Cala il sipario su Cortina

di Matteo Grassi

Cala il sipario su Cortina, woodstock italiana del trail.

Cala il sipario su una quattro giorni di show.

Cala il sipario e le strade tornano vuote, cala il silenzio. Tutto s'acquieta.

 

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Ma non dentro di noi che c'eravamo. Non dentro il cuore delle oltre dieci, forse ventilmila persone che erano lì a vivere nel ciclone della LUT, nella tempesta che ti travolge e nella scarica che ti attraversa. A vivere giorni di festa, giorni frenetici, giorni di corsa, giorni di incontri, giorni di sudore: le levatacce e le ore piccole, le notti insonni. I pasti saltati, le birre per festeggiare o per dimenticare.

I giorni dei sorrisi e degli abbracci, giorni di pianti e guance rigate. I giorni di facce sconvolte, di volti grigi, di vomito e crampi. Giorni di euforia e di gambe che vanno. Giorni di braccia alzate, e pugni chiusi. Giorni dei tendini che stridono, giorni di 'clap' sulle transenne, giorni di "gooood jooob", dei cinque e delle pacche sulle spalle. Giorni di maghiette fradice e di vesciche scoppiate, giorni dei baci spontanei e di angeli custodi.

Giorni di ritmi forsennati e di giovani falcate, giorni di passi acciaccati. I giorni dei testadura. Giorni degli oggi non va, dei lamenti e delle scuse, ma soprattutto i giorni dei leoni, di chi ha le palle, i giorni di chi ha saputo aspettare. Giorni dei duelli, giorni delle sfide. Giorni delle sorpese inaspettate. E delle conferme.

Giorni dei cuori gonfi e dei cuori infranti. Giorni dei successi e delle delusioni.

I giorni degli atleti e dei volontari, i giorni degli apripista, delle scope, e dei balisatori.

Di chi taglia la frutta ai ristori e di chi prepara la minestrina. I giorni di chi vende e di chi compra, di chi incita e di chi è incitato.

Di chi osserva e poi racconta, di chi cattura gli attimi in un clic.

Difficile raccontare tutto questo, ancora più difficile scegliere una foto o un singolo risultato, perché come in un caleidoscopio non è la singola particella a stupire, ma è l'insieme che restituisce armonia e spettacolo.

Alzo bandiera bianca, scusate se non sono all'altezza. Per cui non sceglierò il "ciao" Tim Tollefson al Col Gallina o lo sguardo cecchino di Jiasheng Shen a Ra Stua. Non sceglierò il sorriso di Andrea Macchi o l'abbraccio di Christian Insam. Così come non racconterò la soddisfazione degli amici premiati del loro impegno, come la "collega" Francesca Pretto. Non parlerò della gioia di vedere giovani talenti italiani e stranieri sfrecciare in Corso Italia, come Gabriele Bacchion e Alessio Camilli. Mi scuseranno anche Silvia Serafini, Enzo Romeri, Christian Modena. Mi scuseranno Stefano Rinaldi e Paco Gentilucci e tanti altri meritevoli se non racconterò le loro imprese. Perché dorrei raccontare la LUT, la Cortina Trail, L'UltraDolomites, la Cortina Skyrace di ogni singolo concorrente...

Per fortuna domani è lunedì e si torna in ufficio.