Arriva, arriva il Kima!

di Diego Trabucchi

Foto (c) Organizzazione - Ph. Ian Corless

Si correrà domenica 26 agosto la diciannovesima edizione del Trofeo Kima. Da quando nel 1995 si tenne la prima edizione per ricordare la guida alpina Pierangelo Marchetti “Kima”, questo trofeo si è trasformato; dapprima un raduno per i pochi pionieri della corsa in alta quota, poi una competizione estrema su cui misurare i valori agli atleti élite dello skyrunning. Quest’anno l’interesse è aumentato ancora, tanto da avere attirato in Val Masino una consistente quota di stranieri, che rappresentano addirittura metà dei partecipanti, tutti rigorosamente selezionati in base al curriculum di gare o all'esperienza in montagna.

 

La prova, lo ricordiamo, è molto particolare; il profilo altimetrico appare tutto sommato facile, con una lunga salita all'inizio (2000m di dislivello tutto di un fiato) ed una lunga discesa alla fine, più un tratto intermedio di circa 25 km tutto in quota, a prima vista piuttosto piatto. La realtà, come spiegano le note dell'organizzazione (http://www.trofeokima.org/wp-content/uploads/2018/02/profilo-altimetrico.pdf), è che questa parte centrale si sviluppa su terreno molto impervio, in cui si trovano tracce su pascoli, Ganda (pietroni su cui destreggiarsi a balzi), nevai e tratti attrezzati con catene e corde su roccette. Si tratta del "Sentiero Roma", creato negli anni del fascismo per collegare i rifugi di alta quota delle valli laterali della ValMasino: un itinerario escursionistico difficile, normalmente percorso in tre o quattro giorni da camminatori esperti, abituati a brevi tratti di arrampicata e non timorosi dei passaggi esposti; ai partecipanti del Kima è richiesto di farlo in dieci ore, anzi, da quest'anno undici.
È una sfida per montanari ben allenati, ancor prima che per atleti, dove la confidenza con la montagna è più importante del VO2max. Non a caso l'albo d'oro vede comparire nomi storici dello skyrunning duro e puro (Mario Poletti ed Emanuela Brizio, giusto per citarne due) e figura bene anche sua maestà Kilian, che ha corso e vinto tre delle ultime quattro edizioni.

 

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Il regolamento di questa edizione (http://www.trofeokima.org/regolamento/)  vede qualche aggiornamento rispetto al passato, dato che è stato allungato il tempo limite (prima 10h, ora 11h) e sono stati rimodulati anche i cancelli orari: 3h15' per passare alla Bocchetta Roma (prima era 3h00'), 6h per il rifugio Allievi e  8h per il Gianetti. Gli ultimi due cancelli, in passato molto selettivi, sono stati allargati di un'ora, concedendo ai selezionati concorrenti (1200 richieste per 300 posti) maggiore tranquillità nel gestire le forze.
Il materiale obbligatorio si conferma essenziale: maglietta, giacca a vento, guanti, acqua e telo termico, più pantaloni che coprano le ginocchia o - in alternativa - ginocchia scoperte e polpacci coperti. È ancora consigliato il casco, che però negli anni scorsi non è stato tanto usato dai concorrenti; sicuramente uno strumento utile, soprattutto per la protezione da scariche di sassi e per eventuali cadute con traumi moderati alla testa, ma non particolarmente popolare fra atleti abituati a saltare in calzoncini corti fra rocce e catene.

Quest'anno vedremo al via tanti atleti di livello (http://www.trofeokima.org/wp-content/uploads/2018/08/Lista-KIMA18_01-08-18-1-3.pdf).
William Boffelli 1980 scialpinista bergamasco, già apprezzato al mitico Trofeo Mezzalama di scialpinismo e alla Alagna Monterosa Alagna di quest'anno, vinta assieme a Franco Collé, valdostano del 1978 già vincitore del Tor des Geants. Da tenere d'occhio Luca Carrara, classe 1977, trail runner bergamasco che vanta numerosi podi e vittorie su distanze da 40-50km; Cristian Minoggio, trentaquattrenne skyrunner e skialper ossolano, quest'anno decimo a Zegama, poi gli specialisti Nicola Giovanelli e Stefano Butti. Notevole fra gli iscritti è anche Damiano Lenzi, già campione del mondo di scialpinismo.
In campo femminile, numericamente minore, troviamo la scialpinista cadorina Martina Valmassoi, Cristiana FolladorChiara Giovando.

 

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Vediamo gli stranieri.
Kilian Jornet, dopo essere tornato a gareggiare e vincere sistematicamente, sembra aver recuperato bene la frattura di questo inverno, è il favorito numero uno, ma saranno da guardare anche Petter Engdahl, svedese, lo svizzero Pascal Egli, gli spagnoli Pere Aurell Bove, Pau Bartolo e Miguel Caballero; i francesi Alexis Sevennec, Leo Viret, Martin Gaffuri e Michel Rabat; il britannico Ricky Lightfoot.
Sarà interessante incontrare e seguire Adam Campbell,  trail runner canadese, noto per aver terminato la Hard Rock 100 dopo una caduta in montagna che gli è costata gravi ferite. 
Magari fuori dai primi dieci, ma sicuramente figureranno bene anche i compagni di team di Kilian: il tedesco Philipp Reiter ed il francese Greg Vollet, team manager di Salomon.

Tra le donne c'è attesa per un'eventuale riconferma della svedese Emelie Forsberg, che dovrà vedersela con la nepalese Mira Rai; ci saranno poi l'olandese Ragna Debats, l'americana Hillary Gerardi, la britannica Holly Page, la spagnola Nuria Dominguez Azpeleta, la russa Ekaterina Mityaeva.