di Maurizio Scilla
Foto © Organizzazione
La Sila3Vette è giunta alla quinta edizione ed è gara qualificante per la famosissima Iditasport in Alaska e la Rovaniemi150, la storica winter ultramarathon che si corre sulle nevi finlandesi.
Il percorso molto impegnativo si snoda all’interno del più vecchio Parco Nazionale della Calabria lungo l’altopiano che unisce il Monte Scuro, il Monte Curcio e il Monte Botte Donato, la vetta più alta con i suoi 1928 metri. La gara più lunga di 140 km prevede un dislivello di 5500 m, con un’altezza media di 1600 metri.
Tre le distanze previste: 140, 80, 40 km con la possibilità di cimentarsi nelle specialità sci di fondo, fatbike, run e dog endurance.
Nella gara più lunga la vittoria assoluta è andata al duo della categoria fatbike Pietro Grande e Stefano Romualdi con un tempo record (favorito dal percorso quasi privo di neve) di poco superiore alle 16 ore e trenta. Tra i trailer arrivo di gruppo per Oliviero Alotto, Paolo Pajaro, Lucio Caroni e Giuseppe Monegato.
Nel pomeriggio il via alle altre due gare, 80 e 40 km, percorsi impegnativi perché corsi in gran parte in notturna.
Nella 80 km vittoria per Alessandro Severini ( sci), Giorgio Righi (fatbike) e Francesca Canepa. La trailer valdostana ha tagliato il traguardo davanti a tutti gli uomini nonostante i problemi avuti con la frontale.
Nella 40 km il primo posto è stato occupato dal giovanissimo Giuseppe D’Amico, che si aggiudica la categoria Run e taglia il traguardo qualche secondo prima di Francesco Sanseviero, vincitore nella bike. Tra le donne la vittoria è andata alla trailer Sabina Spera.
Francesca Canepa
Qual è stata la difficoltà principale?
La gestione della traccia GPS perché era la prima volta in cui non avevo un percorso balisato. Ma tutto sommato non ho avuto difficoltà insormontabili, infatti i 9 km in più che ho fatto sono dipesi da altri fattori.
Ho avuto un problema con la frontale che dopo 5 ore mi ha abbandonato (doveva assicurarmi 48 ore di luce), avevo lasciato il Check Point 2 km prima, e per completare l’opera ho perso la seconda batteria che in un eccesso di scrupolo avevo comunque deciso di portare (ho scoperto poi essermi caduta addirittura in camera mentre uscivo, perché l’ho ritrovata sul pavimento). Infine ho commesso un errore a 2 km dal traguardo per non farmi mancare niente! La neve invece non è stato un problema, fortunatamente non era troppa e comunque so gestirla.
Quali le sensazioni?
Le sensazioni che ho avuto sono state piuttosto positive, mi sentivo efficace nonostante l’ingombro e il peso dello zaino e non ho avuto nessun tipo di problema fisico, al contrario, solo corsa facile e benessere generale. Ma d’altra parte non mi stupisce, perché il contesto naturale in cui si snodava il percorso è proprio quello che piace a me. Boschi fitti e terreno morbido. Proprio un sogno.
Porto con me un senso di libertà e completo allineamento con la natura e le persone che ho incontrato, sono felice di avere seguito l’idea di Oliviero Alotto che prima di me aveva deciso di venirci. Sto cercando di assorbire da lui lo spirito di avventura, e in questa gara ho proprio avuto occasione di verificare che è questo il modo giusto per affrontare le cose.