LUCKY BASTARD

A cura di Davide Grazelli

Per la maggior parte di noi Il primo weekend di dicembre significa controllare se è abbastanza vicino all'otto dicembre per poter fare il ponte. Sogni di avventure di fastpacking nostrano, lunghi da sei ore con le ultime belle giornate invernali, le ultime sgroppate in bici prima di metterla a riposo invernale o le prime pellate con gli sci. Che poi diventino giornate in giro per i Mercatini di Natale o pomeriggi a tirare fuori gli addobbi e cercare il muschio per il Presepe è un altro discorso. Per i trailers americani invece (e qualche pazzo italico) è il weekend delle due lotteries: dalle manine innocenti di gente come AJW, Ian Sharmain o Dale Garland dipende il futuro di chi ha buttato lì svariati $ sperando di poter correre la Western States o la Hardrock, le 100 miglia culto a stelle e strisce.

Le gare americane, da sempre, hanno un numero limitatissimo di partecipanti (369 per la Western States, addirittura 152 per la Hardrock). Questo perché attraversano zone protette attraverso le quali solitamente non possono essere fatte passare manifestazioni organizzate. Per le due gare lo US Forest Service fa un’eccezione, ma ha posto dei limiti rigorosi sul numero di persone abilitate a correre. E quindi, con la crescita di partecipanti alle gare di ultrarunning entrambe hanno dovuto istituire, la Western States già dal 1981, un sistema di selezione. Entrambe seguono criteri diversi: per la Hardrock è un sorteggio praticamente puro, visto che gli unici che hanno il pettorale garantito sono i vincitori dell'anno prima. Da pochi anni gli altri sono stati divisi in tre gruppi differenti: chi non ha mai partecipato, i veterani (cinque o più volte in classifica) e tutti gli altri. A ogni gruppo è allocato un certo numero di pettorali, per fare in modo che ci sia sempre un giusto mix di partecipanti tra senatori, novellini e gente che ha già comunque fatto la gara. A ciascuno va un biglietto, poi se ne può aggiungere uno per ogni volta che ci avete provato, uno per ogni volta che l'avete finita, uno se siete finiti nei primi cinque l'anno precedente, uno se avete lavorato nell'organizzazione e uno se siete responsabili di una aid station.

Alla Western States la situazione è più variegata. Un certo numero di runners hanno accesso automatico: i primi dieci dell'anno precedente (i leggendari M10 e F10), i primi due classificati di una serie di gare denominata Golden Ticket Races, sei atleti dell'Ultra Trail World Tour, un volontario per ogni aid station, un tot a disposizione degli sponsor, i membri del comitato organizzatore, coloro che vanno per la decima fibbia da finisher, i vincitori del raffle (che è una vera e propria lotteria nel senso comune) ed infine Gordy Ainsleigh e Cowman A-Moo-Ha in virtù di pionieri. Gli altri escono dalla lottery: un’unica urna dove ciascuno ha un numero di biglietti crescente a seconda degli anni consecutivi in cui ha applicato. Chi è al primo anno ne avrà uno, chi al secondo due, chi al terzo quattro, al quarto otto, al quinto sedici e così via, aumentando esponenzialmente le possibilità per chi da anni non esce.

Già, ma quanta gente ci prova? Una marea.

Se prendiamo la Western States, nel 200 avevano applicato 583 persone per i 396 posti. Quest'anno erano 3.510, sei volte tanti, con un incremento del 35% rispetto all'anno prima.

Ma non solo, con il sistema dei biglietti aggiuntivi anno per anno, c'erano nell'urna 7.971 biglietti per 270 pettorali da estrarre. Incredibile. Praticamente uguale alla Hardrock, dove c'erano comunque, considerando tutti e tre i gruppi 1.549 runners iscritti per un totale di 6.587 biglietti.

Cosa si prova ad essere estratti? Sono uno dei fortunati a poterlo raccontare, visto che siamo in nove italiani ad essere partiti da Squaw Valley (uno dei quali, Flavio Dal Bosco, ha avuto anche l'onore di baciare la roccia di Silverton), ed è un privilegio che non scorderò mai.

Ricordo con emozione il momento in cui ho aperto la mail e ho letto che mi avevano estratto e che sarei stato sulla linea di partenza il giugno dopo (e seguente comunicazione della banca di avvenuto addebito...), ma ricordo con ancora più emozione tutto il processo di pianificazione e preparazione, le mille mail che ho spedito a Leo piene di domande assurde, le ore passate a cercare il volo più economico possibile e le sistemazioni meno costose, la mail di Chris che mi chiedeva se volevo un pacer o quando via posta mi è arrivato il giornalino della gara. Lo studio del percorso, leggere i race reports, le serate passate a guardare Unbreakable, Desperate Dreams o A Race for the Soul che lo stesso Leo mi aveva spedito assieme al suo libro. Tutte cose che hanno contribuito a creare in me un ricordo magnifico della gara e delle persone che grazie a essa ho conosciuto. Da quel giorno lì, da un biglietto in un urna, è iniziato un viaggio, mentale e poi reale, fantastico.

So bene anche cosa si prova a non essere estratti, perché poi ci ho riprovato ogni singolo anno per entrambe le gare. Ma ogni anno, la gioia per chi veniva estratto tra i miei conoscenti era così grande che compensava un po'di tristezza per non esserci: gli scambi di mail con Alberto o Filippo mi hanno riportato sui sentieri californiani, la loro soddisfazione e felicità una volta tornati mi sembrava di conoscerla e a modo mio di riviverla. Quando poi come quest'anno dall'urna esce il nome del tuo compagno di corse di sempre, quello che la sera ha sentito ogni tua lamentela sul lavoro che ti uccide o sul mutuo da pagare, quello con cui hai visto tramonti e albe spettacolari, quello con cui non c'è bisogno di parlarsi che tanto ci siamo già capiti, quello che per primo si è presentato a casa tua con una bottiglia a festeggiare la tua buckle... allora per una volta puoi anche pensare che è meglio così, che quel pettorale lì era suo e basta.

Good luck buddy, sarà un viaggio meraviglioso. Io la bottiglia in fresco l’ho già messa...

Spiritotrail 84 gennaio 2016