RIVIVIAMO CON FRANCESCO PUPPI LA VITTORIA ALLA TRANSGRANCANARIA

A cura di Maurizio Scilla

Un finale thrilling, a dir poco spettacolare, ha permesso a Francesco Puppi di vincere la 47 km 1840 m+ della Transgrancanaria che porta da Tejeda a Maspalomas.

Per chi si fosse perso la diretta è possibile vedere la gara qui: https://www.youtube.com/live/0_0e-VFvqJQ?si=PId4OcryxfYvcDvl
Assolutamente da non perdere l’ultimo km particolarmente emozionante.
In questa intervista abbiamo avuto la possibilità di raccogliere le sensazioni, le emozioni, i pensieri di Francesco.

All’arrivo a Gran Canaria quali erano le tue sensazioni pre-gara?

Quando sono arrivato sull’isola mi sentivo molto bene, cosa abbastanza inusuale per me perché in genere non mi sento benissimo prima delle gare. Gli ultimi due mesi sono stati un po’ atipici perché mi sono sentito molto meglio del solito. In genere nella vita di tutti i giorni non mi sembra di godere di un ottimo stato di salute e invece in questo periodo avevo sensazioni positive, ne ho parlato anche con il mio allenatore e il mio nutrizionista. Anche il viaggio l’ho assorbito bene, il che non è scontato. Il giorno pregara ho tenuto un ritmo abbastanza veloce per le mie abitudini e mi sono sentito molto bene.
Avevo ottime sensazioni e voglia di gareggiare.


Visto il distacco contenuto che hai sempre avuto, hai sempre sperato di poter riprendere Robert Pkemoi?

In gara mi sono sentito sempre abbastanza in controllo, nonostante la partenza molto veloce di Robert. Siamo rimasti subito io e lui per i primi 4 km, poi ho deciso di lasciarlo andare perché per me il ritmo era troppo forte.
Io ho cercato di “fare il mio”, non ho pensato al distacco e alla posizione, ho cercato di dare il massimo, cercando di chiudere la gara nel minor tempo possibile. Per me l’obiettivo è sempre quello, poi se equivale al primo posto, a un secondo, a un decimo, quello dipende dagli altri.
In una gara lunga non è detta che la situazione che si ha a metà, si rifletta poi al traguardo.
Io ho visto per la prima volta Pkemoi dopo l’ultima aid station, quindi mancavano circa 16 km, c’era un tornante lungo e l’ho visto, ho stimato che era davanti un paio di minuti.
Su 16 km due minuti sono tanti, però possono essere anche pochi. In quel tratto equivalgono circa a  un’ora di gara. Se perdi poco meno di 10” al km, ti bruci tutto il vantaggio. In quel momento un po’ ci ho creduto, considerando anche che lui era partito forte. Gli ultimi km era “a tiro” e ho dato il tutto per tutto. Sono stati i km più intensi, i più veloci della gara e poi all’ultimo km l’ho ripreso.

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©Transgrancanaria Ian Corless

Visto il finale a dir poco strepitoso, possiamo dire che la tua gestione di gara è stata perfetta?

Non direi perché ci sono state un paio di cose che non sono andate benissimo. Sulla prima discesa mi sono trovato un po’ in difficoltà perché era abbastanza tecnica, infatti per un po’ sono stato terzo, perché mi ha superato Adil Moussaoui, che scendeva molto più agile di me.
Su quei pietroni e quelle rocce non mi sentivo molto a mio agio, quindi quella parte è sicuramente migliorabile.
La difficoltà più grande è stata che la mia crew è rimasta bloccata nel traffico e non è riuscita a raggiungere la seconda aid station, a circa metà gara, dove avevo pianificato il ristoro più importante. Avrei avuto 140 gr di carbo che mi sarebbero bastati per la seconda metà gara, una flask con 60 gr di carbo e due gel da 40 gr l’uno. Mi sono ritrovato quindi “a secco” per tutta la seconda metà della gara. Tra l’altro in quella aid station non mi sono neanche fermato a prendere dell’acqua perché ho pensato che la crew fosse subito dopo l’aid station. Non sono tornato indietro, ho tirato dritto, ma avevo solo un fondo di flask che mi son fatto bastare fino al ristoro del km 33. Lì mi son fermato, ho riempito due flask, ho preso un gel che c’era sul tavolo, immangiabile. Ho perso 30” ma sono stati importanti nella gestione della gara. Gestione non ideale, ma le scelte che ho fatto sono state “smart” perché ho cercato di ovviare a questa situazione che poteva essere delicata. Sono contento della gestione, perché vanno considerati anche gli imprevisti. La strategia di pacing, la gara un po’ in rimonta, vuol dire che alla fine ne avevo ancora nonostante le aid station non fossero andate nel migliore dei modi. Glicogeno muscolare ce n’era ancora in qualche modo e  la gestione delle energie è stata corretta.


Una curiosità, il ritmo con il quale hai superato Pkemoi è stato veramente impressionante, non ha neanche pensato di rispondere all’attacco, a quanto hai corso l’ultimo km?

L’ultimo km dovrebbe essere attorno ai 3’17”/km, bisogna considerare che si esce dal letto del fiume, c’è una parte abbastanza sassosa e poi si sale sull’argine per poi costeggiare il parco e raggiungere l’arrivo. Non è un ritmo che fa particolarmente impressione, ma bisogna considerare che arriva dopo 47 km. Ho visto che c’è un segmento su Strava degli ultimi 400 m corsi a 2’58”, il che potrebbe essere realistico. Non sono certo i ritmi della pista, anzi sembrano anche ridicoli. Ma sono molto contento, è stata una bella battaglia!

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©Transgrancanaria Mathias Novo