Tor Des Geants (Ao) 08-14.09.2024

Anteprime e cronache

Moderatore: maudellevette

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Questa sezione è dedicata alle anteprime e ai racconti delle gare.
Nel titolo scrivete il nome della gara, la provincia e la data di svolgimento.
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Corry
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Re: Tor Des Geants (Ao) 08-14.09.2024

Messaggio da Corry »

Ah una cosa mi è appena venuta in mente…

La vipera!

Scendendo da un sentiero da un colle…
Sembra una vipera…
Eh è una vipera!
Io la guardo…
Lei mi guarda…
Io la guardo…
Lei si sposta.
Io vado
simon_91
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Re: Tor Des Geants (Ao) 08-14.09.2024

Messaggio da simon_91 »

Maledetti! Con questi racconti rischiate di far venire strane idee alla gente per bene che cerca di tenersi lontana da queste cose ultralunghe.. :|
hasta1977
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Re: Tor Des Geants (Ao) 08-14.09.2024

Messaggio da hasta1977 »

Corry ha scritto: 26/09/2024, 11:43 Alla base vita sono particolarmente lucido, prima mangio bene, poi porto il borsone nel tendone, pulizia piedi, cambio calze. Poi mangio ancora, cibo davvero buono, patate al forno top, peccato per l’invasione di mosche che sembra di essere a Mombasa, intanto ricarico frontali, orologio e telefono. Parlo anche con Offriends. Docce non se ne parla nemmeno, non c’è acqua calda e alle rimostranze di un concorrente il volontario risponde candidamente “eh ma non c’era nemmeno ieri” :-). Previsioni meteo confermate, arriverà l’inverno.
Al tor dret la salita al Champillon era stata un calvario, stavolta vado su senza problemi particolari. Arrivo al ristoro, sempre molto ben organizzato e accogliente, provo ad entrare nel rifugio ma purtroppo fanno passare solo i 450isti, allora dopo un brodino e una pausa wc parto per il passo. Il paesaggio è lunare, millemila bandierine gialle formano una stradina in mezzo alla neve fresca, il vento non è eccessivo e me la godo proprio. In discesa tengo bene ma faccio l’errore di fermarmi verso la fine a togliere uno strato. Appena arrivo in fondo alla valle mi investe una raffica di vento gelido, mi vesto subito ma il freddo mi è ormai entrato nelle ossa, subito dopo arriva una bufera di neve, faccio fatica a procedere contro vento ed arrivo al ristoro completamente congelato. Chiedo di potermi mettere vicino alla stufa e mi riscaldo ma molto, molto lentamente, nel frattempo non posso rifiutare la polenta con lo spezzatino. Pianissimo mi riprendo, continuo a fare calcoli e capisco che di questo passo arriverò al Frassati in tarda serata che vorrebbe dire passare il Malatrà con il buio e arrivare a Courma al mattino prestissimo, proprio quello che non volevo. In ogni modo adesso c’è da arrivare a Bosses, vedo che hanno una moka gigantesca e chiedo se per caso hanno intenzione di fare il caffè. Mi accontentano, non so come ringraziarli, mi faccio una mega tazza e la riempio di cioccolata. Energia pura. Esco bello con carico e metto in pratica gli allenamenti di cammino veloce che sto provando da ormai un anno. Ovviamente rimango da solo un’altra volta. Farò comunque il miglior tempo di questa tratta battendo addirittura quello del tor dret! Incredibile! Arrivo un po’ in down, poche energie, poca fame, un po’ di sonno ma non abbastanza per dormire. Intanto vado in bagno, la cacca serve per la pancia ma soprattutto per riflettere. Torno e ho preso la decisione del secolo. Dormo qui. Ma in realtà è impossibile, nel tendone entra il vento, la coperta non basta, c’è confusione e soprattutto io non ho sonno. Decido di partire, ovviamente da solo. Sono consapevole che in alto troverò freddo e vento e devo mantenere energie fisiche e mentali, così adotto il famoso passo mucca che per me è un po’ come le auto moderne quando veleggiano, efficienza massima. Inizio però ad avere sonno, vedo la stalla che c’è prima della salita finale ma poi non mi accorgo nemmeno di averla passata, guardo solo la luce della frontale, il mio cervello è concentrato su dove mettere i piedi, ai lati vedo baite che in realtà non ci sono. Il risveglio è brusco alla prima raffica appena il sentiero gira, non siamo più sottovento. Più si sale e più aumenta, inizia a nevicare orizzontale. La tecnica è: aumentare il passo per tenermi caldo, individuare la prossima bandierina, abbassare la testa e pompare sulle gambe finché non la raggiungo. Ogni tanto devo fermarmi per aspettare passino le raffiche più forti. Finalmente vedo il lago e qualcuno che mi precede, qui il vento è ancora più forte ma riesco a raggiungere il Frassati. Entro e chiedo un letto, il volontario farfuglia qualcosa, io per non sbagliare mi prendo una panca e mi sdraio. Dormo a intermittenza, fino a quando non sto per cadere, poi mi rigiro e mi riaddormento, così per un oretta. Quando mi sveglio al tavolo siamo in 4, cerchiamo di capire la situazione, il vento è impetuoso, dicono almeno 100km/h e il termometro del rifugio segna -8. In due decidono di ripartire, io non credo sia la decisione migliore, è buio, si gela e in più non vedremo praticamente nulla fino all’arrivo, per non parlare della sicurezza in caso di infortuni. Ci fermiamo. Dopo un’altra ora circa le guide chiudono il passo, lo riapriranno all’alba, praticamente quello che avevamo pensato noi. Le ore passano lente tra un boccone, un sonnellino e una chiacchera. Ad un certo punto inizio a preoccuparmi perché il vento aumenta ancora, sembra voglia strappare il tetto e temo possano annullare la gara. Intanto il rifugio si è riempito.
Mi addormento con la testa sul tavolo, come i bambini all’asilo. Nel sonno sento una voce che annuncia “si parte!” “Piccoli gruppi, ramponi obbligati all’uscita.” Ci prepariamo velocemente per evitare la fila, siamo in tre della 330 e uno della 450. Vedo qualcuno che si mette il telo termico sotto la giacca, lo provo, funziona in un modo incredibile! Grande scoperta! Lo chiudo a mo di mantello sotto il goretex.
Quando usciamo siamo il terzo gruppetto, il vento non è poi così terribile e sul traverso è tutto ghiacciato, albeggia. Alla bocchetta sono davanti ma mi fermo per fare passare per primo chi non c’era mai stato. “Te lo meriti!” Non ci penso nemmeno a prendere il telefono per le foto, ho paura mi si stacchino le dita e per fortuna c’è chi lo fa per me. :-)
Scendiamo con una luce da film, tutto bianco, le cascatelle sono ghiacciate, mi commuovo anche se contemporaneamente ho conati a vuoto, lacrime e vomito :-) gli altri sono veramente lentissimi e per un po’ aspetto ma dopo vado, più che altro per non congelare. Quando attraversiamo la valle il vento è da urgano, quelli davanti a me cadono per terra come tre birilli! Ci si deve accucciare per fare passare le raffiche più forti e poi fare dei piccoli scatti prima che arrivi la successiva, giuro che non ho mai sperimentato una cosa simile, nemmeno in Normandia.
Salendo al Pas Entre Deux Sauts, si iniziano a trovare dei ripari sottovento, ne approfittiamo per togliere i ramponcini. Quando arrivo al ristoro è tutto chiuso e il tendone sembra debba volare via da un momento all’altro. Esce qualcuno ma non ci fanno entrare, chiedo un the caldo e me lo passano fuori, conviene andare. Scendiamo nell’altra valle, dovremmo essere più riparati ma il vento ci martella ancora, mi sento consumato, prosciugato. Solo all’imbocco del sentiero per il Bertone finalmente si calma. No passa mai, mi viene sonno ma non voglio assolutamente fermarmi, mi ritrovo con un compagno e gli chiedo gentilmente se posso appoggiare una mano sul suo zaino in modo da poter dormicchiare camminando. All’inizio pensa stia scherzando ma poi lo faccio davvero. Arrivo finalmente all’ultimo ristoro, ho anche fame, chiamo Ilaria e riparto. Scendendo incontro una marea di gente che sale, tanti applausi, una con due tette così, tutte di fuori, mi fa “complimenti!” e io “complimenti a te!”. :-)
Quando arrivo sull’asfalto incontro un francese che si è fracassato il naso, è tutto insanguinato, mi fa davvero pena, è preoccupato per l’aspetto estetico, sarà per le foto all’arrivo, lo accompagno fino alla fontana e poi lo saluto. Mi faccio il parco da solo, cerco di riflettere su quello che ho passato, su quello che ho fatto, su come l’ho vissuto ma sinceramente non mi arriva nulla, sono completamente svuotato. Pensare che nel 2018 sarei ripartito….Alla chiesa vedo Offriends, lui non mi riconosce, devo avere una faccia…lo abbraccio e vado a prendermi gli applausi, mai così meritati come per questo terzo Tor, così come la medaglia di finischer che a sorpresa mi viene portata direttamente da Ettore. Grazie. L’anno prossimo farò il volontario.
Più avanti magari potremmo fare delle considerazioni sul recupero post Tor e magari anche sulla preparazione/ organizzazione per chi ci volesse provare l’anno prossimo.

Che finale !!!
Bravo bravo bravo
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andard
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Re: Tor Des Geants (Ao) 08-14.09.2024

Messaggio da andard »

Complimenti a te e ad Augusto. Grazie per i racconti sono state delle belle letture. ;)
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