BLUE ISLAND TRAIL

Testo di Franco Longo
Foto: organizzazione

 

7 maggio 2022.

Arcipelago delle Azzorre, Isola di Faial, città di Horta.

Maurizio Scilla scrisse di questo trail 6 anni fa. Saputo della mia iscrizione, che è stato un auto-regalo per i miei primi 60 anni, mi invia il suo racconto di allora, che leggo con estremo interesse e mi chiede di scrivere qualche impressione sull’edizione 2022: è come se Leonardo da Vinci avesse chiesto ad un ragazzo della sua bottega di dipingere la Gioconda.

 

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Nondimeno provo a montare la tela e prendere i pennelli, forte di nuovi elementi. Ecco, rispetto al 2016 ci sono due elementi nuovi: condizioni meteo straordinarie e un background emotivo che non può prescindere da due anni di pandemia e due mesi di guerra in Europa.

Rispetto ad altri trail isolani celebri, questo è più contenuto come partecipanti, ma le dimensioni ridotte dell’isola e l’esigua popolazione locale, fanno sì che sembra che tutti siano lì apposta per il trail.

Commistione di lingue diverse ed esperienze comuni. Il Covid è alle spalle? A giudicare dalla totale assenza di mascherine pare sia stato definitivamente debellato. Mi sento un po’ scemo a girare velato, forse sono davvero l’unico.

Quattro distanze di gara più una simpatica scampagnata chiamata “Family Run”: 118 km, 65 km, 42 km e 25 km con i percorsi che a un certo punto di sovrappongono creando incredibili commistioni di top trailers e fantastici tapascioni.

Il trail è chiamato “Blue Island Ultra”. Il “blue island” è l’appellativo dell’isola di Faial e deriva dal colore del blu delle ortensie che coprono tanta sua superficie, anche se i botanici le vedono come fumo negli occhi in quanto pianta non endemica, infestante e acerrima nemica delle specie autoctone.

 

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A inizio maggio le ortensie non sono ancora fiorite, ma il blue nel 2022 è stato garantito da cielo e oceano con una armonia di tonalità che a tratti rasentava la perfezione.

Sulle tracce del Maestro Leonardo, ho fatto la 65 km che forse è il percorso più logico e completo dal punto di vista della forma dell’isola a tartaruga, ovvero dalla coda a sud-est alla punta del muso all’estremo Ovest, proteso verso le coste dell’America Settentrionale. Rispetto al Maestro Leonardo il sole e il cielo azzurro hanno scandito i nostri passi, tutti dal primo all’ultimo, e diventa quasi difficile immaginare cosa possano essere il vento, la pioggia sferzante, il freddo, il fango.

Dalla coda al muso si alternano il giro della baia e del promontorio di Porto Pim con due secche salite di saluto all’alba, l’attraversamento della Marina di Horta, dove idealmente i sogni di un trailer si fondono con quelli di un velista solitario in cerca di bellezza sull’Oceano, il viaggio verso le foreste e i pascoli dell’interno, le scogliere dominate dalla mole del Pico, che è il vulcano che domina l’isola omonima a soli 6 km di mare da Faial, la lunghissima risalita alla Caldeira, il bordo del vulcano che circumnavighiamo per ben 6 km. Altre foreste di conifere e faggi, una levada (canaletto per convogliamento acqua per l’irrigazione) di lunghezza smisurata, una ultima parte a fare sali e scendi fra antichi e recenti vulcani, fino ad arrivare agli irreali spazi lunari di Capelinhos, dove una eruzione durata 13 mesi circa sessanta anni fa portò a un allungamento dell’isola di circa 2 km fatti di lava, sabbia e rocce a strapiombo sull’oceano.

 

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Ho patito il percorso e arrivo sulla luna del muso della tartaruga stanchissimo, con crampi molto dolorosi, lo stomaco sottosopra e la mente offuscata, ma la sinfonia cromatica del nero della lava, dell’ocra delle rocce, dell’azzurro del cielo e del blue dell’oceano mi commuove e tiro fuori la bandiera della Pace che avevo messo nello zainetto alla mattina. Penso alla nostra civiltà ferita, al nostro progresso mutilato, alla nostra presunta democrazia; mi emoziono e mi commuovo ancora di più, tagliando il traguardo, da neo-sessantenne, con la bandiera della pace stretta forte nelle mani e il pensiero incrollabile che un giorno il mondo potrà essere migliore.

P.S. Tutti i tip di viaggio per le Azzorre sono trovabili ovunque e tutti validissimi. Aggiungerei solo qualche suggerimento più personale su Faial: salire alla Caldeira al mattino presto e vedere il cratere pieno di nebbia che svanisce completamente nel giro di mezzora è spettacolo unico, ma penso che sia stato un caso fortunato che noi siamo riusciti a beccare. Altrettanto unico è il tramonto sull’Oceano a Capelinhos. La cucina è semplice, ma buonissima. Ovunque si mangia da bene a benissimo e a poco prezzo. Andare piano con il vino che sega le gambe, così come moderarsi con il Gin Tonic del Peter Sport Café. L’acqua dell’Atlantico sembra molto fredda, ma una volta che, o la va o la spacca, ti butti, non ne usciresti più.