Sono reduce (ed in questo caso mai termine è più appropriato perchè è stata una battaglia) da questa gara che, per chi non la conosce, si svolge sul massiccio delle Belledonne, vicino a Grenoble.
Sapevo che sarebbe stata impegnativa dopo l'averla parzialmente testata lo scorso anno (interrotta dalla direzione per maltempo), ma non avevo realmente idea di quanto.
Per i runner DEL MIO LIVELLO (perciò medio) credo sia proprio una gara al limite, in ogni caso per me lo è stata. Il terreno tecnico e le pendenze medie (sia in salita che in discesa) la rendono lenta e alla lunga logorante, di contro la bellezza selvaggia dei posti attraversati, l'organizzazione pressochè perfetta e lo spirito che si respira tra runner non può che rendermi soddisfatto di averla provata e, perchè no, di averla finita.
Non ci sarà una seconda volta sulla 150K, ne sono certo, ma aver suonato la campana ad Auguibelle dopo 49 ore di fatica è stato appagante.
Credo che anche le consizioni meteo (2 giorni di sole pieno sulla capoccia in mezzo a ghiaioni incandescenti) abbia contribuito al fatto di aver superato il 50% dei ritirati tra i concorrenti, per fortuna io sono stato nella metà giusta
Dopo aver fatto la gara e visto i tempi con cui Baidus l'ha chiusa credo sia giusto non rivolgergli più la parola; è un marziano
Magari se nei prossimi giorni mi viene voglia scrivo un raccontino, per ora solo riposo dato che nemmeno TOR o Swisspeaks mi hanno mai sfinito in questo modo
Echappée Belle (Francia) 23-25.08.2024
Moderatore: maudellevette
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Questa sezione è dedicata alle anteprime e ai racconti delle gare.
Nel titolo scrivete il nome della gara, la provincia e la data di svolgimento.
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- augusto losio
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- Iscritto il: 06/09/2010, 7:59
Re: Echappee Belle 2024 - 23-25 agosto 2024
uomo.
se TU hai finito questa gara in questo tempo significa che è davvero dura.
baidus è un'altra roba, quello è meglio sparargli e fare finta che "davvero??? giuro, pensavo fosse un lupo...".
quindi complimenti, ho presente le tue prestazioni (no, non allarmarti, non sono mai stati nei club scambisti che abitualmente frequenti) e so che cosa dico.
mi inchino (di nuovo: niente club di scambisti...) e ti rendo onore.
se TU hai finito questa gara in questo tempo significa che è davvero dura.
baidus è un'altra roba, quello è meglio sparargli e fare finta che "davvero??? giuro, pensavo fosse un lupo...".
quindi complimenti, ho presente le tue prestazioni (no, non allarmarti, non sono mai stati nei club scambisti che abitualmente frequenti) e so che cosa dico.
mi inchino (di nuovo: niente club di scambisti...) e ti rendo onore.
Re: Echappee Belle 2024 - 23-25 agosto 2024
Caz mo mi tocca metterla in lista
Re: Echappee Belle 2024 - 23-25 agosto 2024
Complimenti, e aspettiamo il racconto!
Re: Echappée Belle (Francia) 23-25.08.2024
Scrivo due righe, specificando che quanto ho scritto è stato vissuto da un runner mediocre quale il sottoscritto. Sicuramente gente più preparata avrà altri riscontri
Alla fine la campana è stata da me suonata, dopo più di 48 ore di vagabondaggio lungo la catena delle Belledonne. Ancora non capisco il motivo per cui ci tenessi così tanto a portare in fondo questa corsa, che non è nè famosa nè iconica (ora tutto deve essere iconico per misurarne l'importanza), ma tant'è che ne avevo fatto, non dico un punto d'onore, ma una piccola fissa si. Non voglio scrivere l'ennesimo racconto che narra di fatica, eroico cimento e resilienza, ne ho già scritti a sufficienza, ma mi vorrei soffermare su come io abbia vissuto queste 48 ore e di come durante quel lasso di tempo i miei stati d'animo siano andati a mutare.
L'EB non fa sconti già dall'inizio e con la sua logistica che vede la partenza a un'ora e mezza di pullman dall'arrivo, costringe i runner che non abbiano accompagnatori a un tour de force che porta alla linea di partenza già stanchi. Ero con due amici e abbiamo preso un airbnb a 20 minuti dall'arrivo. La nostra navetta partiva alle 3 di mattino pertanto sveglia alle 1.45, colazione e in macchina alle 2.15. Parcheggio e salita in corriera e alle 4.30 ci hanno scaricati a Vizille. Diciamo che il caldo della navetta, l'oretta in palestra ad aspettare ed il poco riposo della notte precedente non hanno fatto in modo che al via avessi proprio "gli occhi della tigre". I 700 partecipanti sono suddivisi in tre vague che partono a 30 minuti l'una dall'altra; io sono nella centrale, quella delle 5.30 e conosco la prima parte per averla già percorsa lo scorso anno, quando la gara è stata interrotta dopo 55 km. In questa primissima parte l'EB (che mi piace ricordarlo è una gara infingarda) ti lascia sfogare, ti blandisce e ti fa credere di essere in gestione. Dopo il primo ristoro ti mette davanti agli occhi posti incantevoli, e tu che sei un beota arrogante, sei convinto di avere tutto sotto controllo: corricchi in discesa con parsimonia, tieni un buon passo in salita, ma senza forzare (tu sei furbo, a te non la si fa), tanto che quando la faccenda si fa più complicata e devi salire alla Croix du Belledonne, a quasi 3000 m di quota, il pezzo tecnico te lo sbrani e ti dici "bravo, quasi senza fatica", facendo passare in secondo piano il dettaglio che ti sei sciroppato 3000 D+ in 30 km. Ti sei fatto una tabella e l'hai fatta cautelativa, ti piace vedere che sei in anticipo sui tempi perciò ai seguenti ristori il sorrisetto compiaciuto che ti si stampa in faccia non ti ccorgi nemmeno di averlo. Ma l'EB lo ha visto, ed il sorrisetto lo fa lei. Tu pensi già alla prima Base Vita, e poi al Moretan che è dopo altri 30 km e sai che è difficile, e non hai badato a quei due tre "foruncoli" che sbucano nel profilo altimetrico, tanto sono collegati da delle belle linee in discesa dolce dove aumenterai il vantaggio dalla tabella di marcia. E li inizia la gara, e lì l'EB inizia a divertirsi. Angleton, Vache, sono colli che dovevi saltare in un amen, invece ti trovi al tramonto in una pietraia senza una traccia, a saltare su rocce arroventate (per tutto il giorno sei stato arrostito dal sole a picco), convinto una volta svalicato, di essere alla Base Vita. Cosa ci vorrà mai a percorrere 10 km con 1100 D- ? Beh, ci metti 5 ore, e solo perchè hai spinto per stare in un tempo che consideri dignitoso. Così arrivi in Base Vita nel tempo previsto dalla tua tabella, sapendo però che avevi sperato di arrivarci prima e che ti immaginavi di essere fresco come una rosa mentre hai le gambe frollate dall'attraversamento di km di pietraie. Qui metà dei concorrenti si ferma, gratificando l'EB che se la ride, ma tu riparti, ora non più tronfio e sicuro, ma molto mogio e preoccupato. Il pezzo successivo è tutto un calcolare i tempi e cercare di capire se ce la farai o no, cercare di crearti un cuscino di margine da usare per eventuali crisi, perchè hai capito che quelli che sembravano nomi di montagne insulse, celano dietro loro strappi dolorosi e discese lentissime. Passano i ristori, scorrono i chilometri lentamente e dopo aver superato la sezione centrale, finalmente tocchi la seconda Base Vita (peraltro niente più che un normale ristoro dove trovi anche la tua sacca). Hai percorso due terzi del percorso, ma ancora non sei tranquillo, e ti viene da ridere a pensare a quando eri sulla Croce delle Belledonne figo come nessuno. Ora devi salire una pista di sci con 500 m di dislivello e la scruti preoccupato, e la EB ora ti guarda quasi con tenerezza. Riparti e ti spari un altro paio di salite assassine, bevendo ad ogni torrente per il caldo, nonostante le vacche che cagano direttamente nel corso d'acqua. Sei lesso, e con acqua e merda ti faresti anche una tisana se servisse ad arrivare. Finalmente viene sera e raggiunto il penultimo ristoro, il fresco e l'ombra ti permette di riprendere l'uso del poco cervello che hai: c'è tempo, c'è tutto il tempo di prendersela con calma. Fermati, riposati, e vai con tranquillità. E quando riparti per un po' ci riesci, ritrovando da solo nella notte, quelle belle sensazioni che avevi al TOR o alla Swisspeaks. Ma la magia dura poco, che qui i partecipanti della 90K continuano a passare, e tu che sei bollito ti fai riprendere dalla frenesia, seppur ormai tu sia certo di arrivare. Bestemmie e odio accompagnano l'ultima discesa, quella che ti deposita come uno straccio davanti al parchetto di Auguibelle dove è posto l'arrivo. In mezzo ad un'umidità modello Cornovaglia, dopo due giorni sotto il sole torrido, prima dell'alba arrivi alla campana, quella che hai sognato di suonare da più di un anno. Sei sfatto, arrabbiato e solo, e finalmente l'EB non ride più di te, ma con te. Hai suonato la campana e ti viene in mente una poesia che la vecchia professoressa di Inglese ti aveva fatto imparare al liceo, quella di John Donne.
«Nessun uomo è un’isola, completo in se stesso; ogni uomo è un pezzo del continente, una parte del tutto. Se anche solo una zolla venisse lavata via dal mare, l’Europa ne sarebbe diminuita, come se le mancasse un promontorio, come se venisse a mancare una dimora di amici tuoi, o la tua stessa casa. La morte di qualsiasi uomo mi sminuisce, perché io sono parte dell’umanità. E dunque non chiedere mai per chi suona la campana: suona per te».
Ed un solo pensiero ti gira per la testa dopo aver bevuto due birre al traguardo: MAI PIU'
Alla fine la campana è stata da me suonata, dopo più di 48 ore di vagabondaggio lungo la catena delle Belledonne. Ancora non capisco il motivo per cui ci tenessi così tanto a portare in fondo questa corsa, che non è nè famosa nè iconica (ora tutto deve essere iconico per misurarne l'importanza), ma tant'è che ne avevo fatto, non dico un punto d'onore, ma una piccola fissa si. Non voglio scrivere l'ennesimo racconto che narra di fatica, eroico cimento e resilienza, ne ho già scritti a sufficienza, ma mi vorrei soffermare su come io abbia vissuto queste 48 ore e di come durante quel lasso di tempo i miei stati d'animo siano andati a mutare.
L'EB non fa sconti già dall'inizio e con la sua logistica che vede la partenza a un'ora e mezza di pullman dall'arrivo, costringe i runner che non abbiano accompagnatori a un tour de force che porta alla linea di partenza già stanchi. Ero con due amici e abbiamo preso un airbnb a 20 minuti dall'arrivo. La nostra navetta partiva alle 3 di mattino pertanto sveglia alle 1.45, colazione e in macchina alle 2.15. Parcheggio e salita in corriera e alle 4.30 ci hanno scaricati a Vizille. Diciamo che il caldo della navetta, l'oretta in palestra ad aspettare ed il poco riposo della notte precedente non hanno fatto in modo che al via avessi proprio "gli occhi della tigre". I 700 partecipanti sono suddivisi in tre vague che partono a 30 minuti l'una dall'altra; io sono nella centrale, quella delle 5.30 e conosco la prima parte per averla già percorsa lo scorso anno, quando la gara è stata interrotta dopo 55 km. In questa primissima parte l'EB (che mi piace ricordarlo è una gara infingarda) ti lascia sfogare, ti blandisce e ti fa credere di essere in gestione. Dopo il primo ristoro ti mette davanti agli occhi posti incantevoli, e tu che sei un beota arrogante, sei convinto di avere tutto sotto controllo: corricchi in discesa con parsimonia, tieni un buon passo in salita, ma senza forzare (tu sei furbo, a te non la si fa), tanto che quando la faccenda si fa più complicata e devi salire alla Croix du Belledonne, a quasi 3000 m di quota, il pezzo tecnico te lo sbrani e ti dici "bravo, quasi senza fatica", facendo passare in secondo piano il dettaglio che ti sei sciroppato 3000 D+ in 30 km. Ti sei fatto una tabella e l'hai fatta cautelativa, ti piace vedere che sei in anticipo sui tempi perciò ai seguenti ristori il sorrisetto compiaciuto che ti si stampa in faccia non ti ccorgi nemmeno di averlo. Ma l'EB lo ha visto, ed il sorrisetto lo fa lei. Tu pensi già alla prima Base Vita, e poi al Moretan che è dopo altri 30 km e sai che è difficile, e non hai badato a quei due tre "foruncoli" che sbucano nel profilo altimetrico, tanto sono collegati da delle belle linee in discesa dolce dove aumenterai il vantaggio dalla tabella di marcia. E li inizia la gara, e lì l'EB inizia a divertirsi. Angleton, Vache, sono colli che dovevi saltare in un amen, invece ti trovi al tramonto in una pietraia senza una traccia, a saltare su rocce arroventate (per tutto il giorno sei stato arrostito dal sole a picco), convinto una volta svalicato, di essere alla Base Vita. Cosa ci vorrà mai a percorrere 10 km con 1100 D- ? Beh, ci metti 5 ore, e solo perchè hai spinto per stare in un tempo che consideri dignitoso. Così arrivi in Base Vita nel tempo previsto dalla tua tabella, sapendo però che avevi sperato di arrivarci prima e che ti immaginavi di essere fresco come una rosa mentre hai le gambe frollate dall'attraversamento di km di pietraie. Qui metà dei concorrenti si ferma, gratificando l'EB che se la ride, ma tu riparti, ora non più tronfio e sicuro, ma molto mogio e preoccupato. Il pezzo successivo è tutto un calcolare i tempi e cercare di capire se ce la farai o no, cercare di crearti un cuscino di margine da usare per eventuali crisi, perchè hai capito che quelli che sembravano nomi di montagne insulse, celano dietro loro strappi dolorosi e discese lentissime. Passano i ristori, scorrono i chilometri lentamente e dopo aver superato la sezione centrale, finalmente tocchi la seconda Base Vita (peraltro niente più che un normale ristoro dove trovi anche la tua sacca). Hai percorso due terzi del percorso, ma ancora non sei tranquillo, e ti viene da ridere a pensare a quando eri sulla Croce delle Belledonne figo come nessuno. Ora devi salire una pista di sci con 500 m di dislivello e la scruti preoccupato, e la EB ora ti guarda quasi con tenerezza. Riparti e ti spari un altro paio di salite assassine, bevendo ad ogni torrente per il caldo, nonostante le vacche che cagano direttamente nel corso d'acqua. Sei lesso, e con acqua e merda ti faresti anche una tisana se servisse ad arrivare. Finalmente viene sera e raggiunto il penultimo ristoro, il fresco e l'ombra ti permette di riprendere l'uso del poco cervello che hai: c'è tempo, c'è tutto il tempo di prendersela con calma. Fermati, riposati, e vai con tranquillità. E quando riparti per un po' ci riesci, ritrovando da solo nella notte, quelle belle sensazioni che avevi al TOR o alla Swisspeaks. Ma la magia dura poco, che qui i partecipanti della 90K continuano a passare, e tu che sei bollito ti fai riprendere dalla frenesia, seppur ormai tu sia certo di arrivare. Bestemmie e odio accompagnano l'ultima discesa, quella che ti deposita come uno straccio davanti al parchetto di Auguibelle dove è posto l'arrivo. In mezzo ad un'umidità modello Cornovaglia, dopo due giorni sotto il sole torrido, prima dell'alba arrivi alla campana, quella che hai sognato di suonare da più di un anno. Sei sfatto, arrabbiato e solo, e finalmente l'EB non ride più di te, ma con te. Hai suonato la campana e ti viene in mente una poesia che la vecchia professoressa di Inglese ti aveva fatto imparare al liceo, quella di John Donne.
«Nessun uomo è un’isola, completo in se stesso; ogni uomo è un pezzo del continente, una parte del tutto. Se anche solo una zolla venisse lavata via dal mare, l’Europa ne sarebbe diminuita, come se le mancasse un promontorio, come se venisse a mancare una dimora di amici tuoi, o la tua stessa casa. La morte di qualsiasi uomo mi sminuisce, perché io sono parte dell’umanità. E dunque non chiedere mai per chi suona la campana: suona per te».
Ed un solo pensiero ti gira per la testa dopo aver bevuto due birre al traguardo: MAI PIU'
Re: Echappée Belle (Francia) 23-25.08.2024
Fantastico!
grazie
P.S. seguirò il tuo consiglio
grazie
P.S. seguirò il tuo consiglio
Re: Echappée Belle (Francia) 23-25.08.2024
Complimentissimi Motosega! Per la gara, per la poesia e per il consiglio (Che io e Augusto ovviamente NON seguiremo, più che altro perché siamo sc i emi)
Re: Echappée Belle (Francia) 23-25.08.2024
"Bestemmie e odio accompagnano l'ultima discesa...."
Questo è lo stato d'animo che conosco meglio
Questo è lo stato d'animo che conosco meglio