ELBATRAIL, MI E’ SEMBRATA UNA SKY

A cura di Maurizio Scilla

All’ElbaTrail erano anni che ci dovevo andare, perché dovevo mantenere una promessa fatta a chi non c’è più. L’amico Max Russo mi avevo invitato diverse volte ma per impegni vari non ero mai riuscito a partecipare. Questo finalmente è stato l’anno giusto, anche grazie all’amicizia con un atleta e una persona speciale quale è Matteo Anselmi.

 

Andare all’Elba per noi “montagnini” è sinonimo di vacanza e quale periodo migliore di aprile per infilare un week end lungo e godersi il mare? Certo l’avvicinamento non è una passeggiata, 5 ore d’auto e 1h15’ di traghetto, ma appena sbarchi all’Elba e ti dirigi verso Marciana inizi ad immergerti in quella che è un’isola ideale per chi ama l’outdoor!

Il briefing alla Fortezza di Marciana è stato seguito da un aperitivo veramente niente male, iniziato così l’avvicinamento alla gara da vero atleta, per proseguirlo poi alla grande all’Hotel Belmare con un cuoco d’eccezione, Matteo Anselmi, con un tramonto a dir poco spettacolare.

Il giorno dopo colazione alle 4.15 con Matteo e Luca Carrara per la serie Elba Documentary oggi “Due top e un tapascione”, purtroppo non sono riuscito a rubare nessun segreto, colazione normalissima, vanno forte e basta!

Alle 6 sul lungomare di Marciana Marina il via della 57 km e 3300 m+, albeggia, poco dopo si inizia a salire, in alcuni tratti nel bosco c’è da fare attenzione a dove si mettono i piedi perché non è ancora così chiaro. Salendo verso il Monte Perone (630 m circa) pur essendo nel bosco ci sono squarci spettacolari con il sole che sta salendo e il mare che fa da contorno. Si continua a salire verso il Monte Capanne (1019 m), l’emblema dell’isola, essendo la montagna più alta, l’ultima parte non è banale, perché si sale con l’aiuto a tratti di corde fisse.

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© Mau Scilla

La fatica è ricompensata quando si arriva in vetta, vista la perfetta e nitida giornata di sole la vista spazia fino a Capraia, alla Corsica, a Pianosa e a Montecristo, difficile decidersi a scendere. Qui arriva una cestovia che parte da Marciana, pensavo che l’unico “esemplare” di questo tipo l’avessimo noi a Biella sul Monte Mucrone invece inaspettatamente esiste ancora anche qui. Il pensiero è “adesso recupero un po’ di energie in discesa, invece la prima parte in particolare è super tecnica, attenzione sempre al massimo per non rischiare di lasciare un po’ di pelle su qualche roccia, due tratti ondulati interrompono la discesa che porta a Marciana (20 km). Qui inizia un’altra salita importante che porta con 450 m di dislivello circa al Monte Giove, prima su un’ampia mulattiera a scalinetti e poi su sentiero: Qui inizia una lunga discesa, inframezzata solo da una breve salita che ci porta sulla costa occidentale dell’isola, si arriva a Pomonte, siamo ridiscesi quasi al mare.

Qui una sosta lunga è d’obbligo per idratarsi bene e riempire le due borracce da 500 ml, ci aspettano 10 km senza ristori. Ci si sposta sun bel sentiero panoramico a Chiessi dove inizia la salita più temuta della giornata. Matteo mi aveva avvisato, è per l’80% al sole, è perfetta per una cottura a fuoco lento! Guardo l’ora, è mezzogiorno, è proprio l’ora giusta, il caldo si fa sentire alla grande, bisogna evitare un ben minimo fuori giri e salire regolari, le pietre emanano calore, sono “solo” 600 metri di dislivello ma si fanno sentire. Ora si ritorna al mare, la discesa non è mai banale, si arriva a Punta Polveraia per risalire a Patresi. Il ristoro è proprio nell’hotel di Matteo, è bello essere accolti da persone conosciute (il papà), scambiare due parole e addirittura rilasciare un’intervista in diretta fb mentre si è in gara, mai avere fretta ai ristori!


© Mau Scilla

Si sale ancora per ridiscendere poi a Sant’Andrea, si percorre un tratto spettacolare sugli scogli, certo che la voglia di immergersi in quelle acque cristalline è tanta, ma è il caso di puntare al traguardo. Il tratto finale per fortuna non è complicato e si corre tanto all’ombra, una vera salvezza, poi non resta che il lungomare di Marciana Marina, quell’arco là in fondo si avvicina, è andata anche questa!

E’ sempre particolarmente bello correre sulle isole, avevo già corso in Martinica, Guadalupa, Mauritius, la Palma, Fuerteventura, Sicilia e Sardegna, l’Elba non poteva mancare a questa collezione e sarà il caso di tornarci!

INFO VARIE
La 60 (diventata 57 km a causa di una frana) è una gara da prendere con le molle per due motivi. Il gran caldo, che po' essere il primo per molti se si proviene dal nord e la tecnicità del terreno che per l’80% del percorso si può tranquillamente definire “sky”.

Chi non se la sente di affrontare questa distanza ha a disposizione la spettacolare 26 km e 1200 m+. Da sottolineare l’organizzazione Atletica Isola d’Elba mette a disposizione degli atleti tariffe agevolate per i traghetti e gli hotel. Quest’anno sono state 13 le nazioni rappresentate.


© elbatrekking

MATTEO ANSELMI, UN ELBANO PROTAGONISTA

Dopo la gara ho avuto modo di parlare con Matteo Anselmi (Team Scarpa), detentore del record della Grande Traversata Elbana, già azzurro di trail, Matteo oltre ad essere un atleta di alto livello è una persona sensibile, dotata di una carica di energia incredibile. All’Elba Trail fa parte anche dell’organizzazione, il giorno prima era a balisare.

Matteo, gare ne hai vinte parecchie in queste ultime stagioni, ma questa in casa è davvero speciale, che sapore ha? Quanto ti ha emozionato?

Correre all'Elba sui propri sentieri è bello ma anche tanto stressante. Da un lato hai il supporto da parte di chi ti vuole bene ma dall'altra devi dimostrare che sei il "padrone" dei sentieri dell'isola, tutti si aspettano tanto. É una vittoria che ha un sapore dolceamaro perché avrei voluto abbracciare colui che mi ha introdotto nel mondo del trail dopo l'arrivo, ma purtroppo Max mi ha guardato solo dall'alto. Mi sono emozionato tanto durante la gara, anche in famiglia non sto attraversando un bel periodo e non nego che ho pianto come un bambino. Se sono riuscito a trattenere le lacrime all'arrivo, é stato solo perché ne avevo già versate tante sui sentieri.

Dove trovi tutte le energie per poter fare due lavori (cuoco e muratore) e allenarti intensamente?

Cerco sempre di prevedere minuto per minuto i miei impegni della giornata cercando di caricare il giusto per non affaticarmi troppo. Non è facile ma quello che dico sempre è "volere è potere" e con una buona organizzazione riesco a fare tutto! Quando corro però mi ricarico e anche se può sembrare strano, sono più stanco durante le giornate in cui non mi alleno.

Ho visto tanti svedesi al via, puoi spiegarci com’ è nata la cosa e da quanto dura?

Gli svedesi erano molto legati alla figura di Massimo Russo, colui che è stato l'ideatore della gara ElbaTrail e che purtroppo ci ha lasciato nel maggio 2022. Nonostante la lontananza geografica siamo rimasti in buoni rapporti e loro sono molto legati alla nostra isola.

Ora fari puntati sull’isola di La Palma e la Transvulcania, cosa ti aspetti?

A La Palma mi aspetto una gara di altissimo livello e quindi dovrò recuperare bene le energie per arrivare lì più lucido possibile sia muscolarmente che mentalmente. Sono convinto che i miei allenatori Simona Morbelli e Fulvio Massa mi potranno preparare al meglio per questo grande appuntamento come hanno fatto in questi tre anni.


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© elbatrekking

CLASSIFICA MASCHILE 57 KM
1 Matteo Anselmi (Ita)       6h02’12”
2 Christian Modena (Ita)  6h39’42”
3 Luca Carrara (Ita)            6h46’32”

CLASSIFICA FEMMINILE 57 KM
1 Alexandra Grimbs (Ger) 8h23’13”
2 Miranda Kvist (Swe)        10h00’36”
3 Gabriela Baccan (Ita)     10h06’45”

CLASSIFICA MASCHILE 26 KM
1 Mirko Becherini (Ita)        2h37’51”
2 Edoardo Boretti (Ita)        2h41’23”
3 Lorenzo Noé (Ita)              2h43’30”

CLASSIFICA FEMMINILE 26 KM
1 Sophie Maschi (Ita)          2h49’54”
2 Roberta Jacquin (Ita)       3h04’17”
3 Martine Engen (Nor)        3h06’13”