Regole del forum
Questa sezione è dedicata alle anteprime e ai racconti delle gare.
Nel titolo scrivete il nome della gara, la provincia e la data di svolgimento.
Anche quest'anno mi iscrivo alla traversata delle Piccole Dolomiti Vicentine, e come sempre rimango incantato dalla bellezza di questa corsa.
Organizzazione Ultrabericus team, cioè competenza, concretezza e quella dose di passione che fa in modo che nonostante il meteo più che incerto la gara parta e si compia sul percorso ideale. E questa non è mancanza di prudenza, ma il capillare monitoraggio meteo e la disponibilità di volontari che non si ritirano se le condizioni non sono quelle auspicate.
Invece nemmeno una goccia in tutta la notte, e "solo" (per la TDH si può dire così) una leggera grandinata nel primo pomeriggio di sabato quando purtroppo gli ultimi della lunga sono stati fermati al km 50.
Il percorso è duro e tecnico in molti punti, ma la bellezza e la storia dei luoghi attraversati lascia senza fiato (come le creste finali del Montefalcone).
La salita delle 52 gallerie con Boborosso è stato il momento culminante della giornata, anche se speravo che col buio lui osasse di più
Complimenti a tutti, e se l'edizione 2023 è stata la più partecipata di sempre significa che nel mondo del Trail c'è voglia non solo di LUT e UTMB ma anche di eventi più piccoli ma bene organizzati.
Arrivederci, si spera, al 2024
Seconda partecipazione per me e finché potrò ci tornerò ogni anno. Organizzazione sempre top, forse un punto acqua abusivo al Papa sarebbe gradito. Ristori mi sono sembrati forse un pelo meno forniti rispetto lo scorso anno (sulla parte cibo) ma non ci faccio molto affidamento di solito quindi potrebbe essere solo stata una mia impressione.
Ho impiegato lo stesso tempo dello scorso anno, quest'anno con allenamento molto approssimativo (ad essere generosi). Infatti scarso per scarso ho deciso di partire allegro "magari mi va di culo" salvo poi ritrattare sulle creste del Summano "ma che cazzo sto facendo" e passare ad un passo più conservativo perché detonare e ritirarsi non è un'opzione quindi la si deve portare a casa.
Da lì in poi ordinaria amministrazione riuscendo a correre bene in piano e discesa, salita non se ne parla proprio per contratto Fatto quattro chiacchiere con la super Natalina praticamente in prossimità di Bocchetta Fondi e poi di nuovo ripartendo dal Carega. Botta di crisi scendendo dal Carega, ho saltato 1-2 borracce di Tailwind da Campogrosso in favore dei sali dei ristori, quando ho iniziato a sentire formicolio a mani e piedi fino a dovermi fermare a tipo 400 metri dallo Scalorbi e sedermi a lato sentiero per farmi una dose concentrata in mezza borraccia di Tailwind: tempo 1-2 minuti sono riuscito a ripartire e ad arrivare appunto allo Scalorbi proprio nel momento in cui iniziava a piovere e poi subito a grandinare. Si è quindi banchettato per una ventina di minuti per poi ripartire con condizioni migliori (salvo altra grandine ma più fina non molto tempo dopo). La pausa mi ha anche fatto passare un po' di fastidio alle ginocchia e da lì in poi correre mi veniva molto più facile.
Cima Marana sempre una gran rottura di balle per via del caldo, ma se la conosci sai che non dura molto quindi si riesce a sopportare. Qui ho conosciuto una ragazza che era un po' piantata, più di testa che di gambe, e l'ho aiutata a proseguire poi fino al traguardo evitandole di perdere parecchio tempo nel tratto finale visto che comunque lo ha corso tutto anche quando avrebbe voluto camminare.
Obiettivo per prossimo anno stare sotto le 16 ore, lo credo ampiamente alla mia portata lavorando molto di più su forza e salite.
Ciao! Fatta anch'io quest'anno per la prima volta.
Percorso veramente tosto, ma organizzazione ottima con molti volontari in tutti i punti più critici (tipo le creste del summano).
Prima volta che correvo di notte, ma la traversata summano - posso Xomo è andata molto bene. Solo una piccola crisi causa stanchezza più freddo sull'Alpe Novegno. Belli tosti sia il tratto delle creste del summano, con bei punti strapiombanti, che la traversata del monte Alba, fatta in quasi completa solitudine a cercar balise nel buio pesto
Beccato un'alba bellissima sulle 52 gallerie e poi giù in mezz'ora al pian delle fugazze, dove mi ha accolto una bella minestra calda rigenerante.
Fino a campogrosso nessun problema, a parte pit stop tecnico. Poi ho fatto bocchetta fondi sotto un sole cocente: salita veramente terribile e verticale, ma di gran soddisfazione in quanto sono riuscito a tenere un buon passo.
Poco prima del fraccaroli mi passano i primi della marathon: che passi che avevano, ragazzi!
Poi dalla cima è stata una bellissima cavalcata fino a cima marana, con tanto di temporale beccato sulle creste del monte campetto.
Ultima discesa fangosa prima e infinita poi.
Al traguardo felicità assoluta per essere riuscito a stare ben sotto il mio tempo obiettivo e per aver concluso questa grande impresa, senza mai soffrire troppo e godendomi ogni singolo metro.
Mi è stato suggerito di provare questa gara: secondo il mio suggeritore una delle gare più belle e meglio organizzate che lui abbia mai fatto.
Quest’anno capita a pennello come gara lunga di rifinitura e quindi mi iscrivo il primo giorno di apertura iscrizioni (tipo il 01/01 1947).
Arrivo a Valdagno in macchina che devo ancora decidere se fare la gara con spirito competitivo rischiando di farmi male oppure farla come allenamento per la prossima Swiss Peaks.
Incontro il mio amico Motosega, che è alla sua 7^ o 8^ edizione (gliel’ho chiesto, ha dovuto contarle per poi dirmi un numero a caso). Praticamente qui conosce tutti, non riesco a dirgli una frase per intero che mi interrompo perché sta salutando l’ennesimo conoscente. Stranamente conosce anche donne, e pure carine. Non l’avrei mai detto. Ha in previsione di fare la gara accompagnando 3 ragazze. Mi suggerisce di tenere il loro passo (18-19 ore totali) e fare gruppo. Sono tentato, ma non vorrei vincolarmi a fare da babysitter a degli sconosciuti, presto deciso: il mio obiettivo finale è quello di battere Motosega, non in questa gara ma nel suo miglior tempo fatto in tutte le edizioni: 17 ore e 34. Glielo dico. Percepisco la tensione nell’aria, gli brucia il buc… BackspaceBackspaceBackspace, gli rode tantissimo.
Arriviamo in corriera a Piovene Rocchette, la zona di partenza. Il cielo è illuminato da millemila fulmini, sembra proprio che stia per scatenarsi un temporale. Dopo 40 minuti di flash e saette finalmente partiamo, magicamente la minaccia del maltempo scema e compaiono pian piano le stelle.
Siamo in 300. Parto come sempre stando nel retro del gruppo, però a 5 km ho già superato tante persone, tra cui il gruppo delle 3 occhi di gatto accompagnate dal loro Toshio Utsumi (Motosega), non riesco a tenermi frenato. Mi sento bene, cerco di non strafare o superare troppo, ma quando mi accodo dietro a qualcuno per più di un minuto mi accorgo che sto andando troppo lento e supero, accelerando fino al prossimo concorrente. Starò esagerando? Bho, non mi sembra.
Anche se la salita non dà tregua, ovviamente ad un certo punto finisce e arrivo in cima.
Tratti molto tecnici, si capisce che in parte c’è un mega-burrone ma è buio, non si vede niente e siamo tutti un po’ più sereni e incoscienti di quello che dovremmo essere. Il campanello d’allarme è dovuto dalla presenza di alcuni settantenni svegli alle 3 di notte, seduti su una sedia pieghevole, posizionati in vari punti del sentiero, con una torcia a olio che cercano di indicare dove trovare il sentiero e dove invece la morte certa. Caronte con il suo traghetto è pronto nel buio a recuperare i malcapitati che sbagliano strada.
Supero qua e là (ora, fa figo dire che supero, ma questo è dovuto sempre dal fatto che alla partenza parto quasi ultimo, e il fatto di superare è una medicina per la testa che mi fa sentire forte e mi dà coraggio per affrontare un megatrail) mentre scendo e in un battibaleno arrivo al primo ristoro.
Ristoro di soli liquidi, potrebbero mettercele due patatine assieme allo spritz aperol … Prendo uno snack dallo zaino e mi riempio di sali del ristoro una borraccia. I sali sembrano semplicemente sciroppo al lampone, “diluito” al 50% in acqua… non so se ci siano anche sali, ma lo zucchero denso arriva al cervello di prepotenza che quasi mi si staccano le orecchie dalla botta…
Prima dell’inizio del successivo vertical supero una gentil donzella. Inizia la salita e questa mi si appiccica dietro. Per non farmi superare accelero il passo, e lei fa lo stesso. Supero un concorrente, e lo supera anche lei. Arrivo in cima sul passo Xomo che ce l’ho sempre dietro, magari la distanzio di 50 metri ogni tanto, ma è la mia ombra. Che ansia! Per fortuna al ristoro non mi sento a disagio a farla passare e non la vedrò più…
Il ristoro: entri nel recinto di una malga, in parte c’è un tavolo con un cartello “RITIRATI”, che se uno già è un po’ in dubbio legge “ritìrati!!!” e non “ritiràti”. Io, per fortuna, sono tranquillo e beato e non ho desideri di sedermi a quel tavolo. Vedo però uno seduto lì, con la faccia della vergogna stampata addosso, che neanche quando la maestra ti metteva il cappello dell’asino a scuola si provava lo stesso imbarazzo…
Finalmente qualcosa di solido: banane, arance, pompelmo rosa (???), kiwi, frutta secca e formaggio. Selezione un po' discutibile… mangio crackers, banana e formaggio, il resto creerebbe rogne al mio sistema digerente.
Riparto, piccolo tratto in salita e poi ci si tuffa in discesa, corro bene anche se comincio a sentire un piccolo fastidio ad un ginocchio, ho anche un sassolino nella scarpa, ma rimando la gestione di entrambe. Il sentiero è godibile, ogni tanto un po’ tecnico ma a me piace il tecnico.
Ecco, il monte Alba è proprio fetente. Una piccola salitina che non ti aspetti, che pensavi di arrivare dritto al ristoro e invece c’è un piccolo su e giù. Dura poco, eh! Ma sulla salita mi fermo a togliere il sassolino dalla scarpa, prima o poi dovevo farlo e adesso sono sufficientemente stanco per fermarmi. Si arriva al ristoro che ormai sta per uscire il sole (ovvio, si chiamava monte alba…). Il cielo è terso e comincio a pensare che durante il giorno patirò il caldo. Per ora ho un po’ freddo, all’ultimo ristoro ho messo i manicotti in via preventiva.
Sono in linea con il mio obiettivo di tempo, non sto spingendo né troppo né troppo poco. Sono contento di come la sto gestendo.
Al ristoro c’è un po’ più di varietà, mangio un po’ di speck, tra le varie, ma non c’è niente di caldo.
E arriva Motosega.
???
da solo.
???
E le ragazze?
“Parlavano troppo. Non correvano abbastanza. Le ho mollate.”
Ripartiamo assieme scherzando, adesso affronteremo le 52 gallerie. Non tolgo la frontale, visto che nelle gallerie spesso serve. Vorrei prenderla un po’ più con calma rispetto alla modalità “ho una bomba nel cu” di Motosega, ma assieme a lui sento meno la fatica e si va. E’ la terza salita della gara, di nuovo altri 1000 D+ abbondanti.
Arriviamo in cima in tempo 0, parliamo di tutto, da argomenti culturali a argomenti più tecnici. In cima si affianca uno, ascoltando l’argomento dei nostri discorsi ci dice “siete delle brutte persone”. Tsk, dovresti prendere appunti, siamo fonte di verità indiscussa…
Ora, forse ho parlato troppo anche io, perché in cima Motosega mi abbandona, senza dirmi nulla… mi si spezza il cuore. Non riesco a tenere il ritmo… scherzi a parte sono in difficoltà, anche se il percorso adesso è facile non ho voglia di correre, anche quando la strada si ritrasforma in sentiero procedo lentamente e “mi godo il panorama”, panorama tra l’altro stupendo. Effettivamente vale veramente la pena fare questa gara per il paesaggio. Ma io sono cotto adesso e vado con relativa calma fino a pian delle Fugazze. Arrivato al ristoro reincontro Motosega che però sta già partendo.
Mi siedo, al ristoro hanno la minestra, prendo un piatto e aggiungo cracker sbriciolati e pezzetti di formaggio. Rilasso un attimo le gambe.
Mi sento cotto, più di un volontario mi chiede se sto bene guardandomi in faccia, anche Marco Rosin che ho conosciuto alla Corsa della Bora mi guarda sospetto… Meglio procedere… magari procedo un po’ più piano ma non vale la pena restare qui.
Mi dimentico di vedere del ginocchio leggermente dolente, mannaggia.
Salita impervia, corta ma sono sempre 400 D+ pendenti. Riesco a mantenere un passo decente e non mi faccio superare praticamente da nessuno. Sul saliscendi successivo invece la mando un po’ in vacca e mi lascio superare qua e là, senza vergogna. Ogni tanto ci troviamo su un sentiero a mezzacosta, scavato su una parete rocciosa, è bello largo ma in parte c’è un burrone verticale e mi sento più a mio agio andando piano. Non è una gara per gente che soffre di vertigini.
Sto mangiando poco, decisamente poco, ma sto meglio così. Ho fatto una borraccia di sali decenti e ho buttato il resto della poltiglia al lampone: i miei sali danno sufficienti energie, soprattutto con questo caldo sono una manna e riesco a mangiare di meno.
Ristoro di Passo Campolargo, non hanno minestra, mi accontento di quello che trovo di freddo, mangio banana e speck, evito i “sali" al lampone. I volontari sono splendidi, qui come in tutta la gara.
Riparto.
C’è uno davanti a me che saluta la moglie e i due bambini, venuti a trovarlo al ristoro per quei 3 minuti che si è fermato. Saluta e parte, gli altri stanno tornando indietro e sento il bambino di 3 anni che dice alla mamma: “E’ forte il papà, vero?”
…mi parte un groppo in gola e fanno capolino due lacrimoni.
Non so se quel papà sa quanto è speciale per suo figlio.
Mi sembra di aver rubato un attimo di intimità non-mio ma ne faccio tesoro, penso alle mie di figlie, spero di essere ancora il loro eroe anche se ormai stanno crescendo. Smessaggio alla bambina più grande, che ha in dotazione il telefono delle emergenze, giusto per dirle che le voglio bene. E continuo, adesso c’è una salita impervia, cerco di capire dove dovremo salire. Mi raggiunge un concorrente e si affianca, facciamo due chiacchiere e poi lo lascio indietro quando il sentiero comincia ad inerpicarsi su un ghiaione, visivamente si capisce che adesso dobbiamo fare una bella faticata su questo zig-zag che taglia il fianco della montagna. C’è molta gente, supero qua e là, scopro che c’è gente che non è in gara con me, devono essere quelli della gara di 42 km, non so da quando siamo sullo stesso percorso ma devono essere gli ultimi perché li supero facilmente.
Scolliniamo e la salita è finita, un po’ mi dispiace, mi divertivo su questo muretto impervio e a tratti attrezzato. Adesso abbiamo una traversa piatta e io magicamente mi impianto… è facile ma sono stanco. Incredibile, oggi quando sono stanco ho difficoltà in piano ma in salita vado lo stesso.
Il cielo si sta annerendo, sembra che stia per scatenarsi un bel temporalone. L’obiettivo nel breve periodo è quello di scollinare cima Carega prima che si scateni l’inferno. Man mano che saliamo il nero aumenta, entriamo nelle nuvole, scollino, cerco di accelerare e arrivo al ristoro un po’ più stanco di quando sono partito da Piovene Rocchette.
Tuoni, il cielo sta borbottando incessantemente da alcuni minuti, prendo un piatto di minestra mentre mi metto l’impermeabile, fa fresco. Mangio veloce e comincia a gocciolare. Evito che la minestra si bagni.
Mi metto la crema alle gambe per evitare che la pioggia si attacchi alla pelle e mi raffreddi: quante ne so!
Riparto e dopo 3 minuti il cielo si sfoga, 5 minuti di grandine, prima chicchi veloci e poi cubetti di ghiaccio anche di 2 cm che si fiondano in testa, mi riparo assieme ad altri 3 corridori sotto un ramo sporgente alla meno peggio. Smette praticamente subito, tanto casino per niente anche se a terra è tutto bianco.
Per un po’ pioviggina, ma l’ambiente non si raffredda. Continuo a tenere l’impermeabile perché in alcuni tratti c’è vento forte. I fiori, smossi dalla grandinata, inebriano l’aria con il loro profumo, un profumo particolarmente denso e inebriante, sembra di respirare profumo liquido. Sorrido.
Mi sto riprendendo, un po’ aiuta la minestra mangiata, un po’ il pensiero che mancano 25 km e il dislivello positivo è praticamente finito. Comincio a guardare l’orologio e farmi i miei conti, nonostante abbia rallentato sono ancora in deciso anticipo, potrei finire in 16 ore e 45… altro che 17.30… Tengo un passo allegro quando ce la faccio, non proprio ridicolo quando sono un po’ più in difficoltà. E arrivo al ristoro dei 67 km spaccando il minuto con la proiezione delle 16 ore e 45.
Mangio avidamente, adesso ho fame. Cerco comunque di non esagerare per evitare che mi venga nausea e perché tanto sono arrivato… in realtà mancano almeno altre 2 ore e mezza…
Parto.
Ormai è tutto piano e discesa.
Ormai…
Uno, dietro a me, dice: “ecco le Creste, tanto agognate”
E mi scopro a salire ad una pendenza del 70% su gradini di fango, per fortuna asciutto. Chi mi ha preceduto di 1 ora deve averla avuta veramente dura, si vedono le orme di scivoloni fatti. Tanti piccoli strappetti, su e giù, decisamente pendenti, ma pork… come ci si diverte.
Dopo vari piccoli scollinamenti mi lascio andare e chiedo al mio compagno di bestemmie se durino molto. Per fortuna mi rincuora dicendo che le abbiamo quasi finite. So che avrei risposto anch’io così, anche se non era vero, ma la risposta mi dà grinta comunque.
E poi scopro che era vero, mancava poco.
Riprendo a correre lasciando indietro il mio amico sincero.
Comincio ad essere un po’ stufo, ho paura che la gara sia di 83 e non di 80, sto cercando dei riferimenti mentali e geografici per capire a che punto sono.
Raggiungo cima Marana, da qui mancano esattamente 10 km, chiedo conferma al volontario: 10 km, tutta discesa.
(c’è mai stata una volta che è veramente tutta discesa quando ti dicono così? Una? Ma perché continuo a crederci…).
Perfetto, sono 80,5 km in tutto, allora.
Sorrido e mi lancio in picchiata, sentiero tecnico, pendente, fangoso, ma sono in modalità volata finale. Supero (le ho contate perché sono bastardo) 18 persone prima del ristoro, volo.
Ristoro, bevo velocemente una coca e riparto, sono sempre in modalità volata finale.
1 km e il sentiero spiana e poi sale, anche se leggermente.
Passo da modalità “Volata finale” a modalità “mavaffankusdfsl” e cammino.
Scende, poi risale, poi riscende, mi superano 2 ragazze, mi supera un altro…
Esco sull’asfalto, mi rivolgo a due volontari (non chiedere), scusate… (non chiedere, lo sai che non si fa) quanto manca? (ma pork… cosa chiedi a fare che probabilmente non sono nemmeno della zona)
“all’arrivo?”
(no, per arrivare dalla nonna di capuccetto rosso!!! Mi immagino la risposta, se non capiscono nemmeno la domanda…)
E rispondono all’unisono “3 chilometri e 8”.
Bhe… visto che sono così precisi, visto che l’hanno detto assieme, visto che corrisponde ai 80,5 km, ci credo!
Riparto, di nuovo sali e scendi. Sono stufo e siamo scesi di parecchio, sono le 4 e fa caldissimo.
Gente che esce di casa ad applaudire
Striscioni con scritto “forza tosi”
Uno esce con una trombetta
Una esce di corsa di casa, alza la gomma dell’acqua e genera uno spruzzo a cascata per chi vuole passare sotto a rinfrescarsi (questa esce ogni volta che sente la trombetta del personaggio della casa prima… che brava persona!)
Arrivo ad una piazzetta, sono a 78,4 km, vari volontari mi spronano mentre mi rinfresco alla fontana. “vai che mancano 3 km!!! Quello laggiù è Valdagno!”.
Ora, non mi rompe che ci sia un km in più ma che non riesca a stare sotto le 16 ore e 45… cerco di tenere un passo sostenuto ma mi ritrovo spesso a camminare su una salita blanda.
Arrivo finalmente a Valdagno, un volontario mi dice che mancano 400 metri, mi fido, scatto e raggiungo un concorrente: dai che facciamo la volatina finale! Mi guarda perplesso e non mi segue. Dopo 500 metri capisco che i 400 metri erano una balla, non si vede ancora l’arrivo… l’asfalto aumenta la percezione del caldo… cammino, mavvaffanaskdlfghnz…
Altra volontaria “dai che mancano 200 metri!!!” (ma fatelo un gruppo d’acquisto e prendete 4 metri a quei poveri volontari).
Bambini che danno il cinque a ogni angolo.
E finalmente l’arco dell’arrivo, non riesco ad accelerare, passo sotto l’arco e mi siedo sulla panca in parte al fotografo, 2 metri dopo l’arrivo… sono sfinito, non riesco a fare altro… 16 ore e 39 che per me vuol dire tanta roba e sono felicissimo.
Pian piano mi sposto al ristoro (5 metri dovevo fare) ma mi ci vogliono 20 minuti per tornare in me… sono spompato.
10 minuti per arrivare alla zona borse, altri 10 alla zona pasta. Che ridere…
Saluto Motosega, arrivato in 15.44… devo averlo veramente punto sul vivo… mi toccherà tornare il prossimo anno per battere il suo tempone…
Bella gara, ben organizzata, ben balisata. Bei posti. Da rifare.
Se sapevo che c'erano tutti questi forumisti nella gara di casa mia mi organizzavo per conoscervi e bere una birra insieme!
Sono contento che vi sia piaciuto il mio parco giochi
PS adesso capisco come fa Boborosso a fare racconti così dettagliati: semplicemente punta sul fatto che chi legge non capisce che ha sbagliato metà riferimenti
Una per tutti Campolargo al posto di Campogrosso
Scherzo, le tue telecronache sono spassose
mircuz ha scritto: ↑01/08/2023, 21:14
PS adesso capisco come fa Boborosso a fare racconti così dettagliati: semplicemente punta sul fatto che chi legge non capisce che ha sbagliato metà riferimenti
Una per tutti Campolargo al posto di Campogrosso
Eh, facile per uno che è del posto
Al briefing tecnico pregara il magnifico Pollo (per chi non lo sa, è un personaggio folcloristico che organizza la gara particolarmente pratico, se deve dire una cosa la dice senza peli sulla lingua) ha comunicato una serie di tagli probabili in caso di mal tempo: prima della tal cima o del tal passaggio, all'altezza di Campolargo, Campogrosso, Campo vecchio o Campo nuovo, del regno degli orchi o di Mordor. Io che non sono del posto non ho capito una cippa, ma mi sono fidato che ci sarebbe stato un qualche volontario nel caso.
mircuz ha scritto: ↑01/08/2023, 21:14
PS adesso capisco come fa Boborosso a fare racconti così dettagliati: semplicemente punta sul fatto che chi legge non capisce che ha sbagliato metà riferimenti
Una per tutti Campolargo al posto di Campogrosso
Beh, anche il riferimento al primo ristoro è sbagliato, ma cosa possiamo pretendere da un Furlan ?
Vorrei precisare che il sig. Boborosso in salita non si è mai lamentato, tranne poi accusarmi di aver ecceduto in velocità ma solo a 5 minuti dalla fine del D+.
E vorrei alteriormente precisare che nel precorsa ha fatto il piacione con le ragazze che accompagnavo, e forse è lì che si è stancato !!
Ci tengo a specificarlo alla moglie, nel caso che leggesse il Forum