FRANÇOIS D’HAENE RACCONTA IL SUO TOR

 A cura di Maurizio Scilla


François D'haene  in questo 2024 si era prefissato un unico grande obiettivo, tagliare il traguardo del Tor des Geants. Ha impostato il suo ritmo, senza preoccuparsi degli altri trailer, ha chiuso il Tor in 69h08”, lontano dal record di Franco Collé, ma dando l’impressione di essersi gestito, accompagnato da una crew eccezionale che l’ha seguito ovunque, la sua famiglia.

In questa intervista che ci ha rilasciato si possono cogliere diversi punti interessanti.

François, raccontaci com'è andato il tuo Tor. È stato come te l'aspettavi più facile, più difficile? Più o meno bello?

Raccontare il mio Tor diventerebbe un po’ lungo, se racconto tutto. E’ stato qualcosa di speciale, ero venuto a cercare proprio questo, è stata un’avventura inedita, inattesa, con dei paesaggi grandiosi, un viaggio molto ma molto bello, un bel anello logico. E aggiungo della montagna vera, dei sentieri veri, è stato semplicemente geniale!
Mi aspettavo che fosse  difficile ed effettivamente lo è stato. Ma è normale quando parti per correre 330 km e pensi ai 24.000 mi di dislivello, non puoi aspettarti dei miracoli. Quindi effettivamente è stato veramente duro, e c’era anche da gestire il sonno. Ma sapevo a cosa andavo incontro, è stato favoloso!
Quello che mi ha un po’sorpreso, parlando di momenti difficili, è che le difficoltà più grandi le ho avute nelle prime quindici ore. Avevo dei dolori a causa dell’umidità, la caviglia mi faceva veramente male e correvo compensando. Sono stati momenti tosti perché sai che ti aspettano due giornate e due notti complete e non ti aspetti di avere problemi all’inizio. E avevo anche sonno, mentre prima di partire pensavo di non avere problemi la prima notte. E’ stato veramente impegnativo, ma i valdostani sono veramente molto gentili, accoglienti e disponibili. E’ stato bellissimo!

 2024 TORX Day 05 Cuney François DHaene Ph Lorenzo Cotellucci MG 0088

©TORX_Lorenzo Cotellucci

Come è stato gestire una gara così lunga. Hai lasciato andare avanti altri concorrenti prima di prendere l'iniziativa: si è trattato di una strategia?

Il mio obiettivo primario era finire il Tor a tutti i costi, era importantissimo per me arrivare alla fine di questo viaggio dopo due anni abbastanza difficili. Quindi quella era la mia priorità, non volevo pensare alla gara con gli altri atleti, ma concentrarmi su me stesso. Malgrado questa mia idea, ho passato parecchio tempo con Beñat Marmissolle, super trailer, e abbiamo parlato a lungo. E’ stato un piacere, penso che lui come me, sia venuto a cercare delle sensazioni, un ambiente, un’avventura, abbiamo passato dei bei momenti insieme senza pensare alla performance. Louis Calais e Martin Perrier, invece erano in modalità competizione, nessuna parola, non volevano correre con me. Martin mi ha superato mentre dormivo e Louis in una sorta di attacco, io non ero per niente in quel tipo di modalità.
Ho visto che cosa ha detto Louis ”Ho superato François, era cotto”. Non ero cotto, stavo gestendo il mio sforzo. Non volevo fare la discesa a tutta, perché pensavo a quello che mi avevano detto, che era la parte finale quella decisiva.
E guarda caso è proprio stato così, lì ci sono stati i distacchi e non è proprio andata troppo bene per loro due.
Ho avuto l'impressione che fossero davvero in modalità gara. E io non lo ero affatto. Quindi è vero che c'era un divario. Un vero divario? Perché io ero davvero preso dall'idea di completare questo viaggio a tutti i costi. E credo che anche Ben lo fosse, e forse è per questo che siamo andati  credo un po' diversamente nella parte finale. Stavamo davvero ascoltando noi stessi e volevamo davvero essere in grado di portare a termine questo viaggio.
Non è stata una strategia, lasciarli andare e prendere poi il comando. L'unica vera strategia che avevo era ascoltare il mio corpo e procedere passo dopo passo per arrivare al traguardo. Ma soprattutto, non volevo essere coinvolto nella competizione. Non volevo correre rischi, la cosa più importante per me era portare a termine questo primo viaggio intorno ai giganti per me stesso.

Pensi che se ci fosse stato Franco Collé per te sarebbe stato più facile o più difficile raggiungere questo risultato cronometrico e di classifica?

Per quanto riguarda Franco è stato abbastanza triste sapere che non poteva essere alla partenza perché so che per lui questa gara è importante. E io volevo scoprire il Tor. Beh, volevo anche scoprire i personaggi importanti di questo Tor. Franco, con le sue quattro vittorie, è diventato un po' l'uomo simbolo di questa gara. Quindi ero molto dispiaciuto di non poter gareggiare con lui. In seguito, ha fatto lo sforzo di venire a chiacchierare con me prima del via, l’ho visto in molti posti durante la gara e mi ha dato consigli. Questi scambi con lui sono stati molto carini, belli e arricchenti per me. Dopodiché, è chiaro che se fosse stato lì, conosco la sua esperienza di gara e quindi avrei osato di più e cercato di stare con lui. Mentre non mi sono preoccupato di trailer che non conoscevo o che pensavo potessero crollare un po' o che non avrebbero finito la gara in quel modo. Con Beñat, è stato bello, perché entrambi volevamo davvero portare a termine questa avventura. Quindi non credo che abbiamo corso alcun rischio. Ma forse con Franco avremmo forse potuto andare un po' più veloce o correre in modo diverso. Mi Avrebbe anche potuto dire che non c'era bisogno di preoccuparsi dello stato di forma. Forse questo avrebbe reso le cose un po' più facili. Credo che il tempo finale sarebbe stato migliore. In quanto alla classifica, non si sa mai cosa può succedere. Franco ha spesso vinto il Tor. Quindi forse avrebbe vinto. Non si sa mai come possa finire quando ci si mette in gioco.  In ogni caso, credo che sia stato molto dispiaciuto di non poter partecipare. Gli auguro tutto il meglio per la sua guarigione e la sua operazione.

 2024 TORX Day 06 Courmayeur Arriv François DHaene Zzam Agency LEX 2120

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