NICE CÔTE D’AZUR BY UTMB: DAL PARCO DEL MERCANTOUR ALLA PROMENADE DES ANGLAIS


Testo di Maurizio Scilla

Foto Nice Côte d’Azur by UTMB® photo library

 

4000 iscritti da 80 nazioni, questi sono i numeri impressionanti della prima edizione del Nice Côte d'Azur by UTMB che si è svolto lo scorso week end. Con queste premesse è facile immaginare che questo diventerà un appuntamento importante a livello europeo.

 

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Quattro le gare in programma:

100 M 165 km  8700 m+
100 K  111 km 5250 m+
50 K  59 km 3300 m+
20 K 17 km 700 m+

La corsa regina delle 100 miglia ha visto i concorrenti partire in alta montagna, presso il comprensorio sciistico di Auron ai margini del Parco Nazionale del Mercantour.

Il percorso della 100 km è iniziato un po' più vicino a Nice, nello splendido villaggio di montagna di Roubion, mentre gli atleti che hanno affrontato la sfida dei 50 km hanno goduto di una classica via costiera verso Nie partendo da Menton, vicino al confine italiano. Il percorso di 20 km ha completato il fine settimana con un percorso pittoresco da Villefranche-sur-Mer a Nizza che termina, come le distanze più lunghe, sulla famosa Promenade des Anglais.

 

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100 MIGLIA

Nella prima parte del percorso si è messo in evidenza il francese Juste Raimbault, per lasciare poi il testimone all’esperto Jérémie Marin, ma nella discesa verso Isola 2000 quest’ultimo veniva raggiunto da Hugo Deck, ventiduenne ex giocatore di basket. Deck più avanti forzava ancora il ritmo e andava a chiudere nel ragguardevole tempo di 23h59’18”, su un tracciato che presentava i conti, con nebbia nella notte per proseguire poi con pioggia e fango. Secondo posto per Jérémie Marin in 24h59’22”, mentre il terzo gradino del podio era occupato da Jérémie Marcuccilli e Florent Cuny.

Gara senza sorprese in campo femminile, infatti la quarantatreenne olandese Ragna Debats, già vincitrice nella 100 Miglia Istria by UTMB, dominava dal primo all’ultimo metro finendo addirittura ottava in classifica generale in 27h45’02”. Seconda piazza per la giapponese Aya Wakabayashi, seguita dalla greca Despoina Simantrakou.

 

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100 K

Gara caratterizzata dall’affascinante duello in casa Norvegia, tra Tobias Fenre e Didrik Hermansen. Alla fine la spuntava Fenre in 12h37’07”, lasciando a meno di tre minuti il compagno, mentre completava il podio Stephen Roux, organizzatore della MontagnaHard.
Tra le donne prima vittoria su una 100 K per la tedesca Ida Sophie Hegemann che chiudeva la sua prova  16h17’11”, il podio era completato dall’olandese Hannah Derksen e dalla francese Kathleen Leguin.

 

50 K

Prova svolta quasi interamente sotto la pioggia, che vedeva primeggiare nettamente il cinese Tao Luo in 5h54’05”, seguito dall’islandese Porbergur Jonsson e dal britannico George Foster.
Tra le donne, la vittoria andava a Marie Perrier dell’isola Maurice in 6h42’14, davanti alla spagnola Monica Vives Villa e alla giapponese Yuri Yoshizumi .

 

20 K

In questa gara l’algerino Adrien Chouchou andava a vincere con soli 9” di margine sul francese Vincent Viallefont,  terzo il francese Victor Olivier. In campo femminile, come da pronostici, vittoria per Anais Sabrie, davanti a Sandra Trujillo Armas e la nostra Veronica Del Grosso.

 

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LA MIA GARA

A maggio avevo adocchiato la gara, visti i posti e l’arrivo, avevo preso la decisione. Era dal 2019 che non riprovavo una gara over 100, un po’ di preoccupazione c’era.  Cazzeggio fino a metà luglio, poi un po’ di paura di non farcela sale e mi impegno a partecipare a qualche gara propedeutica e soprattutto a curare un po’ più seriamente l’alimentazione grazie ai consigli d’oro dell’amica trailer Chiara Bertino, specializzata in nutrizione e alimentazione nello sport.
Ma veniamo al dunque, la partenza della 111 km è alle 6 nello splendido borgo di nome Roubion, classico paesino da presepio. Ben presto ci viene comunicato che la gara sarebbe partita più tardi a causa del mancato arrivo delle navette bus, la strada che sale al paesino è molto stretta e a dir poco tortuosa.

Pioviggina e bisogna trovare un posto dove rimanere asciutti, c’è chi sceglie la chiesa, chi come il sottoscritto la galleria scavata nella roccia della rocca che sovrasta il paesino. Alla fine lo start arriva alle 7.10.
I primi 20 km circa fino a La Bolline  sono su saliscendi, poi invece si fa sul serio portandosi in quota. Il tratto dal Mont Viroulet e il Brec d’Utelle (44 km) devono essere qualcosa di spettacolare a livello panoramico, noi abbiamo dovuto accontentarci della nebbia e della vista di qualche mucca.

Si va in discesa, si attraversa poi il paese di Utelle, piccolo borgo arroccato, per scendere ancora e attraversare la Vesubie per risalire sull’altro alto fino al ristoro di Levens. Da qui ci aspettano altri 900 m+ per raggiungere la vetta del Ferion (68 km). Dopo la discesa che porta a Plan de Couthon, la gara prosegue su un saliscendi che può dare fastidio a livello di gambe, mentre gli ultimi km sono quasi interamente sul mare e con il leggendario arrivo sulla Promeade des Anglais a concludere le fatiche.

Il tempo non ha aiutato per nulla, pioggia e fango hanno dettato legge, un'impresa stare in piedi, è stata una vera e propria lotta. Felicissimo di aver portato a casa una gara non semplice, che alla fine era di 115 km e 5900 m+. Ho tenuto un ritmo che sapevo salvo imprevisti mi avrebbe permesso di reggere per tutti i km e così è stato. Negli ultimi anni ho sempre avuto problemi di crampi, in questa gara, nessun accenno, la corretta alimentazione mi ha aiutato molto.

Sarebbe interessante rifare la gara con il sole perché tutta la parte alta dev’essere veramente spettacolare e con una bella giornata chi te lo toglie un tuffo nel mare che è a 20 m dal traguardo?
Per essere “una prima”, devo dire che l’organizzazione ha superato largamente la prova!
Un dato che rende l’idea, 704 partiti, 479 ritirati, quindi 31% di ritirati.

 

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ANEDDOTO DIVERTENTE

Eravamo circa a metà gara, la parte bassa di ogni atleta era coperta da un bello strato di fango, si ferma un atleta francese davanti a me, che era caduto poco prima e tutto preoccupato mi chiede “ma dietro sono tanto sporco”? La mia risposta è stata “pulitissimo”, ma avrei voluto rispondere “ma che te ne fotte?”.

Mi sa che aveva già perso un po’ di lucidità!

 

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CHE BEL INCONTRO!

Durante la seconda parte della gara, incrocio diverse volte un inglese, ci superiamo a vicenda, scambiamo due parole, in particolare ci soffermiamo sulla quantità di fango, ma non leggo il suo nome.
Dopo il traguardo scopro che si tratta di Adharanand Finn, ben conosciuto giornalista, ma soprattutto autore di tre libri sulla corsa. Io ne ho letti due. “Nati per correre” e “L’ascesa degli Ultra Runner”, semplicemente imperdibili!!
L’occasione era troppo ghiotta per non fargli due domande!

 

Cosa ci racconti di questo Nice Cote d’Azur by UTMB?

Veramente  molto felice di aver finito una gara così dura! Ho pensato molte volte di ritirarmi, ma non ero mai abbastanza stanco. La gara è stato molto più dura di quanto mi aspettassi, quindi non ero del tutto preparato a correre per quasi 24 ore. Ma in qualche modo ce l’ho fatta! I sentieri erano bellissimi e con tempo asciutto sarebbero stati perfetti per correre, ma la pioggia battente ha reso alcuni tratti molto scivolosi e piuttosto pericolosi. Sono caduto quattro volte, ma fortunatamente ho sempre avuto un atterraggio “morbido”. Naturalmente un’ultra si suppone che non sia facile!

 

Cosa pensi delle UTMB World Series?

Penso che nelle UTMB World Series ci siano grandi gare ed è sempre emozionante farne parte. Fanno sì che ogni gara sia un grande evento. Voglio sperare che le gare  non diventino troppo costose o troppo commerciali e che mantengano i legami con la popolazione locale: è meraviglioso correre attraverso i villaggi di montagna e vedere che gli abitanti vengono ad aiutare e ad applaudire. Lo spirito originale dell'UTMB dev’essere protetto!