Testo di Andrea Vagliengo
Foto © CANOfotosports
Mi trovo intorno al 45° chilometro, più o meno. Il sentiero va su e giù nelle faggete che si affacciano sul Lago d’Orta, un sole tiepido e bellissimo illumina i colori dell’autunno accendendo di colore ogni dettaglio del bosco che mi circonda. Sembra di essere nel Pacific Northwest, passo accanto a enormi cataste di legna ricoperte di muschio verde chiaro. Sono boschi vissuti, questi. Luoghi addomesticati e resi percorribili dall’uomo in secoli di vita rurale.
Scendendo verso un ruscello, su un ponticello in legno incontro due persone: sono chine sul ponte, stanno piazzando delle assi di legno. Ci salutiamo: uno dei due è Vincenzo Bertina, organizzatore e anima pulsante dell’UTLO, insieme alla sua compagna e fortissima atleta Yulia Baykova. Insieme a un volontario sta sistemando la passerella, probabilmente danneggiata dal passaggio degli atleti. “La pedana ha ceduto in un punto, così siamo subito intervenuti per tamponare la situazione”. Lo ringrazio, ci diamo un cinque volante e continuo per la mia strada. Nel frattempo, rifletto. Cosa avrei pensato, se avessi trovato quel ponticello con un blocco danneggiato? Probabilmente nulla, l’avrei semplicemente evitato allungando il passo e sarei andato oltre. Così mi chiedo: quante altre cose fuori posto avrei potuto trovare, lungo i sentieri dell’Ultra Trail del Lago d’Orta? Tantissime, probabilmente, dopotutto siamo in montagna. E invece non ne ho trovata nessuna: nessuna radice pericolosa lasciata fuori posto, nessun sentiero mangiato dai rovi o invaso da una vegetazione particolarmente esuberante. La cura con Vincenzo, Yulia e tutti i loro collaboratori si dedicano all’organizzazione di questa gara ha fatto sì che, semplicemente, sabato fosse tutto perfetto: sentieri curati, ristori ricchi e riforniti di qualunque ben di dio, uno staff affiatato e pieno di energie che si è preso cura di tutti noi durante tutta la gara. “God is in the details”, dicono gli inglesi: “Dio è nei dettagli”. Sono queste piccole, grandi cose a fare la differenza. Riprendo a correre, il sentiero risale, ritrovo la mia concentrazione mentre penso a Enzo e al suo amico un’ultima volta. Sorrido. Che bello essere qui, oggi. Sono un uomo fortunato.
La Gara
L’Ultra Trail del Lago d’Orta, o più semplicemente UTLO, si conferma come uno degli eventi di punta di fine stagione. Le partnership con Vibram e con Hoka hanno dato alla gara un respiro internazionale, con centinaia di atleti in arrivo da tutte le parti del mondo. Ci sono distanze per tutti i gusti e tutte le gambe: dal Vertical del venerdì sera, alla 55 e alla 100 che partono il sabato mattina, per arrivare alle gare più corte di 31 e 18 chilometri della domenica. Senza dimenticare la “Utlino Run” dedicata ai bambini.
Sull’onda dell’esperienza di quest’estate all’EDF Cenis Tour, ho scelto la 55 per chiudere in bellezza la mia stagione, che è stata breve ma assolutamente intensa e, a suo modo, indimenticabile. Pur essendo una gara che si svolge in ambiente di media montagna, il percorso della UTLO 55 riserva non poche sorprese ai runner che decidono di confrontarcisi: tre salite in sequenza diretta, prima quella al Monte Mazzoccone, una fucilata da quasi 1200m di dislivello, costante e bella tosta, seguita poi dalle scalate al Monte Croce prima e infine al Novesso. Un blocco di dislivello importante di più di 2000m D+, inframezzato dalle sezioni più tecniche del percorso sulle creste di collegamento fra le tre cime, tutto concentrato nei primi 25 chilometri. La seconda parte di gara è invece tutta da correre, con lunghi tratti di sentiero nel bosco che si alternano a strade bianche e a un po’ di asfalto, portando gli atleti a spasso tra le varie frazioni e i paesini che si affacciano sul Lago d’Orta. Un vero e proprio viaggio tra le montagne e nei boschi della zona, nel quale si attraversa non solo un territorio ma anche il vero e proprio vissuto di queste valli. Il percorso si conclude direttamente con un tuffo verso il lago, attraverso un sentiero ripido e scosceso che va a innestarsi direttamente sul percorso pedonale lungo-lago: da qui all’arrivo sono due chilometri tutti da correre, raccogliendo le ultime forze e godendosi la passerella finale che conduce dritto al cuore dell’UTLO Village, dove si trova il traguardo. Questa volta, ed è la prima di sempre, ho avuto l’immensa fortuna di avere la mia famiglia ad aspettarmi all’arrivo: mio figlio maggiore ha direttamente fatto invasione di campo saltando una transenna per fare gli ultimi metri insieme a me, mentre il piccolo mi è corso incontro (commosso, lui!!) appena dopo il traguardo. Difficile essere più felici di così.
Perché correrla
L’ULTO è a un evento sempre più internazionale: ben 1600 atleti in arrivo da ben 33 nazioni diverse hanno partecipato all’evento di quest’anno. Un ragazzo arrivato appena poco dopo di me con cui mi sono ritrovato a mangiare un boccone dopo la gara, aveva addirittura la bandiera australiana sul pettorale. Ho incontrato atleti da tutta Europa lungo il percorso, e per un viaggiatore come me la possibilità di incontrare persone che vengono da lontano sui sentieri di casa e vedere nei loro occhi la bellezza del mio Piemonte, che amo così tanto, è qualcosa di impagabile. La cura, l’attenzione e la professionalità messe in campo da tutto lo Staff sono state qualcosa di incredibile, la qualità del percorso e dei ristori è eccellente e anche la logistica complessiva si è rivelata efficace. Il Village è un luogo di scambio in cui fare gli ultimi acquisti pre-gara, in cui trovarsi con gli altri runner per una birra o anche solo per fare due passi lungo il lago dopo la gara. La possibilità di scegliere tra tanti percorsi di lunghezza e impegno diverso è un bel plus e permette agli atleti di selezionare la gara che più fa per loro approfittando di un percorso che comunque mette in comune le sue parti migliori.
Se poi, come quest’anno, il meteo dà una mano, lo spettacolo dell’autunno sulle montagne e nei boschi del Lago d’Orta è qualcosa di davvero incomparabile.
I risultati
Era l’atleta più atteso e non ha deluso le aspettative: Jonas Russi ha vinto la 100 K del Vibram Ultra Trail del Lago d’Orta in programma in questo weekend a Omegna.
L’atleta svizzero, recente vincitore del Tor des Geants, ha gestito alla perfezione le proprie forze: settimo in cima al Mottarone, dopo 7,5 km, Russi ha via via guadagnato posizioni fino a conquistare il primo posto al controllo di Grassona, a circa 10 km dal traguardo. A quel punto la gara si è trasformata in una cavalcata trionfale per il portacolori del Team Hoka che ha fatto fermare i cronometri sul tempo di 11h06’49”. Secondo un altro svizzero, Raphael Sprenger (TG Hutten), che si è ripresentato sul lungolago Gramsci di Omegna (VB) dopo 11h09’06”. Terzo posto per un battagliero Carlo Salvetti (Elleerre ASD – Erock Team – Scarpa), che è stato a lungo in testa e che ha conquistato un grande podio con il tempo di 11h15’24”.
In campo femminile Agnese Valz Gen (La Vetta Running – Disagiati On The Road +) ha fatto gara a sé: in cima al Mottarone aveva già quasi 10’ di vantaggio sulla seconda. Il vantaggio dell’atleta che lo scorso anno ha vinto la 55K si è dilatato con il passare dei km; 13h49’03” Il tempo di Valz Gen, che bissa la vittoria dello scorso anno ottenuta nella vittoria nella 55 K e che è giunta al traguardo di Omegna accolta da una vera e propria ovazione.
Anche la 55K, che ha visto la partenza di 401 atleti, è stata vinta da uno dei favoriti, lo svizzero Walter Manser (Salomon Swiss), primo in 5h31’26”. Manser è stato in testa in tutti i rilevamenti e ha preceduto il britannico Robert Grant Britton (ASD Climb Runners), secondo in 5h47’25”, il connazionale Patrick Platamone (5h50’50”).
L’altoatesina Edeltraud Thaler (ASV Telmekom Team Suedtirol) ha compiuto una bella impresa andando a vincere in 6h41’25” e precedendo una campionessa del calibro di Lisa Borzani, in testa nella prima parte di gara. L’atleta di Bergamo Stars Atletica ha chiuso in 6h47’53”, mentre il terzo gradino del podio è andato a Elena Platini (Luciani Sport Team) in 6h57’04”.
Nella 18K, che ha visto la partenza di 218 atleti, il francese del Team Vibram Vincent Loustau ha bissato il successo del Vertical di venerdì andando a imporsi con il tempo di 1h27’50”. Seconda posizione, in 1h29’54”, per l’altoatesino Patrick Gross dell’ASV Telmekom Team Suedtirol, presente con tantissimi atleti a tutte le gare del weekend. Terza posizione per il portacolori del GS Fulgor Prato Sesia Federico Poletti in 1h33’22”.
Tra le donne anche Benedetta Broggi (Raschiani Triathlon Pavese), vincitrice al Vertical, ha realizzato una grande doppietta, ma ha dovuto condividere, dopo una bellissima battaglia, la sua vittoria con Elisabetta Negra (ASD InRun); entrambe sono giunte al traguardo in 1h47’19”.
Terzo gradino del podio per la portacolori di Sport Project VCO Michela Patrizia Pieri, giunta sul lungolago di Omegna (VB) dopo 1h57’18”.
La 31K ha visto la vittoria di un bravissimo Franco Chiesa (ASD Climb Runners), che dopo essere passato in 6^ posizione al posto di controllo dell’Alpe Sacchi, al 18^ km, nel finale ha impresso un ritmo insostenibile per gli avversari, presentandosi in solitaria a Omegna dopo 2h56’46”.
Seconda posizione per un ottimo Andrea Iob (ASD Bognanco – Palissandro Marmi), che è rimasto sempre nelle prime posizioni e ha chiuso in 2h57’10”. Terzo il tre volte vincitore del Tor Des Geants Franco Collè (Polisportiva Sant’Orso Aosta) in 2h57’39”.
In campo femminile la campionessa del mondo di Ultra Sky ISF Giuditta Turini (Polisportiva Sant’Orso Aosta) ha confermato il proprio stato di grazia trionfando in 3h10’05”. Ora per lei l’obiettivo si sposta sui mondiali di Trail in programma in Tailandia a novembre. Seconda Denise Zacco in 3h24’06”, mentre terza si è classificata Sara Lagomarsino (Atletica Levante) in 3h35’07”.
In totale sono stati 423 i partiti sulla distanza di 31K.
[Si ringrazia Ivo Casorati di ComunicatIVO Sport & Business per il comunicato stampa e per i dettagli sui risultati della gara]