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Quinta edizione per il Firenze Urban Trail per la prima volta in veste EcoTrail Florence, gara che è stata caratterizzata da una serie di avversità e imprevisti...
Pochi mesi fa sono state le elezioni politiche a spostare la data di un giorno, imprevisto a cui negli ultimi giorni si sono aggiunti neve, pioggia, treni bloccati, gelicidio sulle autostrade (con lunghe code o rinunce di chi veniva da lontano).
Sembra che si sia messo tutto di traverso a impedire il tanto atteso esordio della 80 km. Percorso che era stato designato come gara qualificante per i Mondiali di Trail a Penyagolosa e per cui erano arrivati a Firenze tutti i migliori interpreti italiani su questa distanza, pronti a darsi battaglia per quei 3 posti in maglia azzurra.
Niente da fare, così la direzione di gara prende la sempre difficile decisione di annullare la 80 km e far correre tutti sulla 42 km. Metà distanza e tutto un altro ritmo con alcuni favoriti della 80 km che hanno preferito rinunciare e conservare le energie per i prossimi appuntamenti (Zanchi, Salvetti, Rabensteiner, Ruzza, Canepa).
Per chi è stato sul percorso e ha visto la situazione dei sentieri, ridotti a torrenti di acqua, fango e neve, la scelta di accorciamento è sembrata correttissima, ma soprattutto inevitabile.
In campo maschile i tre giovani Riccardo Borgialli, Davide Cheraz e Gabriele Pace (gli ultimi due erano già iscritti alla 42 km) hanno fatto gara veloce fin da subito e fino al 30° km sono rimasti da soli davanti a tutti. Poi l’imprevisto che scompiglia tutto: gli apripista in bicicletta che li guidano sbagliano strada ad un bivio. Scena già vista pochi mesi fa alla Venice Marathon, solo che qua non si perdono secondi, ma manciate di di minuti. Momenti di panico, gli atleti che si trovano in un vicolo cieco, l’apripista che chiama al telefono l’organizzazione, il tentativo di ritornare sulla strada giusta. Troppo tempo perso, Cheraz e Borgialli si ritireranno, Pace proverà una disperata rimonta concludendo 8°.
Intanto dietro non sbagliano e approfittano dell’inconveniente Stefano Rinaldi e Andrea Macchi che vanno a tagliare il traguardo insieme in 3h15, due minuti più veloci di Giovanni Tacchini. 4° Roberto Mastrotto, 5° Christian Modena, 6° Christian Pizzatti. A prova del livello alto della competizione, i distacchi sono risicatissimi. Il 7°, Gabriele Abate, arriva al traguardo con soli 8 minuti di ritardo dal primo.
Tra le donne la sfida per il primo posto sembrava ristretta alla coppia Francesca Pretto – Lisa Borzani e così è stato. Partite forte, hanno corso spalla a spalla i primi dieci veloci chilometri di Lungarno prima dell’attacco di Lisa Borzani sulla prima salita. Un piccolo vantaggio di qualche minuto, rimasto tale fino al 35° chilometro, poi negli ultimi chilometri Lisa ha mostrato di essere in gran condizione ed è arrivata in Piazza Michelangelo in 3h57, 9 minuti prima di Francesca Pretto. Sul podio con loro Maria Elisabetta Lastri in 4h16 a cui seguono Giulia Vinco in 4h18 e Virginia Oliveri in 4h21.
E per la nazionale? Bella domanda. Poco prima del via la Direzione Tecnica della FIDAL ha comunicato per voce degli organizzatori che sarà valutata “anche” la gara dell'Ultrabericus Trail (65 km 2500 m+ in programa fra due settimane) come prova di selezione. Tuttavia quel “anche” ha fatto storcere il naso a molti visto che non chiarisce la situazione, ma anzi crea molti dubbi su quanti e quali posti verranno definiti sul campo il 17 marzo.
Speriamo in un chiarimento, a breve. Intanto sulla gara vicentina fioccano le iscrizioni dei Top.
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