Regole del forum
Questa sezione è dedicata alle anteprime e ai racconti delle gare.
Nel titolo scrivete il nome della gara, la provincia e la data di svolgimento.
Ciao Elio scrivi "Vedo un concorrente che procede al rallentatore, anche lui ha delle grosse vesciche, chiedo come stà ma dice che arriva a Bobbio tranquillo, mancano un paio di km."
Ero io quel concorrente, arrancavo zoppicando su quel budello(veramente perfido ) che porta a Bardi: il mio ginocchio si è immolato ho aggiunto una nuova "stelletta" al mio essere resiliente...
Arrivare a Bardi in 9h e 40 ed accorgersi che il ginocchio sin duole molto e mi permette un passo da 14' al km in piano non mi ha scoraggiato.
Ho ricevuto incoraggiamento da tutti e ringrazio per esteso Ruperzio: non avevo molte parole perchè dovevo stare concentrato : ogni piccola asperità una stilettata al ginocchio!
Al mio arrivo ho ricevuto un grande abbraccio da Armando e speciale menzione da Geronazzo perchè scambiato per ultimo:ma in realtà arrivato penultimo!!
Qualche appunto:vero che c'era tanta assistenza ma non mi risulta avere avuto un numero di riferimento (di solito posto sul pettorale ) per poter chiamare ,anche per una delucidazione...
Mi hanno disorientato,ammetto di essere stato poco lucido a quel punto, gli ultimi km che portano al "budello per Bardi...non si capiva dove andasse a parare... un momento la strada aveva una logica direzione un'altro momento puntava in altra si sono incrociate ben due segnalazioni per Bardi tanto che pensovo di credere di avere sbagliato strada..
Il Budello!!! Gia arrivare "integro" dopo tanti km è una perfidia..figurati tutto rotto che bellezza!!
E' diviso in tre parti magari farne solo una parte? Abbiamo già dato tanto!!
Ringrazio tutti i volontari veri eroi sotto il diluvio ,al freddo e al vento ,nel cuore della notte :sempre pronti e premurosi sorridenti e incoraggianti!!
Ciao Elio scrivi "Vedo un concorrente che procede al rallentatore, anche lui ha delle grosse vesciche, chiedo come stà ma dice che arriva a Bobbio tranquillo, mancano un paio di km."
Ero io quel concorrente, arrancavo zoppicando su quel budello(veramente perfido ) che porta a Bobbio: il mio ginocchio si è immolato ho aggiunto una nuova "stelletta" al mio essere resiliente...
Arrivare a Bardi in 9h e 40 ed accorgersi che il ginocchio sin duole molto e mi permette un passo da 14' al km in piano non mi ha scoraggiato.
Ho ricevuto incoraggiamento da tutti e ringrazio per esteso Ruperzio: non avevo molte parole perchè dovevo stare concentrato : ogni piccola asperità una stilettata al ginocchio!
Al mio arrivo ho ricevuto un grande abbraccio da Armando e speciale menzione da Geronazzo perchè scambiato per ultimo:ma in realtà arrivato penultimo!!
Qualche appunto:vero che c'era tanta assistenza ma non mi risulta avere avuto un numero di riferimento (di solito posto sul pettorale ) per poter chiamare ,anche per una delucidazione...
Mi hanno disorientato,ammetto di essere stato poco lucido a quel punto, gli ultimi km che portano al "budello per Bobbio...non si capiva dove andasse a parare... un momento la strada aveva una logica direzione un'altro momento puntava in altra si sono incrociate ben due segnalazioni per Bobbio tanto che pensovo di credere di avere sbagliato strada..
Il Budello!!! Gia arrivare "integro" dopo tanti km è una perfidia..figurati tutto rotto che bellezza!!
E' diviso in tre parti magari farne solo una parte? Abbiamo già dato tanto!!
Ringrazio tutti i volontari veri eroi sotto il diluvio ,al freddo e al vento ,nel cuore della notte :sempre pronti e premurosi sorridenti e incoraggianti!!
W la Abbots!!
Scusate il "budello" era per Bobbio! Ho proprio preso una mazzata!!
Cari Abati… ci mancate già, siamo già proiettati al 2013.
Per noi è stata un’AW molto importante, quest’anno Bardi ha visto il coinvolgimento di tante persone e molte di più ne parlano, chiedono, commentano. A dispetto del rally. E’ come se fosse passato in secondo piano, qualcuno ha commentato che i veri motori da guardare eravate voi. Quindi per noi grande soddisfazione, finalmente possiamo dire che Bardi c’è.
Il tempo non è stato clemente, non solo il sabato della gara ma anche nel periodo precedente utile per segnare i sentieri. Emilio li ha segnati da La Ramata fino a Bruzzi, un po’ con Luciano Allegri e Michael, un po’ con Franco e con me. Di fatto ha finito il sabato stesso, perché la pioggia aveva cancellato le frecce e i bolli bianchi di Armando e Carlo.
Sabato mattina, presso la Casa della Gioventù, preparazione dei ristori lungo il percorso. Dopo la partenza di Ivan con Monica per la Basona – partiti in fretta perché temevano di restare impantanati con la jeep – degli alpini Stefano e Luigi per Osacca, di Lupo con Daniele per il Mulino sul Rosta, dopo tutto il casino taglia focacce, torte, travasi di minestrone, spartizione di coca banane mele limoni patate uova… Emilio ed io ci siamo guardati svuotati, persi, scoraggiati. Eravamo soli, aspettavamo Luisa e Rino in cucina, sapevamo che Marino sarebbe venuto, ma tutto il resto? Emilio non aveva il coraggio di dirmi che doveva lasciarmi sola per andare a rimettere i segni, io non sapevo da che parte iniziare...
“Eccomi, presente!” ?!?!? Scusa, chi sei?, “sono Pietro, l’Alpino, mi han detto di venire e di mettermi a disposizione vostra”... E poi è arrivata Patrizia, poi Manuela, poi Luisa, poi Silvana, la cucina e il salone si riempivano, i primi pentoloni, il fuoco, i tavoli, tutto un turbinio dentro e fuori la Casa. Sono arrivate le borse, Patrizia gestiva il salone. Quando li ho lasciati per partire per il Lama stava arrivando l’ambulanza messa a disposizione dalla Pubblica Assistenza con Federico e Renzo, raggiunti in seguito da Domenico, Moreno ed Enrico, un po’ più in là Brunella, Marino. Sono partita tranquilla e serena, c’era un’atmosfera molto bella. La Casa della Gioventù era la nostra casa, di tutti, e tutti aspettavamo la stessa cosa: VOI.
In cucina è poi arrivato Rino lo Chef, che già aveva passato tutto il venerdì con Linda ed io in cucina a bollir patate, tagliar verdure etc… Sulla strada, in palestra e all’arrivo insieme a Pietro correvano anche gli alpini Fabrizio con Giuseppe B. (o Giovanni? boh, sono i gemelli Belli, e chi li distingue?), Giuseppe A., Severino e, cane sciolto, Marino (ve lo ricordate il frate della seconda AW? Ecco, lui è Marino), nell’intervallo di chiusura dei negozi l’altro cane sciolto (di lusso!) Meri, a tenere i contatti con Enrica e con tutti. E in cucina sarebbero poi arrivate anche Margherita e Giovanna.
Parto per il Lama con Emilio e Michael. Un po’ freddino, ma ci si scalda camminando, che problema c’è. Spiovicchia, il disagio sono le gocce sugli occhiali, ma niente di che. C’è fango, sì, ai fangoni la situazione è proprio bruttina. Arrivano anche i cagnolini di Michael, sono scappati e ci son corsi dietro. Son felici, fanno allegria. Arriva il primo concorrente, ciao – poi il secondo (Marazzi?). Passa Giovanni con il quad, porta la benzina alla Basona. Arriviamo anche noi alla Basona, ci fermiamo a chiacchierare con Ivan e Monica, già imbacuccati. Mi dicono di no, che non era Marazzi, si è ritirato. Ma non passa nessun altro? Il freddo diventa più intenso, proseguiamo. Controlliamo le fettucce, ne aggiungiamo altre perché non ci sono più i bolli bianchi. Il Castellaccio è segnato bene, sì. Il freddo mi prende lo stomaco, già indosso due paia di pantaloni e i pantavento, ma devo aggiungere il piumino, mi devo fermare, ho i crampi. Vedo passare altri concorrenti, finalmente, dopo circa un’ora e mezza dai primi, riconosco Schneider. “Ciao, sei Schnaaider?” “Sì, Schneider” mi corregge lui con le e tutte strettine! Piove. Proseguo fino al Lama, Emilio e Michael stanno parlando con il Soccorso Alpino, c’è un vento pazzesco ma mi sono riscaldata un po’, va meglio. Chiamo Armando per rassicurarlo che va tutto bene. Quelli del Soccorso si rifugiano in auto, noi piano piano torniamo sui nostri passi, siamo lontani tra di noi, i cani cominciano ad accusare la stanchezza e non si allontanano più da Michael. Arriva la prima donna, dopo 12 uomini. Non vedo invece i nostri ragazzi della Pubblica Assistenza con le motorette, avrebbero dovuto fare la spola Bardi-Lama. Verrò poi a sapere che qualcuno ha detto loro che non era necessario. Secondo me era necessario sì, ma visto il percorso è andata meglio così.
State passando in tanti. Qualcuno sorride, saluta, qualcuno fatica a parlare, fa un cenno con la mano. Vi guardo e mi chiedo come facciate, siete bellissimi. Nei dintorni del Groppo di Gora sento i motori del rally sul Pellizzone, faccio ohmmmmmmm e faccio pure il conto di quante persone in più abbiamo avuto bisogno per assicurare i passaggi intorno Bardi – ma sono in un luogo dove tutto mi aiuta a superare l’incazzatura.
Raggiungo Emilio che ha in mano una bottiglietta di plastica. Gliel’ha lasciata qualcuno che non voleva gettarla, inutile dire che apprezziamo. Poco dopo incontriamo uno speranzoso che ci chiede di vendergli i nostri bastoncini, i suoi sono fuori uso. Gliene regaliamo un paio, lui insiste, dice che i soldi ce li ha, tenerone. Tranquillo, il suo bastoncino rotto è già aggiustato e in uso. Passa una ragazza – mi vien voglia di ricordarle che non è in corso Buenos Aires; forse è una staffetta appena partita, ma in ogni caso s’è fatta il salitone di San Siro e i fangoni, io di solito ho la lingua fuori. Lei neanche un pelo fuori posto. Si lamenta che non c’è nessuno e in effetti dista almeno 10 min dal gruppetto precedente e 10 da quello seguente. Incontriamo un altro che ha mal di stomaco (come lo capisco... come mi sembra umano). Lo invito a tornare indietro, ma lui insiste a proseguire (e qui già mi scade sull’umano).
Siamo alla Valvola ora, la luce cala e penso a Stefano Pizzol che ama il percorso in notturna perché sente i rumori degli animali, il canto degli usignoli. Quest’anno non è venuto, nessuno di quelli che mi sta passando davanti ha in mente gli usignoli. Il freddo aumenta e la pioggia pure, praticamente di me si vedono solo gli occhiali e il thermos con l’infuso caldo, qualcuno lo chiede ma non ne ho a sufficienza per tutti, penso di tornare a casa a rifarlo. I fangoni mietono scarpe e gambe a più non posso, son pochi quelli che non imprecano; io immagino i loro piedi a forma di cotechino. Qualcuno chiede quanto manca al Lama, mi limito a rispondere che di fangoni così non ce ne sono più. Nel frattempo telefonate varie, linee che cadono subito, le notizie dicono che c’è stata un’urgenza alla Basona, Ivan si è impantanato con la jeep, Giovanni con il quad fa la spola con il medico del Soccorso Alpino, disimpantana la jeep e io benedico Giovanni e comincio ad avere un sentimento anche verso il quad (può anche essere Utile). Stare fermi con questo freddo è pazzesco, arriva Simone infangato con un gruppo di infangati, dice che così non si diverte e torna a casa, abita lì sotto. Vorrei aspettare la mia collega, Alfia, e anche Elio, ma scendo verso casa con Simone. Chiama Armando, mi dice che hanno chiuso il passaggio sul Lama. Delusione e sollievo allo stesso tempo, penso che sia stata la scelta più saggia. La strada è illuminata da una splendida luna piena, che sfoggia beffarda la sua luminosità. A casa son distrutta, diamo da mangiare agli animali e vediamo passare le prime auto – quindi il rally è finito! possiamo tornare alla Casa della Gioventù con l’auto – ci andiamo subito, che ore sono? Non lo so, forse le 10 o le 10 e mezza. Entriamo in cucina e le vedo tutte lì ancora, Manuela sorridente che gratta il formaggio, Luisa che ci chiede se vogliamo un piatto di pasta, Silvana che passa silenziosa a lasciare un po’ di torta sui tavoli, Meri praticamente infilata in un pentolone più grande di lei a pulirlo, Giovanna ci saluta tranquilla. Don Luigi nel salone chiacchiera con qualcuno, ha acceso il riscaldamento, fa proprio freddo fuori. E riprende a piovere. Seduti un po’ sonnacchiosi e pazienti gli “umani” che vogliono tornare a Bobbio. Incontro Elio, appena arrivato (e anche qui ho il dubbio che arrivi da corso Buenos Aires). Chiedo se ha notizie di Alfia, mi risponde che è già passata. Incontro Enrica, Bruno, la moglie di Armando sempre sorridente, una sua amica. Margherita è nel salone, mi chiede di portarle un pezzo di torta. Mi chiedo perché non vada in cucina a prenderselo, ma quando glielo porto capisco: vi sta guardando sorridendo, non vuole perdervi neanche un minuto, sa che tra poco partirete e vi sta coccolando con lo sguardo non osando farlo veramente. Prende la torta, mi ringrazia ma i suoi occhi non vi mollano. Anche lei è in piedi dalla mattina come tutte le altre.
Manca ancora qualcuno? Sì, il signore di 88 anni (88?) e le due scope, sono sotto Bardi. Marino scende al ponte sul Ceno a prenderli con l’auto, ma lui vuole salire a piedi fino a fine tappa. Quando entra è uno spettacolo, infangato dalla testa ai piedi. Va in bagno, esce pulito. Meri gli dice che si ferma, lui chiede se deve decidere subito, vorrebbe continuare. Mangia in cucina, mentre le scope vanno a lavarsi. Non c’è più acqua calda, è stata usata per lavare i pentoloni e allora usano un po’ di acqua calda della pasta – alto contenuto di amido, fa bene alla pelle.
Riparte il gruppo di Elio, partono le borse, partono le scope con il loro protetto (in auto!), tutto si svuota all’improvviso … siete già altrove, altri volontari vi accolgono e vi ammirano e faranno quello che possono per voi, Alex vi aspetta paziente con Armando.
Domenica scorsa 13.5, abbiamo rifatto il percorso da Osacca (piovigginoso) verso Bardi e non abbiamo trovato rifiuti. Mi complimento con voi. Abbiamo invece trovato Pino, orgoglioso di aver contribuito con the e caffè al ristoro e commosso dalla cartolina che gli avete spedito. Prossimamente, in giornate di sole, ci rifaremo La Ramata-Bruzzi a togliere le fettucce e vi penseremo ancora.
Ciao
Cari Abati… ci mancate già, motori da guardare eravate voi. Quindi per noi grande soddisfazione, finalmente possiamo dire che Bardi c’è.D
Il tempo non è stato clemente, non solo il sabato della gara ma anche nel periodo precedente utile per segnare i sentieri. Emilio li ha segnati da La Ramata fino a Bruzzi, un po’ con Luciano Allegri e Michael, un po’ con Franco e con me. Di fatto ha finito il sabato stesso, perché la pioggia aveva cancellato le frecce e i bolli bianchi di Armando e Carlo.
Sabato mattina, presso la Casa della Gioventù, preparazione dei ristori lungo il percorso. Dopo la partenza di Ivan con Monica per la Basona – partiti in fretta perché temevano di restare impantanati con la jeep – degli alpini Stefano e Luigi per Osacca, di Lupo con Daniele per il Mulino sul Rosta, dopo tutto il casino taglia focacce, torte, travasi di minestrone, spartizione di coca banane mele limoni patate uova… Emilio ed io ci siamo guardati svuotati, persi, scoraggiati. Eravamo soli, aspettavamo Luisa e Rino in cucina, sapevamo che Marino sarebbe venuto, ma tutto il resto? Emilio non aveva il coraggio di dirmi che doveva lasciarmi sola per andare a rimettere i segni, io non sapevo
Più emozionante della mia gara ..... ribadisco solo un concetto.... vi voglio bene senza di voi e la vostra passione io non avrei potuto realizzare un sogno, solo grazie è poco, ma è vero.
Grazia noi avremo un anno per pensarvi ancora ed un valido motivo per tornare a fare l'Abbots.....come al solito ci avete coccolato in un modo fantastico
Un bellissimo racconto, commovente e ... VERO!
Dall'altro lato del telefono, a Bobbio, ho percepito solo alcuni momenti di questa avventura, sufficienti comunque a darmi la dimensione delle difficoltà che stavate vivendo. Penso che quello che avete fatto tu, Emilio, Ivan e tutti gli altri, compresi i ragazzi del Soccorso Alpino sul Lama sia veramente il massimo immaginabile, lo dico anche dalle parole di tanti atleti che sono saliti e ... fortunatamente anche scesi , trovando sul percorso fango e pioggia ma anche assistenza, segnaletica precisa, conforto, SORRISI.
Senza il vostro supporto stavolta avremmo rischiato grosso, noi, cioè i nostri ABATI!!!
Spero che Ivan vi abbia già trasmesso il mio immenso ringraziamento, in attesa di poterlo fare di persona. Con lui mi ero sentito per capire come era poi riuscito a scendere con la jeep impantanata (cioè ha dormito su e lo hanno liberato domenica mattina ).
Devo poi fare veramente i complimenti anche a tutta l'organizzazione a Bardi e per un ristoro che, a detta di un "ABATE" che se intende (svariate maratone, ultra, 100 km etc) era degno dell'UTMB
Ed in mezzo a tanti eroici Ultra Finisher, il mio umile debutto nell' over 60, ma questa è poca cosa rispetto all'aver condiviso un vero percorso di vita con i compagni di viaggio, sia abituali che nuovi, ancora complimenti ad Armando, Elio e a tutti coloro che ci hanno coccolato lungo il percorso...e l'anno prossimo si andrà a Bobbio!