Trail del Monte Soglio – Il Canavese nella sua veste più wild

Testo di Andrea Vagliengo

 

Quando ho cominciato a correre, ormai un bel po’ di anni fa, scorrendo il calendario gare di Spirito Trail ricordo che mi colpì subito questa gara che si correva a meno di un’ora da casa, raccogliendo runner da tutta Italia per portarli a correre su alcune delle montagne che hanno segnato ricordi indelebili nella mia infanzia: il Trail del Monte Soglio mi spaventava un po’, a sentire i racconti di chi lo correva, soprattutto quel “Giir Lung” che di fatto aveva occupato la pole position nella mia personalissima classifica delle “lunghe” più interessanti da correre vicino a casa. Ci sono voluti un po’ di anni, ma alla fine ci sono arrivato a quella start line di Forno Canavese, e che emozione è stata essere finalmente lì!

 

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La Gara

La bellezza del Soglio sta nella sua varietà, qualunque tipo di sforzo tu ti senta nelle gambe, bene, ce l’avrai a disposizione: dal Gir Lung di 73 km, al Gir Court di 38 km per arrivare al Gir Vulei di 16 km, ce n’è davvero per tutti i gusti. Inutile dire che la distanza regina del Gir Lung è quella che mi ha sempre affascinato di più e che, a buon diritto, stabilisce l’identità più profonda di questa manifestazione. Si parte da Forno Canavese alle 6 di mattina e si comincia a salire, raggiungendo le terre alte del Canavese che si mostra nella sua versione più selvaggia: tanto terreno tecnico, tantissimo, sentieri che non lasciano mai spazio alle distrazioni. Clamoroso il tratto di cresta verso il Monte Angiolino, peccato non essercelo potuto godere fino in fondo a causa delle nuvole, onnipresenti nelle le sezioni più alte del percorso. Nuvole che però hanno creato un’atmosfera quasi magica, onirica e affascinante e, soprattutto, ci hanno salvato dal caldo che tutti noi alla partenza temevamo parecchio. Il percorso, che descrive un “otto” con una discesa centrale verso la frazione di Ritornato per poi risalire di nuovo e concludersi infine con le ultime montagne russe nei boschi sopra Forno. Si respira solo negli ultimissimi chilometri, rientrando in paese in discesa e su asfalto, dopo una giornata di splendida fatica, fisica e mentale, che davvero si sente tutta. La festa all’arrivo è qualcosa di epico, e sentire la voce di Roby Beretta accogliermi al traguardo è stato un ulteriore regalo.

 

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Perché correrla

Probabilmente la cosa più bella del Soglio, al di là della gara in sé, è la incredibile festa che si accompagna alla gara e che unisce i trailer al resto dei locals festaioli in un bellissimo potpourry multicolore di gente presa bene che chiacchiera, balla e si diverte insieme. Raramente ho visto quel tipo di atmosfera, ed è un vero regalo della vita, dopo gli ultimi anni di lock-down, Covid e restrizioni, mi sono ricordato quanto mi mancasse quello splendido casino in cui ovunque mi girassi trovavo un volto amico, un compagno di corsa che non rivedevo da un po’ o qualcuno incontrato durante la gara con cui scambiare qualche impressione leggera, dopo una bella doccia rovente e con una birra in mano.

Da un punto di vista strettamente tecnico, credo che sia una delle esperienze più allenanti che mi sia capitato di fare in questo periodo dell’anno. 73 km e 4200m D+ tutti da conquistare, metro dopo metro, sempre difficili, da affrontare con la massima lucidità e con tanta pazienza. Il Gir Lung è una ultra vera, in cui bisogna sapersi dosare e avere la lucidità di ricordarsi che l’ultratrail non è un gioco da ragazzi, richiede rispetto e va affrontato sì con leggerezza, ma anche con senso di responsabilità. Me ne sono capitate d’ogni, questa volta, e tutte le difficoltà della gara le ho accolte come una grande opportunità per mettermi ulteriormemente alla prova e affrontarle con un atteggiamento positivo e costruttivo. Nel mio caso, il Soglio era l’ultimo lungo importante prima della LUT, e che lungo è stato!

 

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I BROS DEL TRAIL MONTE SOGLIO


testo di Maurizio Scilla

Tanti anni fa, Rob Negri, amico sul forum di Spirito Trail, venne a correre il Trail Monte Casto, qualche mese dopo mi chiamò e mi disse “visto cosa hai fatto nel tuo paese, vorrei fare qualcosa di simile nel mio (Forno Canavese), anch’io voglio far conoscere il mio territorio, mi daresti due dritte?”.
Così nacque il Trail Monte Soglio che era ed è ancora il fratello del Casto.
Quando ho potuto in questi anni sono stato al Soglio, da atleta o da speaker, ogni anno ho visto crescere sempre più la manifestazione, ho visto crearsi un coinvolgimento totale delle associazioni, dei paesi vicini, il Trail Monte Soglio è diventato un simbolo di unione, di amore verso il proprio territorio, di promozione dei propri sentieri.
Ma finita la gara inizia un terzo tempo infinito che si prolunga fino all’arrivo dell’ultimo concorrente del Gir Lung, quindi fino a dopo la mezzanotte, con musica e pasta party top!
Ma fatto questo “pippone”, è giusto parlare della gara che vede sempre al via dei bei nomi del panorama nazionale. Nella 73 km e 4200 m+ gran parte della gara ha visto Giulio Ornati e Danilo Lantermino procedere insieme, ma nella parte finale ornati è riuscito ad allungare tagliare il traguardo di Forno in 8h23’27”, precedendo Lantermino di 4’39”, terzo Andrea Longo.
Tra le donne gara tutta di testa per Giulia Sapia, al rientro alle gare, la ligure ha chiuso la gara in 10’19’50”, secondo posto per la local Chiara Boggio (10h35’45”), seguita da Daniela Valgimigli.

 

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Nel Gir Curt (36 km 2100 m+) dopo una bella battaglia, nella parte finale a imporsi è il britannico Robert Britton (detentore del record britannico della 24 ore), che ha preceduto il bergamasco Luca Carrara e Lorenzo Rostagno.
Grande prova tra le donne per Luisa Rocchia, ottava assoluta, che ha preceduto Camilla Calosso e Virginia Oliveri.
Nel Gir Vulei (16 km 900 m+) le vittorie sono andate a Mattia Einaudi e Rachele Young.