SCIACCHETRAIL: SOGNARE AD OCCHI APERTI

Testo di Maurizio Scilla

Le 5 Terre le ho scoperte almeno trent’anni fa e in questi anni ci sono tornato veramente molte volte perché continuano ad avere un fascino speciale e unico, se si evitano i periodi di affollamento dove diventa difficile mettere un piede davanti all’altro.

Fatta questa premessa, lo Sciacchetrail non poteva che diventare un appuntamento imprescindibile nel mio personale calendario trail. Ricordo ancora con emozione e piacere quella prima edizione del 2015, seguita poi dalla presenza a tutte le prove degli anni successivi, perché lo “Sciacche” è come il compleanno di una persona cara al quale non si può mancare.
Quali sono le caratteristiche di questo territorio? Paesini da presepe, il mare di un blu intenso, le pendenze impossibili, gli scalini, i km di muri a secco.
Quest’anno gli organizzatori hanno proposto una grande novità, un percorso di 105 km e 4700 m+ per far conoscere sentieri poco battuti ma altrettanto affascinanti. Nella prima parte si raggiungeva prima Levanto per arrivare poi alla Rocca Gaibana. Più avanti ci si immergeva nella Val di Vara, per toccare poi Biassa e congiungersi al Colle del Telegrafo al percorso della 47 km.
Per quanto mi riguarda, conosco troppo bene il percorso, impegnativo e tecnico, quindi non ho avuto dubbi al momento dell’iscrizione, la scelta è andata sulla distanza classica, ben sapendo tra l’altro che a marzo non avrei avuto di sicuro la preparazione per affrontare una cento.

PERCORSO 47 KM
Si può decisamente parlare di due gare in una, perché la tipologia del tracciato è contraddistinta da una prima parte fino al Colle del Telegrafo (26 km) corribile e poco tecnica e invece la seconda parte è caratterizzata da veri e propri muri.
Si sale subito a porta a Punta Mesco, promontorio dal quale si ha una vista invidiabile su tutto il Golfo delle Cinque Terre, poco più in alto la vista spazia tra questo golfo e quello di Levanto.
Più avanti, dopo aver percorso un sentiero immerso nelle ginestre, si raggiunge il Santuario “Madonna di Reggio”. Si percorre poi il sentiero dell’Alta Via delle Cinque Terre con passaggi al Malpertuso e alla Cigoletta. Divertente il sentiero in discesa che porta al Telegrafo.
Si continua a scendere fino a Riomaggiore, ma prima si incontra la perla del Santuario di Nostra Signora di Montenero. A Riomaggiore iniziano i guai, all’improvviso ci si trova di fronte a un muro di scalini o meglio scaloni vista l’altezza. In 450 m si guadagnano 200 m di quota su una strettissima scalinata che si inerpica tra le vigne con vista su Riomaggiore. In traverso si raggiunge poi il Groppo e si scende a Manarola, qui il menu non cambia, a farci compagnia ci sono sempre i “simpatici” scalini, altri 300 m di dislivello, con la parte finale che porta a Volastra su un nuovo tracciato molto panoramico. Dal bel paesino ci si sposta in traverso immersi nelle vigne per scendere poi a Corniglia, unico paese delle 5 Terre non a livello del mare.  Un saliscendi e il mare ci accompagnano a Vernazza, mancano solo circa 3,5 km all’arrivo, ma nella terra dello Sciacchetrà devi conquistarti ogni cosa, quindi ancora scalini a farci compagnia, poi finalmente la vista di Monterosso riempie il cuore.

LA MIA GARA
L’anno scorso non mi ero goduto la seconda parte a causa dei crampi, quest’anno una gestione più attenta ha fatto sì che non abbia sofferto troppo i famosi scalini.
In gara ho avuto tempo di parlare con tante persone di diversi argomenti. Da cosa ha combinato Jasmin Paris alla Barkley, a quanto era bello ricevere Spirito Trail cartaceo!
Ho visto trailer fare dei pit stop ai ristori pari a quelli della Formula Uno, tenendo conto che viaggiavo attorno all’ottantesima posizione non ho capito la necessità! (ah!ah!)
I volontari dei ristori sono sempre gentilissimi e sorridenti, gioiello la crostata fatta in casa trovata al Telegrafo!
La giornata grigia e un po’ di pioggerellina hanno fatto sì che si corresse con una temperatura ideale ma ha sbiadito un po’ i magnifici colori.
Il terzo tempo come sempre è indimenticabile!

© Francesco Berlucchi

LA GARA “DAVANTI”
105 KM
Bella battaglia per gran parte del percorso tra l’emiliano Simone Corsini, già vincitore della 47 km e Gregorio Aiello. Alla fine a spuntarla è il primo che ferma il cronometro in 13h15’07”, mentre Aiello chiude in 13h20’09”, podio completato dal veneto Jacopo Zuffellato (13h33’32”).
Tra le donne vittoria per la veneta Marta Cunico in 16h04’27”, davanti alla canadese Katarzyna Orzechowska (17h50’18”) e Monica Affaticati (18h20’26”). 37 gli atleti che hanno tagliato il traguardo.
47 KM
300 gli atleti iscritti, 24 le nazioni rappresentate sulla distanza classica dello Sciacchetrail, 249 gli arrivati.
Protagonista Christian Stern, passato già al controllo del Telegrafo con più di due minuti sugli avversari. L’austriaco fa registrare il record del percorso, 4h31’01” il suo tempo, podio completato dall’olandese Peter Van der Zon (4h36’18”) e da Moreno Sala (4h37’37”).
In campo femminile assolo della statunitense Amanda Basham, decima assoluta, con il nuovo record della gara (4h58’43”). Secondo posto per Guiditta Turini (5h19’56”) e terza la francese Stephanie Manivoz (5h27’19”).

 corsini davide crovara 1

© Davide Crovara

SIMONE CORSINI (vincitore 105 km)

Come mi aspettavo la 100 è stata molto dura, i primi km sul mare con la luna piena sono stati fantastici. Da Levanto inizia il percorso duro con salite ripide e lunghe per poi andare verso la Val di Vara con tanti km di sentiero corribile. Purtroppo non ho potuto apprezzare molto questa parte di percorso però ho avuto non poche difficoltà di stomaco e muscolari. Risalendo verso il Telegrafo mi sono sentito un po' meglio e sono riuscito ad aumentare un pochino il ritmo fino a Manarola dove ho preso qualche minuto di vantaggio che ho mantenuto fino all'arrivo. Sempre bellissimi i sentieri da Riomaggiore a Monterosso, ma dopo 90 km sono durissimi. Se il recupero procede bene mi piacerebbe cercare la qualificazione per l'Europeo alla Maremontana tra due settimane.

© Francesco Berlucchi

GIUDITTA TURINI (seconda 47 km)

Una gara molto bella, un percorso molto veloce all’inizio, forse un po’ troppo per la mia preparazione di adesso, e “spaccagambe” negli ultimi 20 km, con una salita con più di 400 gradoni che ti fanno pensare di aver lasciato le gambe nei primi 30 km. Ma i tanti scorci sul mare, tratti davvero panoramici, a momenti ti fanno dimenticare quasi la fatica. Sicuramente una gara di inizio stagione a cui mi piacerebbe ripartecipare.
Ora cercherò di fare del mio meglio sui percorsi della Maremontana per poi il week end dopo andare sui percorsi del Trail del Fluminese in Sardegna. Con Franco, ci siamo scelti una bella primavera di gare sulle montagne in riva al mare, perché anche a maggio andremo a Corfù per poi dedicarci tra fine maggio e giugno alla LUT.

 

 


CHRISTINE GODFREY  (statunitense di origine, giunta a Manarola nel 1999 e da allora restata per amore, fa parte del comitato organizzatore e ha finito la 105 km)

E’ stato emozionante correre “in casa”, incontrare tanta gente sul percorso che mi conosceva tirava su il morale e sapere che ad ogni ristoro avrei visto degli amici mi ha dato una motivazione in più per continuare.
Sono veramente tanti i ricordi che mi ha lasciato questo Sciacchetrail. Correre lungo la costa di notte con la luna quasi piena, trovare gente a tifare ai ristori nella notte profonda, le patate bollite per colazione a Pignone, la sosta con amici alla base vita di Riccò del Golfo, diventata la svolta decisiva della mia gara, e infine sentire il tifo da lontano negli ultimi centinaia di metri.