Racconto delirante N. 28 - LUT VS Cortina Trail

Non so se ve ne siete accorti ma lo scorso weekend c’è stata la LUT. Ci potrebbe essere stato qualche post su FB ma niente di che. È passata in sordina…Io volevo parlare del mio Cortina Trail, la distanza corta e sfigata che non si fila nessuno (corti 50 km?!?!?) ma devo obbedire alla legge del mercato e buttarci dentro un po’ di LUT per stimolare la vostra curiosità. Perché io la LUT l’ho fatta, in stati pietosi, ma l’ho fatta. E quindi posso fare un confronto tra le due gare a 12 mesi di distanza. Tra il 2016 e il 2017.

2016. Non mi ricordo neanche più perché mi sono iscritto 8 mesi fa. Forse cercavo un nuovo obbiettivo, forse pensavo che a fine giugno sarei stato saggio e maturo, o più semplicemente credevo che questa estate non sarebbe arrivata mai. Ma ormai sono le 23 e sono sotto lo striscione della partenza. Impreparato per impreparato mi godo almeno il momento. Qui di fianco agli stra-top-runners, tremando di emozione mentre si accendono le luci frontali e Ennio Morricone fa vibrare l’aria con le sue note.

2017. Volevo proprio tornare qua, per questo mi sono iscritto a dicembre. Non per la gara, ma per vivere appieno questi tre giorni di festa del Trail che è la LUT. Volevo tutto dall’expo del venerdì alle premiazioni del giorno dopo. Dal viaggio con Ugo dell’andata alla macchinata pettegola del ritorno. Così alle 23 mi ritrovo sempre sotto le striscione del via di fianco agli stra-top-runners. Ma questa volta senza agitazione, faccio foto, incoraggio amici, prendo per il culo. Poi parte l’estasi dell’oro e per qualche minuto desidererei tanto essere anche io in mezzo a loro, emozionato per questa grande avventura.

 

SI PARTE

 

Buon viaggio!

Con calma. Cosi ha detto il maestro Alvin. Non mi faccio trasportare troppo dall’entusiasmo. Dopo un chilometro mi hanno già superato trecento persone. Non ci sarebbe niente di male, se non fossi circondato da trailer che usano i bastoncini come manganelli sfollagente. Un giorno vi impalerò tutti maledetti!

Sono partiti tutti. Gli ultimi ci hanno messo circa 7 minuti a passare sotto il via. Se n’è andata l’emozione della partenza e con loro la mia voglia di voler correre la LUT. All’improvviso la piazza si è fatta silenziosa. Ultimi saluti e si a va nanna mentre tra i boschi si intravede un lungo serpentone di frontali.

Di solito dopo pochi metri inizio a soffrire di solitudine. Oggi è impossibile. Neanche si capisce che è notte. Saliamo la prima salita di nottata. Mancano 118,9 km al traguardo e dietro di me sento già cose ansimanti. Non so se lanciare complimenti o insulti.

Arrivo in camera e mi lancio silenziosamente sul materasso. Preparerò tutto domani. Guardo il letto vuoto lasciato dal papà. Visto che ho ereditato da lui il mio odio per i gruppi di persone maggiori di 4 so per certo che in questi primi chilometri di gara sta facendo pensieri di eremitaggio nel deserto.

Procedo con il mio mantra “Magna, Bevi, Tasi” ossia mangia in continuazione, bevi tanto e cerca di non avere mai il fiatone. Sto eseguendo i compiti alla perfezione. Infatti la prima salita se ne va e si discende giù. E c’è traffico! Una discesa tranquilla è pericolosissima. Ho già rischiato di cadere tre volte. Meglio andare avanti, superare questi trailers impauriti e svegliarsi con qualche sorpasso in staccata che neanche in MotoGP. Certo potevo evitare di urlare “Rigo c’è, Rigo c’è” con la voce di Guido Meda.

Sto dormendo benissimo.

Primo ristoro, sembra di essere ad un free buffet di un villaggio turistico. Visto il trambusto e la mia lucidità (per ora) cerco di servirmi da solo. GIAMMAI. Un volontario mi ferma “ Se tocchi le caraffe ti dobbiamo squalificare”. Va bene io non ho fretta, ma me ne ricorderò tra 90 km se voglio ritirarmi con onore!

Secondo ristoro. 33° km. Ancora fresco come una rosa. Solo i polpaccini pulsano un po’. Spero passerà. Adesso la salita è bella lunga, direzione tre cime. Per ora il “magna, bevi, tasi” sta dando i suoi frutti. Ho bevuto già 3 litri e mi sono fermato a fare pipì 4 volte. Neanche alle riunioni Cobras sono così idratato!

Mi alzo a fare pipì. Saranno i ricordi!

Dopo una lunga prima parte di salita inizia il fango di Misurina. Al primo segno sono titubante, poi raggiungo un angelo vestito da trailer inglese che mi dice “Once you accept it it’s just fun!”. Capito. Mi lancio ovunque. Forse ho accelerato un pochino ma mi sto divertendo da matti e riprendere atleti piantati dalla paura non ha prezzo. Si arriva sul lago. Qui prendo Christian e Ivano (il mio maestro in corsa). Qua è proprio casa sua e io lo tratto come un ufficio turistico chiedendo informazioni sui prossimi sentieri da fare. Proprio in questo momento in cui mi sento benissimo, mi si spegne la luce. No, non una crisi, mi si spegne la frontale. Finite le batterie (probabilmente è un segno premonitore). Solo 4 ore di autonomia??? Ma che cavolo. Niente panico. Tiro fuori la torcia di riserva, ma nella foga rompo un gancetto della fascia elastica. Uff, è stata una lunghissima salita al buio scroccando di tanto in tanto la luce a qualche altro atleta. Ho urlato spesso “Tu sei la mia luce” per ringraziarli. Rifugio Auronzo ci siamo! 5h 40 di gara. Me la prendo ancora comoda. Doppia razione di brodino, pane con nutella, biscotti, mele e altre bibite. Dai che si va verso il giorno! Ahi! Il morale è alto ma le gambe si lamentano sempre di più. Aspettiamo la discesa che fa sempre miracoli. Non vedo neanche le Tre Cime avvolte dalla nebbia. Tutta sta fatica! La prossima volta vengo su in pulmino.

Mi sveglio. È stato il profumo di brioches. È presto ma sento il sollievo di non essere in giro a correre da sette ore. Invece di preparare il materiale cazzeggio per una mezz’ora su livetrail controllando la posizione di papà, amici e top.

Altra discesa veloce, come le altre due. Mi rianimo un pochino in vista del piattone fino a Cimabanche. Tuttavia qua il primo patatrack. Non so come, mi si irrigidisce completamente una gamba, cado, e così facendo mi partono due crampi ai polpacci. Non so se avete mai provato a sistemare dei crampi porconando alle sei di mattina! Beh, non funziona. Riparto, le gambe sono dure ma è soprattutto il morale a terra. Ma che cavolo! Sono andato pianissimo, ho mangiato tanto e bevuto anche di più. Cosa ho sbagliato???

 

che cavolo ci faccio qua 

 

Ho già le gambe dure. Sarà anche questo un ricordo dell’anno passato?

Arrivo al 4° ristoro. Qua vengono coccolato da Giampaolo e i favolosi Duerocchers. Mi sembra di essere a Cornuda, probabilmente devono aver spostato la Rocca. Cambio scarpe con un nuovo paio fresh and clean. Purtroppo la crisi non è passata. Mancano 54 km e anche schiena e addominali sono rigidi rigidi. Ho il pensiero di ritirarmi, qui, subito. Poi mi guardo intorno. Adesso è mattino. Sono in paradiso. Decido che me la prenderò da turista camminando con calma il resto del percorso.

È ora di partire. Visto il caldo ho optato per mettere tutto il materiale obbligatorio in vita, sotto i pantaloni. Non sono proprio bello da vedere e incuto un po’ di timore quando urlo “il marsupio sì sì sì!” Anche noi abbiamo la nostra “estasi dell’oro” ma molta meno emozione. Sarà che è giorno, che siamo assonati e che non abbiamo 120 km davanti da fare, ma ammetto che partire per la LUT è tutta un’altra cosa. Però anche qua ci sono gli esagitati. Partiamo e in pochi secondi mi trovo superato da almeno 200 persone. Peggio del solito. Perché fa già tanto caldo (la maglietta dura si e no 1,5 km) e ho già male alle gambe. Meglio essere conservativi. Anche più del solito. Ci metto circa 5 km a raggiungere la prima donna che in quel momento sta grugnendo e ansimando con l’eleganza di un muratore kazako (no, non arriverà al traguardo tra le prime).

5° ristoro. Malga Ra Stua. Adesso mi godo le facce di chi mi sorpassa. Andrea Huser, la prima donna, sembra Robocop. Lisa è un po’ più provata ma determinata, mentre Fernanda Maciel non so bene, le sono solo stato dietro per circa venti minuti! Ora i miei nuovi angeli sono diventati Silvia e Alessio. Li ringrazio con un “olio cuore” sulla staccionata che dopo 80 km vale oro.

 

olio cuore

 

Prima salita, me la ricordo lunga e così è. Ma almeno inizia la rimonta, quando scollino in cima e raggiungo Filippo dovrei essere già 10°. Poi mi butto giù. Discesa larga e corribile, però arriva il primo segnale, le discese oggi mi sono amiche, vengono naturali. Adesso basta solo aspettare 30 km per l’unica bella lunga!

Da qui inizia la Val Travenanzes, descritta da tutti con fascino e paura perché bella ma anche eternamente lunga. Ma io cammino e quindi chemmenefrega?? Acqua che scorre da ogni dove in mezzo a queste rocce pallide pallide. Ringrazio di essere qui, in questo momento. Anche perché oggi pomeriggio me la immagino un pelo caldina. Ci uniamo con la Cortina Trail. Maledetti! Tutti freschi e pimpanti. Ai vostri km saltavo i guadi per lungo! Nel desolamento generale mi raggiungono il babbo e Emanuele. Selfie di rito. (qualcuno tolga al papà la GoPro!!!) e li lascio andare. Adesso sono un po’ stanchino, anche camminando. Ma dopo dieci ore di gara e una notte senza dormire che sia zapping o ultratrail io mi spengo lentamente. Per fortuna Col Gallina dovrebbe arrivare a momenti. Ennio mi raggiunge. Mi fa un po’ di compagnia e poi riparte perché come dice lui “Ne ho un sacco”. Frase che gli sarà rinfacciata quando all’arrivo starà distrutto disteso su un tavolo.

Da qui inizia la Val Travenanzes, me la ricordo abbastanza. Lunga. Lunghissima. Ma stavolta sono fresco, appena partito quindi chemmenefrega? Ci uniamo con la LUT. Qua l’incitamento a ogni sorpasso è obbligo. Mi ricordo l’anno scorso quanto un piccolo incoraggiamento aiutasse più di tanti gel. Trovo subito Lisa quest’anno molto più sicura dell’anno scorso, poi Marco, che mi sembra molto in palla, Mirko, Danilo e Ivano che hanno il viso molto più sofferto  ma lo sguardo dannatamente ostinato verso il gilet da finish… ehm verso il traguardo. Ogni incontro è una piccola sosta, due battute e si riparte. Per un po’ non sembra neanche tanto caldo poi scollino, cambio versante e maledico il riscaldamento globale. Riportatemi in Travenanzes. Si stava tanto bene a saltare in mezzo ai guadi gelidi.

Io sono stanco. Voglio solo arrivare al rifugio e poi boh. Qua trovo la mamma. Lei è la mia assistente personale. Mi ha portato una crostata, coca cola e un succo. Niente che non si trovi ai ristori, ma da lei è diverso. Sarebbe perfetta come assistenza se non cercasse di farmi ritirare! Non se ne parla! Adesso intanto rifletto sul senso della vita, mi stendo sul prato un attimo e zzzzzzzz……… Un’ora ininterrotta di nanne! Non ho mai dormito così bene. Ma nonostante il rimbambimento bisogna ripartire. Mancano 28 km e sono le 12.15. Cosa vuoi che sia? Mamma mi guarda in faccia e non è molto convinta. Io ancora meno. Ma le dico “Per le quattro sono arrivato, ci vediamo giù! Perché l’ho detto? Adesso mi tocca andar forte. Ma un riposino mi sistema sempre e adesso il mio corpo, pur con le dovute proporzioni, vuole fare fatica di nuovo!

 

ho sonno

 

Col Gallina arriva in un attimo. Guardo i prati e mi viene sonno. Calmo e concentrato Francesco! Che sei in piedi da sì e no 4 ore. Trovo Roby Mastrotto che per una volta non è partito sotto i 4 min/km e sta andando alla grande (arriverà 17°). Bevo un po’ di coca cola, un po’ d’acqua e intanto vengo superato da un paio di atleti. Cos’è tutta sta fretta?!?!? Come un anno fa trovo mamma al ristoro, sarebbe perfetta come assistente se non fosse che l’unica cosa che riesce a dirmi è che papà si è ritirato. Diamine che incoraggiamento!!!

La salita all’Averau è bellissima. Adesso ne è valsa veramente la pena, nonostante tutto di essere ancora qua. Sono circondato da uno spettacolo incredibile. Giù, su, giù, forcella Giau. Ancora bene. Un signore cerca di incoraggiarci dicendo che questa è l’ultima salita. “Stocazzo!” è tredici ore che guardo questo pettorale, non mi freghi, so benissimo che ne manca una. Fa caldino. Sono senza maglietta da 30 km (tanto questo zaino Salomon da 3L è fantastico) ma il tepore pomeridiano si fa sentire. Vedo addirittura un esemplare di Fantuz in contromano. Sarà un miraggio! È fatta, quasi fatta.

La salità all’Averau è un forno. Fa talmente caldo che, dopo averla inzuppata nel torrente mi metto la maglietta. Apparte rischiare una congestione per il cambio caldo-freddo si rivelerà un’idea geniale! Da adesso in poi sarà più l’acqua che mi tirerò addosso che quella che berrò. Passando al lato competitivo ormai le posizioni si sono delineate, davanti a me ci sono due ragazzi che stanno correndo a buon ritmo e sono 5° e 6°. Provo a prenderli tuttavia prima devo fare i conti con la mia incapacità ad allacciare le scarpe. 3 volte mi fermo per la stessa scarpa, ogni volta rischiando un crampo ad un muscolo diverso. Se solo quella volta all’asilo non avessi saltato le lezioni chiave… Mentre do esempio di incapacità raggiungo la seconda donna della LUT, Ruth Croft, neozelandese, occhi verdissimi (si le ho guardato gli occhi!). That’s amore.  Il rifugio arriva alquanto presto così come il passo Giau. È questo il bello di aver già fatto la LUT. Arriva tutto prima quando hai 70 km in meno sulle gambe.  Al rifugio trovo qualche Cobras ritirato (e un pensierino a fermarmi sul prato mi è venuto) e tanto tifo. A causa dei miei ristori tutt’altro che da Formula 1 gli altri due ragazzi sono sempre con me.

 

FOTO AVERAU

 

Si vede Croda Lago. Da lì sarà una facile discesa verso la fine. Stanco della sequenza crostata, macine, cioccolata, banane e di quel gusto dolciastro che ho in bocca prendo due uova sode, le pucio nel sale e le mando giù così. Cracco non capirebbe. Fantastico.

Non mi ricordo niente di questo pezzo. Ero troppo stanco un anno fa! Avendo le gambe è divertentissimo. Vedo là in fondo l’ultimo passo. Poi è Croda Lago. Sembra fatta. Ma... ehi un momento, io non ho mangiato niente oggi!!! (Si vede che confidavo in un panino con lo speck portato da Silvia, ma mi tradisce sempre per qualche monte più bello). Apro il mio gel solitario. Arrivano un sacco (beh bustina) di energie. Mai stato così bene sul finire di una gara. E adesso arriva la discesa! Non prima di una meritata birra al ristoro, rubata ad un volontario da bicchiere di vetro. Perché siamo a Cortina e bisogna usare un certo stile.

Ora giù in discesa. Mancano 8 km. Sembrerebbe tutto facile e invece. Gli addominali sono ancora in sciopero e non mi lasciano correre molto. In particolare in questa ultima discesa facile facile che normalmente avrei fatto a tutta velocità. E la vista del bosco non aiuta. Siamo arrivati? Siamo arrivati? Vedo il campanile eppure continuiamo ad andare in su.

Ora giù in discesa. Mancano 8 km. Il primo pezzo è una figata incredibile tanto che finisco per cantare a squarciagola da solo. So di essere andato forte questo pezzo. Peccato che sia durato appena 10 minuti! Poi entriamo nel “boscodimmerda” e la cosa diventa un po’ meno divertente. Ma ieri sono venuto a correre qua con due tizi che ne sanno un sacco (e mi hanno anche consigliato di non farlo più) e so che non manca tanto, basta tenere legati in qualche modo i quadricipiti alle gambe ed è fatta.

Ringrazio l’ultimo ristoro abusivo. Anguria fresca e doccia. Voi avete capito tutto, organizzate una gara che mi iscrivo subito.

All’uscita del bosco vedo Christian. Avrà un minuto di vantaggio. Ora ho una scelta, cercare di dare tutto e provare a raggiungerlo (1% di probabilità) o fermarmi a mangiare qualche pezzo di anguria ed essere tanto felice (99% di probabilità). Siccome ho lo spirito agonisitico di un cucciolo di Golden retriever e la fame di un adulto di Golden retriever propendo ovviamente per la seconda.

 

serietà

Sono a Cortina, ora è tutto asfalto. Mi rimetto la maglietta di Spirito Trail. Adesso è vietato camminare. Ponte, salita al corso e poi… e poi scatto finale, come sempre, per arrivare incredulo al traguardo.

Sono a Cortina, ora è tutto asfalto. Vado ancora di slancio. Ponte, salita al corso e scatto finale dando al cinque a chiunque trovo oltre le transenne per arrivare incredulo al traguardo. Cinque.

16h 43 m (e meno di 4h nel tratto post-sonno come promesso).

4h49 (12 ore in meno dell’anno scorso. Se non sono questi ottimi progressi!).

Yeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeehhh. Però adesso sono un po’ stanchino.

Yeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeehhh. Però adesso ho un po’ caldino.

Niente cibo, o bibite. Mi siedo solo un attimo sotto un tavolino. Ho sonno. Tanto sonno. E nonostante tutto il Lek è li! Cavolo è arrivato prima di me!

Birra. Acqua. Coca Cola. Basta che sia liquido!

 

2016 2017

 

 

In uno stato pietoso vengo accompagnato all’Hotel dove alloggiano i miei. Mi addormento mezz’ora sul Water, poi un’ora in doccia e poi ancora un po’ di pisolino sul letto. Sono ancora troppo giovane per saltare il mio sonno notturno!!! Ritrovo qualche compagno Cobras in palestra. Birra in compagnia, qualche battuta e poi si torna lentamente a casa!

E ora inizia la festa. Si aspetta gli amici con le loro tante storie da raccontare. C’è Francesca, arrivata due nonostante sia partita con guanti, berretto e sciarpetta. C’è Tommy che è riuscito a concludere la sua prima LUT alla grande nonostante lo alleni Grazielli. C’è il presidente Emme che per una volta è arrivato stanchino anche lui. E poi Mirko e Fabio che si sono fatti tanti chilometri di crisi senza mollare mai, Alberto che si è preso un finesettimana di pausa dalla Skylakes per rilassarsi con 17 h di corsa, Lek, che a vederlo in faccia all’arrivo sembra sia stato prelevato dagli alieni, Elisabetta e le sue cadute tonte senza gloria, Andrea e la sua discesa incredibile, Matteo e Ale compagni brodino e per finire Mary e Michele a cui sono andati tanti pensieri immaginandoli di notte col temporale a Forcella Giau. Ho aspettato fino all’una di notte in piazza, e ne è valsa la pena. (un pensiero anche agli amici ritirati di cui non farò nome per omertà!).

Contento? Ho fatto 120 km, te ne rendi conto.

Contento? Mi sono divertito tantissimo. E nonostante tutto sono arrivato cinque (ad una vita da Matteo Pigoni e il suo record del percorso!).

Stanco? Si, forse un po’ troppo. Non ne avevo neanche per vivere la festa di Cortina popolata da Trailers.

Stanco? Per niente. Questi 3 giorni mi hanno ricaricato di voglia di tutto!

La rifarai? Per ora 120 km mi sembrano ancora tantini, troppi! Prossima volta Cortina Trail così la mamma si preoccupa meno. Però il papà lo mando sulla lunga!

E la LUT? Voglio farla ma lento. In compagnia e metterci anche 24h. Bisogna provare tutto no? Chissà poi se il papà ci riproverà!

PS: sono passati quattro giorni ed io ho ancora sonno. Tanto sonno!

PS: sono passati quattro giorni e mi sento benissimo.

 

sono andati come treni