TOR DES GEANTS 2022: "Questo Tor mi fa cagare..."
Sottotitolo: "Il Tor non è quello credi ma quello che cerchi!"
L'incubo è finito, la paura è passata...ho temuto di non poter fare il Tor per un'importante impegno lavorativo,
ma tutto si è risolto.
Questa spada di Damocle che ha cominciato a incombere sulla mia testa a fine luglio si è dissolta come per magia a fine agosto.
Potrò partecipare al Tor. A sostituirmi sul lavoro ci penserà mia moglie (santa donna!), il nostro cliente ha approvato il cambio.
Questo significa che Silvia non mi potrà fare assistenza come previsto,
o almeno, potrà farmi assistenza solo fino a martedì mattina...meglio che niente e comunque io potrò fare il Tor.
Come pena del contrappasso le 2 settimane prima della partenza dovrò lavorare il doppio.
Così venerdì sera torno alla mia casa di Morgex dopo 2 intensissime settimane di lavoro.
Sono stanco ma felice e tranquillo, quest'anno ho fatto i compiti per bene, organizzato e programmato tutto:
- allenatore e suo programma di allenamento perfettamente rispettato
- cura dei piedi per prevenzione vesciche prima e durante la gara
- materiali testati e collaudati
- programma di alimentazione pre e durante consigliato da Elena Casiraghi
Domattina arriveranno anche i miei compagni di avventura: @Augusto e Andrea che dormiranno a casa mia a Morgex e @Corry
che partendo alle 10 (come i topo runner) dormirà a Courmayeur.
Sabato al ritiro pettorali sono tranquillo, anche troppo...non provo le emozioni, la tensione e l'entusiasmo del 2018.
Quest'anno ho l'obbiettivo 120 ore...lo dichiaro anche nell'intervista dei "valdostani al Tor" su Gazzetta Matin.
Sento che è all'amica portata e psicologicamente approccio questo Tor come una gara.
Domenica mattina alla partenza sono concentrato, freddo con l'obbiettivo ben focalizzato nella mia mente.
Mi distraggo un po' facendo le foto con il gruppo del Comitato Maria Letizia Verga.
Quest'anno c'è una motivazione in più per terminare il Tor, una raccolta fondi per la ricerca.
L'idea è semplice: comprate idealmente il colle che preferite per aiutare la ricerca sulle leucemie infantili,
noi conquisteremo fisicamente gli stessi colli.
Questa iniziativa mi rende orgoglioso ma non riesce a dissolvere un'ombra di tristezza che incombe su di me.
Gli amici venuti a sostenermi alla poartenza e mia moglie notano che non ho il solito entusiasmo che trasudo ogni volta che parlo di Tor...
solo tensione e concentrazione gli dico e mi dico!
Ma non c'è tempo di pensare troppo, è già ora di partire...faccio appena in tempo ad abbracciare con forza Augusto, Andrea, Gamba
e gli amici più cari sulla linea di partenza.
Parto di corsa, voglio rimanere nella prima parte del gruppo per non rimanere imbottigliato all'inizio della solita di Arp.
Corro tranquillo senza strafare e arrivo con i primi all'imbocco della salita. Salgo con passo deciso ma controllando i battiti.
Il piano è non superare mai i 120. Fa caldo ed è abbastanza umido, quindi non forzo.
Uno davanti a me, nettamente + lento, alza le bacchette con le punte ad altezza occhi ogni tre passi.
Due tre volte gli dico di stare attento, ma non ottengo nessun risultato.
Gli dico gentilmente se può evitare di alzarle perchè rischia di accecare qualcuno.
La risposta immediata mi lascia basito: "Se non ti va bene stammi più lontano..."
Rimango di stucco, una risposta così al Tor non me la sarei mai aspettata.
Capisco che in questi 4 anni qualcosa è cambiato anche nei partecipanti,
sta diventando tutto più commerciale...faccio fatica a ritrovare lo spirito trail!
Comunque no problem, al primo tornate taglio e lo supero di slancio senza degnarlo di uno sguardo o di una parola.
A metà salita incrocio GranTuking, mi fa molto piacere vederlo ma non lo saluto con il giusto entusiasmo, non voglio perdere tempo!
Scollino il col d'Arp con lo stesso tempo del 2018, ma non sento nessuna fatica.
Il programma di allenamento del mio coach seguito da gennaio ad oggi sta dando i suoi frutti.
Rispetto alle mie tabelle fai da te, ho fatto molti meno km e molto meno dislivello. Solo lavori di qualità, soprattutto aerobici.
Approccio la discesa corricchiando facile, non voglio imballare le gambe.
Alle 15:15 arrivo a la Thuile esattamente allo stesso orario del 2018, ma sono riposato e fresco.
Sto rispettando al seconto il programma concordato con il mio allenatore, sono fiero di me, non ho esagerato, ho controllato i battiti continuamente...sto facendo la GARA giusta!
Approccio la salita al Deffeyes con lo stesso spirito e lo stesso impegno...
incontro verso la metà un ragazzo del forum, ma sono così concentrato che non mi ricordo il suo nick...
me ne vergogno un po', scusa ancora)!
Arrivo al rifugio alle 18 come da programma.
Sto mangiando sempre a tutti i ristori e ogni mezz'ora con il cibo che mi porto via ai ristori (mocetta e pane)...
sempre come da programma.
Passo Alto, bivacco Promoud , prima del tramonto, sempre come da tabella, preciso come un orologio svizzero.
Parlo poco e fino ad ora ho parlato poco...quasi sempre da solo, concentrato ed efficiente.
Salendo sul Crosatie mi smollo un po' e parlo un po' con qualche concorrente alla prima esperienza al Tor che mi chiede informazioni varie.
Scendo dal Crosatie con una corretta fluida non forzando. Alle 22:50 sono a Panaval. Stesso orario del 2018, metà della fatica.
Riparto di corsa verso Valgrisa con un ragazzo valdostano, più antipatico di me. Non riesco a essere empatico come al mio solito.
Non riesco a instaurare un dialogo positivo: domande stupide, risposte stupide...
Non mi accorgo nemmeno che sono già a Valgrisance...23:57 come da programma, come nel 2018.
Silvia mi accoglie con un sorriso smagliante. Sorrido anch'io, ma è un po' forzato.
Mi dice: stai andando benissimo. Rispondo: Sì, come nel 2018, e non sono nemmeno stanco...
Penso che sono felice...contento...forse soddisfatto!
Mah, ...non fanno entrare Silvia in base vita. Ma che ca**o! Mi incazzo un po' con l'organizzazione.
Vabbeh, mi tranquillizzo, dico a Silvia che mi dispiace.
Prendo la sacca e da mangiare. Mi sento chiamare è Corry.
Che cavolo ci fa qui? È partito 2 ore prima di me.
Sapevo che l'avrei raggiunto (lo dico senza falsa umiltà), ma pensavo a Donnas!
Ho 2 sentimenti contrastanti:
da una parte mi dispiace per il mio amico, se è qua, vuol dire che non sta benissimo...
dall'altra sono felice, se l'ho raggiunto, sto andando forte pur non spingendo troppo.
Mangio (non bevo birra, come da programma...) e prendo un po' di cose dal borsone, mi preparo per la notte che sarà fredda sui colli alti!
00:29, mezz'ora e si riparte. Esco e mi trattengo cinque minuti in baci e abbracci con Silvia.
Le sono veramente grato per quello che sta facendo per me e per il mio ego!
Sono carico...mi sento forte in mezzo a molti pettorali con tre cifre (quelli della prima partenza)!
E via verso lo Chalet dell'Epee...
(prima tappa - continua)