Percorso tecnico con salite lunghe e ripide. Discese altrettanto lunghe e ripide con l’aggiunta di grossi sassi e fogliame (perfetto per spaccare caviglie e legamenti).
Le sensazioni a caldo sono di grandissima fatica fisica e mentale (al 80esimo km ho preso in seria considerazione il ritiro).
PERCORSO
Il percorso notturno è stato meraviglioso. In solitaria per quasi tutta la notte, illuminato da una splendida luna piena. Bellissimo il passaggio nel suggestivo borgo di Vallepietra.
Sono arrivato a Filettino attorno alle 5:30 dove sono rimasto per 1 ora. Ho mangiato, bevuto, mi sono cambiato, ho sistemato lo zaino e fatto quattro chiacchere con gli altri atleti. Dei miei due compagni di viaggio nemmeno l’ombra, solo all’arrivo scoprirò che si sono ritirati (ed io che ad ogni ristoro prendevo i tempi per non farmi raggiungere…)
Da Filettino riparto conscio che mi aspettano 1500m di dislivello in 15km. Metto il cervello in modalità stand-by e gambe avanti tutta.
Da Filettino a Pratiglio S. Onofrio è una passeggiata di piacere. Salite impegnative ma non impossibili e ombra. Una bella salita spezzagambe fino alla fonte del Pozzotello e poi l’inferno di pietra.
Arrivo a M. Crepacuore (un nome un programma) dopo una ripida salita (sempre attorno al 30% di pendenza) sotto il sole cocente. In vetta ci aspettiamo un punto acqua che... non c’è. “L’acqua è finita e non c’è l’elicottero che è impegnato negli incendi”.
Discesa ripidissima e di nuovo salita spaccagambe fino alla vetta di M. Viglio. In vetta ci aspettiamo un punto acqua che... non c’è.
SI prosegue, destinazione campo Staffi.
Arrivo a Campo Staffi verso le 12:30. Mangio, bevo, mangio bevo, bevo, bevo, e riparto. Mi aspetta un’altra scalata memorabile: Monte Tarino.
La salita a M. Tarino è tecnica: a quattro zampe. In vetta ci aspettiamo un punto acqua che... non c’è. In sostituzione dell’acqua troviamo un passaggio a strapiombo stretto stretto da fare aggrappandosi alla corda del soccorso alpino. Che potrebbe anche essere divertente, ma al 71esimo km dopo 18 ore di gara… è stato comunque divertente!

Via di nuovo in discesa verso Campo La Pietra per l’ultimo ristoro.
A Campo la Pietra sono stato investito dal disagio. Il GPS mi dice che mancano ancora 700 metri di dislivello da scalare ma il mio cervello non ne vuole sapere. C’è solo Monte Autore mi separa dal traguardo ma io non ne voglio sapere. I ricordi del MTMS dell’anno scorso mi danno sensazioni negative. Voglio fermarmi. Intanto corro e mi arrampico. Mentre continuo a pensare cosa sia meglio fare, continuo a correre per non farmi raggiungere dagli avversari. Non ho ancora deciso se fermarmi o meno e mi trovo in cima al M. Autore… ok è fatta!
I restanti 8km volano in un’ora e FINALMENTE taglio il traguardo: 22h05’37’’, 35° assoluto e 10° di categoria.
WOW!
NOTE
Attorno al 17° Km sono volato giù da un sentiero facendomi anche abbastanza male… mi hanno recuperato afferrandomi per una gamba… (per fortuna era in uno dei pochi tratti in cui non ero solo).
Il brodo vegetale caldo è stato una salvezza nel fresco della notte.
I ristori sono stati prevalentemente a base di bruschette piene zuppe d’olio e pomodori, ananas, biscotti vegan (comprati apposta per me), coca cola, sali minerali, acqua liscia e frizzante. Con me nello zaino 10 minipanini proteici da mangiare lungo il percorso, più i carbogel.
Le discese ai Simbruini sono strapiombi pieni di grosse pietre.
Al ritorno mi sono dovuto fermare con l’auto a Castel Madama a dormire mezz’ora.
Una gara che rifarei? Con un allenamento adeguato: si.
La mia corsa su Strava:
https://www.strava.com/activities/1076466319