Vediamo chi sono i giovani baldi che si daranno battaglia per arrivare al bell'assegnone da 10.000 dollari che spetta al vincitore della TNF 50.
Non giriamoci tanto intorno: sarà un massacro.
Tre passati vincitori, tutti in forma ed agguerriti, una decina di giovani assetati di sangue e... lui, la nuova sensazione: Jim Walmsley.
Per dovere di cronaca si parte con chi l'assegnone l'ha già incassato. Zach Miller. L'anno scorso aveva preso la gara con il suo solito stile “mamma esco-dove vai?-a schiantarmi esaurito sui sentieriiiiii”. Vado, vedo e se tengo fino alla linea, di solito vinco. All'UTMB ha fatto il furbo ed ha finito a stento come ai Templiers l'anno prima, però sulle 50 miglia il suo lo sa come farlo. Verrebbe da dire che è il favorito... se non fosse per quell'altro...
Altro ex vincitore, Sage Canaday. La distanza è la sua, si allena sempre bene, sempre preciso, bello pulito, clean, drug free... però quest'anno gli è mancato qualcosa, non nascondiamoci. Alla Western States sembrava dovesse spaccare tutto, invece ha fatto il timido quando Jim è partito, ma si è comunque tirato il collo ed ha scoperto nella maniera peggiore che 100 miglia non sono 100 chilometri ed un pezzo, ma cento chilometri ed un'altra vita. Il Saggio incassa e dice “no, non vado a farmi maltrattare all'UTMB, vado a Run Rabbit Run a fare il grosso”. Risultato? DNF.
Cambio distanza, vado a Moab e almeno vinco il titolo nazionale di Trail Marathon, pensa Sage. E difatti. Peccato che davanti gli arriva un eritreo a cui han dovuto imprestare le scarpe perchè manco sapeva cos'era il trail. Insomma, bene, ma non la stagione che Sage aveva sperato. Che vuol dire che qui a SF ce la metterà tutta e probabilmente invece di fare tanti calcoli andrà via con quei due malati di mente di Miller e Walmsley. Cosa succederà dopo? Tutta da vedere e gustare.
In tanti non lo ricordano, ma Miguelito Heras a Marin County ha già messo in riga tutti per due volte (2010 e 2012). Quando sta bene, lo zio Miki fa paura anche ai ragazzini terribili, ed i risultati di questo fine stagione ci dicono che arriva sulla startline a posto e con il carniere bello pieno: Ultra Pireneu e Templiers in saccoccia, sai che bello scherzo se spazza via i giovani e si presenta per primo sotto l'arco?
Nel gruppo belli e dannati c'è David Laney che porterà il suo baffo assassino a spasso per Marin: pericoloso lo è sempre con la sua velocità da maratoneta e la dimestichezza col sentiero, ma se dovessi dire uno che davvero può suonarle ai tre qua sopra, io il soldino lo punterei su Alex Nichols, il compagno di stanza di Tony al college. Gli anni passano, Tony è finito ad arrampicare sul quinto, andare in giro in bici in camicia senza maniche e posare per Vogue, invece il biondo piano piano ha fatto sapere in giro che quello che ne aveva al college era lui. Due volte Pikes Peak vinta, alla Speedgoat sempre sul podio, terzo e quinto ai Templiers, sesto ai Mondiali ad Annecy, e quest'anno decide di debuttare sulle 100 miglia e alla Run Rabbit Run è l'unico tra i big a portarsi a casa finish, vittoria e una boccata d'aria fresca in banca. Ha detto che gli è piaciuto e che torna a Marin per portarsi a casa un altra valigia piena di Benjis.
Altri 'mericani d'assalto: Jorge Maravilla sulle strade di casa difficilmente delude, come Dan Kraft che nel 2013 e anche l'anno scorso ha fatto davvero bene da questa parte del SF Bridge. Come Cody Reed: Miwok 100, Tamalpa Headlands 50 k (campionato nazionale pieno di nomi pesantissimi, dominato da Cody) e UROC 100k sui sentieri sacri delle Sierra Nevada foothills. Questo è uno da tenere d'occhio anche sabato, perchè potrebbe essere uno dei pochi a provare a stare dietro ai pazzi. Go big or go home.
Europei? Oltre a Miguelito ci mettiamo il greco della Salomon Dimitris Teodorakakos, che è una bella bestia da competizione, e forse Benoit Cori, che anche ai Mondiali ha fatto vedere che non vinci due volte i Templiers per caso. Gli amanti del rischio potrebbero mettere qualche fiches su Kiril Nikolov dalla mia amata Bulgaria: la carta esotica che potrebbe far saltare il banco.
Se proprio non sapete per chi tifare, il nome ce l'abbiamo: Riccardo Rick Tortini, dalle colonne di Spirito Trail ad essere indicato nella preview di Meghan Hicks su iRunfar come uno dei possibili protagonisti: un uccellino mi ha detto che settimana scorsa un test sui cinquanta km è andato come doveva andare... non dico niente che non sta bene. Ma se gira giusta potete preparare il bandierone dell'Italia che tenete in cantina da Spagna '82. Io non vi ho detto niente.
Ok, dovrebbe essere tutto?
Dai, ma chi prendiamo per i fondelli. Siete tutti lì con la scimmia perchè alla TNF 50 volete vedere solo lui... the Arizona King: Jim Walmsley. Che per non farsi mancare niente la scorsa domenica ha vinto per la terza volta consecutiva JFK 50. Umiliando il record di una bestia come Max King.
E' il suo anno, non c'è niente da fare, e forse il danno della Western States ha anche aggiunto qualcosa alla sua leggenda. Se spazza la concorrenza qui, ha virtualmente dominato il 2016, e non credete che venga per fare una comparsata perchè il buon Jim avrà anche la sua aria da simpatico pennellone un po' scoppiato, ma nella realtà è una macchina costruita per vincere tutto o esplodere nel tentativo. Con tanto di fotografo che lo segue anche quando si taglia le unghie e manager che gli ha fatto atterrare in tre mesi due contratti importanti. Non scherza, e gli altri hanno lo hanno imparato a spese loro.
Sarà Jim contro tutti, e l'erba in giardino tagliatela un altro giorno... lo spettacolo sabato è tutto a nord di San Francisco, ed è garantito che lascerà sul campo più di un guerriero.