LA GIUSTA QUANTITÀ DI MOVIMENTO PER LA SALUTE

a cura di Diego Trabucchi

di Iader Fabbri

Consulente nutrizionale e divulgatore scientifico http://www.iaderfabbri.com/

Cofondatore di Iaderlife http://www.formula12.it/iaderlife

 

Per stare bene, per essere in salute, il movimento è importantissimo. E per un atleta di endurance, per un trail runner, non può mancare un adeguato allenamento. Ma qual è la quantità di movimento corretta? È fondamentale andare sempre alla ricerca dell’indice di equilibrio, trovare la giusta misura tra l’allenamento eccessivo, portato all’esasperazione, e la vita sedentaria.

 

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Quello che oggi viene considerato fitness è un movimento salutistico, lo sport a livello agonistico invece non lo è. Ho corso in bicicletta una vita, so benissimo e sono cosciente del fatto che l’agonismo portato all’estremo per gareggiare non è per niente salutare. Il rischio di eccedere, in particolare per un trail runner o per un atleta professionista, è sempre dietro l’angolo. In ambulatorio mi capita spesso di visitare persone che non hanno la giusta misura negli allenamenti. Sono persone molto leggere, ma al tempo stesso con una massa grassa troppo alta in relazione al loro peso. Questo accade perché l’eccessiva attività fisica, abbinata spesso negli atleti di ultra endurance e nei trail runner a restrizioni alimentari, porta il corpo a una condizione di carestia e di riserva. E il nostro corpo in una situazione del genere conserva la massa grassa, mentre “cede” la massa muscolare. Così molti atleti hanno un peso leggero ma un pannicolo adiposo importante.

Questo è lo stesso motivo per cui le diete ipocaloriche non funzionano e per cui tante persone fanno tantissima attività fisica ma non riescono a dimagrire. Tra chi si allena un po’ meno e chi si allena troppo è più performante chi si allena meno. Un po’ meno è sempre meglio di un po’ di più. Ma l’obiettivo deve rimanere sempre uno solo: trovare il giusto equilibrio, il rapporto adeguato tra massa muscolare e massa grassa. Nell’immaginario collettivo meno grasso ho, meglio è. Ma non è sempre vero. A uno sportivo di endurance una parte di grasso serve e il nostro corpo tenderà sempre a tenerlo accumulato perché è la nostra riserva, indispensabile per avere l’energia sufficiente per poter fare quello che gli chiediamo. Dall’altra parte il recupero è fondamentale.

Sono tre gli aspetti principali che un atleta deve curare per dare il meglio di sé. In primis, deve mangiare bene. Mettere a posto il piatto è sempre la cosa più importante, quella da cui partire. Quando una gara non va secondo le aspettative si tende a dare la colpa all’alimentazione però poi quando si deve preparare una competizione la prima cosa a cui si pensa è l’allenamento. È fondamentale invece capire che l’alimentazione, insieme all’integrazione, è l’aspetto più importante per avere una buona performance.

Subito dopo, c’è il riposo. La teoria della supercompensazione, basilare in metodologia dell’allenamento, prevede che dopo un carico di lavoro si debba concedere al fisico il tempo necessario per recuperare ed essere più preparato all’allenamento successivo. Se non dormo bene, se non intercorre un lasso di tempo adeguato tra un allenamento e l’altro e se nella fase di recupero non mangio in modo bilanciato, non avrò una buona performance.

Infine, il terzo aspetto è l’allenamento, che è quello che incide meno nella performance di un trail runner. Se un atleta allenato benissimo arriva a una gara stanco di fisico e di testa e si è alimentato male, non riuscirà a terminare la gara. Se lo stesso atleta fosse meno allenato, ma si presentasse alla gara riposato e avendo curato l’alimentazione nel modo giusto, sicuramente riuscirà a terminare la gara. Certo, non nel tempo migliore ma riuscirà comunque a tagliare il traguardo. Quando poi anche l’allenamento sarà quello ideale, abbinato sempre a un’alimentazione e a un riposo adeguati, allora saremo pronti per dare il massimo.