Le UTMB World Series sono un nuovo circuito di 25 gare internazionali di UltraTrail. Annunciate nell’agosto del 2021, solo da poche settimane hanno una struttura più definita con date, modalità e regolamento.
Come funziona?
Ci sono 25 gare. Ogni gara, a seconda della distanza percorsa dà dei punti chiamati “Running Stones” che sono necessari per poter partecipare alla lotteria di iscrizione ad una gara tra OCC, CCC e UTMB. Insomma, quelle belle gare a sigla che tutto vogliono fare a fine agosto. Nessuna altra gara al di fuori di queste 24 può dare questi punti.
Un atleta forte può ottenere la qualifica senza passare per la lotteria se arriva ai primi 3 posti di una di queste gare. Oppure se una gara ha il titolo di “Major Event” (3 eventi scelti arbitrariamente da UTMB) basta arrivare nei primi 10.
Al momento ci sono 4 gare in Nord America, 15 in Europa, 3 in Asia e 3 in Oceania.
ANALISI
UTMB si è lanciata in un progetto rischioso. Senza ipocrisia, sta cercando di monetizzare il valore del brand e l’espansione del Trail Running nel mondo, cercando di imparare dalle esperienze pioneristiche ma fallimentari di Skyrunning Ultra e Ultra Trail World Tour. Sa che la sua 100 miglia è la gara più desiderata al mondo da amatori e professionisti. Ha costruito un circuito di gare affiliate necessarie ad arrivare a correre tra i propri sentieri, struttura ispirata al circuito IRONMAN di cui è partner.
È riuscita ad avere eventi in 4 continenti diversi ed inglobare gare di elevata importanza che non avrebbero bisogno di appartenere ad un circuito per fare il tutto esaurito di storia e atleti. Infatti, tra le 25 gare ci sono tra tutte Western States e Lavaredo Ultra Trail, e altre classiche come Transvulcania, Istria100, Speedgoat o Tarawera Ultra.
Quali possono essere i punti deboli di questo progetto?
Come anticipato il piano è rischioso. Perché il Mondo Trail è nuovo, strano e tendenzialmente anarchico. UTMB sta puntando sull’immagine del weekend a Chamonix come evento clou del Trail Mondiale. Lo fa da anni. Ma ora non lo è. La 100 miglia è l’evento più importante al mondo, quello sì, la 100km è abbastanza importante, il resto non così tanto. Deve impegnarsi ad essere più mondiale e più importante per poter tenere insieme questo circuito se come obbiettivo finale pone la qualificazione alle sue gare.
E quindi proviamo ad analizzare quali possono essere i punti deboli di queste UTMB World Series.
- Distribuzione geografica: su 25 gare di qualificazione il 50 % è distribuito in un raggio di 700 km da Chamonix. Alpi e Pirenei. L’altra metà è sparpagliata nei restanti 40.000 km di circonferenza terrestre. Mancano Sud America e Africa. Paesi Nordici e Germania sono assenti così come l’Est Europa e il Giappone. Per essere un circuito mondiale è un po’ troppo francocentrico. Come può diventare un circuito mondiale escludi il resto del mondo dalle tue gare?
- Distribuzione temporale: il 40 % delle gare si corre tra metà giugno e fine luglio, poco più di un mese in cui sono concentrate quasi tutte le gare europee. Questo vuol dire che invece di portare più concorrenti alle gare si rischia di spalmarli su più eventi. Discorso ancor più valido per gli atleti elite con conseguente abbassamento della qualità e del riscontro mediatico.
- Appeal delle gare: ci sono gare importanti. Così importanti che fanno loro pubblicità a UTMB e non viceversa. Mancano però altre gare importanti, tra tutte le classiche spagnole, il circuito Centurion inglese o le gare teutoniche di PlanB. Ci sono invece gare completamente nuove. Basterà il logo “by UTMB” per attrarre atleti? O preferiranno l’appeal dell’evento singolo? Meglio correre una “Ultra Pirineu” o una “Wildstrubel by UTMB?”. Singolare anche la scelta di dare il titolo Major a gare minori come Val d’Aran e Thailand. Era il momento giusto per pompare gare UTMB grazie al proprio circuito o era meglio pubblicizzare il proprio circuito puntando su gare più attraenti?
- Elite runner: UTMB è la gara più importante al mondo ed essere tra i primi lì vale più di ogni altro evento. Ma basterà questo per portare atleti professionisti e usare una delle loro prestazioni in eventi di qualificazione? Al momento non c’è un premio in denaro chiaro per i professionisti. Dipende dalla gara in sé con il paradosso che vincere una UTMB World Series può dare meno soldi di vincere la gara del santo patrono del paese. È un discorso materialista ma il grado di professionismo raggiunto ora nel Trail richiede di fare del proprio sport un lavoro. È più importante per un atleta qualificarsi in un evento minore o andare a podio in una gara a sé stante e più remunerativa? Oltre al premio economico quanto può interessare allo sponsor una gara meno interessante?
Rimane un progetto innovativo e difficile. Va dato atto a UTMB di essersi lanciato in un investimento rischioso. Sarà curioso vedere tra un anno che cosa avrà prodotto e cosa sarà cambiato. Aspetteremo 12 mesi per la prossima analisi, per vedere quanto il logo UTMB e la partnership IRONMAN influirà su iscritti e competitività di queste 25 gare e a quali altri cambiamenti porterà.