cortina?
Altro pezzo da novanta è Jonaas Buud: mai, e dico mai, escluderlo da un possibile podio. E' metodico, preciso, preparato fino all'esasperazione. E alla LUT ce n'è pezzi dove far girare le gambe: nessuno meglio di lui può sfruttarli.
Armando Texeira e Francisco Freitas rappresentano il Portogallo: bravi, ma giocheranno a ridosso dei primi, difficile vederli davanti, più facile giocarsi Sangé Sherpa come possibile sorpresa. O l'austriaco Thomas Wagner che ha vinto con merito la 100 miles of Istria.
Io vedo bene i due che vengono da Down Under, il neo papà Scott Hawker che l'anno scorso aveva fatto un magnifico quarto posto, ed il vegano Vlad Ixel.
Bravi, simpatici e veloci, se la giocheranno fino alla fine.
Chi manca? Gli italiani diamine!
Qui c'è solo l'imbarazzo della scelta, i nomi pesanti ci sono praticamente tutti.
Il primissimo nome da spendere dovrebbe sempre essere Fulvio Dapit: per palmares ed esperienza non c'è nessuno che gli si avvicina in Italia. Ha dimostrato di aver digerito la tripla cifra con belle prestazioni in gare importanti. L'unico vero punto interrogativo è la gestione di gara che alla LUT l'ha mandato fuori giri due volte quando era a giocarsi il podio. Può fare tutto, compreso vincere, ma ha bisogno di una giornata perfetta e di tenere dal punto di vista tattico.
Poi seguirei con Giulio Ornati, in forma strepitosa e che ha fatto vedere ad Annecy di essere tranquillamente a livello europeo: anche per lui bisogna parlare concretamente di possibilità di top 5 o podio.
Se si parla di Lavaredo è criminale non menzionare Marchino Zanchi: non ne ha sbagliato una e l'anno scorso si è preso il lusso di abbassare il suo tempo e mettere dietro qualche nome nobile. Come Stefano Ruzza, che aveva chiuso comunque con una buona prestazione: lo sappiamo tutti di cosa è capace Stefano ed in questo 2016 ce lo ha già dimostrato.
Christian Modena invece una giornata dritta a Lavaredo l'aspetta da due anni: a livello di motore è assoluto, lo vogliamo vedere dove gli compete.
Ed un altro che vorrà prendersi una bella rivincita è Ivan Geronazzo: un 2015 travagliato, e quella ferita qui a Lavaredo che non gli aveva permesso di giocarsela fino in fondo: la grinta non gli manca sicuro, la voglia di soffrire meno che meno.
Stefano Trisconi dovrebbe essere carico al punto giusto, così come Giuliano Cavallo che si è portato a casa il Licony: Giuliano in giornata se la può battagliare con tutti, speriamo arrivi integro e pronto a giocarsi tutte le carte.
Alexander Rabensteiner si presenta con la vittoria alla 100 Porte che ce lo ha mostrato in grande forma, mentre Andrea Macchi era stata un po'la sorpresa dell'UTMB con una gara regolarissima fno all'ultimo. Potrebbe sorprendere se la gara si fa dura. Dopo la MdS vissuta in prima linea anche Paolo Pajusco ha grosse potenzialità. Da vedere su una gara così.
Per ultimi tengo il padrone di casa Ivano Molin, che alla LUT non sgarra mai e che va sempre contato nelle posizioni calde, ed i due alfieri dello SPIRITO TRAIL TEAM Daniele Gaido e Francesco Rigodanza: il primo ha messo a posto qualche problemino patito nel 2015 ed ha dimostrato in questo inizio stagione di poter fare benissimo. E la distanza è la sua. L'altro, vabbè, lo conoscete oramai, è un pazzo scriteriato criminale che getta nelle gare cuore, anima e gioventù e spesso ne esce vincitore. La distanza potrebbe essere un incognita. Ma tanto seguirà l'istinto e si butterà a capofitto nell'avventura. Possibile sorpresa.