biglux ha scritto:Ciao Martin, il Tor l’ho “preparato” molto alla buona.
biglux, la somiglianza dei nostri Tor è disarmante! Sicuro che non ci siamo già conosciuti?
Anch'io non ho seguito tabelle, anch'io puntavo a venerdì sera e sono slittato per forza di cose a sabato a mezzogiorno, anch'io ho cercato di perdere peso inutilmente...
In altre cose ci sono delle differenze, ma chi arriva al tor in serenità ci arriva perchè lo vive più come un viaggio che come una competizione.
Io la mia voglia di fare gare ce l'ho ancora, però.
A novembre 2020 ho reiniziato ad allenarmi, dopo un annata andata a puxxane (preparavo gare lunghe per aprile/maggio, poi rimandate per covid)
Dicembre, Gennaio e febbraio aumento le uscite. Le uscite settimanali sono di 10 km più o meno veloci prima di andare a lavorare o dopo lavoro, al buio con la frontale, nelle strade di campi o nei sentieri. Nel week end esco in montagna, mi diverto anche sulla neve con i ramponcini, sempre in carico. Cerco compagnia, per non stufarmi, le uscite serali spesso finiscono in taverna con bottiglie di rosso, le uscite nel week end finiscono in birrerie artigianali… La dieta non è ancora iniziata e me la godo.
Da aprile a maggio carico molto, faccio tanta montagna e faccio anche 4 uscite lunghe attorno ai 50 km e 2500-3500 D+ (le ultime 3 in 3 week end consecutivi).
Rallento, faccio la LUT 120 km a ritmo TOR e scarico due settimane, poi riprendo le uscite pesanti e pendenti.
Ma… comincio a sentire che mi sto rompendo, ho paura di stufarmi… In due uscite di montagna torno a casa a metà km fatti. Decido di rallentare. Se arriverò stufo al TOR mi ritirerò nei primi 10 km.
Rallento, riprovo un uscita.
Niente, la testa non vuole.
Rallento e vado piano, un luglio di lacrime e pochi km.
Per fortuna a Michela, mia moglie, viene voglia di provare a correre, da giugno in poi farò 2 uscite di un ora a settimana con lei, si corre a 7 min/km (…) per 200 metri, si cammina per 300. Sempre in piano, sempre nei sentieri. Non serve a niente? Mah, io li ho vissuti come momenti bellissimi, mi hanno aiutato a stare nella natura, ad un ritmo che forse sarà simile a quello del Tor, oltre al fatto che hanno aiutato a conservare/ricostruire un rapporto con lei, che altrimenti avrebbe rischiato di rovinarsi per i miei allenamenti eccessivi.
Praticamente luglio slitta così, a cavallo tra luglio e agosto mi faccio 15 gg di antibiotico per morsi di zecche che mi sfonda lo stomaco.
Poco male, farò 2 uscite lunghe a metà agosto, durante le ferie.
Niet, 2 uscite di 20-25km e 1000-1500 D+. Non ho voglia.
Preferisco curare la mente, sperando che il carico fatto in primavera basti.
15 giorni di niente, accompagnati da una bella influenza.
Un uscita a fine agosto, 10 km e 1100 D+, in cui cerco di rassicurarmi. Buone impressioni. La testa c’è. Fiero del fatto che la mente sta meglio, continuo la cura. Faccio altri 15 giorni di niente.
E mi presento al TOR con 2 mesi e mezzo di “scarico”…
Da 20 gg prima mi faccio una cura di poooco alcool, fermenti attivi ogni giorno, sali minerali ogni giorno, preparo l'apparato digerente. Ogni tanto metto crema fissan nei piedi per ammorbidirli e evitare possibili vesciche (dicono aiuti...).
Da aprile ho “provato” a perdere 10 kg, partivo da 92.5 kg per 180 cm (non mi giudicate, mi piace stare in compagnia…) ho perso quei 4 kg e mi è bastato. Al Tor ho perso 4 kg in una settimana. Suggerisco di fare un Tor per dimagrire prima di fare il Tor-gara.
La gara in se mentalmente è proibitiva. Si supera dei limiti che non andrebbero superati. Per poi scoprire che “la morte è solo l’inizio”. Quello che la terza notte ti sembra una situazione improponibile, poi diventa la regola e ci sguazzi con una certa tranquillità, la capisci e la comprendi. Come la tua mente si adatti non lo so. Penso che sia un discorso di capacità di resistere al disagio. Un po’ il principio di chi fa trail, esci dalla tua zona di comfort e provi dolore, sei appagato dal fatto che riesci ad affrontare questa situazione di disagio. Sei appagato dalla tua resistenza. E’ un po’ masochista, ma ti piace. La tua zona di comfort si allarga, e sei pronto ad uscirne spostandoti un po’ più in là.
Chi non prova piacere a provare quel po’ di dolore non farà mai trail, chi non è pazzo abbastanza non finirà il Tor.
Ciò nonostante, non so se avrei il coraggio di affrontare quello che ho già affrontato.
Mi chiedo se i primi arrivati hanno mai avuto gli stessi fantasmi.
L’unico modo per finire il TOR è provare tutto, materiale, terreno, strada, notte, compagnia, solitudine, per 2 giorni sei fresco e combini qualsiasi imprevisto. Poi ti muovi per istinto o per imprinting, se ti sei insegnato cosa fare in determinate situazioni lo farai, altrimenti andrai in crisi. E’ da provare tutto, come si tolgono le cose dai sacchetti e come si rimettono, come si fa ad andare in doccia veloci e come si va a dormire su una branda con il piumino.
Miei errori:
Avevo portato i tappi per le orecchie, non li avevo mai provati e alla fine non li ho usati.
Ho preso bastoncini dritti di riserva, uso da anni solo i curve, ho fatto una sola uscita con quelli dritti prima di settembre. Le ultime 3 tappe ho dovuto usare quelli di riserva, avevo le piaghe alle mani…
Non ho mai provato a medicarmi i piedi prima del Tor, ho dovuto affidarmi ai fisioterapisti, perdendo almeno 6-8 ore di gara.
Se uno ha sonno dovrebbe dormire. Trascinarsi per ore pensando di fare meglio è da cog.ioni.
Andare in compagnia di notte è preferibile. Se trovi uno “non morto di sonno” è meglio.