VIBRAM TRAIL MOTTARONE: IL TRAIL DEI LAGHI

Testo di Maurizio Scilla

È stato un week end di full immersion nel trail sulle rive del lago Maggiore per questa edizione 2022 del Vibram Trail Mottarone, in particolare per Stresa, location d’arrivo di tutte le gare.

La manifestazione, nata inizialmente come Trail del Motty a Armeno (sponda lago d’Orta), grazie al funambolico Max Valsesia, è diventata una classica del panorama trail in Italia, in queste ultime edizioni ha “puntato” su Stresa, come perla dell’evento.

 

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© Francesco Berlucchi

 

All’alba di sabato e più precisamente alle 6 il via della gara clou del week end, la new entry  “90km – Vibram® Max…i Trail Mottarone” e in contemporanea la partenza della staffetta con cambio a Armeno. In campo maschile, Giulio Ornati, atleta di casa e favorito alla vigilia, ha condotto la gara sin dall’inizio, ma ha visto assottigliarsi il suo vantaggio negli ultimi km nei confronti del lombardo Carlo Salvetti. 8:45:51 il tempo finale di Ornati, mentre Salvetti chiudeva in 8:50:15. Podio completato da Matteo Breda in 9:24:50. Tra le donne cavalcata solitaria per un’altra locale, Giulia Saggin, che chiudeva ottava assoluta in 10.11:54, brillante secondo posto per Valentina Michielli in 10:39:22, mentre per il terzo gradino del podio, Lisa Borzani (10:49:28) riusciva a precedere Francesca Canepa (10:58:52).

Per quanto riguarda le staffette, ad Armeno transitava nettamente primo il forte lituano Gedeminas Grinius. Sotto l’arco di arrivo posto sul lungolago di Stresa , la prima coppia a far fermare il cronometro era composta da Paolo Dellavesa e Simone Esposito (8:52:18). Secondo posto per la coppia Gedeminas Grinius  e Natalia Mastrota in 9:01:08, prima nella categoria mista. Mentre la vittoria nelle staffette femminili andava nettamente alle due biellesi Agnese Valz Gen e Susan Ostano in 9.29.47. 

Nel pomeriggio era prevista anche la 12 km con 300 m+, le vittorie arridevano a Ennio Frassetti e Paola Varano.

Domenica era il momento  della Vibram® 2 Comuni Mottarone con partenza da Baveno e arrivo a Stresa. Gli atleti potevano usufruire di un servizio navetta particolare, infatti veniva effettuato tramite battello.
Luca Ronchi si presentava nettamente primo sulla spiaggia di Stresa in 2:40:57, mentre al secondo posto si piazzava il britannico Robert Britton (2:46:02), che precedeva Fabio Cavallo (2:46:43). Il podio femminile era rispettivamente completato da Elena Platini (3:30:01), Martina Gioco (3:31:41) e Chiara Regis (3:36:20).

 

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© Francesco Berlucchi

 

IL PERCORSO

Non so a quante edizioni di questa gara abbia partecipato, ma so che ogni volta Max Valsesia mi ha sorpreso, inventandosi sempre nuovi tracciati, dove ho sempre trovato alcuni tratti veramente in piedi.

Alle 6 è già chiaro, è bello vedere Stresa ancora dormiente, mi aspetta la prima parte della staffetta, 42 km e 2500 m+, sulle sponde del Lago Maggiore il clima è di quelli giusti. Primo km lungolago emozionante, poi si inizia a salire prima su asfalto e poi su sentiero nel bosco, a tratti con belle pendenze, per raggiungere la fraz. di Someraro, con i suoi caratteristici viottoli e un’ampia vista su tutto il lago e le sue montagne. Si sale poi fino a circa 850 m, fino al km 7,5, dove inizia la discesa verso il centro di Baveno. Lo raggiungiamo percorrendo nell’ultima parte vecchie e storiche poderali urbane in pavé (15 km circa). Sul lungolago sembra quasi di poter arrivare alla magnifica”Isola Bella”, vero gioiello del lago. Bel passaggio all’interno di Villa Fedora per poi proseguire verso Feriolo passando da un bel punto panoramico. Dalla spiaggia si sale verso le cave di granito rosa e dopo si scende su una breve sterrata. Qui si inizia a fare sul serio, le pendenze non sono mai banali fino a raggiungere il Rifugio Camoscio (890 m 25 km). Segue un bel tratto panoramico, si ricomincia a salire e l’ultimo tratto che porta alla Croce  del Monte Zughero (1230 m 29 km) è veramente tosto con pendenze notevoli. Raggiunto con una leggera discesa il Rifugio Alpe Nuovo Cai di Baveno, ci aspetta la salita finale che porta al Mottarone (1430 m 32 km). Lì si può dire che per gli staffettisti come me, le fatiche sono finite, perché ci aspettano 10 km in discesa con una sola breve salitina. Nella prima parte si corre su pascoli molto aperti, con possibilità di vedere sia il lago Maggiore che il lago d’Orta, si scende su sentieri molto corribili passando l’ alpe Cortano , il monte Mazzarone ed il Santuario della Madonna di Luciago, per arrivare alla sede degli Alpini di Armeno (42 km 2500 m+), dove c’è il cambio e la base vita per la 90.

I restanti 46 km e 1500 m spettano ad Alessandra. In pratica i primi 8/9 km sono in salita per raggiungere la zona “Tre montagnette”. Si passano poi i caratteristici paesini di Coiromonte e Sovazza dove inizia l’ultima salita dura di poco più di un km che porta al Monte Cornaccia e successivamente al famoso “Sasso del Pizzo”, meta di ciclisti e camminatori, dove si può ammirare  in tutta la sua estensione la zona del Vergante. Dopo un tratto in discesa si raggiunge Carpugnino (74 km), dove  inizia l’ultima salita che porta prima a Stropino e poi al Monte Croce. Gli ultimi km ci si può godere già il profumo dell’arrivo e l’ultimo km percorso costeggiando la passeggiata sul lungolago di Stresa è goduria pura.

 

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© Claudio Bellosta

 

GESTIONE GARA

Anche non avendo fatto tutto il percorso, ma avendo raccolto molte info, mi sento di dire che la gara si può dividere in due parti ben contraddistinte. La prima sezione che conduce al Mottarone con tratti con forti pendenze, dove chi fa “un fuori giri”, rischia di pagarlo carissimo nella parte finale. Una seconda parte invece, da veri trailer veloci dove bisogna sempre tenere il ritmo e rilanciare.

 

ORGANIZZAZIONE

Max Valsesia è ormai l’uomo del Mottarone, è il suo parco giochi, riesce a scovare sentieri che solo lui sa trovare. E’ incredibile in quanti posti ti compaia davanti durante la gara, secondo me lo clonano J
L’evento ha grandissime potenzialità, in particolare ora che la location è Stresa, vediamo quanto crescerà ancora nei prossimi anni.

 

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© Claudio Bellosta

 

GIULIA SAGGIN (prima classificata 90 Km)

Giulia, una starting list niente male, ciò nonostante sei riuscita a vincere, ci racconti la tua gara?

La prima lunga di casa, passata proprio da dove vivo da 3anni, sì la mia prima " casa, casa". La prima lunga di stagione dopo il mio primo ritiro mesi fa. Mi ripromisi che non sarei più arrivata alla partenza barcollando per i ritmi di lavoro, perché si, la corsa per me e' anche imparare a trovare il proprio equilibrio( e qui ho da ringraziare i colleghi che me lo hanno permesso) Una starting list con i fiocchi, due salitelle niente male per " capitozzare" le gambe in partenza, per seguire poi su falsopiani corribili da circa metà percorso. Tanto impegnativi quanto sono meravigliosi i boschi di faggi secolari che ci hanno accolto. Partita troppo veloce come sempre, temevo di saltare al cinquantesimo,  poi mi venne in mente una frase di una donna corridore "non tirarti il collo perché sono lì vicine, cerca di trovare il tuo modo leggero di correre" e così arriva la vista del Mottarone, poi più avanti del Sass del Pizz. Poi gli occhi di chi conosci ed anche i sorrisi e gli abbracci all'arrivo, finalmente, anche loro liberi per la prima volta.
Ho da ringraziare “mille mila” persone, tra chi c'è ed anche tra chi purtroppo non e' più con noi, perché queste rocce raccontano anche di loro. Chissà che queste giornate perfette, contro ogni previsione meteo, non sia stata anche un loro dono. I fantavolontari, che hanno un nome e un cognome e mi hanno ristorato anche con le loro emozioni.

 

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© Claudio Bellosta

 

GIULIO ORNATI (primo classificato 90 Km)

Giulio, di sicuro un’emozione particolare per te correre questa gara, visto che sei di casa. Come l’hai gestita?

Avevo pensato fin da subito di partire deciso per cercare di farmi un po’ “trainare” da qualche staffetta. Chiaramente non pensavo che la staffetta con cui avrei condiviso un’abbondante metà fosse Gediminas Grinius. Con lui ci siamo tirati a vicenda e abbiamo ricordato i bei tempi all’UTMB. Poi sulla salita più lunga verso il Mottarone lui ha allungato ed io ho iniziato a pensare alla mia gara di 90 Km, quindi era meglio “controllare”. Dopodiché arrivato a metà gara sentivo ancora un buon feeling e quindi, sono tornato a fare un buon ritmo nella seconda parte di gara, che a parte la prima salita più lunga, era veramente tutta da correre e fare ritmo. Così, in questa parte da testa bassa e pedalare, mi sono concentrato sul correre bene da un ristoro all’altro, senza mai esagerare. Nel finale, complice anche il caldo del pomeriggio, ho gestito le residue forze rimaste, mantenendo comunque un ritmo soddisfacente. E poi finalmente si chiude il cerchio, un arrivo con il mio piccolo è sempre qualcosa di ambito e che riesce a darmi quella forza in più nei momenti di crisi.

 

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© Claudio Bellosta

 

CARLO SALVETTI (secondo classificato 90 km)

Avresti voglia di raccontarci la tua gara?

Sono partito cercando di dosare al meglio le forze fino ad Armeno, metà gara, senza guardare gli avversari. Transito secondo e da lì in poi ho cominciato ad aumentare il ritmo per avvicinarmi a Giulio. Sono riuscito ad erodere sempre il di più il distacco correndo in modo regolare e fino ad arrivare a 4' dal primo classificato. Sono un po’ rammaricato perché  forse avrei dovuto osare un po' di più tra il 60-70 km per fare poi il finale insieme.

 

Classifiche:   https://www.wedosport.net/vedi_classifica.cfm?gara=54633&d=2