A cura di Maurizio Scilla
La Thuile, la location valdostana che ospita la settima edizione del La Thuile Trail, è un paradiso per l’escursionismo, sia per l’estensione e la varietà della sua rete di sentieri sia per il valore naturale e paesaggistico dei suoi luoghi.
La gara è intitolata alla memoria di Edo Camardella, giovane alpinista e maestro di sci, travolto da una slavina sul Monte Bianco nel 2019. Tre le distanze previste, 70 km 4000 m+, 43 km 2500 m+ e 25 km 1500 m+, 818 i partenti.
PREMESSA
Conoscendo un po’ la zona veramente spettacolare, erano un paio d’anni che mi ripromettevo di correre questo trail. Diciamo che alle 5 sotto l’arco di partenza qualche preoccupazione ce l’avevo. Durante la settimana pulendo i sentieri del Trail Monte Casto mi sono dato un bel colpetto con il falcetto sul tibiale che si è infiammato, ma il colpo di gran classe è stato dimenticare le solette delle scarpe a casa. L’ho scoperto solo alle 4.30, ancora addormentato ho infilato le scarpe e ho sentito un po’ troppo spazio per il piede, momento di panico, tolgo la scarpa e come immaginavo non c’era la soletta. In genere ho sempre un paio di scarpe in più, ma visto il meteo da favola per il post gara avevo solo un paio di sandali! 70 km senza solette e con un bel caldo, non male!
LA MIA GARA E IL PERCORSO
Prima del via quattro chiacchiere con l’amico Rob Negri, decidiamo di correre almeno una parte insieme, la gara scorre via più veloce.
Con le frontali accese, in breve tempo lasciamo il paese e iniziamo a salire, le salite non dure sono intervallate da alcuni tratti in piano e in discesa, albeggia. Sono 13 i km del percorso che portano al Rifugio Deffeyes (2500 m), man mano che si sale la vista si apre sempre più, alcuni tratti attrezzati si passano agevolmente.
Stop al rifugio per il ristoro e per godersi lo spettacolo del ghiacciaio del Rutor. Inizia la discesa interrotta da qualche strappo, si passa subito dal Lago Inferiore del Rutor e poi dal Lago dei Seracchi, sono solo i primi degli innumerevoli e splendidi laghetti che troveremo sul percorso. La discesa è abbastanza tecnica e visti i km che ci aspettano, meglio gestirla.
Gli ultimi due km sono quasi in piano, arriviamo al ristoro di La Thuile (25 km), non sono neanche le dieci e fa già decisamente caldo.
Inizia il tratto che più mi preoccupa, 12 km e 1400 m+, praticamente tutti d’un fiato che portano al Col des Charmonts (2815 m).
Primo obiettivo è il Col d’Arp (2571 m), c’è qualche km su strada asfaltata che, da una parte è noiosa ma allo stesso tempo facilita la salita non essendoci scalini e difficoltà.
Decido di aumentare un pochino il ritmo, saluto Rob, la parte finale si sviluppa tra bellissimi alpeggi, in fondo al vallone troneggia il Monte Bianco che con il suo ghiacciaio fa da contraltare al verde dei pascoli e l’azzurro del cielo.
Da tenere in considerazione che dal ristoro al 30 km a quello del Col Chavannes ci sono 15 km e il tratto è impegnativo.
Il sentiero che porta al Col de la Youlaz ha alcuni spettacolari passaggi scavati nella roccia.
Dal colle spettacolare vista a 360° e in particolare sul ghiacciaio del Miage, proprio di fronte.
Il tratto che porta al Mont Fortin è in gran parte in cresta, altamente spettacolare con alcuni tratti esposti. Si arriva poi al Col des Chavannes (45 km), il ristoro più desiderato vista la distanza dal precedente. Nota positiva: ai ristori ho trovato tanti giovani che trasmettono allegria, si vede che l’organizzazione è composta da un “gruppo giovane”.
Si risale dolcemente in direzione Col della Bassa Serra, l’ultimo tratto prevede prima un nevaio con una pendenza notevole, messo in completa sicurezza dall’organizzazione con scalini nella neve, seguito da un sentiero scavato nella roccia.
Mancano ancora 10 km per arrivare al Colle del Piccolo San Bernardo, nella prima parte è un continuo guado di ruscelli, c’è il vantaggio di mantenere i piedi belli al fresco, non si passa lontano dal lago Tormotta. Il paesaggio continua ad essere mozzafiato, poi finalmente in lontananza si vede il colle con i suoi edifici. Una bella discesa su sentiero porta al lago Verney, piccolo gioiellino, ma subito dopo segue la salita breve al colle su sentiero immerso nei rododendri e con una pendenza notevole (58 km). Essere al colle mi fa sentire sollevato, sto bene, riempio le borracce, mangio qualcosa e via. La discesa che porta al traguardo, alterna sterrate a sentieri, con solo due brevi risalite, me la godo cercando di tenere sempre i piedi bagnati, vista la mancanza delle solette, sentire il piede fresco è un sollievo. Taglio il traguardo felice, ho vissuto una giornata di montagna vera, godendomela dal primo all’ultimo minuto.
Mi permetto solo un piccolo consiglio, chi non è abituato a correre in quota, ne tenga conto, perché si corrono 18 km sopra i 2500 m.
©Pierre Lucianaz
70 KM
La gara più lunga e impegnativa, ha visto nella prima parte una bella battaglia tra l’argentino Santos Gabriel Rueda e lo spagnolo Jonata Tejada Ocejo. Nella salita al Col Chavanne si è scatenato l’argentino che ha poi tagliato il traguardo in 8:06:02, distruggendo il best time del percorso. Dopo 8:22:54 è arrivato Jonata Tejada Ocejo, podio completato dal piemontese Michael Dola in 8:39:34.
In campo femminile, bella vittoria per Fabiola Conti. Settima assoluta al suo ritorno alle gare, con il tempo di 9:06:35 ha letteralmente demolito il vecchio record. Sul secondo e terzo gradino del podio Magda Moroni (11:25:31) e Alice Ciapponi (12:15:49).
43 KM
Tra gli uomini gara tutta di testa per il valdostano Massimo Farcoz che si è imposto con il tempo di 4:26:58, davanti al belga Jasper Mannaert (4:34:19) e a Edoardo Rossano (4:48:35).
Tra le donne trionfo per la sudafricana Toni Mccann, quarta assoluta in 4:52:18, seguita da Margherita Vitali (5:26:16) e Susan Ostano (5:27:32).
25 KM
In campo maschile vittoria per Ross Gollan in 2:36:39, il britannico ha preceduto il francese Bastien Perez (2:38:26) e il biellese Federico Magagna (2:43:13).
Tra le donne, vittoria per l’altoatesina Angelika Eckl (3:25:46), seguita da Chiara Regis (3:33:54) e dalla svizzera Céline Ecoeur (3:43:54).
FABIOLA CONTI (prima 70 km)
Era un po’ che non ti vedevamo con un pettorale, sei soddisfatta? Cosa diresti a un trailer per convincerlo a correre il La Thuile Trail?
In effetti era da un bel po' che non mi mettevo seriamente alla prova, quest'anno ho corso in gara soltanto alla Ledro Sky, nel mese di giugno. Ero arrivata quarta ma le sensazioni non erano state granché e visto il pochissimo allenamento e i molti impegni lavorativi e personali non pensavo davvero di tornare in carreggiata molto presto, invece ho allungato un po' le mie distanze ed eccomi qui!
Il La Thuile Trail è una gara assolutamente spettacolare che si snoda in un ambiente davvero mozzafiato, uno dei più belli delle alpi ed uno dei miei posti preferiti ! Mi sento davvero bene qui! Quest' anno ho scelto la gara lunga anche in considerazione dei miei obiettivi futuri, e non me ne sono pentita! È un percorso che nella prima parte ripercorre il tracciato della 25 km, raggiungendo il rifugio Deffeyes dove ho potuto ammirare una stupenda alba appena sotto il Ghiacciaio del Rutor, e questo è stato per me il pezzo più bello della corsa! Dopodiché si torna a La Thuile e si risalgono i pendii che portano al colle di Youla. Il tratto da Youla al Col des Chavannes è senz' altro poi uno dei più belli ed è il più corribile probabilmente, dove se si hanno gambe veloci si può fare la differenza. Da qui in poi la gara diventa molto dura perché, quando pensi che il peggio sia passato, una serie di saliscendi ti accompagna fino al traguardo per spaccarti bene le gambe! Sull' ultima salitella nel bosco ho quasi pianto devo dire. Tagliare il traguardo di questa gara è stata una soddisfazione enorme! Alla fine sono contenta della mia prestazione, le gambe non sono più quelle veloci di due anni fa, ma vengo da un periodo di poco allenamento e tutto sommato sono rimasta in un discreto stato di forma. E' stato emozionante tornare a mettere un pettorale e a fare quello che mi piace!
©Pierre Lucianaz
MICHAEL DOLA (terzo 70 km)
Soddisfatto della tua gestione di gara?
Sono contento di come ho gestito una giornata difficile, le sensazioni già dall’inizio non erano delle migliori. Nella prima parte sono stato prudente cercando comunque di stare a ridosso dei primi, sono passato quinto al passaggio al 25 km a La Thuile. Ho avuto poi una buona progressione nella seconda parte di gara che mi ha permesso di conquistare un buon podio visto anche l’alto livello della gara.
Cosa ti ha più colpito del percorso e che consigli daresti a chi vorrebbe correrlo il prossimo anno?
Percorso fantastico di alta montagna. Si corre quasi sempre sopra i 2000mt. Alcuni tratti tecnici nella prima parte alternati a sentieri più scorrevoli nella seconda. Fantastico correre all’alba sulla balconata che porta al Deffeyes e da togliere il fiato tutto il tratto alto al Col Chavannes! Una gara che consiglio vivamente a chi vuole correre in alta montagna su sentieri alla portata di tutti. Non ci sono tratti particolarmente pericolosi. Chi ha ambizioni di classifica il consiglio è quello di allenarsi in quota perché la differenza si sente!
©martinamusarraph