di Francesca Cantaluppi
infermiera presso ASST LARIANA-SANT'ANNA di Como in Medicina d'Urgenza ed Osservazione del Pronto Soccorso
La semplicità è ciò che li contraddistingue. Il loro abbigliamento. Il loro sentiero non è tracciato con GPS. E le scarpe? Meglio dire, i sandali...
Avete capito, stiamo parlando dei Rarámuri “Piedi leggeri”, il popolo noto come Tarahumara, del Nord del Messico, che ha affascinato il mondo intero con le sue storie. Storie di lunghe corse senza sosta. Di ore e di giorni, di centinaia di chilometri, fino a oltre 300 senza sosta. Per spostarsi da un canyon all'altro, per cacciare, per comunicare, per necessità.
E tutto questo a piedi praticamente scalzi. Al che viene spontaneo domandarsi. Oltre ad essere instancabili, i Tarahumara sono anche immuni dalle vesciche?
Già… le BOLLE cioè il problema dermatologico più comune ai corridori di trail e di ultra-resistenza.
Perché venfono, come si formano e perché? Quali i principali fattori di rischio e le condizioni scatenanti?
Tutto questo è ancora poco noto, ma vediamo di capirci qualcosa di più assieme e magari scoprire qual è il segreto dei Tarahumara.
COSA SONO E PERCHÉ SI FORMANO?
Le bolle o vesciche o blister sono lesioni cutanee che si verificano frequentemente nelle popolazioni energicamente attive e sono il problema sanitario più comune negli sportivi.
???? Bernd Volker Scheer et al (2011) in un loro studio evidenziano che su 69 concorrenti che hanno iniziato un trail, 39 sono stati visti con un problema medico (56,5%). Le ragioni più comuni per la consultazione sono state le vesciche ai piedi (33,3%).
Si formano come meccanismo di autodifesa verso insulti esterni; non vi è una predisposizione, ma sono il risultato delle Forze di Attrito (FdA) che, con ripetute sollecitazioni, separano meccanicamente le cellule epidermiche. La pressione fa riempire l'area della separazione cutanea di un fluido di colore giallo chiaro e,se non trattate, possono causare infezioni.
???? Bernd Volker Scheer et al nel 2014 hanno potuto verificare in un trail di 182 km che, l'incidenza delle vesciche era: al 1° giorno nel 34% dei partecipanti, al 2° giorno nel 54%, al 3° giorno nel 72% ed a fine del 4° giorno nel 76%. La maggior parte delle vescicole si sono formate sulle dita dei piedi (65%); seguite da vesciche su altre parti del piede: la pianta del piede (16%), il tallone (14%) e la suola (5% ). Le vesciche erano più dolorose verso la fine della corsa soprattutto quelle sulla suola e sul tallone. Le misure preventive studiate (tipo e tessuto di calze, applicazione di antitraspiranti, polvere di talco o lubrificante ai piedi e nastro profilattico) non hanno mostrato alcuna riduzione delle percentuali di blister.
L'entità delle FdA e il numero di volte in cui un oggetto si muove attraverso la pelle determinano la probabilità di sviluppo di bolle. Più alta è la FdA, minori sono i cicli necessari per produrre un blister. La pelle umida aumenta le FdA. Sia l'attività più vigorosa che il trasporto di carichi pesanti (sé stessi e materiale), sembrano aumentare la probabilità di formazione di vesciche ai piedi.
Le bolle insorgono con maggiore probabilità nelle aree della pelle che hanno uno spessore elevato e saranno più frequenti in alcuni punti caratteristici.
➢ MANI: sui palmi, in particolare modo se si usano i bastoncini.
➢ PIEDI: sulle dita, sulle piante dei piedi, sui talloni; nelle ultime due zone la manifestazione può essere bilaterale.
CONSIGLI UTILI
La letteratura scientifica non è in grado di dare una risposta certa su quali siano le misure più corrette da adottare, ma le indicazioni di maggior rilevanza sono le seguenti:
➢ Gli antitraspiranti con emollienti e le polveri essiccanti applicate al piede non sembrano diminuire la probabilità di bolle da frizione.
➢ L'incidenza della vescica può essere ridotta da solette in neoprene a cellule chiuse.
➢ Indossare calze composte da acrilico produce meno vesciche ai piedi nei corridori.
➢ L'esposizione recente della pelle a una FdA a bassa intensità ripetuta, determina una serie di adattamenti -tra cui la proliferazione cellulare e l'ispessimento epidermico- che possono ridurre la probabilità di vesciche.
➢ Il nastro di carta per bendare, può esser efficace per la prevenzione.
➢ I lubrificanti o creme, possono essere utili.
➢ Usare scarpe di dimensioni adeguate e confortevoli.
COME CURARE
???? Martin D Hoffman et al (2011) hanno esaminato i partecipanti a due ultramarathon trail del Nord America, per esplorare le caratteristiche demografiche e le problematiche che hanno influenzato le prestazioni della gara. Tra le variabili studiate è stato messo in evidenza che: i finisher rispetto ai non-finitori erano più probabili a riportare vesciche (40,1% vs 17,3%), dolore muscolare (36,5% vs 20,1%) e esaurimento (23,1% vs 13,7%) con un effetto negativo sulla performance della gara.
➢ Se siete in gara ed avete il sospetto di una vescica invalidante la prestazione, recatevi alle zone di soccorso per il trattamento.
➢ Se siete a casa lavare la zona interessata con acqua tiepida e la saponetta. Asciugare la vescica tamponando per evitare di romperla. L'esperienza clinica suggerisce l'aspirazione delle vesciche intatte.
➢ Il trattamento delle vesciche con medicazioni idrocolloidali (i famosi “cerottini” acquistabili nei supermercati) fornisce sollievo dal dolore e può consentire di continuare l'attività fisica.
Magari qualcuno di voi si è ritrovato in questo articolo. Ci sono poi i fortunati che non hanno mai avuto questo tipo di inconveniente. Di certo, le bolle posso creare grandi disagi e quindi, quando si decide di intraprendere questo tipo di “esperienze in movimento", è giusto e necessario prestare attenzione all'attrezzatura da portare con sé. Pur cercando di limitare il peso dello zaino, non si deve dimenticare nulla di indispensabile (calzini di ricambio) e forse concedersi qualcosa di surplus (come i cerotti per vesciche, che son di peso e spessore irrisorio) che però possa rendere più piacevole l'avventura!
"No, anche tu sei come lui: hai un sogno dentro, dagli fiducia, anche se tutto quanto intorno sembra dirti che è una follia".
(Il ragazzo che cavalcava il vento, Leonardo Soresi)